Materie: | Tesina |
Categoria: | Multidisciplinare |
Voto: | 1.5 (2) |
Download: | 449 |
Data: | 01.12.2004 |
Numero di pagine: | 15 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
Download
Anteprima
turismo-leggi-mercati_1.zip (Dimensione: 35.94 Kb)
trucheck.it_turismo:-leggi-e-mercati.doc 122 Kb
readme.txt 59 Bytes
Testo
ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE
Turismo: leggi e mercati
Di PIERLUIGI A.
ANNO SCOLASTICO 2001/02
GEOGRAFIA: Aspetti caratteristici del fenomeno turistico nella società moderna
FINANZA: Risorsa turistica all’interno della bilancia dei pagamenti
MATEMATICA: Grafico sull’andamento della bilancia turistica negli anni 1990-97
EC. AZIENDALE: Il marketing turistico
DIRITTO: Legge quadro sul turismo
FRANCESE: La Cote d’Azur
Il fenomeno turistico, inteso come spostamento di un numero elevato di persone in regioni e nazioni diverse dalla propria residenza, nasce soltanto dal secondo dopoguerra con l’avvento della società dei consumi e dell’urbanesimo sfrenato e alienante che determinano, nell’uomo, una propensione psicologica ad evadere dal proprio abituale ambiente per soddisfare bisogni di rigenerazione fisica, psicologica e sociale lontano dalla routine quotidiana. Il turista moderno non potrebbe, tuttavia, muoversi se il suo reddito, la struttura della società e la sua organizzazione non fossero tali da poterglielo permettere.
Il turismo è divenuto, negli ultimi decenni, un settore fondamentale nell’economia di alcuni paesi, tra cui l’Italia. Esso produce infatti una serie notevole di attività indotte (ristorazione, alberghi, impianti sportivi, agenzie di viaggio, negozi specializzati, trasporti) e contribuisce in misura cospicua alla ricchezza nazionale.
Nel corso degli ultimi anni l’industria turistica mondiale ha registrato una continua crescita, raggiungendo nel 1996 un fatturato annuo di 423 miliardi di dollari. Al giorno d’oggi circa 250 milioni di persone lavorano, direttamente o indirettamente, in questo settore.
L’espansione del turismo ha generato, però, anche fenomeni negativi. In generale, in paesi che hanno una struttura economica debole, l’incremento della domanda turistica può favorire l’inflazione; inoltre, la tendenza alla specializzazione turistica di alcune località può provocare l’abbandono di attività minori ma consolidate: un fenomeno che alla lunga si rivela controproducente. Non bisogna dimenticare infine che l’espansione del turismo e delle attività indotte determina modificazioni di ampia portata nel territorio, con effetti spesso negativi sull’ambiente.
Nel corso degli ultimi decenni è venuta a cambiare la richiesta di servizi turistici. Una tendenza affermatasi negli ultimi anni è quella della frammentazione della vacanze: si preferiscono vacanze brevi ma frequenti e in luoghi diversi, distribuite nel corso dell’anno, a lunghi periodi di soggiorno concentrati tutti nella stessa località Il turista, oggi, tende a privilegiare le strutture ricettive alberghiere e semiresidenziali, viaggia in aereo o in pullman gran turismo e cerca sempre nuove opportunità di divertimento e di svago.
Un’altra differenza rispetto al passato è che mentre negli anni sessanta e settanta il turismo si fondava su spostamenti a breve e medio raggio, in genere all’interno dei paesi d’origine, dagli anni ottanta si è affermata la tendenza alla internazionalizzazione della domanda turistica. Questo fenomeno di internazionalizzazione è molto importante all’interno delle singole economie nazionali.
Il turismo internazionale svolge, infatti, un ruolo importante nella bilancia dei pagamenti.
I turisti stranieri in entrata costituiscono le esportazioni per il Paese che li ospita, i turisti nazionali in uscita rappresentano, al contrario, le importazioni; tali attività di esportazione e di importazione vengono definite “indirette” in quanto non si ha spedizione di “merci”, bensì movimenti di “persone”.
A livello nazionale le entrate e le uscite valutarie vengono contabilizzate nella bilancia dei pagamenti.
La “bilancia dei pagamenti” è un prospetto formato da due sezioni (debiti e crediti) nel quale vengono indicate le somme che un paese deve pagare o incassare da altri paesi; il periodo di riferimento è un anno.
