Charles baudelaire

Materie:Appunti
Categoria:Lingue
Download:1014
Data:19.02.2001
Numero di pagine:14
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
charles-baudelaire_1.zip (Dimensione: 12.97 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_charles-baudelaire.doc     35.5 Kb


Testo

Charles BAudelaire
Nato a Parigi nel 1821, Charles Baudelaire nacque nel 1821, a Parigi, dal secondo matrimonio dell'ormai sessantaduenne Joseph-Francois, funzionario al Senato, con la ventisettenne Caroline Archimbaut-Dufays. A sei anni era giа orfano di padre. Nel 1833 entrт al Collиge Royal per volontа del patrigno, il maggiore Jacques Aupick. Ma poi la vita sregolata e gli ambienti frequentati convinsero il patrigno a farlo imbarcare sul Paquebot des Mers du Sud, diretto in India. Da questo viaggio sorse il suo amore per l'esotismo, che riapparirа quindici anni dopo nell'opera Fleurs du mal.
Nel 1842 ritornт a Parigi, dove aveva conosciuto Gerard de Nervale e si avvicinт soprattutto a Gautier, che amт come un discepolo. Cominciт poi un lungo e appassionato amore con la mulatta Jeanne Duval, ispiratrice di erotici sentimenti, ma anche di purificato senso di pietа nei momenti tormentosi della paralisi.
I debiti, da cui Baudelaire fu afflitto per tutta la vita, indussreo il patrigno a riunire nel 1844 un consiglio di famiglia per interdire il giovane e affidare il suo patrimonio all'amministrazione di Ancelle, notaio a Neuille. L'anno dopo Baudelaire tentт il suicidio e poi uscirono le sue prime critiche d'arte e le sue prime poesie.
Nel 1848 partecipт ai moti rivoluzionari di Parigi. Nel 1857 pubblicт presso l'editore Poulet-Malassis, I fiori del male, raccolta che comprendeva cento poesie. Dopo qualche mese l'opera fu sequestrata e l'editore e l'autore accusati di pubblicazione oscena. Il processo si concluse con pene pecuniarie e con la censura di sei poesie.
Tentт nuovamente il suicidio nel 1861. Nel 1864, dopo un fallito tentativo di farsi ammettere all'Acadиmie francaise, lasciт Parigi e si recт a Bruxelles, ma il soggiorno nella cittа belga non modificт la sua difficoltа di rapporti con la societа borghese.
Malato, egli cercт nell'hashish, nell'oppio, nell'alcol, nell'etere il sollievo alla malattia che nel 1867, dopo la lunga agonia della paralisi, lo uccise. A quelle esperienze, e alla volontа di sfuggire alla realtа sono ispirati i Paradis artificiels del 1861.
LA POESIA DI BAUDELAIRE
L'opera di Baudelaire, che avvertм la crisi irreversibile della societа del suo tempo, и varia e complessa. La sua poesia, incentrata sulla perfezione musicale dello stile (egli stesso lo definм "matematico"), aprм la strada al simbolismo e allo sperimentalismo, che avranno forti ripercussioni nella poesia del Novecento. Particolare importanza ebbero anche i suoi lavori di critico e di studioso di problemi estetici; i suoi scritti furono raccolti e pubblicati postumi col titolo Curiositа estetiche e Diari intimi nel 1909.
Baudelaire non appartenne a nessuna scuola, fu indipendente, nonostante la sua poesia derivi direttamente dal romanticismo. Sebbene i sentimenti che lo ispirarono fossero puramente romantici, seppe esprimerli in una forma nuova, attraverso dei simboli che riflettevano le sensazioni del mondo inconscio.
Fu il poeta della cittа "febbrile", pervertita, dei vizi e delle miserie degli uomini, ma anche la ricerca ansiosa dell’ideale, il desiderio e la paura della morte, la fuga dalla vita monotona e normale, la complessitа e le contraddizioni dell’uomo, furono temi ricorrenti della sua poesia. Nella poesia L’homme et la mer, tratta da Les Fleurs du mal, Baudelaire compara il mare all’animo umano. L’immensitа della distesa marina, la mutevolezza delle sue onde, diventano immagini simboliche che corrispondono ai diversi aspetti e al mistero dell’animo umano.
