haiku

Materie:Appunti
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Testo

“L’ Haiku è come un attimo di vita che diventa verso”
L’ haiku è un brevissimo componimento poetico nato in Giappone nel XVII secolo.
E’ composto da tre versi, il primo di cinque sillabe, il secondo di sette, e il terzo nuovamente di tre. Se non per inserire un nome proprio, ad esempio di un fiore, un haiku non può mai avere un numero di sillabe n’è maggiore o minore di diciassette.
Cimentarsi con gli Haiku significa osservare il mondo con occhio attento. Costringe a liberarsi delle sovrastrutture, delle parole inutili e superflue, di tutti i concetti che contemporaneamente si affollano attorno ad un evento, ad una esperienza, ad una sensazione. Ci spinge a "guardare" e soprattutto a "cogliere" l'essenza di un accadimento di cui siamo testimoni, la sostanza di una esperienza, il centro di una emozione.
Per loro natura gli haiku non hanno mai un titolo.
All'interno di ogni haiku è costante la presenza di un KIGO, ossia una parola o situazione che fa riferimento a una delle quattro stagioni. Per questo esiste lo SAIJIKI, un dizionario contenente un elenco completo di tutti i riferimenti stagionali.
Basho

Shiki
la primavera parte:
pianto fra gli uccelli e lacrime
negli occhi dei pesci
yuku haru wa
tori naki uo to
me wa namida
nella sera di primavera
quale lettura per l'uomo
senza compagna?
kunpu ya
senzen no midori
tera hitotsu
separazione-
le spighe dell'orzo
tormentate fra le dita
mugi no ho wo
chikara ni tsukamu
wakare kana
lievi lievi
spiriti dei morti, venite qui
e rinfrescatevi
fuwa-fuwa to
naki rei koko ni
kite suzume
inizio d'autunno:
nel mare e nei campi
un verde solo
hatsuaki ya
umi mo aota no
hito midori
vento d'autunno:
viviamo, e ci guardiamo l'un l'altra,
tu ed io
akikaze ya
ikite aimiru
nare to ware
languore d'inverno:
nel mondo di un solo colore
il suono del vento
fuyugare ya
yo wa hito iro ni
kaze no oto
capodanno:
tra cielo e terra
inizio d'armonia
ganjitsu wo
tenchi wago no
hajime kana
Deriva dal Tanka, componimento poetico di trentun sillabe.
Si scrivevano poesie Tanka già nel IV secolo. Il Tanka è formato da cinque versi con una quantità precisa di sillabe per ogni verso: il primo verso contiene cinque sillabe, il secondo sette sillabe, il terzo cinque sillabe, il quarto sette sillabe, il quinto sette sillabe. Eliminando gli ultimi due versi si è formato l'Haiku.
Altri studiosi ricercano l’ origine dell’ haiku nel “renga” (verso "a catena"), che verso il XI-XII secolo divenne popolare. Il renga era una specie di gara o gioco poetico nel quale i partecipanti, dato un primo verso come tema, aggiungevano versi da 14 o 21 sillabe; tali versi, composti in modo indipendente, erano poi associati "a catena", il primo verso con la composizione precedente e l’ultimo con quello successivo. Verso il XV secolo il renga si trasformò in "haikai renga", ossia delle composizioni a catena di poesie di 17 sillabe, i cui soggetti erano comico-satirici. Verso la fine del XV secolo il componimento a catena viene abbandonato e rimane semplicemente l’haikai (o haiku). Bashô è il poeta che nel XVII secolo impresse un’inversione di tendenza alle composizioni haiku, passando dal tono comico a quello lirico e l’haiku prese le caratteristiche che hanno reso celebre l’haiku anche in occidente.
La prima antologia di poesia giapponese intitolata "Manyoshu" risale all' VIII secolo; comprende 20 volumi con 4.500 poesie in diverso stile.
Nei licei americani si insegnano le tecniche per scrivere Haiku. Anche in Marocco lo si insegna nelle scuole. In Senegal si organizza ogni anno un concorso.
In Giappone si calcola che più di dieci milioni di persone (circa il 10% della popolazione) si diletta a scrivere Haiku. Ci sono attivissimi gruppi di poeti (chiamati Haijin) che si riuniscono per parlare di Haiku. Tutte le maggiori riviste e quotidiani giapponesi hanno una rubrica dedicata agli Haiku.
In Italia si è costituita nel 1987, a Roma, l' Associazione Amici dell' Haiku
Fra tutti coloro che hanno scritto Haiku si ricordano: Basho, Buson, Issa, Chiyo, Shiki, Uchida, Kyoshi, Jack Kerouac.
In nessuna lingua
è difficile intendersi
come nella propria lingua (Karl Kraus)
La voce del fagiano.
Quanta nostalgia
per mio padre e mia madre(Basho)
Luna di bambù
Mentre carezza il suolo
Della prima neve. (Buson)
Raggi scarlatti
È come se ci fossero
-cielo d’ autunno (Kyoshi)
Il mio paese:
benché sia piccolo
i boschi sono miei.(Issa)
Stupore:
una margherita si frange
suono di mezzanotte.(Shiki)

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