L'invecchiamento

Materie:Appunti
Categoria:Psicologia

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Testo

A N Z I A N O
L’invechiamento è un processo fisiologico graduale ed individuale ( ovvero si manifesta in modi e tempi differenti ) con modificazioni a livello fisico, psichico e cognitivo.
Ci sono TRE tipologie di invecchiamento:
1) invecchiamento comune: con manifestazioni livello fisico ad esempio sfoltimento neuronale, rallentamento delle sinapsi, diminuzione delle capacità sensoriali e della memoria a breve termine);
2) associato malattia;
3) invecchiamento di successo: in cui il soggetto gode di buona slute e mantiene l’autosufficienza.
ANZIANO: dopo i 65 anni
VECCHIO: dopo i 75
LONGEVO: dopo gli 85
L’Italia è il paese più longevo al mondo questo per lo sviluppo tecnologico. L’igiene e i servizi sanitari, la sana alimentazione mediterranea ed i fattori genetici. La vita si allunga ma le nascite diminuiscono ed il rapporto nascita-morte è sproporzionato (emancipazione femminile, caro-vita ecc.)
Dopo una vita dedita al lavoro, a raggiungimento del pensionamento, l’uomo comincia a sentirsi inutile nei confronti dell società e questo spesso porta a depressione così che, l’anziano viene sopraffatto da una forza centripeta che lo porta a chiudersi in se stesso, a farlo isolare tendendo a ridurre sempre più le relazioni sociali.
Intorno agli anni ’60 CAMMING and HERRY prposero una teoria secondo la quale gli anziani tendono a convincersi che il proprio benessere sia in relazione con l’abbandono delle aspirazioni e traguardi che si erano posti in età adulta e a un rivolgersi verso la propria interiorità.
Questa teoria chiamata “TEORIA DEL DISIMPEGNO” sosteneva che il benessere psico-fisico dell’anziano dipendesse, dopo una vita volta al lavoro, dal pieno disimpegno nei confronti della società e da tutto ciò che non riguardasse solamente se stessi.
Quindi a parer loro doveva avvenire una netta divisione della vita della persona: da una parte il lavoro, dall’altra il forzato riposo. A questa teoria si contrappose quella di HAVIGHURST ( 1969 )
Che riteneva invece che il morale della persona anziana si mantenesse elevato nella misura in cui egli riuscisse a mantenersi attivo.
La teoria dell’IMPEGNO quindi,consisteva nella “forzata operosità “.
In ambedue le teorie non viene reso conto dello stato psico-fisico dell’individuo, né dei suoi interessi, i suoi bisogni e le sue motivazioni, quindi , entrambe non possono essere valide fino in fondo.
L’intelligenza dell’anziano è differente da quella di un giovane, a questo proposito KATTEL elaborò una teoria distinguendo due intelligenze:
INTELLIGENZA FLUIDA: deriva dalla capacità di fare veloci operazioni astratte.(Si manifesta nei giovani)
INTELLIGENZA CRISTALLIZZATA: si acquisisce attraverso le conoscenze e le esperienze coltivate nel corso della vita e che rimangono impresse nella memoria.
Es: medico anziano risolverà un problema molto più rapidamente per via dell’esperienza.
La disabilità nell’anziano è spesso caratterizzata dalla non autosufficienza.
Questi anziani si trovano limitati a compiere soli le attività quotidiane della vita e pertanto hanno bisogno continuamente di aiuto.
Per valutare i parametri di disabilità, sono stati creati degli standard basilari:
BADL: attività basilari ( vestirsi,lavarsi ecc..)
IADL: capacità di svolgere attività essenziali anche con strumenti tecnologici. (Es: trasporto pubblico; telefono, assunzione farmaci,fare la spesa, utilizzo del denaro ecc..)
AADL: attività di lusso che permettono una vita autonoma (es: sport ,attività culturali ecc..)
ERIK ERIXON suddivise in 8 stadi l’intero arco dell’esistenza caratterizzato ognuno d un problema tipico che compare ad una certa età.
L’ottavo è caratterizzato dalla fase del senso di integrità personale o disperazione durante il periodo della vecchiaia “ la persona viva questo stadio integrando le capacità raggiunte nel corso della vita e per questo può raggiungere un senso di equilibrio e realizzazione personale oppure può essere profondamente insoddisfatto di se e della propria vita.”
(risultato ottimale = l’anziano vede la vacchiaia con serenità)
( è importante che l’anziano sia soddisfatto di ciò che ha fatto nella sua vita e che non abbia rimpianti )
PROBLEMI LEGATI ALL’AFFETTIVITA’ E ALLA DIFFICOLTA’ DI ADATTAMENTO Molto spesso l’anziano cerca di colmare le proprie insicurezze con attaccamenti esclusivi a familiari, alla propria abitazione, a oggetti o animali ecc.. come se questo attaccarsi alle cose, fosse un segno di attaccamento alla vita quando si sente il declino ormai vicino.
- L’eccessiva dipendenza da fattori abitudinari può essere disadattivo al momento in cui vengono a mancare. Se l’anziano è radicato al passato non può affrontare nuove esperienze.
- Si può manifestare l’eccessiva dipendenza da qualcun altro affidando ad un’altra persona la risoluzione delle proprie difficoltà.
- Gli anziani spesso devono confrontarsi con la malattia e di solito hanno più attenzione per le parti del corpo malate che per quelle sane e usano la malattia come elemento attorno al quale far ruotare le relazioni e le attività quotidiane.
- Tra gli elementi che possono porre l’anziano di fronte a difficoltà di relazione ci sono le alterazioni a carico degli organi di senso ed in particolare la vista e l’udito.
L’idea che può emergere è quella di una persona anziana in perenne difficoltà di adattamento ma non è sempre così;
l’età anziana può essere un’epoca di produttività colma di interessi e attività e piena di relazioni sociali ed investimenti affettivi.

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