Apprendimento sociale e latente

Materie:Appunti
Categoria:Psicologia
Download:1115
Data:01.02.2008
Numero di pagine:6
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
apprendimento-sociale-latente_1.zip (Dimensione: 6.17 Kb)
trucheck.it_apprendimento-sociale-e-latente.doc     29.5 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

IL CHAINING: (scomporre un comportamento difficile in piccole parti)
Il chaining anterogrado costituisce una modalità d’insegnamento che prevede una frammentazione dell’azione nei suoi passi secondo l’analisi del compito. Se per es. il comportamento è “lavarsi le mani” ci si accerta della presenza del necessario, si apre il rubinetto, si utilizza il sapone, si sfregano le mani, si risciacquano le mani. Il chaining rappresenta una sorta di immagine al rallentatore dell’ordine in cui eseguire le varie azioni. Il chaining retrogrado è una procedura in cui si comincia con l’insegnare l’ultima risposta della catena comportamentale (es. risciacquare le mani) e si finisce con la prima. Il motivo risiede nel fatto che l’ultima risposta emessa è più vicina al rinforzo finale e consente all’utente la gratificazione di compiere l’azione.

IL PROMPTING:
Trattando degli aiuti messi in campo per facilitare lo svolgimento di un compito è possibile giungere ad un’ altra classificazione: aiuti di tipo fisico, di tipo gestuale e di tipo verbale (aiuti sincroni, si danno contemporaneamente). I 3 tipi di aiuto hanno tra loro un rapporto gerarchico: il primo rappresenta quello più esplicito e risponde al più alto grado di dipendenza dell’utente dall’operatore. Il secondo è dato dall’insieme delle indicazioni per attirare l’attenzione sui determinati oggetti o sulla presentazione di un modello. L’aiuto di tipo verbale rappresenta il grado più basso di aiuto: ci si limita a ricordare l’esecuzione di alcuni passi. Un uso spropositato di facilitazioni produce una tendenziale regressione; per questo è importante adeguarle ai livelli di competenza dell’utente e diversificare la gamma delle facilitazioni in ragione delle reali capacità.

IL FADING: (apprendimento con l’eliminazione di alcuni aiuti)
Il fading rappresenta l’insieme delle procedure che portano a ridurre gli aiuti e le facilitazioni che sono state necessarie per il conseguimento del compito. Nel caso degli aiuti di tipo verbale ci sarà una riduzione della consegna verbale e una progressiva riduzione del tono di voce. Saranno gradualmente ridotti di visibilità e gestuali; le facilitazioni di tipo fisico sono in genere le più difficili da attenuare. Chaining, prompting e fading sono metodiche molto utili, ma la loro applicabilità si presta per compiti la cui caratteristica sia la “sequenza temporale”.

LO SHAPING:
La caratteristica fondamentale è quella di conseguire l’abilità obbiettivo mediante approssimazioni graduali alla meta. Il comportamento dell’utente è gradualmente modellato fino a raggiungere le modalità di emissione previste. Spesso questa tecnica è utilizzata in associazione alle tecniche sopra descritte in un uso combinato di esse.

TOLMAN E L’APPRENDIMENTO LATENTE:
Negli esperimenti sul condizionamento di Watson e di Skinner, la valutazione di un apprendimento avveniva sulla base delle risposte emesse dall’animale. Questo rapporto “prestazione = apprendimento” fu messo in crisi da Tolman in un articolo in cui illustrava un esperimento su ciò che venne definito “apprendimento latente”. Fu confrontata la prestazione tra tre gruppi sperimentali di topi che dovevano apprendere il percorso di un labirinto: il primo gruppo di topi veniva rinforzato con il cibo, il secondo gruppo non venne mai rinforzato ed il terzo gruppo venne rinforzato a partire dall’undicesimo giorno di prove. I risultati evidenziarono che il primo gruppo apprendeva il percorso in pochi giorni, il secondo gruppo neppure dopo venti giorni raggiungeva la prestazione desiderata, il terzo gruppo, deal dodicesimo giorno, raggiungeva subito le stesse prestazioni del primo gruppo. Tolman interpretò questi dati ritenendo che gli animali del terzo gruppo avessero appreso il percorso anche in assenza di rinforzo e, che una volta che questo era stato fornito, si manifestava la prestazione corretta. L’assenza della prestazione non significava assenza di apprendimento, vi può essere un apprendimento latente che in condizioni adeguate può trovare modo di manifestarsi. Gli animali si sarebbero formati delle “mappe cognitive” del percorso che essi avrebbero utilizzato appena rinforzati. Il comportamento non dipende esclusivamente da associazioni tra semplici stimoli e risposte, ma l’animale è orientato da uno “scopo” e da una “cognizione”. Lo scopo coincide con la ricerca della meta (cibo) e la cognizione corrisponde ad una serie di adattamenti all’oggetto (tentativi che l’animale faceva). Il comportamentismo di Tolman è anche definito intenzionale.

