Bambini e tv

Materie:Appunti
Categoria:Pedagogia

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Testo

BAMBINI E TV
La domanda che da sempre ci si chiede è sempre se la televisione rappresenti un’evoluzione o un regresso per la società.
Le prime voci che si sono levate sono state per delinearne un assetto negativo, ma queste critiche erano di posizioni elitarie, e non a nome di una democrazia che si proclamava nei confronti della cultura di massa…
Nel 1831 Tocqueville, dopo il suo viaggio in America, espresse di aver rilevato una cultura a livello molto basso e semplicistico, mentre Nietzsche scagliò le sue didascaliche critiche dirette alla stampa.
Con l’avvicinarsi del ventesimo secolo, Cooley rappresenta il primo “pensiero amico” per la TV, affermando che essa consente una democratica partecipazione ed una crescita di creatività, sapere e intelligenza.
Attorno alla seconda guerra mondiale, si è preso coscienza che i “clienti” della televisione non sono solamente adulti, ma anche bambini (=>Responsabilità delle vecchie generazioni nei confronti delle nuove). Allora tutto il mondo inizia a preoccuparsi se la TV aiuti davvero nell’opera educativa o se addirittura costituisca un ostacolo. Abbastanza di recente, di questo dibattito se ne è fatto portavoce K:Popper , che pubblicò un breve scritto decisamente improntato su un’idea più che negativa della televisione, che la dipinge come una bomba a orologeria pronta ad avvelenare sempre più quelle che saranno le nuove generazioni col degenerare dei servizi.

Karl Popper

UNA PATENTE PER FARE TV
Tratto da “CATTIVA MAESTRA TELEVISIONE”
Anche se convinto del fatto che potenzialmente, così come la televisione è una macchina del male, potrebbe esserlo per il bene, P. è sicuro del fatto che questo sia improbabile, in quanto renderla macchina culturale fabbricante di buon materiale a tutte le ore è cosa propriamente difficile. Inoltre un secondo punto a sfavore è che la competizione fra le reti si impegna a proporre materiale sensazionale e non certo a fini educativi.
Egli fa poi riferimento a veri e propri casi criminali, dove la violenza dice essere proprio ispirata dalla televisione. Nell’educazione e nella correlata crescita dell’individuo, l’ambiente rappresenta tutto, certamente questo deve essere buono per il suo corretto sviluppo e quindi bisogna creare le migliori condizioni ambientali possibili, soprattutto perché si è responsabili per loro.
A tutto questo, Popper propone una soluzione: una patente per fare TV.
Questa la si ottiene successivamente ad un corso, dove viene spiegato ad esempio come i bambini assorbono ciò che viene loro offerto, o ancora le conseguenze che si possono avere dalla mescolanza impropria di realtà e finzione. Proprio come i medici hanno un organo di controllo che tuteli loro ed i pazienti, così anche la TV dovrebbe averne uno che, se ci si comporta diversamente ai dettati di certi principi ed una certa etica, si riservi di ritirarla. Ed è bene ricordare che, tutti sono direttamente o indirettamente coinvolti nella produzione televisiva, tutti ne portano responsabilità, e quindi tutti sono assoggettati a questa nuova istituzione.

RITA FABBRI
V A/P

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