In tale bilancia individuiamo:
a) le partite correnti, formate dalle voci di entrata ed uscita valutaria della “bilancia commerciale” (importazione ed esportazione di merci) e delle “partite invisibili”; quest’ultime riguardano i movimenti valutari che non risultano da documenti doganali come invece avviene per le merci.
Le principali partite invisibili sono:
• il turismo estero;
• le rimesse degli emigrati;
• i noli marittimi ed aerei;
• i dividendi e gli interessi sui capitali investiti all’estero.
b) i movimenti di capitale, relativi a spostamenti di capitali fra diversi paesi per investimenti.
Pertanto, la bilancia dei pagamenti si può definire come la comparazione tra il complesso delle operazioni di “credito” e di “debito” relativamente:
• alla bilancia commerciale;
• alle partite invisibili;
• ai movimenti di capitale
La somma algebrica del saldo delle partite correnti e dei movimenti di capitali determina il saldo finale della bilancia dei pagamenti e cioè la posizione eccedentaria (in caso di avanzo) o deficitaria (se vi è disavanzo) del paese nei suoi conti con l’estero.
Nella bilancia commerciale vengono registrate le importazioni e le esportazioni di merci: tale prospetto rappresenta pertanto tutta l’attività commerciale internazionale di un paese in un determinato periodo di tempo. Fino alla fine degli anni ’50 la bilancia commerciale, a causa della particolare struttura economica italiana, è stata cronicamente passiva ed il flusso valutario determinato dal turismo ha costituito uno degli elementi basilari per il contenimento del suo disavanzo.
Tale rapporto, dall’inizio degli anni ’60 in poi, è andato sempre crescendo tanto che il disavanzo, della bilancia commerciale non solo è stato da esso largamente arginato, ma spesso totalmente assorbito, determinando, talvolta, degli avanzi nella bilancia dei pagamenti che hanno formato riserve, anche cospicue, di valuta estera presso la Banca d’Italia.
Il 1995 è stato un anno eccezionale, forse irripetibile, per il commercio estero, il surplus commerciale è salito, infatti, a quota 45 mila miliardi di lire, con un incremento del 27% rispetto all’anno precedente.
Il turismo, rappresenta attualmente la voce più importante delle partite invisibili. La stima delle spese effettuate dai turisti stranieri in una nazione da un lato e delle spese compiute dai turisti di quella nazione all’estero, dall’altro, determina la nozione di bilancia turistica, il cui saldo viene ad essere iscritto all’attivo o al passivo della bilancia dei pagamenti nazionali.
La bilancia turistica rappresenta, quindi, una voce della bilancia dei pagamenti, indicando l’andamento turistico di una nazione; essa può essere definita come la comparazione tra la valuta estera introitata per beni e servizi turistici consumati da turisti stranieri nel territorio nazionale e la valuta nazionale sborsata all’estero per beni e servizi consumati dagli italiani nei loro viaggi oltre frontiera. La bilancia turistica si limita a “dar conto”, però, delle entrate e delle uscite per turismo semplicemente da quanto risulta dalle statistiche ufficiali nazionali
BILANCIA TURISTICA:
ATTIVO: SPESE DEI TURISTI STRANIERI
IN ITALIA
PASSIVO: SPESE DEI TURISTI ITALIANI
ALL’ESTERO
L’apporto valutario della bilancia turistica, cioè il gettito delle entrate dovuto al fenomeno turistico, rappresenta, per l’Italia una partita di rilevante importanza ed ha un peso, talvolta, determinante per l’equilibrio della bilancia dei pagamenti nazionali. Secondo le statistiche elaborate dalla Banca d’Italia per il primo semestre del 2001 l’attivo della bilancia turistica è risultato pari a 5,9 miliardi di euro grazie al forte incremento delle spese in Italia da parte dei turisti statunitensi. Nei successimi mesi si è invece registrata una drastica riduzione dei viaggi per turismo legata alla forte contrazione dei flussi per i trasporti aerei di passeggeri in relazione agli attentati terroristici dell’11 settembre 2001 alle torri gemelle di New York.