L'esasperazione della ricerca romantica si razionalizza nella coscienza dell'avvenuta frattura storica tra l'immagine dell'arte e la sostanza della vita, tra idйal e spleen. La negazione della morale collettiva e la rappresentazione del male, del demoniaco, del grottesco vengono ideologicamente poste a fondamento della vita cosм come della poesia.
Il poeta, scrive Baudelaire, и come l'albatro. L'albatro domina col suo volo gli spazi ampi: le sue grandi ali lo rendono regale nel cielo ma se gli capita di essere catturato dai marinai si muove goffo e impacciato sul ponte della nave e diventa oggetto di scherzi e di disprezzo; e sono proprio le grandi ali che lo impacciano nel muoversi a terra.
Anche il poeta и abituato alle grandi solitudini e alle grandi profonditа delle tempeste interiori e in queste dimensioni domina sovrano; anche lui come l'albatro puт sembrare goffo e impacciato nella realtа quotidiana, nella quale non si muove a suo agio. Il poeta insomma ha il dominio della realtа fantastica, ma nella realtа quotidiana и un incapace e riceve l'incomprensione e il disprezzo degli uomini, esattamente come accade all'albatro.
Il poeta и venuto sulla terra per interpretare la realtа alla luce del suo sogno, ribelle alle convenzioni, inabile alla vita pratica, destinato a gettare il discredito sulle comuni passioni, a sconvolgere i cuori, a testimoniare per mezzo dell'Arte d'un mondo magicamente e idealmente perfetto. Per questo il poeta и deriso e perseguitato; per questo Baudelaire nel 1857 venne processato per il suo capolavoro I fiori del male, accusato di immoralitа.
I FIORI DEL MALE
La bellezza della poesia baudelairiana и "sinistra e fredda", la stesura di Les fleurs du mal ha richiesto «furore e pazienza» (da una lettera dell'autore alla madre del 1857). Dal punto di vista formale, infatti, il lavoro sul verso alla ricerca di una perfezione sempre sfuggente fu quasi ossessivo, quasi un continuo duello con la materia da modellare.
Nell'io lirico di Spleen et ideal (una sezione dell'opera aggiunta nell'edizione del 1861), il poeta proietta se stesso: il suo destino, simile a quello di un angelo decaduto, и quello di essere contemporaneamente attratto dal cielo e dall'abisso. Nel degradato mondo della metropoli moderna l'angelo decaduto si aggira attratto dai paradisi artificiali degli stupefacenti, dal vizio, dalla maledizione che lo perseguita mentre cerca la strada della salvazione.
Propongo qui alcuni testi di Baudelaire, tra i piщ conosciuti:
• Correspondances - Corrispondenze
• Albatros - Albatro
• Spleen
• Perdita d'aureola
• Les Aveugles -
• I ciechi
Charles Baudelaire. Correspondences. Corrispondenze.
CORRISPONDENZE
Quartine di alessandrini (ABAB).
Per Baudelaire la natura и un luogo sacro, pieno di segreti; ma dove tutto ha un significato. Le sensazioni olfattive, visive, uditivee si rispondono reciprocamente. In tal modo egli dichiara la sua concezione della conoscenza: conoscere significa rompere il velo che ci separa dalle cose e leggere i significati nascosti, i simboli che ci circondano.
La natura и una creazione complessa, una foresta di simboli da decifrare. La poesia si offre come una teorizzazione poetica dell'analogia che l'autore coltivт in modo particolare stabilendo tra le parole accostamenti inusuali, al di lа del valore semantico di base.
Assieme al testo originale riporto ben cinque traduzioni, che da una parte testimoniano il favore riscosso da questo testo, dall'altra rendono conto di quanto una traduzione possa allontanarsi dal testo originale e di quanto possano essere diverse due traduzioni di uno stesso testo (non sarebbe piщ opportuno parlare di ri-scritture?).
La Nature est un temple oщ de vivants piliers
Laissent parfois sortir de confuses paroles;
L'homme y passe а travers des forкts de symboles
Qui l'observent avec des regards familiars.
Comme de long йchos qui de loin se confondent
Dans une tйnйbreuse et profonde unitй,
Vaste comme la nuit et comme la clartй,
Les pafums, les couleurs et les sons se rйpondent.
Il est des parfums frais comme des chairs d'enfants,
Doux comme del hautbois, verts comme les prairies,
- Et d'autres, corrompus, riches et triomphants,
Ayant l'expansion des choses infinies,
Comme l'ambre, le musc, le benjoin et l'encens,
Qui chantent les transports de l'esprit et des sens.
