Il cinema

Materie:Tesina
Categoria:Multidisciplinare

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IL CINEMA
Tesina pluridisciplinare
A cura di Barbara V.
Indice essenziale delle tematiche affrontate
Italiano: Pasolini
Storia: Nazismo E Fascismo
Latino: Orazio
Inglese: Romanzo Gotico
Francese: Flaubert
Tedesco: Thomas Mann
St. Dell’arte: Monet
Filosofia: Sartre
Astronomia: Asteroidi E Meteoriti
INTRODUZIONE
L’idea iniziale era quella di estrapolare un argomento studiato da ogni film proposto ma sviluppando l’idea sono riuscita a creare dei collegamenti anche tra i vari argomenti scelti.
“Salò”, il film scelto per aprire la tesina, fu l’ultimo girato da Pasolini. Visto che il regista volle rappresentare un mini lager (la casa) situato nella città di Salò, l’argomento si collega bene con quello di storia, nazismo e fascismo. Il film scelto è “Il grande dittatore” in cui Chaplin crea una parodia di Hitler e Mussolini. Per latino è stato scelto “L’attimo fuggente” in quanto motivo dominante è il Carpe diem, cogli l’attimo, di Orazio.
In inglese “The Others” rappresenta gran parte delle caratteristiche proprie del romanzo gotico. Per francese è stato scelto il film “Madame Bovary”; francese può essere collegato a italiano in quanto sia Flaubert che Pasolini sono due scrittori realisti.
Per tedesco la scelta è caduta su “Morte a Venezia” tratto dal romanzo di Thomas Mann.
In Storia dell’arte ho scelto “Titanic” in quanto, in una delle sequenze, il protagonista analizza un quadro di Monet appartenente al ciclo delle Ninfee. Per filosofia ho scelto “Colazione da Tiffany”, film ambientato in un’America alle prese con il confronto con la Russia. Trattandosi di uno scontro tra capitalismo e comunismo, ho pensato di analizzare il rapporto tra Sartre e il marxismo. Filosofia può essere collegata a italiano in quanto sia Sartre che Pasolini furono registi e appartennero all’ala sinistra della poltica.
Infine, per astronomia, ho estrapolato l’argomento trattante asteroidi e meteoriti dal film “Armageddon” in cui i protagonisti devono distruggere un asteroide in rotta di collisione con la Terra.
PIER PAOLO PASOLINI
Italiano: Salò
Regia di Pier Paolo Pasolini
Anno 1975
Gli anni sessanta si aprono con una trasformazione rilevante delle scelte letterarie di Pasolini, che fanno intravedere una difficoltà nella sua identità di scrittore. Nasce anche da questa situazione la decisione di cambiare radicalmente il proprio linguaggio creativo e di dedicarsi alla regia cinematografica.
L’esordio di Pasolini regista avviene con Accattone (1961): il film, che ripropone le vicende di un personaggio caro allo scrittore, quello del giovane delle borgate romane emarginato ma innocente, rivela una sicura padronanza del linguaggio cinematografico, offrendo immagini di alta qualità, dietro le quali si riconosce l’amore per l’arte e per la pittura.
La scelta del cinema, dunque, non impedisce a Pasolini di ripresentare i temi più cari, dal momento che le borgate ritornano anche in Mamma Roma (1962) e che la dimensione religiosa degli umili, presente in molte poesie degli anni quaranta, è il filo conduttore del film Il Vangelo secondo Matteo (1964). Presto gli interessi del regista si allargano: la crisi del marxismo e dell’ideologia è al centro degli episodi di Uccellacci e uccellini (1966); l’irruzione nella vita quotidiana dell’ “imprevedibile”, sia esso un elemento mitico o un evento soprannaturale, è alla base di Teorema (1968); la crisi della civiltà borghese è denunciata in Porcile (1969); il “mito” del passato, cercato nei popoli asiatici e africani, è presente nelle scene di Edipo re (1967) e di Medea (1970), che traducono nel linguaggio cinematografico, ricorrendo a una simbologia contemporanea, i grandi testi della tragedia classica.
Attraverso il cinema Pasolini rende più evidente e più incisiva un’aspra polemica contro le società occidentali moderne, sia mettendo in luce le inquietudini e i disagi individuali (come in Teorema e in Porcile), sia denunciando la profanazione della natura, che solo nei paesi più lontani dall’Occidente, in Asia e soprattutto in Africa, conserva l’antica sacralità.
