Novelle di Pirandello

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Testo

Novelle
Luigi Pirandello
Ciaula scopre la luna
La novella Ciaula scopre la luna fa parte della raccolta Dal naso al cielo, uscita nel 1925. L'ambiente, analogamente alla novella di Verga Rosso Malpelo, и quello della zolfatara siciliana, in cui, anche dopo la rivolta popolare dei Fasci Siciliani, tra il 1890 e il 1894, duramente repressa dal governo Crispi, permangono pesanti condizioni di sfruttamento dei lavoratori. Non и comunque questo aspetto sociale a interessare Pirandello, che, a differenza di Verga, si concentra piuttosto sull'analisi interiore degli individui, sui loro drammi intimi e incomunicabili, sulla loro crisi di identitа e di coscienza, sul disagio umano di vivere che caratterizza l'uomo e tutta la letteratura europea del primo Novecento.
Come giа Rosso Malpelo, anche Ciarla и un diverso, un povero scemo senza etа, preso in giro da tutti e sfruttato come una bestia dai superiori, che si trova perfettamente a suo agio nella cava, non conoscendo altri ambienti al di fuori, abituato quindi a muoversi nel buio come un animale notturno, estraneo al mondo, di cui forse non sospetta neppure l'esistenza, ed anche a se stesso. Ma una sera viene anche per Ciarla un momento decisivo e rivelatore, intenso quanto inaspettato: costretto a lavorare fino a tardi nella cava per trasportare del materiale all'esterno, Ciarla, uscendo timoroso dalla buca sotto un peso esagerato, si trova per la prima volta, lui abituato a vivere nell'oscuritа delle viscere della terra, solo nella notte rischiarata dalla luna, che non aveva mai visto prima. In questo momento Ciarla, vissuto fino allora all'insegna della brutalitа, sia a livello individuale (egli non parla, emette solo il verso della cornacchia, da cui deriva il suo soprannome) che sociale (gli altri lo deridono perchй inferiore e demente), sembra finalmente scoprire la propria umanitа, scoppiando in un pianto di commozione, di gioia, di liberazione: un sentimento momentaneo ma finalmente umano, come se solo in quell'istante egli avesse aperto gli occhi e fosse veramente nato.
La struttura della novella
La novella и divisa in tre momenti. Il primo si svolge in piena luce, all'esterno della cava e presenta la ribellione dei lavoratori, che non accettano di prestare lavoro straordinario; la scena и affollata dall'insieme dei picconieri che abbandonano rumorosamente la cava ignorando le minacce del soprastante Cacciagallina. Egli finisce quindi per costringere ad effettuare il lavoro l'unico lavoratore rimasto, il vecchio zi' Scarda, che a sua volta si impone sul suo caruso Ciarla, un povero scemo. In questa prima fase domina il discorso diretto, che sottolinea momenti di clamore e concitazione; la descrizione dell'ambiente и di tipo verista, sul modello verghiano, con uso preciso di termini tecnici (picconieri, soprastante), gergali e dialettali (calcara, calcherone, caruso) ed espressioni popolari e sintatticamente vicine al parlato (che neanche un leone; Oggi per noi il Signore non fa notte).
Il secondo momento, una volta usciti di scena i picconieri, si svolge all'interno della cava ed occupato dalla descrizione di zi' Scarda, del suo vizio della lagrima, del suo rapporto con Ciarla, di cui vengono fornite le notizie essenziali. In questa fase viene meno il discorso diretto e alla descrizione esterna dei personaggi si affiancano considerazioni di tipo psicologico, con adozione del punto di vista del personaggio.
Nel terzo momento, il piщ importante, il centro d'interesse и unicamente Ciarla, con la sua paura prima e il suo stupore poi, quando scopre la luna. La descrizione и di tipo interiore, psicologico, attraverso il punto di vista di Ciarla stesso; il movimento del protagonista procede dall'interno della cava, dal buio alla luce, dal basso in alto, sia in senso spaziale sia morale. L'impressione iniziale di descrizione verista cede completamente; l'interesse и tutto concentrato sullo stato d'animo del personaggio, solo con se stesso di fronte alla luna.
Il linguaggio
Anche il linguaggio della narrazione cambia a seconda del variare e dello spostamento del centro d'interesse: dal parlato iniziale, dalla presenza di termini ed espressioni di colore locale (che caratterizzano cioи anche linguisticamente un determinato ambiente)si passa progressivamente ad un linguaggio piщ interiorizzato, concentrato prima sui ricordi di zi' Scarda (il figlio morto) e infine sullo stato d'animo di Ciarla. Abbondano espressioni che sottolineano il passaggio dal basso all'alto (su, giщ, lassщ, rammontare, vaneggiare in alto, la scala lubrica) e dal buio alla luce (cieco e scuro, cielo, stelle, lumierina, brulichio infinito di stelle, silenzio, occhio chiaro, chiaria, deliziosa chiaritа d'argento, vacuitа); l'uso degli aggettivi e delle sinestesie contribuiscono a fornire la dimensione psicologica dell'avvenimento cui Ciarla si sta preparando, la visione della Luna (Grande, placida, come in un grande oceano di silenzio), che alla fine lo farа restare, per lo stupore, sbalordito, estatico.