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
entrate
19612
23168
28718
35667
39654
46803
46250
50847
uscite
12136
15118
23647
24547
21969
23686
23898
28394
saldo
7476
8050
5071
11120
17685
23117
22352
22453
Pochi paesi al mondo possono vantare una tradizione in campo turistico consolidata da decenni di esperienza come nel caso dell’Italia. Una tradizione che ha portato il settore ad essere componente importante dell’economia del paese. Negli ultimi anni, poi, l’apporto valutario dovuto al turismo estero è divenuto strumento fondamentale di politica economica, grazie al contributo che esso fornisce al fine di controbilanciare il crescente disavanzo dovuto alle poste agro-alimentari ed energetiche dei conti con l’estero.
Pertanto una seria attività di marketing si presenta sempre più necessaria anche nel settore turistico.
L’evoluzione della vita sociale ed economica che incessantemente influisce sul comportamento della domanda turistica impone alle imprese turistiche la necessità di basare la gestione aziendale non più su intuizioni più o meno valide, ma su informazioni e su valutazioni che devono scaturire dall’esame analitico del mercato.
Le imprese turistiche, pertanto, per elaborare le proprie politiche di prodotto, di prezzi e di vendita, cioè le proprie strategie di marketing, hanno bisogno, in via prioritaria, di conoscenze e dati riguardanti:
a) il consumatore, protagonista del mercato turistico e principale oggetto d’indagine; del consumatore occorre conoscere, preventivamente, i gusti, le aspettative, le motivazioni e le abitudini al consumo turistico;
b) la concorrenza, di imprese dello stesso settore che va analizzata con particolare attenzione per valutarne l’efficienza, la validità dei prodotti, le strutture di distribuzione e di vendita e le modalità di attuazione delle attività promo-pubblicitarie.
Una corretta strategia di marketing si avvale di molteplici elementi che opportunamente combinati tra loro rappresentano la politica di marketing di un’impresa. Obiettivo principale di tutte le attività di marketing è l’incentivazione delle vendite, ma la domanda turistica è particolarmente a molteplici variabili in parte controllabili dalle imprese, in parte derivanti da fattori esterni.
Il marketing-mix consiste dunque nel coordinare al meglio, in ogni fase del ciclo di vita del prodotto, gli strumenti di marketing che l’impresa può controllare, in funzione degli obiettivi programmati.
Gli strumenti operativi che l’azienda utilizza per definire le proprie politiche di marketing sono:
• Le ricerche di mercato
• Il prodotto
• Il prezzo
• La distribuzione
• La promozione
Le ricerche di marketing consistono, nelle attività turistiche, nella raccolta sistematica e nella elaborazione di tutti gli elementi idonei a formulare e caratterizzare un prodotto turistico, in funzione degli interessi espressi dai consumatori stessi. Più precisamente hanno lo scopo di individuare le caratteristiche strutturali del mercato mediante lo studio di dati riguardanti: la tipologia dei consumatori, il ventaglio dei prodotti esistenti ed i loro prezzi, le potenzialità del mercato, le forme di pubblicità da praticare.
Le ricerche di mercato vanno condotte su segmenti di mercato opportunamente scelti. La segmentazione del mercato, fondamentale nel marketing turistico, è un processo mediante il quale il mercato viene suddiviso in segmenti omogenei di consumatori, in base a determinati parametri (sesso, età, professione, reddito e criteri geografici, sociali, economici) che per la loro omogeneità possono essere considerati obiettivi raggiungibili da particolari combinazioni del marketing-mix.
In definitiva, la “ricerca di mercato” è una fase preventiva all’attivazione delle quattro strategie di marketing riguardanti: il prodotto, il prezzo, la distribuzione e la promozione.
Il prodotto assume un ruolo centrale per l’esistenza e lo sviluppo dell’impresa e può considerarsi la variabile del marketing-mix che si pone a monte di tutte le altre. La conoscenza del consumatore, acquisita grazie alle ricerche sui segmenti di mercato esaminati, consente di realizzare e formulare facilmente il prodotto più rispondente, tipologicamente e qualitativamente, ai gusti ed alle attese dei clienti e di determinare il giusto prezzo; infatti condizione di successo per l’impresa turistica e di avere un’offerta di prodotti costantemente in sintonia con le esigenze di mercato. Quando ciò non si verifica, l’impresa non ha possibilità di successo duraturo qualunque sia la combinazione degli altri elementi del marketing-mix.