I temi del cinema, per altro, incominciano a presentarsi anche nella produzione letteraria, soprattutto perché lo scrittore propone raccolte varie di soggetti cinematografici, sceneggiature, testi sparsi, appunti di lavoro sul set, o, quasi indeciso sulla scelta del linguaggio da adottare, affida l’idea di Teorema contemporaneamente a un romanzo e a un film.
STORIA:
IL GRANDE DITTATORE
Regia di Charlie Chaplin
Anno 1940
Argomento: Nazismo e fascismo
NAZISMO
Adolf Hitler fondò il Partito nazionalsocialista dei lavoratori (Partito nazista) per istaurare un regime autoritario in Germania. La crisi economia del 1929 pose fine ad un periodo di generale ottimismo dovuto a finanziamenti statunitensi e tutto questo favorì il riaccendersi degli animi. Nelle elezioni del 1930, i nazisti ottennero un notevole successo che non fu però ripetuto due anni più tardi, quando fu eletto al cancellierato Hindenburg. La mancanza di un governo stabile portò ad ulteriori elezioni e alla fine Hindenburg affidò il suo incarico a Hitler (1933).
I nazisti provocarono incidenti (incendio al Reichstag) affinché ne fossero incolpati i socialisti e praticarono una politica del terrore. Il 5 marzo 1933 Hitler si assicurò i pieni poteri e istaurò un regime totalitario, sciolse i partiti e dichiarò quello nazista come partito unico. Alla morte di Hindenburg, egli ottenne i pieni poteri del Terzo Reich.
Punti della politica interna:
• Limitazioni delle libertà politiche e civili
• Controllo della stampa e dei partiti
• Antisemitismo (istituzione di campi di lavoro e di sterminio)
• Anticomunismo
• Autarchia
Punti della politica estera
• Pangermanesimo
• Asse Berlino-Roma cui in seguito aderì anche il Giappone
• Firma del Patto di non aggressione con la Russia
• Firma del Patto d’acciaio con l’Italia
FASCISMO
Nel clima di rivolta sociale che caratterizzò il dopoguerra, l’ex socialista Benito Mussolini fondò un nuovo movimento (1919), i Fasci di combattimento, che raccoglieva gli scontenti di diverse aree sociali e politiche: nazionalisti, ex combattenti, membri della media borghesia.
In seguito alle elezioni indette da Giolitti nel 1921, l’enorme successo dei fascisti indusse Mussolini a trasformare il movimento in Partito Nazionale Fascista nelle cui file confluirono anche numerosi esponenti della grande borghesia, accomunati dall’intento di porre fine alle rivolte proletarie e contadine e scongiurare il “pericolo rosso”.
Il rafforzamento elettorale rappresentò una svolta politica per il fascismo che si sentì autorizzato ad inasprire le violenze antisocialiste. A questo scopo, Mussolini creò le squadre d’azione.
Di fronte alla debolezza dello Stato, egli ritenne che fosse arrivato il momento di prendere il potere e ordinò ai suoi seguaci la Marcia su Roma (1922). Il Presidente del Consiglio Facta proclamò lo stato d’assedio ma il re Vittorio Emanuele III, compiendo un vero e proprio colpo di stato, rifiutò di firmarlo e invitò Mussolini a recarsi a Roma per formare un nuovo governo.
Per limitare il potere del Parlamento istituì il Gran Consiglio del fascismo, istituì un esercito di partito, fece votare una nuova legge elettorale destinata a favorire il partito che avesse ottenuto più voti e si assicurò quindi la maggioranza nelle successive elezioni.
Con un colpo di stato Mussolini trasformò il partito di governo in partito di dittatura (gennaio 1925).