TRADUZIONE DI ADELE MOROZZO DELLA ROCCA, TORINO, UTET,1947
La natura и un tempio in cui viventi colonne lasciano talvolta sfuggire confuse parole; l'uomo vi passa, attraverso foreste di simboli, che lo guardano con sguardi familiari.
Simili a lunghi echi, che di lontano si confondano in una tenebrosa e profonda unitа – vasta come la notte e la luce – i profumi, i colori e i suoni si rispondono.
Profumi freschi come carni di bimbi, dolci come il suono dell'oboe, verdi come praterie. Ed altri corrotti, ricchi e trionfanti, vasti come le cose infinite: l'ambra, il muschio, il benzoino e l'incenso, che cantano i rapimenti dello spirito e dei sensi.
TRADUZIONE DI LUIGI DE NARDIS, MILANO, FELTRINELLI, 1964
E' un tempio la Natura ove viventi
pilastri a volte confuse parole
mandano fuori; la attraversa l'uomo
tra foreste di simboli dagli occhi
familiari. I profumi e i colori
e i suoni si rispondono come echi
lunghi che di lontano si confondono
in unitа profonda e tenebrosa,
vasta come la notte ed il chiarore.
Esistono profumi freschi come
carni di bimbo, dolci come gli тboi,
e verdi come praterie; e degli altri
corrotti, ricchi e trionfanti, che hanno
l'espansione propria alle infinite
cose, come l'incenso, l'ambra, il muschio,
il benzoino, e cantano dei sensi
e dell'anima i lunghi rapimenti.
TRADUZIONE DI G. CAPRONI, ROMA, CURCIO, 1967
La Natura и un tempio dove viventi colonne lasciano qualche volta uscir confuse parole; l'uomo vi passa attraverso foreste di simboli che l'osservano con sguardi familiari.
Come lunghi echi che in lontananza si confondono in una tenebrosa e profonda unitа, vasta come la notte e come la luce, i profumi, i colori e i suoni si rispondono.
Vi sono profumi freschi come carni di bimbi, dolci come oboi, verdi come i prati, - e altri, corrotti, ricchi e trionfanti,
aventi l'espansione delle cose infinite, come l'ambra, il muschio, il benzuino e l'incenso, che cantano il trasporto dello spirito e dei sensi.
TRADUZIONE DI A. BERTOLUCCI, MILANO, GARZANTI, 1975
La Natura и un tempio ove pilastri viventi lasciano sfuggire a tratti confuse parole; l'uomo vi attraversa foreste di simboli, che l'osservano con sguardi familiari.
Come lunghi echi che da lungi si confondono in una tenebrosa e profonda unitа, vasta come la notte e il chiarore del giorno, profumi, colori e suoni si rispondono.
Vi sono profumi freschi come carni di bimbo, dolci come тboi, verdi come i prati, - altri, corrotti, ricchi e trionfanti,
che posseggono il respiro delle cose infinite: come l'ambra, il muschio, il benzuino e l'incenso; e cantano i moti dell'anima e dei sensi.
TRADUZIONE DI G. RABONI, MILANO, MONDADORI, 1977
La Natura и un tempio dove incerte parole
mormorano pilastri che son vivi,
una foresta di simboli che l'uomo
attraversa nel raggio dei loro sguardi familiari.
Come echi che a lungo e da lontano
tendono a un'unitа profonda e buia
grande come le tenebre o la luce
i suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi.
Profumi freschi come la pelle d'un bambino,
vellutati come l'oboe e verdi come i prati,
altri d'una corrotta, trionfante ricchezza
che tende a propagarsi senza fine - cosм
l'ambra e il muschio, l'incenso e il benzoino
a commentare le dolcezze estreme dello spirito e dei sensi.
