Diario di Eva Mark Twain

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Data:	07.12.2000
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Traduzioni telematiche a cura di
Rosaria Biondi, Nadia Ponti, Giulio Cacciotti, Vincenzo Guagliardo
(Casa di reclusione - Opera)

Mark Twain.
IL DIARIO DI EVA

Sabato.
Ora ho un giorno di vita. Quasi un giorno intero. Sono arrivata
ieri. Almeno cosм mi sembra. E credo sia cosм, perchй se и
esistito un giorno-prima-di-ieri, quando quel giorno c'era non
c'ero io, altrimenti me ne ricorderei. Naturalmente и possibile
che quel giorno ci sia stato e che io non me ne sia accorta.
Benissimo; da ora in poi starт molto attenta e se mai ci saranno
dei giorni-prima-di-ieri, ne prenderт nota. La cosa migliore sarа
cominciare bene e fare in modo che le mie memorie non si
presentino confuse, perchй l'istinto mi dice che saranno proprio
questi i particolari ai quali un giorno gli storici daranno peso.
Infatti ho la sensazione di essere un esperimento, e и esattamente
come un esperimento che mi sembra di sentirmi; sarebbe
impossibile, per chiunque, sentirsi un esperimento piщ di quanto
mi ci senta io, cosм sto per arrivare alla conclusione che и
proprio questo quello che SONO - un esperimento; un semplice
esperimento, nient'altro di piщ.
Dunque, se sono un esperimento, и a me che quell'esperimento si
riduce? No, non credo; credo che il resto ne sia parte. Io ne sono
la parte piщ importante, ma penso che tutto il resto abbia il suo
peso. Forse che la mia posizione и sicura, oppure и mio compito
difenderla e averne cura? Probabilmente dovrт averne cura.
L'istinto mi dice che l'attenzione eterna и il prezzo della
supremazia. (Per essere giovane come sono, quest'ultima frase mi
pare molto intelligente.)
Oggi ogni cosa ha un aspetto migliore di ieri. Nella fretta di
mettere un termine al giorno di ieri le montagne erano state
abbandonate in uno stato deplorevolmente lacero e era tale la
quantitа di resti e di macerie che ricopriva una parte dei
bassopiani che l'immagine era piuttosto desolante. Opere d'arte di
grande nobiltа e bellezza non dovrebbero conoscere la fretta; e
non c'и dubbio che questo nuovo mondo и un'opera maestosamente
nobile e bella. Senza alcun dubbio и inoltre stupendamente
prossimo alla perfezione, per quanto sia da cosм poco che esiste.
In certi punti ci sono troppe stelle e troppo poche in altri, ma
sono sicura che a questo si puт porre rimedio in un attimo. La
notte scorsa la luna si и liberata, и scivolata verso il basso e и
uscita dal disegno - una perdita gravissima; al solo pensarci mi
si spezza il cuore. Non esistono un ornamento e una decorazione
che possano reggere al suo confronto, tanto и bella e rifinita con
cura. La si sarebbe dovuta fissare meglio. Se soltanto potessimo
riaverla.
Ma naturalmente nessuno sa dove sia andata a finire. Inoltre, la
persona che la troverа, chiunque sia, la nasconderа; lo so perchй
lo farei anch'io. Penso che sarei capace di essere onesta nei
confronti di tutto il resto, ma ormai ho cominciato a rendermi
conto che la vena piщ profonda della mia natura и l'amore per ciт
che и bello, una vera e propria passione; sarebbe pericoloso
affidarmi la luna di qualcun altro nel caso che quest'ultimo non
sapesse che la persona che ne и in possesso sono io. Potrei
rinunciare a una luna che avessi trovato alla luce del giorno,
perchй avrei paura che qualcuno mi avesse vista; ma nel caso la
trovassi nel buio sono certa che mi inventerei una qualche scusa
per evitare persino di parlarne. Perchй adoro le lune, sono cosм
graziose, cosм romantiche. Come mi piacerebbe che ce ne fossero
cinque o sei; non andrei mai a letto; non mi stancherei mai di
starmene sdraiata sulla riva muschiosa, con lo sguardo rivolto
verso di loro.
Anche le stelle sono belle. Ne vorrei un paio, me le metterei nei
capelli. Ma ho la sensazione che non riuscirт mai ad averle. Vi
sorprenderebbe scoprire quanto siano lontane, perchй non sembrano
cosм distanti. Quando la notte scorsa, per la prima volta, sono
apparse, ho provato a tirarne giщ qualcuna con un bastone, ma con
mia grande sorpresa non sono riuscita a toccarle; poi ho provato
con delle zolle di terra, ci ho provato e riprovato tanto da
restare, alla fine, senza forze, ma non sono riuscita a colpirne
una, mai. Il fatto и che sono mancina e non mi riesce di tirare
come si deve. Anche quando prendevo per bene di mira la stella che
volevo colpire, colpivo l'altra, sebbene qualche volta ci sia
arrivata vicinissima, perchй ho visto la macchia nera della zolla
penetrare le aureole dorate delle stelle, credo quaranta o
cinquanta volte e mancarle per un'inezia; se solo fossi riuscita a
resistere appena un po' di piщ una, forse, sarei riuscita a
colpirla.
Cosм per un po' ho pianto, reazione naturale, credo, per una della
mia etа, poi, dopo essermi riposata, ho preso un cestino e mi sono
incamminata alla volta di un posto, sul bordo estremo del cerchio,
lа dove le stelle erano vicine alla terra e dove avrei potuto
raccoglierle con le mani e sarebbe stato molto meglio cosм, perchй
in quel modo avrei potuto coglierle amorevolmente, senza
spezzarle. Ma era piщ lontano di quanto pensassi e alla fine
dovetti rinunciarvi; ero stanca al punto da non riuscire a
trascinarmi un passo piщ in lа; e avevo un gran male ai piedi.