Punti della dittatura fascista:
• Politica estera ispirata ai principi del liberismo
• Politica interna centrata sullo sviluppo di agricoltura e industria
• Adozione di leggi repressive con l’abolizione dei poteri esecutivo e legislativo che Mussolini accentrò nelle proprie mani
• Sostituzione dei sindaci con podestà nominati da Mussolini
• Eliminazione dei partiti e ripristino della pena di morte
• Intensificazione del controllo della polizia e della censura
Punti della politica interna:
• Soppressione delle libere associazioni sindacali
• Autarchia
• Protezionismo
• Rivalutazione della lira a danno dei ceti più deboli
• Impiego dei disoccupati nei lavori di pubblica utilità e di bonifica
• Patti Lateranensi con la Chiesa
Punti della politica estera:
• Nella prima fase il fascismo si preoccupa unicamente di instaurare la pace in Italia e di migliorarne l’immagine in Europa cercando di recuperare i rapporti con l’Inghilterra
• Nella seconda fase il regime si sente più forte ed è per questo che s’inaspriscono i rapporti con Francia, Iugoslavia, Ungheria e Germania (di cui l’Italia temeva il riarmo)
• Nella terza fase Mussolini si preoccupa personalmente della politica estera e comprende la necessità di una via diplomatica per assicurare una posizione certa all’Italia
LATINO:
L’ATTIMO FUGGENTE
Regia di Peter Weir
Anno 1989
Argomento: Carpe Diem di Orazio
CARPE DIEM – ORAZIO
Una tipica esortazione oraziana è quella a non attaccarsi al desiderio di un domani felice e di tutto ciò di cui non si potrà mai avere alcuna garanzia. E’ meglio accontentarsi del poco che è veramente necessario, e godersi serenamente, finché possibile, una condizione dignitosa, i doni degli dèi e le gioie concesse dalla vita. Nel libro I delle Odi si trova la formulazione forse più sobria ed efficace dell’invito a non perder tempo interrogandosi sul futuro: “Mentre noi parliamo, ecco che è già fuggito il tempo invidioso: cogli l’oggi (carpe diem) e nel domani confida meno che puoi”.
Tu ne quaesieris (scire nefas) quem mihi, quem tibi
Finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonois
Temptaris numeros. Ut melius quicquid erit pati,
seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum : sapias, vina liques et spatio brevi
Spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invidia
Aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.

Tu non chiedere (tanto non è dato
sapere) quale a me, quale altra a te
sorte gli dèe concedano, Leuconoe
e i giri delle stelle non tentare.
Meglio sporgersi al buio del domani
quale che sia, anche se molti inverni
ci assegna Giove o sia l’ultimo questo
Che sulle opposte rocce stanca il mare
Tirreno: appronta i vini, saggia; e accorcia,
poi che lo spazio è breve, il desiderio
lungo. Parliamo, e il tempo invido vola:
godi il presente, e il resto appena credilo.
Un invito che suona quasi come un precetto di morale spicciola viene stavolta rivolto a una ragazza, anch’essa dal nome fittizio. La raccomandazione è analoga all’ode “Paesaggio invernale”: non bisogna chiedersi quanta vita ci aspetti, e non serve interrogare inutilmente il corso delle stelle. Piuttosto, è meglio approfittare dell’unica certezza a nostra disposizione: il presente.
La breve poesia si chiude con l’immagine di due nette fratture: alle attese che si proiettano al futuro, al fluire inarrestabile del tempo, destinato comunque a proseguire nel suo corso, Orazio contrappone la brevità di un attimo o di un giorno, che bisogna fermare col gesto di chi strappa una foglia o il petalo di un fiore.
INGLESE:
THE OTHERS
Regia di Alejandro Amenabar
Anno 2001
Argomento: il romanzo gotico
THE GOTHIC NOVEL
The end of the 18th century brought the socalled Gothic novels to popularity. The interest in such novels was common to all strata of society.
The adjective “Gothic” had three important connotations:
• Medieval, because it was related to the architectural style of the Middle Age
• Irregular and barbarous, as opposed to Classicism
• Wild and supernatural, in the sense of mysterious and fearful
Gothic literature can now be considered the product of a world which was conscious of social inequity, since it had its origin in a period when the bourgeoisie began to understand its real conditions: the migration towards industrialized towns and industrial exploitation had destroyed the importance of the single human being and man had become a slave to forces he could not control.
Therefore Gothic symbols can acquire a denunciation of social problems.
The concept of the “Sublime” also influenced the Gothic novel through the work of Edmund Burke, where the Sublime was linked to both the idea of self-divinity and celebration of terror.