E' facile notare come la forma metrica del testo originale non sia stata mantenuta in nessuna delle traduzioni: la lirica originale infatti и un sonetto, composto da due quartine e due terzine di versi dodecasillabi, che rimano tra loro secondo lo schema metrico ABBA-CDDC-EFE-FEE. Morozzo, Caproni e Bertolucci scelgono la traduzione in prosa: un tipo di traduzione "filologica", letterale, in cui il traduttore attraverso la scelta della prosa avverte il lettore che del testo poetico и stato mantenuto il contenuto, ma non la forma. La traduzione di De Nardis и in versi endecasillabi e non и mantenuta la divisione in strofe (i versi qui sono diciassette contro i quattordici originali) nй, ovviamente, lo schema metrico. La traduzione di Raboni mantiene la struttura strofica, ma il traduttore и costretto a usare versi di diversa lunghezza, spesso ipermetri, cioи piщ lunghi di quelli usuali nella tradizione italiana. Naturalmente non sono mantenuti i fenomeni di allitterazione, particolarmente forti nell'ultima strofa dell'originale, in cui il prevalere di suoni palatali e di /s/ sottolinea il tema delle dolcezze estreme dello spirito e dei sensi.
Se poi si conosca il francese, si potrebbero fare delle osservazioni piщ precise anche sulle scelte sintattiche e lessicali:
per quanto riguarda l'ordine delle parole e delle frasi, le traduzioni di Morozzo, di Bertolucci e di Caproni riproducono esattamente l'originale, mentre quella di De Nardis in piщ casi muta l'ordine degli elementi, probabilmente per mantenere una certa musicalitа al verso; la traduzione di Raboni introduce costruzioni non presenti nell'originale, come un'ellissi del verbo nella 3Є strofa e il riferimento ad un diverso soggetto del participio presente all'inizio dell'ultima strofa. anche per quanto riguarda le scelte lessicali, Caproni и piщ "letterale", De Nardis il piщ "interpretativo", mentre Bertolucci и meno letterale di Caproni, e Raboni meno interpretativo di De Nardis ma fa comunque scelte lessicali talvolta lontane dall'originale (si guardi in particolare alla seconda e alla quarta strofa).
Senza entrare nel merito di quale sia la traduzione migliore, leggendo le varie traduzioni si puт notare che Caproni e Luigi De Nardis danno due immagini diverse del poeta Baudelaire: un poeta piщ austero ed intellettuale nel primo caso, piщ musicale ma anche piщ "oscuro" nel secondo. In veritа nessuna delle due coincide con quella che si puт ricavare dalla lettura dell'originale: se non altro perchй nelle traduzioni sono andati perduti gli elementi legati alle scelte foniche e ritmiche.
ALBATROS
Schema metrico: quartine di alessandrini.
L'alessandrino, metro tradizionale della poesia francese che prende il nome dal Roman d'Alexandre, и composto di dodici sillabe. Fu usato in Italia da Pier Iacopo Martello (1665-1725) che introdusse come nuova forma metrica il settenario doppio che da lui fu chiamato "martelliano". Il verso martelliano fu ripreso nel Novecento da Guido Gozzano.
E'una delle liriche piщ note di Baudelaire. Qui il poeta si riconosce nell'immagine stupenda dell'albatro catturato; anche il poeta, come l'albatro signore degli orizzonti infiniti, una volta esiliato su una terra degradata, и goffo e deriso.
Souvent, pour s'amuser, les hommes d'йquipage
Prennent des albatros, vastes oiseaux des mers,
Qui suivent, indolents compagnons de voyage,
Le navire glissant sur les gouffres amers.
A peine les ont-ils dйposйs sur les planches,
Que ces rois de l'azur, maladroits et honteux,
Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches
Comme des avirons trainer а cote d'eux.
Ce voyageur ailй, comme il est gauche et veule!
Lui, naguere si beau, qu'il est comique et laid!
L'un agace son bec avec un brule-gueule,
L'autre mime, en boitant, l'infirme qui volait!
Le Poete est semblable au prince des nuйes
Qui hante la tempйte et se rit de l'archer;
Exilй sur le sol au milieu des hueйs,
Ses ailes de gйant l'empechent de marcher.
TRADUZIONE DI LUIGI DE NARDIS
FELTRINELLI,MILANO, 1964
Per dilettarsi, sovente, le ciurme
catturano degli аlbatri, marini
grandi uccelli, che seguono, indolenti
compagni di viaggio, il bastimento
che scivolando va su amari abissi.
E li hanno appena sulla tolda posti
che questi re dell'azzurro abbandonano,
inetti e vergognosi, ai loro fianchi
miseramente, come remi, inerti
le candide e grandi ali. Com'и goffo
e imbelle questo alato viaggiatore!
Lui, poco fa sм bello, com'и brutto
e comico! Qualcuno con la pipa
il becco qui gli stuzzica; lа un altro
l'infermo che volava, zoppicando
scimmieggia.
