Tesina sull AC

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Testo

l'Azione Cattolica una realtà dei cristiani che si conoscono, che si vogliono bene, che lavorano assieme nel nome del Signore, che sono amici; e questa rete di uomini e donne che lavorano in tutte le diocesi, e di giovani, e di adulti, e di ragazzi e di fanciulli, che in tutta la Chiesa italiana con concordia, con uno spirito comune, senza troppe ormai strutture organizzative, ma veramente essendo sempre più un cuor solo e un'anima sola cercano di servire la Chiesa.” (Vittorio Bachelet)
L'Azione Cattolica Italiana è un'associazione di laici che fa proprio il fine stesso della Chiesa, l'evangelizzazione, e si mette a servizio della chiesa locale in stretta collaborazione con i sacerdoti.
La vita dell'Azione Cattolica ha come riferimento la comunità ecclesiale e come obiettivo la formazione dei laici a un impegno stabile e coerente nella Chiesa e nella società.
L'Azione Cattolica si configura, dunque, prima di tutto, come ambiente educativo e rivolge la sua attenzione ai ragazzi (dai 6 ai 14 anni), ai giovani (dai 14 ai 30 anni) e agli adulti.
L'impegno formativo dell'Azione Cattolica si colloca in sintonia e continuità con quello della Chiesa più in generale e si sviluppa secondo linee specifiche e particolari:
LLL'AC è esperienza comunitaria e intende promuovere legami socialmente ed ecclesialmente significativi;
ooL'AC è scuola permanente per la maturità cristiana dei laici, con riferimento esplicito alla preghiera, alla vita liturgica e alla formazione personale per giungere a una valutazione dei fatti alla luce del Vangelo;
llL'AC è luogo di incontro, di mediazione e di riferimento per l'impegno dei laici nella storia, nella consapevolezza che la realizzazione integrale dell'uomo deve avvenire nella vita di tutti i giorni e passa attraverso un confronto franco e leale con gli altri.
L'Azione Cattolica vive principalmente nelle parrocchie, dove si struttura in gruppi diversi a seconda delle età. Esiste un itinerario comune a tutti i gruppi presenti nella Diocesi di Milano, in stretto riferimento alle proposte nazionali dell'associazione e ai programmi pastorali proposti dall'Arcivescovo di Milano.
La vita dell'associazione è guidata da responsabili democraticamente eletti da tutti i soci ogni tre anni dal livello parrocchiale a quello diocesano e nazionale.
Il cammino diocesano dell'Azione Cattolica è promosso e sostenuto da un Consiglio e da una Presidenza che ne è diretta espressione.
Le iniziative dell'Azione Cattolica spaziano dall'ambito propriamente spirituale e formativo a quello sociale e culturale, mantenendo come obiettivo comune la formazione dei laici alla maturità della vita cristiana, così da abilitarli a dare il miglior contributo possibile al bene dell'intera comunità civile ed ecclesiale.