The most constant features of Gothic novels were:
• Great importance given to terrifying descriptions
• Ancient setting, like isolated castles and mysterious abbeys with hidden passages, secret rooms
• The choice of Catholic countries as the setting for the most terrible crimes, due to the Protestant prejudice against Catholicism
• A sense of mystery pervading everything
• Use of supernatural beings, like monsters, vampires and ghosts
• Terrifying male characters, who were the victims of their negative impulses and who had no command over them
• Exaggerated reactions of the characters to mysterious situations or events
• Very complicated plots associated with mysterious elements
The first novel of this kind was The Castle of Otranto by Horace Walpole, followed by The Mysteries of Udolpho by Ann Radcliffe, The Monk by Matthew Lewis and Frankenstein by Mary Shelley to mention the most important.
FRANKENSTEIN OR THE MODERN PROMETHEUS
Plot of the novel:
Frankenstein, a Swiss scientist, manages to create a human being, who, despite careful preparation for the experiment, turns out to the ugly and revolting; the Monster becomes a murderer and in the end destroys his creator. The story is not told chronologically and is introduces by a series of letters written by Walton, an explorer, to his sister.
Influences on Frankenstein
Mary Shelley dedicated Frankenstein to Godwin and used many of the ideas led by her parents. They had both shown a passionate interest in a number of aspects of human society including property, social justice and education. Mary Shelley clearly sympathizes with the monster but is afraid of the consequences of his action. In this there is tension between fear and revolution and interest in the revolutionary ideas, two attitudes which were characteristic of English intellectuals of that time.
Even the influence of Shelley was important. He and Mary read a lot together and were interested in science, and particularly chemistry, so that by the time she wrote Frankenstein Mary Shelley was aware of the latest scientific theories and experiments of the day. She had read works by Erasmus Darwin, the grandfather of Charles – the famous evolutionist – on evolutionary principles, and Luigi Galvani on electricity. Instead of respecting the evolutionary principles described by Darwin, Frankenstein interferes in the evolutionary process by trying to create a human being through the use of electricity and chemistry. The influences of Rousseau can also be felt in this novel. The monster can be considered Rousseau’s natural man, that is a man in a primitive state, not influenced by civilisation.
Another important influence was the work of the Romantic poets in general; Coleridge’s Rime of the Ancient Mariner is a constant presence in the novel and it is linked both to Walton, the narrator in the first part and Frankenstein; in fact the poem is a story of a physical and psychological journey but also a tale of a crime against nature.
The myth of Prometheus is also important: Frankenstein is a clear example of an overreacher. He takes his place alongside Marlowe’s Faustus and Milton’s Satan for they all seek for unforbidden knowledge.
Characters
There are a few characters in this novel and the most important are the three narrators.
Walton, who is a double Frankenstein, manifesting the same ambition, is characterized by Romantic elements, such as nature seen as the embodiment of God, the longing for the North and the travel towards the unknown, the wish for loneliness and pride in being different.
Frankenstein and the monster are complementary; they both suffer from a sense of alienation and isolation, both begin with a desire to be good but become obsessed with hate and revenge.
The third part of the novel has the monster as protagonist. He is an intelligent being. He makes several attempts to communicate with people but when he is rejected, he becomes an outcast, a murderer and a rebel against every human being.
Themes
The main themes are:
• Forbidden knowledge, which is present throughout
• The overreacher, in the characters of Walton and Doctor Frankenstein
• The double: Doctor Frankenstein and the monster are two aspects of the same being
• Usurping the female role, since the creation of human being becomes possible without the participation of women
• Social injustice
FRANCESE:
MADAME BOVARY
Regia di Vincente Minelli
Anno 1949
Argomento: Flaubert e Madame Bovary
MADAME BOVARY – GUSTAVE FLAUBERT
Le scandale de Madame Bovary (1857)
L’élaboration de Madame Bovary devient une sorte de pensum pour Flaubert. Elle dure environ 5 ans, de septembre 1851 à mai 1956. L’écrivain a changé ses rythmes de travail, il évite toute précipitation et organise une construction minutieuse du roman.
C’est la victoire du romantique sur ses penchants, un effort de volonté qui tuera lentement « l’homme qui est en lui ». Du romantisme galopant on passe à la dérision du romantisme. « Je tourne beaucoup à la critique », écrit-il, se défiant de « cette espèce d’échauffement que l’on appelle l’inspiration », de ces « bais masqués de l’imagination » qui produisent le faux font débiter « des sottises ».
