Ugo Foscolo

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Ugo Foscolo
Cenni biografici
La vita di Ugo Foscolo, inutile dirlo, è la vita-tipo del poeta romantico: nato a Zacinto, allora colonia Veneziana, nel 1778, si trasferisce nel 1793, a Venezia e si trova subito coinvolto nel clima di rinnovamento che la rivoluzione francese e il giacobinismo avevano creato.

Dal punto di vista più propriamente letterario e intellettuale, si forma nei salotti illuministi attorno ai quali ruotano personaggi come Pindemonte, Bettinelli e Cesarotti, che rappresentano la crema della cultura illuminista dell'Italia dell'epoca. Contemporaneamente, comincia il suo percorso politico che, nel momento in cui Napoleone cominciava ad esportare in Europa le idee della rivoluzione Francese, non può che essere all'insegna del giacobinismo.

Ne sono una testimonianza le due opere del 1797, l'ode A Bonaparte liberatore e soprattutto la tragedia Tieste, che gli procurerà un certo successo di pubblico nonché indagini sul suo conto da parte della polizia, fino a dover fuggire a Milano all' indomani del trattato di Campoformio. L'anno successivo lo troviamo a Bologna, dove si arruola nella guardia nazionale e comincia a scrivere Le ultime lettere di Jacopo Ortis, che verranno stampate nello stesso periodo, in un'edizione riveduta e completata (abbastanza male) da un certo Savoli.

Gli anni successivi li divide tra l'impegno nell'esercito napoleonico e il girovagare per l'Italia a seguito di vari incarichi amministrativi che gli vengono affidati (Nel 1799 combatte prima a Cento e poi a Genova, nell'anno successivo è a Milano e poi a Firenze). Sono anche anni di intensa maturazione personale e letteraria: del 1800 è l'ode A Luigia Pallavicino caduta da cavallo, del 1802, l'ode All'amica risanata, le Poesie, che comprendono le due odi più dodici sonetti, tra cui i famosissimi Alla sera, A Zacinto, In morte del fratello Giovanni. Quasi contemporaneamente, nel 1802, esce la prima edizione delle ultime lettere di Jacopo Ortis, libro-chiave.

L'esilio, le speranze che Napoleone aveva fatto nascere, la nuova sensibilità nei confronti della vita e dell'amore: gli elementi del percorso che Foscolo ha seguito fino a questo punto ci sono tutti, così come nel percorso di tutta la sua generazione che finirà per riconoscersi in questo romanzo. Negli anni successivi (Dal 1804 al 1806) è in Francia al seguito dell' armata, che sta progettando l'invasione dell'Inghilterra, e inizia a tradurre Il viaggio sentimentale di Sterne . Si tratta della fine definitiva della sua adesione agli ideali napoleonici; gli anni successivi saranno tutti improntati alla critica e al ripensamento di questo periodo.

I sepolcri escono nel 1807; nell'anno successivo ottiene la cattedra di eloquenza all'università di Pavia, ma non è più in linea con la politica di Napoleone, e la cattedra viene soppressa. Nel 1809 rappresenta l'Aiace alla scala, tragedia ritenuta antinapoleonica e che dunque viene vietata, al Foscolo non resta che ricominciare la sua carriera di perseguitato politico nell'impero Napoleonico che ha tradito i suoi ideali. Nel periodo seguente scrive il suo ultimo capolavoro (Le Grazie, nel 1812), e segue le alterne vicende dell'impero fino a Waterloo, quando l'Austria, che ha ottenuto il Lombardo-Veneto, chiede agli ex ufficiali Napoleonici il giuramento di fedeltà.

Foscolo si rifiuta e abbandona, per sempre l'Italia, rifugiandosi prima in Svizzera e poi in Inghilterra. Comincia così il periodo più difficile della sua vita, nel corso del quale riscrive l'Ortis (pubblicato, nella sua versione definitiva, nel 1816) e vari saggi di letteratura Italiana per riviste Inglesi, unico modo, insieme ad alcune lezioni private di Italiano, per mantenersi da vivere. Va avanti così fino alla morte, nel 1827, nei pressi di Londra, a Turnham Green.

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