Lo schema logico dell’azione che conduce al lancio di un nuovo prodotto può essere così schematizzato: Segmentazione del mercato; Individuazione del mercato-obiettivo; Posizionamento del prodotto; Lancio del nuovo prodotto.
L’espressione “nuovo prodotto” può stare a significare diverse situazioni:
• può trattarsi di un prodotto completamente nuovo tendente a creare un nuovo mercato;
• può trattarsi di un prodotto già esistente che viene riposizionato e lanciato su un nuovo mercato;
• può trattarsi di un prodotto già esistente che viene riposizionato sullo stesso mercato.
Il prezzo è, tra le variabili mercatistiche, quella che maggiormente influenza le vendite di un prodotto.
Il metodo di determinazione del prezzo di vendita per via matematica è quello più usato ma anche il più semplice; esso consiste nell’aggiungere una percentuale di ricarico alla somma dei costi specifici. Il prezzo effettivo di vendita dovrà, però, essere determinato tenendo conto, soprattutto, degli obiettivi di marketing prefissati. Il “pricing” indica il processo di fissazione dei prezzi di vendita attuato da un’impresa nel quadro delle proprie scelte di marketing-mix. La politica di prezzo deve essere attuata in modo da rispettare il posizionamento del prodotto, da assicurare il conseguimento degli obiettivi di vendita e da assicurare la copertura dei costi e il conseguimento di un utile.
Riassumendo, nella realtà operativa, sono quattro gli elementi da prendere in considerazione ai fini della determinazione del prezzo:
• i costi;
• l’elasticità della domanda;
• la concorrenza;
• la strategia di marketing (prezzo di richiamo, prezzo stagionale, prezzo di lancio, prezzo psicologico).
La distribuzione del prodotto turistico è una decisione di vitale importanza; infatti una scelta sbagliata potrebbe avere conseguenze negative sia sull’immagine aziendale del tour operator, sia sulla commercializzazione del prodotto che sul segmento di mercato da raggiungere.
La decisione del tour operator deve riguardare la scelta tra la vendita diretta e quella indiretta costituita da agenzie dettaglianti.
I tour operators “puri” che non hanno propri punti vendita possono scegliere tra la vendita diretta per corrispondenza, al cliente o ad organismi sociali e culturali, ed in questo caso non pagherebbero provvigioni ma avrebbero un mercato ristretto, e la vendita tramite le agenzie retailers alle quali, però, va corrisposta una provvigione non inferiore al 10%, più delle “over-commissions” come premio per contingenti elevati di clienti, il che incide, ovviamente, sul prezzo di vendita del prodotto.
I tour operators che hanno propri punti di vendita, invece, possono vendere direttamente attraverso la propria rete agenziale o indirettamente utilizzando le strutture sopra indicate.
Nel mercato vacanze italiano il canale di distribuzione più comune e più usato, è: Tour Operator - Agenzia di viaggio – Cliente.
La promozione rappresenta, nel marketing turistico, il momento conclusivo di tutte le azioni compiute, dall’analisi della domanda all’offerta del prodotto sul mercato, e costituiscono la premessa indispensabile per le operazioni di vendita. Vengono effettuate mediante la predisposizione e trasmissione di informazioni e messaggi relativi all’offerta turistica, formulati con razionali e convincenti argomentazioni, in modo da determinare nella clientela il desiderio di scegliere ed acquistare il prodotto proposto.
Le attività promozionali vengono raggruppate in tre categorie fondamentali:
• pubblicità;
• promozione vendite;
• pubbliche relazioni.
La pubblicità ha lo scopo di indurre i turisti potenziali ad essere maggiormente propensi verso l’offerta dell’impresa, ma non può essere mai in grado di compensare da sola una eventuale scarsa qualità dei servizi offerti.
La pubblicità dell’impresa è la voce che arriva alla clientela, reale o potenziale, per informarla dell’esistenza del prodotto che lo sforzo produttivo di tutta l’impresa ha immesso sul mercato con una marca o un logo particolare, facilmente individuabile; tale messaggio ha lo scopo non solo di promuovere le vendite, ma di mantenerle ai livelli ottimali raggiunti.
La pubblicità turistica viene fatta:
• attraverso i mass-media;
• attraverso la vasta gamma di stampati pubblicitari come il volantino, il depliant, l’opuscolo, il manifesto, il catalogo;
• attraverso la vetrina per le agenzie dettaglianti che sono a diretto contatto col pubblico.