L'ACI e' strutturata in due Settori e nell'attenzione educativa verso i ragazzi
Settore Adulti
SSettore Giovani (14-30 anni)
SAzione Cattolica dei Ragazzi (6-14 anni)
in movimenti di ambiente
Movimento Studenti di AC (ACS)
MMovimento Lavoratori di AC
esistono poi altre forze associative legate all'ACI in modo particolare
Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale MFederazione Universitari Cattolici Italiani
FMovimento Impegno Educativo Insegnanti di AC
Il livello di base dell'associazione sul territorio e' il livello parrocchiale o l'unità pastorale. Ogni associazione parrocchiale e' coordinata da un Consiglio Parrocchiale che esprime un presidente e dei responsabili (vicepresidenti) per ogni settore e articolazione esistente.
A livello diocesano questi responsabili eleggono (ogni tre anni) un Consiglio Diocesano che elegge al suo interno i responsabili diocesani. Il presidente diocesano e' invece nominato dal Vescovo sulla base di una terna di nomi proposti dal Consiglio Diocesano.
A livello nazionale viene eletto un Consiglio Nazionale (sempre ogni tre anni) nel corso di una Assemblea che serve anche per scegliere le linee di fondo e gli orientamenti per il futuro triennio. Il Presidente Nazionale viene nominato dal Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana fra i componenti di una terna votata dal Consiglio.
A ogni livello i soci laici sono affiancati dagli Assistenti (parrocchiali, diocesani e nazionali), e cioe' da sacerdoti con i quali collaborano e che ne seguono la crescita nella loro vita di fede.
Che cosa significa oggi essere Azione Cattolica? Che cosa rappresenta per la Chiesa e per la comunità cristiana? Indubbiamente bisogna andare alle origini di questa associazione nata dall'intuizione di due giovani - la data simbolo è il 29 giugno 1867 - il bolognese Giovanni Acquaderni e il viterbese Mario Fani che decidono di legare i propri destini al servizio dell'idea "preghiera, azione, sacrificio". Sarà poi Papa Paolo VI ad inserire una quarta parola: "studio".
Ripercorrere, anche se per grandi tappe, il cammino dell'associazione serve a spiegare i motivi di fondo che hanno determinato non solo la sua nascita ma anche il suo sviluppo attraverso l'adesione, nel tempo, di milioni di persone appartenenti a realtà tra loro diverse. Basti pensare i difficili inizi, il Risorgimento e la fine dello Stato Pontificio, gli anni della prima guerra mondiale, la contrapposizione con il fascismo, il dopo guerra e la partecipazione alla nascita dell'Italia democratica e repubblicana. Giovanni Spadolini, nel suo volume L'opposizione cattolica da Porta Pia al '98, scriveva: "L'Azione Cattolica nasce da quello sforzo di proselitismo e, oserei dire, da quello spirito di crociata per riconquistare i valori certi della società italiana senza accettare nessun compromesso, senza scendere a nessuna transazione con le autorità costituite, senza sfigurarsi in un movimento di carattere, politicamente e socialmente, conservatore".
Al di là di una lettura datata, questa frase del laico Spadolini coglie l'essenza di quel movimento nato con il nome di Società della Gioventù Cattolica, sviluppatori successivamente - siamo nel 1875 al secondo Congresso dei cattolici italiani a Firenze, il primo l'anno precedente a Venezia - nell'Opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici, con il compito proprio di stimolare e coordinare l'attività delle varie associazioni e opere cattoliche. Sono gli anni in cui forte è il dibattito a partire dalla irrisolta "Questione romana", per giungere alla partecipazione dei cattolici all'azione politica, inibita dal non expedit, e alla opportunità di dar vita, in un futuro, ad un vero e proprio partito nel quale far confluire l'azione politica dei cattolici. Sullo sfondo poi c'è il Congresso internazionale cattolico di Malines (1863) primo appuntamento, quasi presi di coscienza di quella capacità dei cattolici di essere l'anima culturale e sociale del rinnovamento.
Il primo Statuto
Il primo Statuto dell'Azione Cattolica porta la data del 10 dicembre 1915 ma entrerà in vigore solo il successivo 12 gennaio. Nel 1922 l'associazione troverà in Papa Pio XI, eletto a febbraio, un grande amico, che già nella sua prima enciclica Ubi arcano Dei si sofferma sulla necessità di una cooperazione tra clero e laici attraverso lo strumento dell'Azione Cattolica. Sarà questo Papa a firmare un nuovo Statuto dell'Aci suddividendola in quattro rami: uomini, gioventù maschile, universitari e unione femminile, suddivisione che più o meno resterà fino allo Statuto dell'unificazione associativa, primo novembre 1969.L’azione cattolica si sviluppa in particolare nel primo dopoguerra e resta uno dei pochi spazi di libertà durante gli anni del regime fascista, contribuendo a formare la classe dirigente che parteciperà alla resistenza, contribuendo poi all’elaborazione della Costituzione repubblicana democratica. La sua diffusione tra gli anni ’30 ed il secondo dopoguerra raggiunge tutte le diocesi e gran parte delle parrocchie: diventa così la più importante organizzazione del laicato in Italia e nella nostra regione.
La stagione dell'immediato dopo guerra è segnata dalla massiccia mobilitazione delle organizzazioni cattoliche, con quello scendere in campo, sotto la guida dell'allora presidente Luigi Gedda, a favore della Costituente, con quell'educare alla politica e alla partecipazione che segnerà quella stagione fino appunto agli anni del Concilio Vaticano II. "L'Azione Cattolica continuerà a fare onore alle sue tradizioni", dirà Paolo VI ai presidenti diocesani in un discorso del 31 luglio 1963, "ducando i suoi soci a quella saggezza, a quel senso di giustizia, a quella austerità, a quel vigore morale e a quella lealtà di parole e di contegno, a quella fraternità e generosità di rapporti, a quella limpidità di costume, a quella letizia semplice e spontanea, a quella capacità di amicizia che hanno sempre caratterizzato la sua educazione che hanno reso esemplari tante figure magnifiche del laicato cattolica".