Le roman est d’abord publié dans la « Revue de Paris » en octobre/décembre 1856. C’est le scandale et le procès : on l’accuse d’avoir attenté aux bonnes mœurs et à la religion. Flaubert est acquitté, malgré le blâme du jugement qui lui rappelle que « la mission de la littérature doit être d’orner et recréer l’esprit en élevant l’intelligence et en épurant les mœurs ».
Le roman est publié en février 1857 et obtient un important succès de scandale.
Les sources
Le sujet « terre à terre » lui est inspiré d’un banal fait divers.
C’était l’histoire vraie d’ Eugène Delamare, un officier de santé marié en secondes noces à Delphine Couturier, une femme plus jeune que lui, qui le trompa, fit des dettes en mourut lui laissant une petite fille. A partir de ce modèle, Flaubert invente le personnage d’Emma Bovary, une femme rêveuse et à l’imagination romantique jusqu’au ridicule, influencée par ses mauvaises lectures de jeunesse. Elle épouse l’officier de santé Charles Bovary qui en est à son second mariage. La médiocrité de son mari et de la vie provinciale pousse Emma à s’évader et à chercher de nouvelles sensations, de nouvels amours correspondant à son univers bêtement livresque. Elle finit par se détruire et ruiner son mari malgré la naissance d’une petite fille qu’elle délaisse très tôt.
Le suicide d’Emma achève cette histoire minable qui apporte immédiatement la gloire à son auteur.
Le souci de la documentation
Pour écrire ce livre Flaubert fait des recherches livresques et profite d’une documentation très riche soit en topographie qu’en médecine. Cela lui permettra une précision de la description et du détail presque maniacale et la peinture d’une fresque de la campagne normande de l’époque qui représente un document sociologique important.
TEDESCO :
MORTE A VENEZIA
Regia di Luchino Visconti
Anno 1971
Argomento: Thomas Mann
DER TOG IN VENEDIG – THOMAS MANN
Der Schriftsteller Gustav Aschenbach geht eines Tages durch München spazieren, plötzlich wird er von einer starken Reiselust ergriffen.
Er denkt seine Kunst, an seine Arbeit, die er immer mit strengem Pflichtgefühl gepflegt hat. Er ist ein berühmter, geschätzer Schriftsteller geworden, aber jetzt fühlt er sich unbefriedigt. Es fällt ihm schwer, seine Arbeit fortzusetzen. Er fühlt sich mit seinem ruhigen, vernünftigen Leben unzufrieden und beschließt, eine Reise in den Süden zu machen. Er erreicht also Venedig, die Stadt der Schönheit und der Dekadenz schlechthin.
In Venedig fühlt sich Aschenbach von der Schönheit eines polnischen Jungen, Tadzio, angezogen.
Mit Mühe, Pflichtbewußtsein und starkem Willen hatte er ein bürgerlich-apollinisches Gleichgewicht gefunden, und jetzt gibt er sich unerwartet dem Abenteuer, der Traum und der Leidenschaft hin. Die dionysische Verführung bedroht sein Gleichgewicht und führt ihn zur Selbstvernichtung, zum Tode, denn zur gleichen Zeit bricht eine Cholera-Epidemie in Venedig aus, die die Behörden nicht sofort bekannt geben, weil sie fürchten, dem Tourismus zu schaden.
Aus Liebe zu Tadzio bleibt Aschenbach in Venedig. Hier stirbt er an Cholera am Strand, also von dem Meer, dem Symbol des Unenlichen, des Nichts, des Unkontrollierbaren, das seine apollinische Existenz erschüttert und zerstört hat.
Auch in der berühmten Novelle „Der Tod in Venedig“ aus dem Jahr 1912 finden wir das Thema, das Thomas Mann am meisten am herzen lag, den Wert und die Rolle des Künstlers in der Gesellschaft.
Hier ist der Kernpunkt aber nicht so sehr der Gegensazt zwischen Kunst und Leben, wie in „Tonio Kröger“, sondern vielmehr die Gegenüberstellung von zwei verschiedenen Kunstauffassungen.
Auf der einen Seite haben wir die „apollinische“ Kunst, wo Vernunft, Beherrschung der Gefühle, Pflichtbewußtsein höchste Werte sind; auf der anderen Seite haben wir die „dionysische“ Kunst, für die Leidenschaft, traum, Eros und Spontaneität charakteristich sind.