Non riuscii a ritornare a casa; era molto molto lontana e
cominciava a fare freddo; ma trovai delle tigri e mi accoccolai
fra di loro, le tigri erano deliziosamente comode e il loro alito
dolce e piacevole, perchй si nutrono di fragole. Non avevo mai
visto una tigre prima di allora, ma in un attimo le riconobbi
dalle strisce. Se riuscissi a procurarmi una di quelle pelli, me
ne farei un grazioso mantello.
Oggi comincio a capire meglio che cosa siano le distanze. Il
desiderio di impossessarmi di tutto ciт che fosse carino era cosм
forte che, come stordita, allungavo la mano per afferrarlo e a
volte era troppo lontano, a volte invece, quando era a mezzo palmo
da me, avevo la sensazione che fosse a un palmo - e ahimи tra noi
c'erano anche delle spine! Mi sono presa una bella lezione e ne ho
anche ricavato un assioma, tutto di testa mia il mio primo assioma
in assoluto: Dopo che la spina ha lasciato il suo segno,
l'Esperimento la teme. Penso che, per essere giovane come sono,
sia un gran bell'assioma.
Ieri pomeriggio, da lontano, ho seguito l'altro Esperimento,
volevo capire a che cosa potesse servire. Ma non ci sono riuscita.
Credo sia un uomo. Non ne avevo mai visto uno, ma quell'essere gli
assomigliava. Verso di lui mi rendo conto di provare una curiositа
piщ forte di quella che provo nei confronti di qualsiasi altro
rettile. Ammesso che sia un rettile e io credo lo sia; infatti ha
capelli arruffati e occhi azzurri e sembra un rettile. Non ha
fianchi; ha una forma affusolata come quella di una carota; quando
sta in piedi si allarga come un argano, per questo penso sia un
rettile, anche se и possibile che sia una questione di struttura.
In un primo momento mi fece paura; tutte le volte che si voltava
mi mettevo a correre, perchй pensavo che mi avrebbe inseguita,
poi, poco alla volta mi resi conto che stava semplicemente
cercando di far perdere le proprie tracce, cosм, da quel momento,
non ne ebbi piщ timore e lo pedinai per parecchie ore, standogli
alle spalle, alla distanza di circa dieci metri e questo fatto lo
rendeva nervoso, infelice. Alla fine la cosa lo preoccupт
parecchio, cosм si arrampicт su un albero. Per un po' rimasi a
aspettare, poi ci rinunciai e tornai a casa.
Oggi si и ripetuta la stessa storia. Ancora una volta sono
riuscita a farlo finire sull'albero.
Domenica.
E' ancora lм. Si direbbe che stia riposando. Ma и un trucco: la
domenica non и il giorno giusto; и il sabato il giorno destinato
al riposo. A me dа l'impressione di essere una creatura alla
quale, piщ che qualsiasi altra attivitа, interessa il riposo.
Dovessi riposare cosм a lungo, io mi stancherei moltissimo. Solo a
starmene seduta a guardare un albero, mi stanco. Non riesco a
capire a che cosa possa servire, quell'essere; non una volta che
sia riuscita a vederlo fare qualcosa, una cosa qualsiasi.
Ieri sera hanno restituito la luna, ne ho provato una felicitа
immensa! Penso che si siano comportati molto onestamente. Poi и
riscivolata verso il basso e ancora una volta и caduta fuori, ma
non ho provato tristezza; quando si hanno dei vicini simili non
c'и di che preoccuparsi; la riporteranno dov'era. Vorrei tanto
fare qualcosa che provasse la mia gratitudine. Vorrei fare aver
loro delle stelle, perchй noi qui ne possediamo fin troppe. Voglio
dire io, non noi, perchй mi sembra di capire che al rettile cose
del genere proprio non interessino.
Ha gusti volgari e non и neppure gentile. Ieri sera, nell'ora del
crepuscolo, quando andai a vederlo, era strisciato verso il basso
e stava cercando di acchiappare i pesciolini screziati che giocano
nello stagno e fui costretta a tirargli addosso delle zolle di
terra, per far sм che li lasciasse in pace e se ne tornasse
sull'albero. Mi domando se и a questo che quell'essere serve.
Dunque non ha un cuore? Non sente nessuna pietа per quelle
minuscole creature? E' possibile che sia stato progettato e
costruito perchй compisse gesti cosм poco carini? Ne ha proprio
l'aria. Una delle zolle lo colpм dietro l'orecchio e il rettile
usт la parola. La cosa mi diede un'eccitazione intensa, perchй era
la prima volta che in vita mia sentivo la parola venire da un
essere che non fossi io. Non lo capii, ma le sue mi sembrarono
parole molto eloquenti.
Scoperto che il rettile sapeva parlare, ricominciai a provare
interesse nei suoi confronti, perchй io adoro parlare. Parlo tutto
il giorno, parlo anche nel sonno, e dico cose molto interessanti,
ma se solo avessi qualcuno con cui parlare, direi cose ancora piщ
interessanti e non smetterei mai, se solo qualcuno lo volesse.
Se questo rettile и un uomo, allora non и una COSA, vero? Una COSA
o ESSO non sarebbero corretti dal punto di vista grammaticale,
vero? Dovrebbe essere un EGLI. Sм, penso che sia cosм. Quindi, se
cosм fosse, и nel modo seguente che l'analisi grammaticale
dovrebbe svolgersi: nominativo, EGLI; dativo, LUI; possessivo,
SUO. Benissimo, fino a prova contraria, lo considererт un uomo e
mi riferirт a lui usando il pronome egli fino al momento in cui
egli risulterа essere qualcosa di diverso. Sarа piщ comodo cosм,
piuttosto che avere tante incertezze.
La domenica della settimana seguente.