UN’INTERPRETAZIONE DELLA PERSONALITA’:
Il comportamentismo entrò in contatto anche con concetti derivanti dalla psicoanalisi e si elaborò una teoria sulla personalità. Miller e Dollard furono gli esponenti più rappresentativi di un gruppo di studiosi che tentarono di indagare alcuni temi come l’aggressività, la frustrazione, la dipendenza, la formazione del senso di colpa ecc. applicando metodologie di ricerca di tipo oggettivo e cercando spiegazioni che fossero rappresentabili secondo i modelli comportamentistici. Il principio a cui si ispirarono era che la personalità viene appresa. Uno dei punti più importanti su cui si concentrarono gli studiosi fu la socializzazione. Nelle ricerche si esaminava la correlazione tra le caratteristiche dei genitori,o le regole adottate nell’allevamento dei bambini e la personalità futura del bambino. Miller e Dollard suggerirono che una delle più potenti forze nella socializzazione è imitazione del comportamento intendendo che i comportamenti imitativi vengono rinforzati attraverso un processo di condizionamento operante. Le persone che fungono da modello sono le stesse persone che in precedenza hanno dato ricompense o rinforzi al comportamento del bambino. Alla fine, quest’ultimo, acquisisce una pulsione ad imitare ed è in conseguenza alla capacità del modello di dare ricompense. Un cambiamento importante nella teoria dell’apprendimento sociale avvenne con Bandura e Walters che sostennero che si potevano apprendere comportamenti nuovi osservando un modello senza che questo desse ricompense o rinforzi. Un bambino che vede lodare un suo compagno cercherà di mettere in atto lo stesso comportamento. Bandura e Walters hanno chiamato questo processo “rinforzo vicariante”, in questo modo poteva essere spiegato un apprendimento che si forma senza un comportamento esplicito o “apprendimento senza tentativi”.

BANDURA E LA MODERNA TEORIA DELL’APPRENDIMENTO SOCIALE:
Bandura si è poi allontanato da una spiegazione del comportamento in termini comportamentistici e si è avvicinato ad un’interpretazione del comportamento come risultato di un processo più generale di acquisizione delle informazioni visive e verbali provenienti da altri soggetti. La sua riflessione teorica è una linea di passaggio per la confluenza di parte del comportamentismo all’interno del cognitivismo. I punti per la quale la teoria dell’apprendimento sociale si discosta dal comportamentismo sono:
- Non è necessario che vi sia un comportamento manifesto rinforzato perché si verifichi l’apprendimento nel soggetto: è sufficiente che vi sia l’osservazione di un modello.
- L’apprendimento osservativo riesce a spiegare l’acquisizione di comportamenti particolarmente complessi in tempi relativamente brevi. Per la moderna teoria dell’apprendimento sociale, l’apprendimento può essere molare cioè è possibile apprendere apprendimenti complessi nella loro interezza senza aver bisogno di ridurli in sottounità in quanto hanno un loro significato soltanto se considerati come unità.
- Introduce il concetto di feedback, un’informazione di ritorno sul comportamento che contribuisce a modificarlo. L’errore non è da evitare ma è utile perché diviene una fonte d’informazione sul proprio operato.
- La moderna teoria dell’apprendimento sociale riduce il ruolo dell’ambiente nel processo di modificazione del comportamento. Si parla di determinismo reciproco in cui i fattori della persona, il suo comportamento e il contesto ambientale dipendono l’uno dall’altro, la moderna teoria dell’apprendimento sociale lo ritiene un agente attivo nel proprio ambiente.
- E’ necessario esaminare i processi cognitivi che sottostanno all’apprendimento osservativo.

Come si può notare nell’elaborazione di Bandura vi sono già molti temi tipici del cognitivismo. Es. lo spostamento dell’attenzione del comportamento osservabile ai processi psichici.
LE APPLICAZIONI DELL’APPRENDIMENTO SOCIALE:
Anche la teoria dell’apprendimento sociale porta con sé numerose conseguenze sul piano educativo e che possono essere identificate:
- L’effetto modellante: molti apprendimenti relativi a come si costruiscono i rapporti interpersonali, al ruolo, alla caratterizzazione sessuale, agli stereotipi, all’uso del linguaggio, ma anche all’utilizzo di certi strumenti, si costruiscono attraverso processi di osservazione e imitazione.
- L’effetto inibitorio o disinibitorio: se si osserva un modello il cui comportamento viene represso o punito questo indurrà un effetto inibitorio nell’osservatore, colui che osserva eviterà di mettere in atto lo stesso comportamento.
- Effetto alone: acquisire comportamenti non dovuti alla stretta imitazione ma appartenenti alla stessa classe del comportamento emesso dal modello. Es. se un amico è impegnato in attività di volontariato è più probabile la partecipazione ad iniziative di solidarietà.

Esempio