Come il principe dei nembi
и il Poeta che, avvezzo alla tempesta,
si ride dell'arciere: ma esiliato
sulla terra, fra scherni, camminare
non puт per le sue ali di gigante.
TRADUZIONE LETTERALE
Spesso, per divertirsi, gli equipaggi
Catturano degli albatri, grandi uccelli marini,
Che seguono, indolenti compagni di viaggio,
La nave che scivolano sui gorghi amari.
Li appena hanno deposti sulle plance,
Che questi re dell'azzurro, maldestri e vergognosi,
Lasciano pietosamente le loro grandi ali bianche
Come dei remi strisciare ai loro fianchi.
Questo viaggiatore alato, com'и goffo e xxx!
Lui, poco fa cosм bello, com'и comico e brutto!
Uno tormenta il suo becco con una pipa,
Un altro mima, zoppicando, l'infermo che volava!
Il Poeta и simile al principe delle nubi
Che vive nella tempesta e se ne ride dell'arciere;
(Ma una volta) esiliato al suolo in mezzo ai fischi,
Le sue ali di gigante gli impediscono di camminare.
SPLEEN
Schema metrico: quartine di alessandrini.
La parola inglese spleen, esprime la lacerazione profonda dell'artista moderno: il suo degrado, la solitudine della grande cittа, la fugacitа delle cose e, insieme, lo struggente desiderio di sperare ancora. Anche per questa poesia propongo due versioni italiane, una di De Nardis e l'altra del poeta Attilio Bertolucci.
Quand le ciel bas et lourd pиse comme un couvercle
Sur l'esprit gйmissant en proie aux longs ennuis,
Et que de l'horizon embrassant tout le cercle
Il nous verse un jour noir plus triste que les nuits;
Quand la terre est changйe en un cachot humide,
Oщ l'Espйrance, comme une chauve-souris,
S'en va battant les murs de son aile timide
Et se cognant la tкte а des plafonds pourris;
Quand la pluie йtalant ses immenses trвinйes
D'une vaste prison imite les barreaux,
Et qu'un peuple muet d'infвmes araignйes
Vient tendre ses filets au fond de nos cerveaux,
Des closches tout а coup sautent avec furie
Et lancent vers le ciel un affreux hurlement,
Ainsi que des esprits errants et sans patrie
Qui se mettent а geindre opiniвtrement.
- Et de longs corbillards, sans tambours ni musique,
Dйfilent lentement dans mon вme; l'Espoir,
Vaincu, pleure, et l'Angoisse atroce, despotique,
Sur mon crвane inclinй plante son drapeau noir.
TRADUZIONE DI LUIGI DE NARDIS
Quando come un coperchio il cielo pesa
grave e basso sull'anima gemente
in preda a lunghi affanni, e quando versa
su noi, dell'orizzonte tutto il giro
abbracciando, una luce nera triste
piщ delle notti; e quando si и mutata
la terra in una cella umida, dove
se ne va su pei muri la Speranza
sbattendo la sua timida ala, come
un pipistrello che la testa picchia
su fradici soffitti; e quando imita
la pioggia, nel mostrare le sue striscie
infinite, le sbarre di una vasta
prigione, e quando un popolo silente
di infami ragni tende le sue reti
in fondo ad i cervelli nostri, a un tratto
furiosamente scattano campane,
lanciando verso il cielo un urlo atroce
come spiriti erranti, senza patria,
che si mettano a gemere ostinati.
E lunghi funerali lentamente
senza tamburi sfilano nи musica
dentro l'anima: vinta, la Speranza
piange, e l'atroce Angoscia sul mio cranio
pianta, dиspota, il suo vessillo nero.
TRADUZIONE DI ATTILIO BERTOLUCCI
Quando il cielo basso e greve pesa come un coperchio sullo / spirito che geme in preda a lunghi affanni, e versa, / abbracciando l'intero giro dell'orizzonte, una luce diurna / piщ triste della notte;
quando la terra и trasformata in umida prigione dove, come / un pipistrello, la Speranza sbatte contro i muri con la sua / timida ala picchiando la testa sui soffitti marcescenti;
quando la pioggia, distendendo le sue immense strisce, imita / le sbarre d'un gran carcere, e un popolo muto d'infami / ragni tende le sue reti in fondo ai nostri cervelli,
improvvisamente delle campane sbattono con furia e lanciano / verso il cielo un urlo orrendo, simili a spiriti vaganti, / senza patria, che si mettono a gemere, ostinati.
