Gli eroi nel mondo epico

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Testo

GLI EROI

UN’ UMANITÀ IDEALE
Gli eroi omerici sono forti, coraggiosi e simili agli dei. Omero mette in forte risalto la superiorità degli eroi rispetto agli uomini, sia nella forza fisica sia nelle qualità spirituali. Sono considerati uomini realmente esistiti in un passato non lontano e sono ammirati ed invidiati dal pubblico di Omero.

GLI ÁRISTOI: UNA STIRPE DIVINA
Gli áristoi sono figli di padri illustri, dotati di potere e ricchezza sono considerati i migliori (in greco áristoi), nettamente distinti dalla massa. Gli eroi omerici sono spesso indicati con il patronimico, per evidenziarne l’appartenenza ad una famiglia privilegiata. Spesso nel loro albero genealogico appaiono anche alcuni dei.

LA VIRTÙ GUERRIERA: L’ ARETÉ
Eroi è sinonimo di guerrieri, per questo ai loro nomi sono affiancati degli epiteti fissi che ne contraddistinguono abilità in battaglia e modi di combattere. L’essenza della temperanza guerriera (in greco areté) risiede nella forza fisica e nel coraggio.

LA TIMÉ E LA CULTURA DELLA VERGOGNA
Lo scontro in battaglia tra due eroi può avere come unica conclusione la morte di uno dei due. L’onore (la timé), unica aspirazione del guerriero, si conquista sia uccidendo l’avversario sia affrontando trepidamente la morte. Nel combattimento o si è prodi o si è vili, non esistono vie di mezzo. Anche la prudenza può essere considerata come mancanza di coraggio e perciò come qualcosa di cui vergognarsi.

IL RICONOSCIMENTO DEL VALORE
La timé consiste nell’essere considerati forti e coraggiosi dalla pubblica opinione. In tale prospettiva si spiegano sia i pericoli cui gli eroi vanno in contro per impossessarsi delle armi e delle spoglie del nemico ucciso, sia l’importanza attribuita alla suddivisione del bottino, la cui qualità e quantità costituiscono il riconoscimento concreto al loro valore in guerra. L’onore è la conquista individuale e per ottenerlo ognuno deve superare gli altri in temerarietà, ardimento e capacità omicida. Di contro, l’oltraggio al proprio onore è l’offesa più grande che l’eroe possa subire e giustifica ogni sua reazione.

Esempio



  


  1. lusbevi

    rispondi kant è un imbecille