Ulisse in Pascoli

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura

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ULISSE IN PASCOLI
Al centro dell’ultimo viaggio di Giovanni Pascoli c’è l’universo dominato dal dolore e dal mistero per cui la vita è come un fiume che va a un mare ignoto che porta alla morte da un monte inteso come la nascita, e l’uomo di fronte all’immensità dell’universo diventa un granello insignificante e privo di stabilità spirituale. Con questa prospettiva si afferma il tema dominante dell’Ulisse di Pascoli ovvero la ricerca del senso dell’esistenza. La passione di Pascoli per l’epica, lo spinge a rivisitare l’Odissea Omerica in una chiave prettamente moderna basata sulla concezione della vita contemporanea. Praticamente l’Ulisse che è incarnazione dell’uomo moderno, dopo aver fatto ritorno a Itaca dal suo lungo viaggio ripensa a quest’ultimo e gli sembra di avere un dilagante senso di incompletezza perché non è riuscito a fare luce sui suoi dubbi. Gli interrogativi tormentano l’eroe ormai stanco e maturo, che proiettato già verso la fine della sua vita si sente come l’uomo moderno, che non riuscendo a dare un’individualità al proprio essere si sente impotente, inerme, in balia del corso degli eventi. Incapace di restare fermo in questa posizione, Ulisse decide di riprendere il mare, ormai vecchio, per non abbandonarsi alle braccia dell’oblio. Infondo l’eroe decide solamente di non voler morire senza capire il significato della propria esistenza. Ulisse giudicando la sua vita passata insignificante decide di percorrere tappa per tappa il viaggio del suo ritorno in modo da poter scorgere la verità che illumini la sua vita trascorsa e dare significato al proprio essere. L’eroe decide di ricomporre il suo equipaggio ormai vecchio come lui e di partire senza sapere il perché e cosa cercava, capendo che non trovando alcuna risposta all’interno del proprio io, non si devono abbattere e che la vita è una difficoltosa ricerca dell’essere. La prima tappa li riporta all’isola dei Ciclopi, non sa se pensare dopo aver parlato con un’abitante dell’isola se il Ciclope era stato solo un illusione e con questo tutta la sua vita. Pascoli con questo episodio ci vuole far capire che in un mondo di illusioni, l’uomo che cerca non troverà mai la verità perché gli viene celata. Nel ricordare le sue esperienze, l’Ulisse ripensa alla maga Circe che gli aveva detto che un motivo della sua esistenza era la conoscenza del mondo, cosa che però l’eroe al termine della sua vita giudica solo superficiale parallelamente all’uomo moderno che ha solo una conoscenza altrettanto superficiale del proprio essere. Dopo aver tanto viaggiato e conosciuto ogni segreto del mondo, l’eroe cerca allora di dare una risposta al dubbio che lo aveva spinto a partire: qual è lo scopo della mia vita e perché esisto? Come l’Ulisse, per Pascoli qualsiasi altro uomo giunto ad un certo momento della sua vita si pone, la stessa domanda e non trovando risposta, si abbandona al corso degli eventi giungendo passivamente alla morte, unica certezza della vita. Pascoli anche se definito un decadentista, anche se per una sola parte ristretta della propria poetica, ma questa sua tendenza nasce dal bisogno di un più approfondito esame del proprio essere non riuscendo nella maggior parte delle volte a trovare risposta. E’ proprio da questa ricerca a vuoto che nasce l’insoddisfazione dilagante tra i poeti dell’inizio del ’900, compreso Pascoli e pertanto nella sua opera il viaggio diviene metafora di ricerca interiore, che mette in evidenza la volontà di trovare se stessi e di darsi una personalità in un universo tanto vasto da rendere inutili i problemi esistenziali degli uomini.

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