Al fine di attuare un coordinamento normativo per quanto concerne la regolamentazione delle imprese ricettive lo Stato italiano si è dato con la legge n. 135 del 29 marzo 2001, una nuova legge quadro riguardo la materia turistica.
L’articolo 1 della L. 135/2001 definisce i principi ai quali il legislatore si è ispirato nella stesura della riforma della legislazione nazionale del turismo.
In sintesi, si afferma che la Repubblica riconosce il ruolo strategico che il turismo ha per lo sviluppo economico e occupazionale del Paese nel contesto internazionale e dell’Unione europea, per la crescita culturale e sociale della persona e della collettività e per favorire le relazioni fra i popoli. La Stato favorisce lo sviluppo turistico sostenibile a tutela delle risorse ambientali e il riequilibrio, attraverso il turismo, delle aree territoriali depresse. Infine, lo Stato, si ripromette di sostenere le piccole e medie imprese operanti nel settore turistico al fine di migliorare l’offerta turistica promuovendo l’applicazione dei nuovi sistemi tecnologici.
L’articolo 2 afferma che lo Stato e le regioni riconoscono il ruolo dei comuni e delle province nei riguardi delle politiche intersettoriali e infrastrutturali, che necessariamente qualificano l’attività turistica. L’art.2 ai commi 3 e 4 si concentra sul ruolo dello Stato, che viene esercitato, per competenza, dal Ministero delle Attività produttive. Esso cura il coordinamento all’interno dello stato stesso e le attività promozionali all’estero. Infine il Ministero delle Attività produttive rappresenta l’Italia in sede di Consiglio dell’UE in materia di turismo.
Per dare attuazione alla legge viene data delega al Presidente del Consiglio dei Ministri di fissare per decreto i principi e gli obiettivi per la valorizzazione e lo sviluppo del sistema turistico.
Una delle novità contenute nella riforma della legislazione turistica è l’istituzione della Conferenza nazionale del turismo. La conferenza, disciplinata dall’articolo 3, deve essere convocata almeno ogni 2 anni dal Presidente del Consiglio dei Ministri e organizzato dal Ministero delle Attività produttive, di intesa con la Conferenza Stato-Regioni. Ne fanno parte i rappresentanti delle Regioni, delle Province, dei Comuni, delle Comunità montane, del CNEL, delle associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, delle associazioni Pro Loco, delle associazioni ambientaliste. Compito della Conferenza è verificare l’attuazione delle linee guida e favorire il confronto tra le istituzioni e le rappresentanze del settore.
Un’altra novità prevista dalla L.135/2001 all’articolo 4 è l’introduzione della Carta del turista. Si tratta di un documento contenente informazioni sui diritti del turista per quanto riguarda la fruizione di servizi turistico-ricettivi; informazioni sui diritti e sugli obblighi del turista quale utente delle agenzie di viaggio e turismo; informazioni sulle norme vigenti in materia di rispetto e tutela del sistema turistico ed artistico nazionale e sugli usi e le consuetudini praticati a livello locale.
L’articolo 5 della L.135/2001 introduce una nuova figura: il Sistema turistico locale(STL). Si tratta di un contesto turistico omogeneo ed integrato, comprendente ambiti territoriali appartenenti anche a Regioni diverse, caratterizzato dall’offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato locale. Per costituire un STL è necessario il riconoscimento da parte delle Regioni.
In effetti, un STL può essere predisposto da soggetti pubblici o privati, in forma singola o associata, che perseguono determinati scopi:
• Sostenere attività e processi di aggregazione e di integrazione tra le imprese turistiche;
• Attuare gli interventi necessari alla qualificazione dell’offerta turistica e alla riqualificazione urbana e territoriale delle località ad alta intensità di insediamenti turistico-ricettivi;
• Sostenere l’innovazione tecnologica degli uffici di informazione e di accoglienza ai turisti;
• Promuovere il marketing telematico dei progetti turistici tipici, per l’ottimizzazione della relativa commercializzazione in Italia e all’estero.
La legge da, infine, una definizione di impresa e di professione turistica.
Sono imprese turistiche quelle che esercitano attività economiche organizzate per la produzione, la commercializzazione, l’intermediazione e la gestione di prodotti, di servizi, di infrastrutture e di esercizi, compresi quelli di somministrazione, facendo parte dei STL e concorrenti alla formazione dell’offerta turistica.