- E lunghi trasporti funebri, senza tamburi nй bande, / sfilano lentamente nella mia anima; vinta, la Speranza, / piange; e l'atroce Angoscia, dispotica, pianta sul mio / cranio chinato, il suo nero vessillo.
(trad. A. Bertolucci, Milano, Garzanti, 1975)
PERDITA D'AUREOLA
Da Lo Spleen di Parigi, trad. it. di D. Cinti, in C. Baudelaire, Poemetti in prosa, dall'Oglio, Milano, 1961
- Oh! Come! Voi qui, caro? Voi in questo luogo malfamato? Voi, il bevitore di quintessenze! Voi, il mangiatore d'ambrosia! Davvero, ne sono sorpreso!
- Mio caro, vi и noto il mio terrore dei cavalli e delle carrozze. Poc'anzi, mentre attraversavo il boulevard in gran fretta, e saltellavo nella mota, in mezzo a questo mobile caos, dove la morte arriva al galoppo da tutte le parti ad un tempo, la mia aureola, ad un movimento brusco che ho fatto, m'и scivolata giщ dalla testa nel fango del selciato. Non ho avuto il coraggio di raccoglierla. Ho giudicato meno sgradevole il perdere la mia insegna che non farmi fracassare le ossa. E poi, ho pensato, non tutto il male vien per nuocere. Ora posso andare a zonzo in incognito, commettere delle bassezze e abbandonarmi alla crapula come i semplici mortali. Ed eccomi qui, assolutamente simile a voi, come vedete!
- Dovreste almeno fare affliggere che avete smarrita codesta aureola, o farla reclamare dal commissario.
- No davvero! Qui sto bene. Voi solo mi avete ravvisato.
D'altronde, la grandezza m'annoia. E poi penso con gioia che qualche poetastro la raccatterа e se la metterа in testa impudentemente.
Render felice qualcuno, che piacere! E soprattutto render felice uno che mi farа ridere! Pensate a X, o a Z!...Eh? che cosa buffa, sarа!...
LES AVEUGLES - I CIECHI
Il testo che segue, tratto da Tavole parigine, richiama lo stupendo dipinto di Brueghel il Vecchio, "La parabola dei ciechi". I ciechi sono il simbolo del poeta, con la sua angoscia, dell'uomo caduto e oramai privo della scintilla divina, vagante nel buio della vita, ma bisognoso di evadere dall'umana bassezza, qui rappresentata dalla cittа. Tutta la lirica и accompagnata da un intenso tono religioso.
Ho scelto di fare personalmente una traduzione letterale, ritenendo che quelle in circolazione piщ che tradurre Baudelaire in italiano lo reinterpretano.
Contemple-les, mon вme; ils sont vraiment affreux! Pareils aux mannequins; vaguement ridicules; Terribles, singuliers comme les sonnambules; Dardant on ne sait oщ leurs globes tйnйbreux.Contemplali, anima mia; essi sono davvero orribili! Simili ai manichini; vagamente ridicoli; Terribili, singolari come i sonnambuli; mentre dardeggiano non si sa dove i loro globi tenebrosi.Leurs yeux, d'oщ la divine йtincelle est partie, Comme s'ils regardaient au loin, restent levйs Au ciel; on ne les voit jamais vers les pavйs Pencher rкveusement leur tкte appesantie.I loro occhi, in cui s'и spenta la scintilla divina Come se guardassero lontano, restano levati Al cielo; non li si vede mai verso i selciati, Chinare, pensosamente, la loro testa appesantita.Ils traversent ainsi le noir illimitй, Ce frиre du silence йternel. O citй! Pendant qu'autour de nous tu chantes, ris et beugles,Essi attraversano cosм il nero sonfinato, Questo fratello del silenzio eterno. O cittа! Mentre che attorno a noi tu canti, ridi e sbraiti,Йprise du plaisir jusqu'а l'atrocitй, Vois! je me traоne aussi! mais, plus qu'eux hйbйtи, Je dis: Que cherchent-ils au Ciel, tous ces aveugles?Innamorata del piacere fino all'atrocitа, Guarda! anch'io mi trascino! ma, piщ inebetito d'essi, Io dico: Cosa chiedono al Cielo, tutti questi ciechi?.

Esempio