Il nuovo Statuto del 1969
Sarà Papa Paolo VI a consegnare il nuovo Statuto, ad experimentum, a Vittorio Bachelet, presidente dal 1964 al 1973; sarà lui a dare nuovo impulso alla vita e alla missione dei laici di Azione Cattolica, una realtà che andrà sempre più radicandosi nel territorio - sono oggi 8 mila le associazione parrocchiali sparse in tutta Italia - pur subendo l'inevitabile calo degli iscritti. Con Vittorio Bachelet l'Aci vive la stagione di un confronto con le altre realtà ecclesiali e con la società civile, nella fedeltà al Concilio Vaticano II. Confronto segnato anche da una rinnovata attenzione alla politica, alla luce di quella "scelta religiosa" che è soprattutto impegno nella costruzione della città dell'uomo, fedeli al Vangelo e senza dare vita a un nuovo collateralismo. "La scelta religiosa", dirà Vittorio Bachelet al Convegno dei presidenti diocesani e delegati vescovili, svoltosi a Roma il 25-28 aprile 1968, "non può significare astrazione o disimpegno dei soci di Azione Cattolica dalle loro responsabilità nel mondo; e la stessa Azione Cattolica, nel compito di formazione delle coscienze, che le è proprio, dovrà aiutare, con una azione di responsabilizzazione e di illuminazione, a esercitare le scelte e i compiti propri dei cristiani, richiamando anche gli essenziali principi morali tanto in modo generale che in relazione alle concrete situazioni storiche che tale richiamo esigano".
L'ACI oggi
Oggi l'Azione Cattolica non conosce più quei numeri a sette cifre che hanno segnato la stagione pre Conciliare. Ma come scriveva Giuseppe Lazzati ne La città dell'uomo "i cattolici sono minoranza nel paese… ma sul piano della costruzione della città dell'uomo a misura d'uomo il fine è cercare insieme, cristiani e no, la maggior pienezza possibile di ogni valore veramente umano cui tutti gli uomini, sia pura inconsapevolmente, aspirano". È dunque in questa rinnovata realtà che l'associazione si trova oggi ad essere sale e lievito. Gli aderenti sono 400 mila e per la prima volta, da una decina d'anni a questa parte, vi è stata una inversione di tendenza: mediamente ad ogni rinnovo vi era un decremento del 6 per cento circa; quest'anno, ma il calcolo delle adesioni non è ancora ultimato, si registra una crescita dell'1 per cento.
Il socio ogni anno rinnova la propria adesione, e la consegna della tessera ha una data simbolo: l'8 dicembre, festa appunto dell'adesione. La democrazia associativa prevede elezioni dei rappresentanti ai vari livelli e, ogni tre anni, l'assemblea nazionale è chiamata a rinnovare le cariche centrali, presidente, vice presidenti, responsabili e consiglieri. La struttura nazionale - che si ripropone a livello diocesano e parrocchiale - prevede un presidente, due vice presidenti (un uomo e una donna) per il Settore adulti, due per il Settore giovani, un responsabile per l'Acr, due segretari per il Movimento studenti e due per il Movimento lavoratori. I ragazzi dai 6 ai 14 anni aderiscono all'Azione Cattolica Ragazzi (Acr); dai 14 ai 30 anni si fa parte del Settore giovani; oltre si è soci nel Settore adulti. I due settori si esprimono anche attraverso i due movimenti per la pastorale d'ambiente, e cioè il Movimento studenti di Azione Cattolica (Msac) e il Movimento lavoratori di Azione Cattolica (Mlac).
L’ACI, nata nel 1868, si sviluppa in regione a partire dagli anni ’70 dell’Ottocento. Ha quindi ormai superato i 130 anni di storia. L’associazione ha come ruolo specifico quello della formazione cristiana dei laici, si sviluppa in particolare nel primo dopoguerra e resta uno dei pochi spazi di libertà durante gli anni del regime fascista, contribuendo a formare la classe dirigente che parteciperà alla resistenza, contribuendo poi all’elaborazione della Costituzione repubblicana democratica. La sua diffusione tra gli anni ’30 ed il secondo dopoguerra raggiunge tutte le diocesi e gran parte delle parrocchie: diventa così la più importante organizzazione del laicato in Italia e nella nostra regione.
Tra i dirigenti ‘famosi’ della regione anni ricordiamo Luigi Gedda, Carlo Carretto, Waldo Fusi, Umberto Eco, Antonio Amore. E tanti altri responsabili che operarono con grande impegno sia a livello locale che in ambito nazionale.
La delegazione regionale di ACI nasce nel 1970, in base alle novità indicato dal nuovo statuto dell’associazione: è il tentativo di “tradurre” il Concilio Vaticano II nella vita della più importante organizzazione del laicato organizzato.

Raccoglie l’eredità dei precedenti collegamenti regionali dei ‘rami’ dell’ACI (i giovani della GIAC, le giovani della GF, gli adulti dell’Unione Uomini e dell’Unione Donne di AC), ma si trova a dover costruire dal nuovo i contatti con le AC diocesane in via di completo rinnovamento. Tra gli anni ’80 e ’90 questo collegamento si organizza in forma stabile. Dai primi anni ’70 ad oggi la delegazione è stata guidata da Giovanni Dardanello, Luigi Merlo, Carla Rossi, Domenico Borgatta, Gabriella Valsesia, Vittorio Rapetti, insieme agli assistenti regionali unitari: prima don Franco Peradotto, poi don Natale Allegra.
Si è avviato un progetto di recupero e riordino degli archivi dell’AC nelle diocesi e in regione, anche in vista di una ricerca storiografica sul movimento cattolico in Piemonte.

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