un improvviso vuoto del cuore

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura
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Data:04.05.2005
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Testo

Vittorio Sereni “Un improvviso vuoto del cuore”
Vittorio Sereni studia a Milano conseguendo la laurea in lettere per poi all’insegnamento. Nel 1941 pubblica la prima raccolta, Frontiera. Dopo esser stato prigioniero in Algeria durante la seconda guerra mondiale, pubblicò la seconda raccolta, Diario d’Algeria. Finita la guerra abbiamo una terza raccolta, Gli strumenti umani, ed infine l’ultima raccolta, Stella variabile. “Un improvviso vuota del cuore” fa parte della raccolta, Diario d’Algeria, dove racconta di come vive questa esperienza per lui isolata e condannato all’incomunicabilità.
PARAFRASI
All’improvviso, il poeta, ebbe una mancanza nel cuore mentre era in Africa nel campo di prigionia. Svaniscono i volti dei cari, ed egli rimane solo con un vortice di voci che si percepiscono a fatica. E la voce più quieta si trasforma in un rumore insistente come la pioggia che scende sul campo, un ultimo sintomo di ribellione rumoroso sul momento della dormiveglia percorse qualche volta da un sogno.
COMPRENSIONE
Il poeta, quando compone questo testo, si trova in un campo di prigionia in Africa perché fu chiamato alle armi durante la seconda guerra mondiale e poi fatto prigioniero. Le parole del testo che richiamano la situazione ambientale sono: TRA I GIACIGLI DI SAINTE-BARBE e TENDE e la situazione stagionale sono: PIOGGIA. Secondo me, UN IMPROVVISO VUOTO NEL CUORE, significa che il poeta ha un mancanza cioè nostalgia dei propri cari.
ANALISI
I primi due versi sono parisillabi invece tutti gli altri sono imparisillabi. Nel II, III e IX verso le frasi TRA I, SFUMANO I e CORSE A sono delle sinalefe; nel III verso la frase DILETTE, IO è una dialefe; nel verso V e VI le parole Più, TREPESTIO e PIOGGIA sono delle sineresi. I versi sono sciolti e il poeta non ha usato una struttura precisa. Il ritmo dei versi sono lenti e sommessi. I suoni che prevalgono nei versi sono cupi e chiusi e aperti e chiari e sono: VUOTO, CUORE, VOLTI, SOLO, GORGO, FATICOSE, TRAPESTIO, FRONDA, SONNO e SOGNO cupi e chiusi; GIACIGLI, VOCI, CHIARA, PIOGGIA e SONNO aperti e chiari. L’immagine di un GORGO DI VOCI FATICOSE è una metafora e un’onomatopea. Il SONNO è assimilato ad un TERRENO PALUDOSO perché è il momento della dormiveglia, che precede il sonno, è paragonato a una palude, un terreno in cui, come nel sonno, si sprofonda e la figura retorica che è stata usata dal poeta è una metafora.
TEMA
Il poeta, in questa poesia, descrive il sentimento che sta provando in Africa, nel campo di prigionia che è la nostalgia verso i cari e quindi si sente molto solo descrivendo i vari momenti prima di dormire.

Esempio