Ecologia dello sviluppo

Materie:Riassunto
Categoria:Psicologia

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Testo

Capitolo 14: l’ecologia dello sviluppo
1. L’approccio ecologico
Un passo avanti nella conoscenza
Lo sviluppo dipende dall’individuo e non è altro ce l’attuazione di programmi preesistenti stabiliti dalla natura o dalle condizioni umane (problema di complessità).
Tutte le componenti individuali e ambientali interagiscono tra loro e influiscono sulle trasformazioni evolutive.
Nello sviluppo si fanno alcuni percorsi che non sono sempre gli stessi per tutti (problema della variabilità).
È difficile capire con sicurezza cosa è fisso e cosa è variabile. Di solito ci si basa sugli studi transculturali. In realtà il confine tra fisso e variabile dipende dalle proprie competenze .
L’ecosistema evolutivo
Per capire l’ecosistema evolutivo bisogna assumere una prospettiva ecologica. L’ambiente diventa un modo esteso di cui l’individuo è parte integrante.
La teoria generale dei sistemi è una disciplina che studia la struttura e il funzionamento dei sistemi che si incontrano in vari ambiti. È il principio dell’isomorfismo. La teoria generale dei sistemi offre i principi dell’ecosistema evolutivo.
Il contributo di Bronfebrenner
L’ecologia dello sviluppo deve molto a Bronfebrenner che ha fornito una cornice teorica e metodologica per gli studi di questo ramo della psicologia.
Bronfebrenner distingue tra:
a. microsistema → è il contesto immediato in cui ci si trova;
b. ecosistemi → sistemi esterni senza che se ne faccia parte;
c. macrosistema → scenari istituzionali.
Le transizioni ecologiche spontanee sono esperimenti naturalistici di ecologia.
Bronfebrenner ritiene che è opportuno in essa promuovere delle trasformazioni ecologiche, infatti richiama l’attenzione sui condizionamenti ambientali.
I problemi da risolvere
L’analisi dell’ecosistema evolutivo è complicata, infatti è difficile conoscerla a fondo. Le difficoltà sono:
1. le interazioni tra fattori non sono meccaniche: le componenti non sono come le parti di un meccanismo perché c’è la mediazione tra le persone:
2. esistono dialettiche strutturali: qualsiasi intervento è suscettibile a produrre effetti opposti.
La struttura del sistema è tale che ogni azione ha un diritto e un rovescio e può provocare un conflitto. Il problema principale è quello etico.
Un approccio da sviluppare
Una possibile risposta al problema delle dialettiche strutturali viene dallo studio dell’ecosistema comunicativo che è un altro ambiente organizzato in cui viviamo.
2. La famiglia
Atmosfere familiari
Ogni famiglia è caratterizzata da un’atmosfera familiare. È qualcosa che dipende dall’andamento psicologico.
L’atmosfera familiare è l’esperienza diffusa, è un fenomeno di durata tenendo presente quel che succede: è l’esperienza standard di vita familiare.
Il ricercatore deve seguire un approccio sistematico.
Modalità di controllo
In una famiglia i membri si controllo reciprocamente. Il fatto che i genitori controllino i figli comporta che ci sono regole familiari.
Le norme formano un determinato ordinamento familiare.
Esisto vari apetti:
a. chiarezza e coerenza→ i figli crescono meglio con regole chiare e coerenti infatti essi devono provar un senso di certezza;
b. modi imperativi e dolci → ci sono genitori che esprimono comandi senza motivare i propri figli. Altri preferiscono lasciare intendere con formule indirette e dare spiegazioni;
c. grado di restrizione → limitazione della libertà che i figlia hanno;
d. sospetto e fiducia→ esistono genitori che si fidano e alcuni che non si fidano. La cosa migliore è fidarsi ma bisogna essere cauti e se ci sono problemi parare direttamente ai figli;
e. livello di aspettativa → è importante che i genitori abbiano aspettative sufficientemente alte. Infatti i bambini e i ragazzi si vedono come li vedono i genitori. A risentire delle aspettative basse è l’autostima;
f. assistenza→ quando i figli sono in difficoltà è opportuno aiutarli con discrezione ma se non li si aiutano sentono abbandonati.
g. uso di rinforzi → i genitori ricorrono abitualmente a dei rinforzi. Per un genitore non è facile capire quando si sta applicando un rinforzo infatti nelle famiglie è molto frequente l’applicazione di rinforzi involontari. Sono importanti i programmi di rinforzo e le punizioni sono controproducenti.