STORIA DELL’ARTE:
MONET
Regia di James Cameron
Anno 1997
Argomento: Monet
CLAUDE MONET
Claude Monet è il pittore che con maggiore radicalità ha applicato il principio del plein air. Questa esperienza di pittura diventa per Monet sistematica: viaggia molto e lavora con diversi artisti tra cui Jongking, un pittore paesaggista olandese da cui impara a guardare alla natura senza prescindere dalle condizioni atmosferiche, che modificano in modo sostanziale sia i “colori locali” sia le forme delle cose.
Fondendo l’esperienza dei paesaggisti di Barbizon e di Corot con quella di Courbet e Manet, Monet sperimenta la pittura di figure nel paesaggio. In Donne in giardino il motivo è interpretato con una vivacità di tocco e una brillantezza cromatica fino ad allora sconosciute, che sfoceranno un decennio più tardi nell’inarrivabile, palpitante controluce di Donna con parasole e bambino. Verso la fine degli anni sessanta l’artista sperimenta una nuova tecnica basata sull’accostamento di colori puri, spesso implicato allo studio della variazione dei riflessi di luce sull’acqua; questa ricerca porterà alla realizzazione di quadri d’intensissima luminosità.
Intorno al 1890 l’artista incominciò a lavorare per cicli di opere, ritornando di continuo sullo stesso soggetto in diverse ore del giorno o in differenti stagioni dell’anno, dunque in condizioni atmosferiche e di luce ogni volta mutate: la sua idea era di raggiungere l’“istantaneità”, ovvero quell’effetto di luce colorata che a un certo momento, come in un “velo”, fa da elemento unificante dell’immagine percepita dall’occhio.
Dopo la serie dei Covoni e dei Pioppi, dipinse quella della Cattedrale di Rouen. E’ in particolare nei quadri di Ninfee che Monet arrivò a una forma di pittura pura, essenzialmente concentrata sui propri mezzi specifici: le forme, negli ultimi dipinti, sono appena percepibili, quasi “sfatte” nei riflessi di luce e di colore.
NINFEE
Nel 1883 Claude Monet affittò una casa a Giverny, un villaggio sulla riva destra della Senna, quasi ai confini della Normandia; lì rimase per quasi quarantatré anni, fino alla sua morte.
Nel 1890 egli comprò la casa e nel lago iniziò a coltivare le ninfee, vedendole “come soggetto da dipingere”. La ninfea, fiore d’acqua che non ha radici e che quindi si muove continuamente sulla superficie dei fiumi e degli stagni, è quasi il simbolo di quella realtà mai fissa e perennemente mobile che gli impressionisti cercavano di rappresentare.
Nacque così un incredibile e spettacolare ciclo comprendente, nel corso di un trentennio, oltre 250 tele di diversi stili e formati. La ricerca pittorica di Monet si concentrò sempre più sulla rappresentazione dei colori della natura, facendo scomparire del tutto nei suoi quadri la figura umana.
Nel 1900 Monet espose una prima serie di circa 10 quadri a Parigi. Così scrisse: “Sono completamente assorbito dal mio lavoro. Questi paesaggi d’acqua e di riflessi stanno diventando un’ossessione per me. Pur essendo lo sforzo superiore alle mie forze di vecchio, voglio arrivare a rendere visibile ciò che provo…”
Nel 1909 seguì un’esposizione di 48 opere, in esse il paesaggio attorno al lago è ridotto ad una stretta striscia sul lato superiore della tela o sparisce del tutto, lasciando posto solo all’acqua r alle ninfee. La pennellata diviene sempre più filamentosa, carnale, il colore si fa intenso oltre ogni misura, quasi allucinatorio, fino a creare visioni in cui non si distingue più l’interno dall’esterno, l’impressione dell’emozione interiore, e l’occhio non ha più nulla davanti a sé.
FILOSOFIA:
COLAZIONE DA TIFFANY
Regia di Blake Edwards
Anno 1961
Argomento: Sartre
L’INCONTRO DI SARTRE CON IL MARXISMO
L’esistenzialismo di Sartre incontra il marxismo e da questa fase vedono la luce due opere fondamentali che sono: “L’esistenzialismo è un umanismo” e “La critica della ragione dialettica” che segnano una svolta meno pessimistica del pensiero del filosofo.
Partendo dall’assunto che l’uomo è ciò che progetta di essere, Sartre valorizza l’azione umana.
