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Testo
Lo Spettro
Il dramma ruota intorno alla sospensione dell’azione che il suo protagonista
dovrebbe compiere e si articola su continue linee di fuga che frantumano la
rappresentazione del mondo nonché il compimento dell’azione umana.
L’azione di Amleto dovrebbe svilupparsi secondo lo schema canonico dalla
tragedia greca a quella senechiana e poi elisabettiana- dalla tragedia di
vendetta, schema secondo il quale il personaggio principale viene chiamato
solitamente dal fantasma di un parente proditoriamente ucciso, a eseguire la
vendetta, a far pagare l’assassino morte con morte.
Una domanda vitale per i personaggi della tragedia, e per l’audience,
riguarda la natura del fantasma. Può essere credibile? Sfortunatamente per
Amleto, non è un problema semplice.
La dottrina cattolica insegnava che le anime dei morti, se non erano dannate,
passavano un periodo di tempo nel purgatorio, dove avrebbero sofferto per i
peccati commessi prima di essere ammessi in paradiso. Le anime del
purgatorio si pensava ritornassero sulla terra come spiriti. Ma i protestanti
negavano l’esistenza del purgatorio- è importante ricordare che Amleto è
appena ritornato da Wittemberg, l’università protestante dove Martin Lutero
ha vissuto e insegnato. L’Inghilterra era anch’essa una nazione protestante
ma tuttavia molti elisabettiani credevano nei fantasmi, e la regina Elisabetta
usava i maghi per invocare gli spiriti dei morti.
Per la audience di Shakespeare e per i personaggi nella tragedia ci sono
quattro possibilità di spiegare il fantasma:
• è una allucinazione-non esiste;
• è un portento di imminenti catastrofi o disastri;
• è uno spirito del male- un demone nella forma di una persona morta;
• è un’anima ritornata dal purgatorio con divino permesso per eseguire un compito.
Il fantasma chiede ad Amleto di compiere la vendetta ma di fatto egli
sospende per gran parte del dramma il suo compito, mentre si interroga sul
senso più profondo della vita e della morte.
Il dramma si apre e si articola tutto nel segno della diffidenza, della paura,
della fretta.Le sentinelle sugli spalti, nella prima scena si strappano con
terrore la reciproca identità, e, una volta insieme si interrogano sul pericolo
esterno, la possibile aggressione dell’esercito norvegese e, ancor più, sul
pericolo ultraterreno rappresentato dallo spettro che è loro apparso. Con lo
spettro del vecchio re solo Amleto ha il privilegio o la condanna di parlare, di
attingere al suo segreto, e da quel momento è “folle “ perché ha comunque
scoperto, dirà a Orazio, che ci sono più cose tra cielo e terra di quante non se
ne sogni la sua filosofia. La realtà apparente nasconde chissà quanti misteri.
Tutto il reale è forse nient’altro che un sembrare. Il mondo è fatto di ombre, di
immagini illusorie e quindi di un’inespugnabile apparire.
La nuova coscienza tragica che Amleto esprime in modo esemplare equivale
a una vertiginosa percezione dello svuotamento del modello simbolico del
mondo, non ancora compensato da nuove sicure coordinate conoscitive. Il
modello implode nella coscienza divisa di un nuovo soggetto che si sperde.
Quello sperdimento è l’insegna della modernità.