Per tutta la settimana non ho fatto che stargli dietro per cercare
di fare amicizia. Visto che era timido, и toccato a me occuparmi
delle chiacchiere, ma lui non se ne и risentito. Sembrava gli
desse piacere che io fossi lм, ho usato moltissimo il " noi",
tanto socializzante, dal momento che l'essere incluso pareva
lusingarlo.
Mercoledм.
Ora, quando siamo insieme ci troviamo proprio bene e ogni giorno
che passa ci conosciamo un po' di piщ. Non tenta piщ di evitarmi,
buon segno, e lascia anche capire che gli piace avermi con sй.
Questo fatto a me dа piacere e io mi do un gran da fare per
essergli il piщ utile possibile, cosм che la sua stima cresca.
Ultimamente mi sono completamente accollata il compito di dare un
nome alle cose e il mio gesto lo ha molto sollevato, perchй non и
troppo dotato sotto questo aspetto e di questo mi и, in maniera
evidente, grato. Non и in grado di farsi venire in mente un solo
nome razionale che lo riscatti ai miei occhi, ma io faccio in modo
che non si accorga che so di questo suo difetto. Cosм, ogni volta
che appare una nuova creatura, io le do il nome prima ancora che
il suo goffo silenzio ne tradisca l'imbarazzo. Cosм facendo, in
diverse occasioni, gli ho risparmiato attimi di difficoltа. Io,
quel suo difetto, non ce l'ho. Nel momento stesso in cui il mio
sguardo si posa su un animale, so di che animale si tratta. Non ho
bisogno di rifletterci su neppure un attimo; subito mi viene la
parola esatta, proprio come per ispirazione, e non c'и dubbio che
sia cosм, perchй ho la certezza che un secondo prima quella parola
non era dentro di me. Si direbbe che, per sapere di che animale si
tratti, la forma di quell'animale e il modo in cui si muove mi
siano sufficienti.
Quando per la prima volta fece la sua comparsa il dodo lui pensт
che si trattasse di una lince. Glielo lessi negli occhi. Ma gli
venni in aiuto. E fui molto attenta nel farlo in modo che il suo
orgoglio non ne fosse ferito. Con grande semplicitа, e come se
fossi piacevolmente sorpresa, cominciai a parlare e, senza nemmeno
avere l'aria di chi gli stesse fornendo un'importante
informazione, dissi: "Guarda, guarda, sembra impossibile, ma
quello и un dodo!" E senza avere per niente l'aria di farlo gli
spiegai come ero riuscita a capire che era di un dodo che si
trattava. Fu chiaro che era pieno di ammirazione, anche se mi
venne il sospetto che si fosse un po' risentito del fatto che io
ne conoscessi il nome e lui no. Che mi ammirasse, mi diede molto
piacere e prima di addormentarmi quel pensiero mi ritornт alla
mente piщ di una volta, riempiendomi di gioia. E' sufficiente cosм
poco per farci felici quando sentiamo di esserci guadagnata la
felicitа.
Giovedм.
Il mio primo dolore. Ieri mi ha evitata, mi ha anche dato la
sensazione che non volesse sentirmi parlare. Non riuscivo a
crederci, pensai che ci fosse qualcosa di sbagliato perchй a me
piaceva tantissimo stare con lui e ascoltarlo parlare e allora
com'era possibile che fosse scortese con me che non gli avevo
fatto niente? Ma alla fine sembrт che fosse proprio cosм, allora
mi allontanai e andai a sedermi, tutta sola, nel posto in cui lo
vidi per la prima volta, la mattina in cui fummo creati, quando
non sapevo che cosa fosse e mi era del tutto indifferente; ora
perт quel posto era un posto di tristezza, ogni piщ piccola cosa
parlava di lui e avevo il cuore a pezzi. Non riuscii a capire con
chiarezza perchй fosse cosм, quella che sentivo infatti era una
sensazione nuova, mai provata prima di allora, completamenta
misteriosa e non riuscivo a spiegarmela.
Ma quando venne la notte non ce la feci a sopportare la solitudine
e andai al rifugio che aveva costruito, per chiedergli che cosa
avevo fatto che non andava, per sapere come avrei potuto porvi
rimedio cosм da riguadagnarmi la sua dolcezza; ma lui mi cacciт
fuori, sotto la pioggia, e quello fu il mio primo dolore.
Domenica.
Adesso и tornato il sereno e sono felice; ma ho passato giorni
molto tristi; quando mi riesce, cerco di non di pensarci.
Ho cercato di tirare giщ dall'albero qualcuna di quelle mele, per
lui, ma non mi riesce di imparare a tirare come si deve. Non ce
l'ho fatta ma penso che le mie buone intenzioni gli abbiano dato
piacere. Sono mele proibite. Dice che mi metterт nei guai; ma
perchй preoccuparmene se и per compiacere lui che vado a finire
nei guai?
Lunedм.
Stamattina gli ho detto come mi chiamo, speravo che gli
interessasse. Ma non gliene и importato nulla. Strano. Se mi
dicesse il suo nome, a me importerebbe. Credo risuonerebbe al mio
orecchio piщ dolce di qualsiasi altro suono.
Parla pochissimo. Forse perchй non и intelligente e gli dispiace e
cerca di nasconderlo. E' un gran peccato che faccia cosм perchй
che cosa и mai l'intelligenza? E' nel cuore che si raccolgono i
valori. Come vorrei fargli capire che un cuore sensibile e
generoso conta molto, molto di piщ, e senza quel cuore
l'intelletto и ben misera cosa.
Anche se parla pochissimo ha un vocabolario notevole. Stamattina
ha usato una parola che mi ha sorpreso per la sua bellezza,
ovviamente si и reso conto lui stesso del fatto che si trattasse
proprio di una bella parola perchй subito dopo l'ha reinserita ben
due volte, come per caso. Anche se il trucco non gli и riuscito
troppo bene, и stata la dimostrazione che и dotato di una discreta
percezione, seme che, se verrа coltivato come si deve, darа senza
dubbio buoni frutti.