Ne “L’esistenzialismo è un umanismo”, egli cerca di dare un senso meno negativo della coesistenza umana. Se Dio non esiste, non ci sono valori assoluti che giudichino la nostra condotta e, pertanto, siamo completamente responsabili oltre che del nostro destino, anche di quello degli altri (es: ho sempre un’alternativa al partecipare a una guerra). La teoria della libertà del primo Sartre, faceva cogliere all’uomo di essere un per sé nullificante, ora è una teoria della liberazione nei confronti dell’oppressione.
“L’esistenzialismo è un umanismo”, trova ideale continuazione ne “La critica della ragione dialettica”, nella quale Sartre dà una propria revisione del marxismo. Il pensatore francese accetta il “materialismo storico” per il quale, le idee dominanti, rispecchiano quelle della classe detentrice del potere, ma rifiuta in toto il “materialismo dialettico” che costituisce l’aspetto metafisico e scolastico del pensiero di Marx. Da questo punto di vista, l’esistenzialismo, è una “spina nel fianco” del marxismo perché esso deve depurarsi da tutte le reminiscenze metafisiche, in maniera da sostituire loro un vero e proprio umanesimo. La dialettica, inoltre, rende il marxismo un’ideologia perché applica alla realtà un’idea che si vuol far realizzare.
Contro questa dialettica dogmatica, Sartre propone un’attività totale praticata da soggetti che progettano la loro esistenza in condizioni sempre diverse.
ASTRONOMIA:
ARMAGEDDON
Regia di Michael Bay
Anno 1998
Argomento: Asteroidi e meteoriti
ASTEROIDI E METEORITI
Gli asteroidi (o pianetini) sono localizzati in gran parte tra le orbite di Marte e Giove. Hanno dimensioni medie di decine di km, ma alcuni arrivano a centinaia di km (il più grande è Cerere).
La loro superficie è segnata da numerosi crateri da impatto mentre l’orbita di alcuni di loro è estremamente allungata tanto da giungere fino a quella di Plutone.
Il grande interesse con cui studiamo gli asteroidi è legato alla loro origine. La vecchia ipotesi, già molto suggestiva, che fossero i resti di un pianeta disintegratosi non è più sostenibile, ma l’ipotesi oggi più coerente con il quadro del Sistema solare è quella di un’origine “planetesimale” cioè per graduale aggregazione di corpi minori, così come sarebbe avvenuto nella formazione dei pianeti. Nell’attuale fascia degli asteroidi, però, tale aggregazione sarebbe stata interrotta da qualche meccanismo non ancora ben chiaro, ma legato a perturbazioni gravitazionali provocate dalla vicina massa di Giove.
Il termine meteoroide indica gli innumerevoli frammenti di materiale extraterrestre sparsi nel Sistema solare. Quando un meteoroide si avvicina all’orbita della Terra, può essere attratto dal nostro pianeta e attraversare l’atmosfera: l’attrito lo rende incandescente e lo fa evaporare e il fenomeno dà origine ad una scia luminosa che viene chiamata meteora (o anche stella cadente); se il corpo è abbastanza grande da non venire tutto consumato dall’attrito, il materiale che raggiunge la superficie costituisce una meteorite.
Le meteore sono prodotte da oggetti che vanno da 0,1 g a qualche kg; viaggiano con velocità di decine di km/s e si “accendono” tra 80 e 120 km di altezza, per spegnersi intorno ai 50 km, disintegrandosi completamente. Mentre meteore isolate si osservano tutto l’anno, a intervalli precisi compaiono sciami di meteore, le spettacolari “piogge di stelle” con centinaia di meteore l’ora. Esse si formano quando la Terra attraversa il pulviscolo disseminato da una cometa lungo la sua orbita (San Lorenzo, 12 agosto).
Le meteoriti vanno da 1 kg a oltre 10 tonnellate. Quelle maggiori raggiungono la superficie con impatti violentissimi, nell’urto degli asteroidi, dove violente collisioni scagliano numerosi frammenti in ogni direzione, e quindi anche lungo traiettorie vicino alla Terra; qualcosa di analogo si verifica su Marte e sulla Luna.
In base alla composizione mineralogica, le meteoriti si dividono in tre gruppi:
• Lititi, simili a rocce
• Sideriti, metalliche (essenzialmente ferro in lega con nichel)
• Sideroliti, miscuglio, in varie proporzioni, di materiale roccioso e metallico

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