Sono professioni turistiche quelle che organizzano e forniscono servizi di promozione dell’attività turistica, nonché servizi di assistenza, di accoglienza, di accompagnamento e di guida dei turisti. Resta la competenza delle Regioni nel rilasciare l’autorizzazione all’esercizio, ma essa, una volta rilasciata, è valida per tutto il territorio italiano.
Una delle regioni a più alta frequentazione turistica è sicuramente la “Cote d’Azur”.
“Cote d’Azur” c’est le nom donné à la cote méditerranéenne entre la frontière italienne et Cannes, mais parfois on étend cette définition à toute la cote jusqu’à Marseille.
Dans ce domaine aussi tout est possible. Si vous aimez l’agitation, les sorties, le cinéma, les casinos alors les villes du bord de mer sont pour vous. Par contre si vous préférez le calme et une vie plus paisible orientez vous plutôt vers les villages de l’arrière pays.
L’accroissement démographique et l’essor du tourisme entraînent le renforcement du secteur tertiaire qui représente le 70% des emplois en Cote d’Azur, contre le 60% en France. Dès 1975, le chiffre d’affaires du tourisme égale celui de la production agricole régionale, mais c’est une activité saisonnière, qui crée peu d’emplois qualifiés et dont l’arrière-pays immédiat tire peu de profit. Mais l’encombrement des plages et des routes, la pollution, la dissémination des constructions qui «mitent» des espaces forestiers fragiles, finissent par avoir raison du pittoresque de nombreux sites. Cet essor a transformé l’économie et les paysages du littoral provençal ; seules les cultures florales et légumières sous serres, très intensives, ont pu résister à l’augmentation du prix des terrains.
Le ville plus représentative de la cote d’Azur sont :
CANNES: ville touristique, de 72000 hab., les Cannois, qui est située dans le dép. des Alpes-Maritimes, en Cote d’Azur. Cette ville doit son succès à la beauté de son site, à la douceur de son climat et à la splendeur des fêtes qui s’y déroulent. Station estivale de première grandeur, Cannes est une des villes touristiques les plus prestigieuses d’Europe. La ville a une renommée mondiale pour ses fêtes : les batailles de fleurs, sur la Croisette, célèbre boulevard, centre du commerce de luxe ; la fête du mimosa (en Février) qui consomme plusieurs tonnes de fleurs coupées. Le Festival International du Film, que la ville ospite dès 1946, décernant les prestigieux Palmarès, reste la plus importante manifestation artistique de la Côte qui fait de Cannes, chaque année au moi de Mai, la capitale mondiale du cinéma dont les Cannois sont fiers. Le palais des Festivals se trouve sur la Croisette, entouré de célèbres hôtels de luxe.
NICE: Cette ville, d’environ 345 000 habitants, les Niçois, est la capitale du département des alpes Maritimes et de la Côte d’Azur. C’est une véritable métropole: au fait, elle est la cinquième ville de France par sa population. Située au fond de la Baie des Anges et dominée par la colline de l’ancien château, Nice est une importante station hivernale et estivale, centre de tourisme privilégié. Nice a plusieurs industries : huile d’olive, fleurs et parfumerie, fruits confits, confection et possède aussi une manufacture de tabac.
Nice est renommée par son fameux carnaval, qui se déroule deux semaines avant le mardi gras sur la fameuse avenue qu’on appelle La promenade des Anglais: toujours fleurie, elle longe la courbe de la Baie des Anges. Nice est également une ville d'art et de culture, après Paris c'est la ville qui compte le plus de musées: un mix bien réussi entre les musées et l’architecture, entre le style baroque et le modèle Belle Epoque.
BIBLIOGRAFIA:
Autore
Titolo
Edizione
Baron Maurizio
Discipline Turistiche Aziendali (vol. 1)
CLITT
Baron Maurizio
Discipline Turistiche Aziendali (vol. 3)
CLITT
Maurizio Gentile
Professione Turismo
CLITT
Pepe De Rosa
Turismo, leggi e mercati
Simone
Turletti Aleotti
Geografia del mondo e sistemi economici
Garzanti Scuola
http://www.studenti.it
La cote d'Azur
http://www.studenti.it
Turismo internazionale e bilancia dei pagamenti