Ma dove и andato a trovare quella parola? Penso di non averla mai
usata.
No, il mio nome non ha provocato in lui il benchй minimo
interesse. Ho cercato di nascondere la mia delusione ma penso di
non esserci riuscita. Mi sono allontanata e sono andata a sedermi
sulla riva muschiosa, con i piedi nell'acqua. E' lм che vado
quando sento il bisogno di compagnia, di qualcuno da guardare, di
qualcuno con cui chiacchierare. Non и che mi basti- quel corpo
bianco, grazioso, dipinto nello stagno - e tuttavia и pur sempre
qualcosa, e qualcosa и meglio della solitudine totale.
Parla quando parlo io; quando sono triste и triste; mi rincuora
con la sua simpatia; dice: "Non essere depressa, povera piccola
priva di amici; sarт io la tua amica". E lo и davvero, una buona
amica, l'unica che ho; и mia sorella.
E la prima volta che mi abbandonт! oh, non lo dimenticherт mai mai
e poi mai. Il cuore mi pesava dentro, come piombo! Dissi: "Era
tutto ciт che avevo e ora se ne и andata! " Al colmo della
disperazione, aggiunsi: "Spezzati cuore mio; non sopporto piщ di
vivere!" e nascosi il viso tra le mani, e niente riuscм a
sollevarmi. Poi scostai le mani e di lм a poco eccola lа, ancora
una volta, bianca, luminosa, bella; mi buttai fra le sue braccia.
Fu un momento di felicitа completa; avevo conosciuto la felicitа
prima di allora, ma mai in un modo cosм intenso, fu un momento di
estasi. Da allora in poi le diedi la mia totale fiducia. A volte
se ne stava lontana - forse un'ora, forse un'intera giornata, ma
io la aspettavo e non avevo nessun dubbio; mi dicevo: "E'
impegnata, oppure и partita per un lungo viaggio, ma tornerа". E
era vero: ritornт puntualmente. La notte, se era buio, non veniva,
perchй era un piccolo essere timido; ma quando splendeva la luna,
sм. Io non ho paura del buio, ma lei и piщ giovane di me; и nata
dopo. Sono stata da lei piщ e piщ volte, per me и il rifugio in
cui trovo conforto, nei momenti difficili - che sono sempre piщ
frequenti.
Martedм.
Ho lavorato tutta la mattina per apportare miglioramenti alla mia
proprietа; gli sono stata lontana di proposito perchй speravo che
cosм si sentisse solo e venisse da me. Inutilmente.
A mezzogiorno ho finito la mia giornata di lavoro e per svagarmi
mi sono messa a giocherellare con le api e le farfalle, mi sono
data alla pazza gioia tra i fмori, quelle creature stupende che
rubano al cielo il sorriso di Dio e lo conservano dentro di sй. Li
ho raccolti e ne ho intrecciato ghirlande con le quali ho
rivestito il mio corpo mentre consumavo il pranzo - mele
naturalmente; poi mi sono seduta nell'ombra ad aspettarlo piena di
desiderio. Ma non и venuto.
Ma ha poca importanza. Non sarebbe successo assolutamente niente,
perchй i fiori non lo interessano. Li chiama robaccia, non li
distingue l'uno dall'altro e pensa che sia segno di superioritа
pensarla come la pensa lui. Non lo interesso io, non lo
interessano i fiori, non lo interessa il cielo ornato di stelle la
sera - ma esiste qualcosa che lo interessi oltre ai tuguri che si
costruisce per rintanarvisi dentro cosм da proteggersi dalla buona
pioggia che cade pulita; all'infuori dei meloni su cui picchia per
vedere se sono maturi; all'infuori dell'uva che controlla grappolo
per grappolo; all'infuori della frutta da albero che lui palpeggia
per vedere come vanno i suoi possedimenti?
Ho messo un ramoscello secco sulla terra e ho cercato di farci
dentro un buco usandone un altro, volevo realizzare un mio piccolo
piano ma immediatamente mi sono presa uno spavento terribile. Dal
buco si и alzata una pellicola bluastra, trasparente e sottile, ho
lasciato cadere tutto e sono scappata. Ho pensato fosse uno
spirito e mi sono presa una paura! Poi mi sono guardata alle
spalle e lo spirito non mi seguiva; allora mi sono appoggiata a
una roccia per riposarmi della corsa, ansimavo e mi tremavano le
gambe; ho aspettato che le gambe e le braccia smettessero di
tremarmi e ridiventassero salde. Poi, muovendomi cautamente, sono
lentamente tornata carponi verso il punto da cui ero fuggita, mi
guardavo intorno con circospezione, pronta a scappare se fosse
stato il caso; e quando sono stata di nuovo vicina ho spiato da
dietro un cespuglio di rose, dopo averne separato i rami - speravo
che l'uomo fosse nei paraggi, perchй avevo un'aria deliziosamente
astuta e graziosa - ma lo spirito era scomparso. Mi sono
avvicinata e ecco che nel buco si raccoglieva un briciolo di
polvere finissima e rosa. Ci ho messo dentro il dito perchй volevo
sentirne la consistenza e ho gridato "ahi!", poi l'ho tirato
fuori. E' stato un dolore lacerante. Mi sono messa il dito in
bocca; dopo, tra gemiti e saltelli, prima su un piede poi
sull'altro, sono riuscita in un attimo ad alleviare la sofferenza;
allora ho provato una grande curiositа e ho cominciato a esaminare
il tutto.
Mi incuriosiva sapere che cosa fosse la polvere rosa.
All'improvviso me ne и venuto in mente il nome, anche se non
l'avevo mai sentito prima di allora. Era FUOCO! Ne ero certa piщ
di qualsiasi altra cosa al mondo! Per questo, senza esitare gli
diedi quel nome - fuoco.
