Umbero Saba

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Testo

UMBERTO SABA
Poeta italiano nato a Trieste 1883, ebbe una vita non ricca di risonanze esteriori.
La sua originaria ‘triestinità’ risiede per lunghi anni in una sorta di complesso di persecuzione tratto su dall’infanzia (il padre abbandonò la madre, ebrea, poco prima che Saba nascesse: ed è un episodio incancellabile). Complesso che lo porta a costruire, grado per grado, un’immagine ideale di sé stesso.
Il periodo dal 1910 al 1912 vede il precisarsi dell’ideale autoritratto, in una mitezza felicemente allegorica (La capra, A mia moglie), oggi assai nota.
Formatosi a Trieste, si servì di analogie e metafore, non amò l’Ermetismo anche se ne subì l’influsso, fu estraneo ai miti Dannunziani e al Verismo, e accolse da Ungaretti la tendenza ad eliminare il superfluo.
La psicanalisi fu per Saba la spinta a scoperchiare il pozzo della memoria perché ne risalissero ricordi e fantasmi, e segnò dunque per lui una rivoluzione, permettendogli di gettare un fascio di luce sulle vicende dalle quali erano nate le sue liriche.
Essa diventò l’episodio centrale della tormentata composizione del Canzoniere e lo aiutò a scrivere con più chiara coscienza di sé.
Il Canzoniere è un libro che ha una profonda unità, ma che è pure vario di motivi e di toni.
In primo piano vi è un mondo di luoghi, di cose, di donne: Trieste, Lina, animali, osterie e caffè di periferia.
Con la coscienza che ebbe di sé e della sua arte, Saba scrisse il moto profondo della sua lirica, quello per cui le umili cose del mondo si trasfigurano, e il belato tormentoso di una capra gli diventa la voce del dolore eterno del mondo.
Dire questo significa dire che egli visse la storia difficile del suo tempo con un atteggiamento simile a quello di Montale e Ungaretti, facendo della «storia della vita di un uomo» la storia di un’età.
Perciò come pochi poeti del nostro tempo, Saba ha amato gli uomini, la natura, le cose, e la sua lirica è tutta folta di immagini luminose e gioiose. Ma al fondo vi è sempre un sapore amaro in cui disperazione e consolazione, solitudine e amore si intrecciano: La serena disperazione è il titolo significativo di una sua raccolta.

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