Pirandello e l'umorismo

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Testo

LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELL’ARTE UMORISTICA DI PIRANDELLO

1) La scomposizione, la disarmonia, la divagazione, il grottesco.
2) Strutture aperte.
3) Rifiuto del Sublime e linguaggio quotidiano
4) La “destituzione dell’io”
5) Estraneità e riflessione: prevalenza del momento cerebrale
6) Opposizione alla concezione classica dell’arte, a quella romantica e a quella decadente
7) Il rifiuto del Simbolismo e la scelta dell’allegoria.

Questi caratteri teorizzati da Pirandello sono riscontrabili nella sua produzione narrativa e teatrale fra il 1904 e il 1925.
1. mentre l’arte tradizionale tende alla coerenza e alla compostezza e, mirando a comunicare una presunta verità o essenza delle cose, scarta gli elementi casuali e accessori, l’arte umoristica di Pirandello ama la discordanza, la disarmonia, la contraddizione, indugia in divagazioni e in particolari gratuiti, distrugge le gerarchie e i sistemi di valore del passato, predilige il difforme, il grottesco, l’incongruente, il ridicolo, il dissonante.
2. nella consapevolezza che la vita “non conclude” – non ha un ordine, un senso, un inizio o una fine -, anche Pirandello nelle sue opere umoristiche punta a strutture aperte e in concluse.
3. l’arte umoristica respinge le leggi esteriori della retorica classica e le “veneri (seduzioni) dello stile” per adeguarsi al movimento libero e spontaneo della riflessione: mentre sia gli autori classici che quelli romantici tendono al Sublime (aulico e solenne per i primi, autentico e primitivo e naturale per i secondi), Pirandello sceglie il linguaggio quotidiano, l’unico adatto a comunicare una concezione della vita che non rivela nulla di essenziale ma solo le storture di un’esistenza insensata.
4. il soggetto perde la propria autorità e viene gettato giù dal suo trono tradizionale, perché l’anima cessa d’essere il luogo dell’identità, dell’autenticità e dell’integrità e si caratterizza invece per la compresenza di spinte contrarie e contrastanti e addirittura di diverse personalità.
5. poiché la realtà si presenta irta di contraddizioni e irriducibile al significato, chi percepisce tale condizione di insignificanza è indotto a vivere in una posizione di estraneità totale; l’unica arma a sua disposizione è la riflessione amara, ironica, paradossale, con la conseguente prevalenza, nell’arte umoristica, del momento ragionativi e cerebrale;
6. la poetica umoristica rifiuta la concezione sia classica, sia romantica, sia, infine, decadente dell’arte: l’arte umoristica non nasce dal rispetto di regole stabilite precedentemente ed estranee al momento dell’elaborazione (come pensavano i classici), né è espressione immediata dell’autenticità della passione o del sentimento o della natura (come ritenevano i romantici), né è manifestazione di un significato ultimo e misterioso delle cose, come volevano gli autori simbolisti e decadenti (sull’estraneità di Pirandello e Svevo al Decadentismo)
7. la prevalenza dell’elemento raziocinante, lo sviluppo ragionativi e “a tesi” dei romanzi, l’avversione al Simbolismo, il rifiuto dell’estetismo e del Bello, la coscienza dell’insignificanza della vita e dell’impossibilità di approdare ad alcun significato, la consapevolezza dell’estraneità che condanna a guardare da fuori l’esistenza e che esclude qualsiasi forma di adesione irrazionalistica al Tutto, la denuncia della fine delle “corrispondenze” fra uomo e natura, la concezione dell’arte come artificio e costruzione e non come creazione naturale e spontanea fanno dell’opera umoristica di Pirandello un esempio di letteratura d’avanguardia, affine, per certi versi, a quella dell’Espressionismo e di Kafka.

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