Avevo creato qualcosa che prima non esisteva; alle ricchezze
immense del mondo avevo aggiunto qualcosa di nuovo; nel rendermene
conto ho sentito orgoglio per l'impresa compiuta e sono stata sul
punto di mettermi a correre per cercarlo, per raccontarglielo,
nella speranza di salire nella sua stima - ma ci ho pensato su e
non l'ho fatto. No - non l'avrebbe interessato. Mi avrebbe chiesto
a cosa mai potesse servire e come avrei potuto rispondergli?
Infatti se non fosse servito a nulla e fosse stato bello,
semplicemente bello?
Cosм ho sospirato e non ci sono andata. Perchй il mio fuoco non
serviva a niente; non serviva a costruire una capanna, non serviva
a migliorare la qualitа dei meloni, non serviva a accelerare il
raccolto; non aveva nessuna utilitа, era una sciocchezza, cosм
vana; egli l'avrebbe disprezzato, avrebbe detto parole dure. Ma ai
miei occhi quel fuoco non andava disprezzato; ho detto "Fuoco, io
ti amo; tu deliziosa creatura rosa sei BELLA - e questo и quanto
basta!" e stavo per stringerlo al seno. Ma non l'ho fatto. Poi ne
ho ricavato un'altra massima, tutta di testa mia, che perт era
cosм simile alla prima da far sospettare che ne fosse un plagio:
"Dopo che il fuoco l'ha scottato, l'Esperimento lo teme".
Di nuovo ci ho lavorato; e dopo essere riuscita a produrre una
quantitа discreta di polvere di fuoco, l'ho raccolta dentro una
manciata di erba secca marrone, volevo portarla a casa, tenerla
sempre con me e giocarci; ma il vento ci ha soffiato sopra con
forza, la polvere si и sparsa ovunque intorno e mi ha colpita con
violenza ed io l'ho lasciata cadere e mi sono messa a correre.
Quando mi sono girata indietro, lo spirito azzurro era lassщ in
alto, come una nuvola si allontanava disfacendosi e poi
ricomponendosi in volute rotonde; subito pensai a un nome - FUMO!
- anche se, lo giuro, non avevo mai sentito la parola fumo prima
di allora.
In breve, faville luminose dal colore giallorosso si alzarono tra
il fumo e in un attimo diedi loro un nome - FIAMME! e come se non
bastasse il nome era quello giusto, anche se quelle che avevo
davanti erano di certo le prime fiamme del mondo. Salirono sugli
alberi e nel loro splendore facevano di tanto in tanto capolino
tra le ampie volute del fumo nella cui massa che andava
estendendosi e riversandosi quelle fiamme di quando in quando
scomparivano; l'entusiasmo e la gioia che ne provai furono tali
che non riuscii a fare a meno di battere le mani, ridere, ballare,
era tutto cosм nuovo e strano, cosм stupendo e bello!
Lui arrivт di corsa, si fermт con gli occhi spalancati, per molti
minuti restт senza parole. Poi mi chiese che cosa fosse. Fu un
peccato che me lo chiedesse con una domanda cosм esplicita. Perchй
naturalmente dovetti rispondergli e lo feci. Gli dissi che si
trattava del fuoco. Che gli desse fastidio il fatto che lo
sapessi, e che fosse costretto a chiedermelo, non и colpa mia; non
avevo nessuna intenzione di innervosirlo. Dopo un momento di
silenzio mi chiese:
"E come и successo?"
Ancora una domanda esplicita cui bisognava dare una risposta
esplicita.
"L'ho fatto io."
Il fuoco si stava allontanando sempre di piщ. Egli si diresse al
limite della zona bruciata e guardт a terra a lungo, poi disse:
"E questi che cosa sono?"
"Carboni!"
Ne raccolse uno per guardarlo da vicino, ma cambiт idea e lo
rimise per terra. Poi se ne andт. NIENTE lo interessa.
Ma tutto interessava me. C'era la cenere grigia, morbida,
delicata, graziosa - la riconobbi subito. E la brace; riconobbi
anche quella. Trovai le mele e ne raccolsi una gran quantitа, la
cosa mi diede piacere, perchй sono molto giovane e ho un buon
appetito. Ma ne fui delusa; erano scoppiate tutte e erano
rovinate. Cosм sembrava; ma non era vero; erano migliori di quelle
crude. Il fuoco и bello; penso anche che un giorno o l'altro avrа
una sua utilitа.
Venerdм.
L'ho visto di nuovo, per un attimo, lunedм scorso quando и scesa
la notte, ma solo per un attimo. Speravo che lodasse i tentativi
che ho fatto per migliorare la proprietа, ci tenevo e mi ero data
un gran da fare. Ma non ne fu felice, si girт e se ne andт. C'era
anche un altro fatto che lo disturbava: ancora una volta avevo
cercato di convincerlo a non ritornare alle Cascate. L'avevo fatto
perchй il fuoco mi aveva svelato una nuova passione - molto nuova
e completamente diversa dall'amore, dal dolore e dalle altre
passioni che avevo giа scoperto - era la PAURA. E и terribile! -
Come vorrei non averla mai scoperta; mi dа momenti di grande
tristezza, mi rovina gli istanti felici, mi fa rabbrividire e
tremare. Ma non mi riuscм di convincerlo, perchй non ha ancora
scoperto la paura, e fu per questo che non gli fu possibile
capirmi.
Dal Diario di Adamo.