h. discorsi persuasivi → una moderata attività persuasiva è benefica, perché produce un coinvolgimento simbolico dei figli, rafforza la visione famigliare e li fa sentire considerati.
i. legittimazioni → le ragioni per giustificare una norma famigliare sono quelle realistiche che guardano al futuro; è importante che i genitori, quando i figli commettono errori, non si mettano sullo stesso piano dei figli. I figli hanno bisogno di percepire che i genitori sono responsabili e impegnati a soddisfare le esigenze e a pensare il loro bene.
Tono affettivo
È intuitivo che il clima familiare possa essere caldo, se c’è affetto, freddo, se c’è il distacco, e ostile, se i figli non si sentono ben accettati. Per valutare il tono affettivo si usa la scala di accettazione – rifiuto, che considerano quanto il figlio sia compreso e accettato o quanto invece trattato come fosse estraneo.
I figli che crescono in un clima familiare caldo hanno legami più saldi con i genitori, sono più obbedienti e più attenti, hanno un’autostima elevata e da grandi saranno genitori affettuosi.
Rispetto
Il rispetto si costruisce intervenendo ad aiutare prontamente chi è in difficoltà.
Per convivere con il figlio i genitori devono fargli vedere che in questo mondo le persone hanno un valore e vanno rispettate.
Comunicazione
Quando i figli sono più piccoli è importante la quantità della comunicazione, con vari scambi e varietà di segnali. Infatti i bambini così apprendono il linguaggio.
Nella famiglia però è anche importante la qualità della comunicazione; negli anni ’60 si è insistito sulla coerenza dei messaggi.
Quando si comunica faccia a faccia, un certo grado di coerenza nei messaggi è inevitabile: inoltre i segnali contrastanti sono utili fonti di informazione supplementare.
L’incoerenza dei messaggi ha un valore funzionale che non si può cancellare. I figli non vanno esposti ad ambiguità e contraddizioni perché difficile capirle.
Un altro aspetto della comunicazione in famiglia è l’apertura del dialogo: quando i genitori che fanno gli amici i figli stanno male. È giusto che i genitori entrino in confidenza con i figli ma comportandosi sempre da genitori.
Interazione e relazioni
Con i figli bisogna avere interazioni coordinate .
Il primo attaccamento è influenzato dalla coordinazione nelle interazioni con l’adulto: infatti se il bambino ha una buona coordinazione con i genitori, nei primi giorni di vita, il legame infantile sarà saldo.
Per coordinarsi con il bambino, l’adulto deve essere sensibile e disponibile.
Co i figli bisogna instaurare relazioni profonde.
Vivacità intellettiva
La curiosità costituisce un bisogno primario che abbiamo fin dalla nascita: il bambino piccolo non deve essere sopraffatto da informazioni che è incapace di elaborare.
I bambini che crescono in un ambiente intellettivo vivace hanno uno sviluppo cognitivo e linguistico superiore.
Stile dei genitori
Gli aspetti della vita famigliare in cui i genitori possono scegliere di comportarsi in un maniera o nell’altra sono molti.
Baurmrind ha distinto 3 modelli di autorità dei genitori:
a. autoritari→ controllano molto, si aspettano molto dai figli ma comunicano poco;
b. permissivi → in cui prevale la protezione mentre le aspettative sono basse e il controllo è minimo;
c. autorevoli → mantengono livelli alti in tutti e quattro i parametri.
Dialettiche strutturali
Ai figli bisogna chiedere aspettandosi che rispondano con maturità; è bene dialogare .
Le dialettiche si possono superare con compensazioni dinamiche.
Un genitore può fare accettare una restrizione , se riesce a farla capire e vivere come qualcosa di positivo.

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