Forse non dovrei dimenticare che и giovanissima, nient'altro che
una bambina, e essere piщ indulgente. Tutto la incuriosisce, la
infiamma, Eva и fuoco vivo; per lei il mondo и un oggetto
affascinante, pieno di meraviglie, misteri, gioie, quando trova un
fiore che non ha mai visto, il piacere che prova la lascia senza
parole, sente il bisogno di coccolarlo, di accarezzarlo, di
annusarlo, di parlargli e di ricoprirlo di nomi affettuosi. Va
pazza per i colori: le rocce marroni, la sabbia gialla, le rive
muschiose grigie, le foglie verdi, il cielo azzurro; il color
perla dell'alba, le ombre viola sulle montagne, le isole d'oro al
tramonto che galleggiano su mari cremisi, la pallida luna che
veleggia tra brandelli di nuvole, i gioielli stellati che brillano
nelle vastitа dello spazio - niente di tutto questo, per quanto mi
riesce di capire, possiede un pur minimo valore pratico, ma poichй
и colorato e ha un aspetto maestoso, questo le basta e lei ci
perde il bene dell'intelletto. Se soltanto riuscisse a calmarsi, a
stare ferma almeno due minuti di seguito, sarebbe uno spettacolo
riposante. Se cosм fosse penso che mi piacerebbe starla a
guardare; anzi sono sicuro che sarebbe cosм, perchй credo di
essere sul punto di convincermi che Eva и una creatura piuttosto
bella - snella, sottile, ben fatta, dalle linee precise e rotonde,
agile, graziosa; una volta stava in piedi su una roccia, la figura
bianca come di marmo, inondata di sole, la testa piegata
all'indietro e la mano che le faceva schermo agli occhi, stava
seguendo il volo di un uccello nel cielo, in quell'occasione
dovetti ammettere che era bella.
Lunedм, mezzogiorno - Se esiste una cosa, sulla faccia della
terra, per la quale lei non nutra interesse, sono le cose che
piacciono a me. Ci sono animali ai quali io personalmente mi sento
indifferente, ma ai quali non и indifferente lei. Non и in grado
di fare discriminazioni, le piacciono tutti, pensa che siano dei
tesori, uno per uno, ogni nuovo arrivato и il benvenuto; chiunque
per la prima volta faccia la sua comparsa tra di noi и il
benvenuto.
Quando il brontosauro possente fece a grandi passi irruzione nella
nostra vita, lei lo considerт un'acquisto, io una calamitа; e
questo mi sembra un bell'esempio dell'assenza di armonia che
pervade le nostre reciproche visioni del mondo. Voleva
addomesticarlo. Io volevo fargli omaggio della casa e traslocare.
Lei pensava che trattandololo bene lo si sarebbe potuto rendere
docile e sarebbe stato un perfetto cucciolotto di casa; io le
dissi che un cucciolo alto sei metri e lungo venticinque non
sarebhe stato l'animale ideale da avere intorno, perchй, anche se
con le intenzioni migliori e senza assolutamente voler far male a
nessuno, il cucciolotto avrebbe potuto sedersi sopra la casa e
schiacciarla, infatti chiunque, solo a guardarlo negli occhi,
sarebbe stato in grado di capire che era un animale distratto.
Nonostante tutto, Eva si era messa in testa di tenere quel mostro,
e non c'era modo di farle cambiare idea. Pensava che con il
brontosauro avremmo potuto aprire una latteria e voleva che la
aiutassi a mungerlo; ma io non volevo; era troppo rischioso, a
parte il fatto che il sesso non era quello giusto e che non
avevamo neppure una scala. Poi le venne voglia di salirgli in
groppa per ammirare il panorama. Come se fosse un albero
abbattuto, la coda del brontosauro si allungava sul terreno per
dieci, quindici metri, cosм a Eva venne in mente che avrebbe
potuto arrampicarvisi sopra, ma si sbagliava; quando raggiunse il
punto piщ ripido scoprм che era troppo scivoloso e precipitт e si
sarebbe fatta male se non ci fossi stato io.
E adesso ne era convinta? No. Non c'и niente che la convinca, se
non la dimostrazione; le teorie non sperimentate non fanno per lei
e non ne vuole sapere. E' l'atteggiamento giusto, lo ammetto, mi
attrae e mi affascina; se stessi piщ a lungo con lei penso che
adotterei quell'atteggiamento anch'io. Bene, sul colosso di cui
parlavo, Eva aveva un'ultima teoria: pensava che, se fossimo
riusciti a domarlo e a farcelo amico, avremmo potuto sistemarlo
sul fiume e usarlo come se fosse un ponte. Scoprimmo che era giа
piщ che addomesticato - almeno per quanto lo riguardava - cosм Eva
sperimentт la teoria che aveva formulato, ma la teoria risultт
sbagliata; tutte le volte che riusciva a metterlo nel punto giusto
del fiume e ritornava a riva per potersi servire di lui per
passare dall'altra parte, il brontosauro usciva dall'acqua e la
seguiva come se fosse stato un cucciolo gigantesco. Come
d'altronde tutti gli altri animali. Lo fanno tutti con Eva.
Martedм - mercoledм - giovedм - e oggi: tutti passati senza
vederlo. Non finiscono mai se li si vede passare da soli; eppure и
meglio la solitudine piuttosto che non essere ben accetti.
Venerdм.
Dovevo ASSOLUTAMENTE trovare compagnia - fa parte della mia
natura, penso - cosм ho fatto amicizia con gli animali. Sono
proprio deliziosi, e poi hanno un'indole dolcissima e modi di fare
molto educati; non tengono mai il broncio, non ti fanno mai
sentire di troppo, ti sorridono e agitano felici la coda se ne
hanno una, sono sempre disposti a giocare rotolandosi per terra, a
fare delle gite, oppure a seguirti qualsiasi cosa tu proponga
loro. Li considero dei veri gentiluomini. Per tutto questo periodo
ci siamo divertiti tantissimo e io non ho mai sentito la
solitudine, mai. Io sola! No, non si direbbe proprio. Ne ho sempre
a nugoli intorno - a volte coprivano fino a quattro o cinque acri
- non li si puт nemmeno contare; e quando ci si alza in piedi, su
una roccia in mezzo a loro e si rivolge lo sguardo tutto intorno,
su quella morbida distesa di pelliccia, il colore vivace, la luce,
il riflesso del sole la fanno sembrare cosм chiazzata e schizzata
di allegri riflessi, cosм increspata in superficie dalle strisce
del pelo, che ti viene da pensare che si tratti di un lago, solo
che sai che non lo и; e una pioggia di uccelli socievoli e un
vorticare violento di ali; e quando il sole si posa su quelle
superfici di ali in continuo movimento, ne scaturisce un incendio
di colori inimmaginabile, quasi da accecarti completamente.
Abbiamo fatto gite lunghissime, e sono stata nei piщ svariati
posti, credo di aver visto il mondo intero, quasi, quindi sono la
prima viaggiatrice e anche l'unica. Quando siamo in cammino, la
vista и stupenda - non c'и niente al mondo di cosм bello. Per
starmene piщ comoda salgo in groppa a una tigre oppure a un
leopardo, sono morbidi e hanno schiene tornite che si adattano al
mio corpo e poi sono animali cosм carini; per viaggi piщ lunghi o
per ammirare meglio il panorama uso l'elefante. Quando ci devo
salire lui mi solleva con la proboscide ma riesco a scendere da
sola; quando stiamo per fermarci si siede e io gli scivolo lungo
la schiena.
Gli uccelli e gli animali vanno molto d'accordo, e non si
azzuffano su niente. Parlano tutti e parlano anche a me, ma deve
essere la lingua di un altro paese, perchй io non riesco a capire
una sola parola di quello che dicono; nonostante questo spesso,
quando rispondo loro, mi capiscono, soprattutto il cane e
l'elefante. Io ne ho vergogna. E' la dimostrazione infatti che
sono piщ intelligenti di me, quindi mi sono superiori. Mi dа
fastidio perchй voglio essere io l'Esperimento piщ importante e,
come se non bastasse, ho tutte le intenzioni di esserlo.
Ho imparato un certo numero di cose ed ora sono una persona che si
и fatta una cultura, ma all'inizio non era cosм. All'inizio ero
una persona ignorante. All'inizio l'esserlo mi dava molto
fastidio, perchй a forza di guardare e guardare, non avevo mai la
prontezza di essere lм, nel momento in cui l'acqua scorreva verso
l'alto, ma ora non m'importa. Ho fatto esperimenti su esperimenti
e ormai so che l'acqua non scorre mai verso l'alto, se non quando
и buio. So che questo accade quando и buio, perchй lo stagno non
si prosciuga mai; naturalmente succederebbe cosм se l'acqua non
ritornasse nella notte. La cosa migliore и dimostrare ciт che si
vuole dimostrare con l'esperimento vero e proprio; и solo cosм che
veramente si capisce; mentre, se si и condizionati da teorie,
congetture, ipotesi, non si arriverа mai ad avere una cultura.
Ci sono cose che и IMPOSSIBILE scoprire: ma и impossibile
scoprirlo fondandosi su teorie e congetture; no, si deve aver
pazienza, si deve continuare a provare fino a scoprire che и
impossibile scoprire. E и bellissimo che sia cosм, in questo modo
il mondo и cosм affascinante. Se non ci fosse niente da scoprire,
sarebbe noioso. Anche cercare di scoprire e non scoprire и
interessante allo stesso modo che cercare di scoprire e scoprire,
non c'и niente di cui io sia piщ sicura. Il segreto dell'acqua fu
un tesoro prezioso fino al giorno in cui non lo capii; in quel
momento la mia eccitazione si spense e ebbi la sensazione di unaa
perdita. E' attraverso l'esperimento che so che il legno
galleggia, come anche le foglie secche, le penne degli uccelli e
molte altre cose; quindi grazie a queste prove tutte insieme
capisci che anche la roccia galleggia, ma si deve accettare il
fatto che questa и una semplice conoscenza teorica, perchй -
almeno fino a oggi - non c'и stato modo di dimostrarlo. Ma io ne
scoprirт uno - e a quel punto l'eccitazione si spegnerа. Cose come
queste mi rattristano; infatti, con il passare del tempo, quando
avrт scoperto tutto, non ci sarа piщ eccitazione e io vado pazza
per l'eccitazione! La notte passata, solo a pensarci, non riuscivo
a dormire.
All'inizio non capivo a che cosa ero destinata quando fui creata,
ma ora penso di essere stata creata per cercare i segreti di
questo mondo meraviglioso, per essere felice e per ringraziare il
Creatore per averlo inventato. Credo ci siano ancora molte cose da
imparare - me lo auguro; e credo anche che quelle cose dureranno
ancora settimane e settimane se io sarт moderata nel farlo e se
non mi ci butterт dentro a capofitto. Cosi almeno spero. Quando
uno butta in aria una penna di uccello, la penna svolazza
nell'aria, si allontana e poi sparisce dalla nostra vista; poi
butti una zolla e la zolla non sparisce. Tutte le volte ritorna a
terra. Ci ho provato e riprovato e и cosм. Sempre. Ma perchй le
cose vanno cosм? Naturalmente NON и che la zolla ritorni, ma
perchй SEMBRA che cosм accada? La mia teoria и che sia una
illusione ottica. Voglio dire, una delle due lo и. Non so quale
delle due lo sia. Potrebbe esserlo per la penna, potrebbe esserlo
per la zolla; non so dimostrare quale delle due lo sia, posso solo
provare che una delle due и un trucco e lasciare a altri la
decisione.
Solo a guardarle, so che le stelle non sono destinate a durare nel
tempo. Ne ho viste alcune, tra le piщ belle, sciogliersi e
affondare nel cielo. E se puт sciogliersene una, possono
sciogliersi tutte; e se tutte possono sciogliersi, и anche
possibile che si sciolgano tutte la stessa notte. Arriverа anche
quel dispiacere, ne sono certa. Voglio stare in piedi tutte le
notti e guardarle fino a quando riuscirт a stare sveglia; mi
imprimerт nella memoria quei campi scintillanti cosм da riuscire a
ricreare nell'immaginazione le miriadi deliziose di stelle e
restituirle al cielo buio e farle tornare a brillare di nuovo,
voglio raddoppiarne il numero attraverso il velo incerto delle
lacrime che piangerт man mano che quelle stelle mi saranno
sottratte.
Dopo la caduta.
Se ci ripenso, il Paradiso Terrestre mi sembra un sogno. Era
bello, piщ che bello, era un incanto; e ora l'ho perso, e non lo
rivedrт piщ.
Ho perso il Paradiso Terrestre, ma ho trovato LUI e ne sono
felice. Mi ama con tutte le sue forze; io lo amo con tutta
l'intensitа della mia natura appassionata, e questa, credo, и una
caratteristica della mia giovane etа e del mio sesso. Se mi
domando perchй lo amo, scopro di non saperlo e non mi importa un
gran che; per questo credo che il mio genere di amore non sia il
prodotto di ragionamenti e statistiche, come l'amore che uno prova
per i rettili e gli animali. Penso che sia proprio cosм. Certi
uccelli li amo per il loro canto; ma Adamo non lo amo per come
canta - no, proprlo no; anzi, piщ canta e meno riesco ad accettare
che lo faccia. E tuttavia gli chiedo di farlo, perchй vorrei
imparare ad amare tutto quello che lo interessa. Sono sicura che
ce la farт perchй all'inizio non potevo sopportarlo, ma adesso sм.
Fa venire la pelle d'oca, ma non importa; posso benissimo
abituarmici.
Non и per la sua intelligenza che lo amo - no, proprio no. Non и
colpa sua se ha l'intelligenza che si ritrova, и stato Dio a
fargliela, non lui; Adamo и come Dio l'ha fatto, e questo и quanto
basta. Aveva i suoi buoni motivi; di QUESTO sono sicura. Con il
passare del tempo la sua intelligenza si svilupperа, anche se non
tutta d'un botto, credo; e d'altronde non c'и fretta; - va bene
cosм com'и.
Non и per le sue maniere gentili e attente o per la sua
delicatezza che lo amo. No, sotto questo punto di vista, ha grandi
carenze, ma va bene cosм, e poi sta facendo dei miglioramenti.
Non и per la sua applicazione costante al lavoro che lo amo - no,
proprio no. Credo che lui sia fatto cosм e non capisco perchй me
lo voglia nascondere. E' questo il mio unico rammarico. Per il
resto ora и schietto e aperto. Sono sicura che, oltre a quello,
non mi tiene nessun altro segreto. Mi fa male che abbia un segreto
tutto suo, a volte per questo non riesco a dormire, solo a
pensarci, ma riuscirт a non pensarci piщ; quel segreto non
riuscirа a sciupare la mia felicitа che d'altronde и cosм grande
che quasi trabocca.
Non и per la cultura che ha che lo amo - no, proprio no. E' un
autodidatta e, a essere sinceri, sa un'infinitа di cose, che perт
non sono vere.
Non и per la sua galanteria che lo amo - no, proprio no. Mi ha
fatto la spia, ma io non gliene voglio; penso che sia una
caratteristica del suo sesso, credo, e non и stato lui a creare il
suo sesso. Naturalmente io non l'avrei mai fatto, piuttosto sarei
morta; ma anche questa и una caratteristica del sesso, e non posso
vantarmene, visto che non sono stata io a creare il mio sesso.
E allora quale и mai il motivo per cui lo amo? SEMPLICEMENTE
PERCHE' E' MASCHIO, credo.
Sotto sotto и un essere buono e per questo lo amo, ma lo amerei
anche se non lo fosse. Se mi picchiasse, se mi maltrattasse, io
continuerei ad amarlo. Lo so. E' questione di sesso, credo.
E' forte, и bello e per questo lo amo, e lo ammiro, e ne sono
fiera, ma riuscirei ad amarlo anche se queste qualitа gli
mancassero. Se fosse un uomo senza qualitа lo amerei lo stesso; se
fosse a pezzi, lo amerei lo stesso; mi ammazzerei di lavoro per
lui, mi farei in quattro per aiutarlo e pregherei e starei al suo
capezzale, a vegliarlo, fino alla morte.
Sм, penso di amarlo per la semplice ragione che mi appartiene e
che и maschio. Non ne esiste altra, mi sembra. Per questo quindi
penso che sia vero quello che ho detto fin dall'inizio: che non
sono stati nй i ragionamenti, nй le statistiche a dare vita a
questa forma di amore. Semplicemente SUCCEDE - nessuno и in grado
di sapere come - e non lo si riesce a spiegare. E non ce n'и
bisogno.
E' cosм che la penso. Ma non sono altro che una giovane donna e
sono stata la prima a occuparmi del problema e и possibile che,
dato che non ne so molto e non ne ho una grande esperienza, non
abbia capito come stanno le cose per davvero.
Quarant'anni dopo.
E' mia preghiera e desiderio che le nostre vite finiscano insieme
- desiderio che non sparirа mai dalla faccia della terra e che
fino alla fine dei tempi vivrа nel cuore di ogni sposa innamorata;
quel desiderio avrа il mio nome.
Ma se la vita di uno di noi dovrа per prima arrivare alla sua
fine, и mia preghiera che quella vita sia la mia; perchй lui и
forte, mentre io sono debole, perchй io non gli sono
indispensabile tanto quanto lui lo и a me - la vita senza di lui
non sarebbe vita; come farei a sopportarla? Anche questa mia
preghiera и immortale e fino a quando che la mia razza si
perpetuerа non smetterа di essere pronunciata. Io sono la prima
sposa che sia mai esistita e mi reincarnerт in tutte le spose che
verranno, fino all'ultima.
Alla tomba di Eva.
ADAMO: Ovunque lei sia stata QUELLO era l'Eden.