Pirandello, Luigi (Girgenti, oggi Agrigento 1867 - Roma 1936), scrittore italiano, uno dei massimi drammaturghi del Novecento. Anche se la sua fortuna critica и sempre stata molto controversa (soprattutto in Italia), и uno dei pochi scrittori italiani contemporanei che abbia saputo conquistarsi una fama internazionale: non tanto per il premio Nobel (1934), quanto grazie allo straordinario numero di compagnie che ne mettono in scena i drammi in molti paesi del mondo.
Dopo aver esordito come poeta con Mal giocondo (1889), Pirandello conseguм la laurea in filologia romanza all'Universitа di Bonn. In seguito si dedicт all'insegnamento della letteratura italiana, pubblicando nel 1894 le prime novelle, Amori senza amore. Nello stesso anno sposт Antonietta Portulano, che gli avrebbe dato tre figli. Nel 1901 pubblicт il suo primo romanzo, L'esclusa, che segna il passaggio dal modello narrativo verista allo stile "umoristico", cioи a una caratteristica mescolanza di tragico e comico, che da quel momento avrebbe caratterizzato la produzione pirandelliana. Nel 1903 lo scrittore si trovт improvvisamente in rovina e con la moglie in preda alla pazzia; risale a quest'epoca la stesura della sua migliore opera narrativa, il romanzo Il fu Mattia Pascal (1904). A questo seguirono altri romanzi, tra i quali spiccano I vecchi e i giovani (1913) e Uno, nessuno e centomila (1925-1926), che rappresenta per molti aspetti una specie di consuntivo ideologico finale.
Soltanto intorno al 1910 Pirandello si decise ad affrontare anche le scene, pur avendo scritto fin dall'adolescenza testi teatrali. Dopo aver ottenuto un buon successo con Pensaci, Giacomino! e Liolа (entrambi del 1916), egli precisт i nuclei fondamentali della propria ispirazione con Cosм и (se vi pare) (1917) e Il giuoco delle parti (1918). Ma l'anno decisivo per la notorietа pirandelliana fu il 1921, quando, per la sua audacia sperimentale, il dramma Sei personaggi in cerca d'autore prima venne fischiato a Roma e poco dopo ottenne a Milano un clamoroso successo, che proseguм subito dopo in America e che continua tuttora. A questo seguм il successo della tragedia Enrico IV (1922), che consacrт definitivamente Pirandello fra i massimi drammaturghi mondiali. Fra le numerosissime opere teatrali dello scrittore agrigentino, и necessario ricordare la trilogia del "teatro nel teatro", composta, oltre che dai Sei personaggi in cerca d'autore, da Ciascuno a suo modo (1924) e da Questa sera si recita a soggetto (1930). La produzione novellistica pirandelliana и raccolta nelle Novelle per un anno (1922-1937).
Pirandello и probabilmente l'autore che meglio rappresenta il periodo che va dalla crisi successiva all'unitа d'Italia all'avvento del fascismo. Pochi come lui ebbero coscienza dello scacco subito dagli ideali del Risorgimento e dei complessi cambiamenti in atto nella societа italiana. Sul piano letterario il suo punto di partenza fu, come per gran parte degli autori nati nella seconda metа dell'Ottocento, il naturalismo. Fin dal primo momento perт l'oggetto privilegiato, o pressochй esclusivo, delle rappresentazioni pirandelliane non furono le classi popolari bensм la condizione della piccola borghesia. Da questa prospettiva lo scrittore seppe sviluppare una corrosiva critica di costume, cogliendo in profonditа la crisi delle strutture tradizionali della famiglia patriarcale. Poichй perт anch'egli apparteneva alla piccola borghesia, finм per assolutizzarne i dubbi e le sofferenze, che rappresentт come il segno di una condizione eterna di tutti gli esseri umani. D'altro canto fu proprio la direzione esistenziale e metafisica assunta dalla sua ricerca a portarlo molto vicino alle posizioni di alcuni dei piщ grandi scrittori europei di questo secolo. Paragonato, volta a volta, a Kafka o a Camus, a Sartre o ai drammaturghi del teatro dell'assurdo (Beckett, Ionesco), Pirandello и stato uno dei pochissimi scrittori italiani del Novecento capaci di raggiungere una fama mondiale: ancora oggi i suoi drammi sono, dopo quelli di Shakespeare, i piщ rappresentati in tutto il mondo.
Al centro della concezione pirandelliana sta il contrasto tra apparenza e sostanza. La critica delle illusioni va di pari passo con una drastica sfiducia nella possibilitа di conoscere la realtа: qualsiasi rappresentazione del mondo si rivela inadeguata all'inattingibile veritа della vita, percepita come un flusso continuo, caotico e inarrestabile. In un mondo dominato dal caso e privo di senso, Pirandello conferisce alla letteratura il compito paradossale di mostrare l'inadeguatezza degli strumenti logico-linguistici di interpretazione della realtа. L'arte, espressione del dubbio sistematico, diventa cosм coscienza critica, dovere morale dello scrittore contro le mistificazioni e i falsi miti costruiti dagli scrittori del decadentismo, a cominciare da D'Annunzio
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Ne "la carriola" non и tanto il gesto in sи folle ma tutta la serie di preparativi
dell'insigne avvocato per non farsi scoprire. Quando controlla che non ci sia nessuno fuori della porta, il fatto che chiude la porta stando attento a non fare alcun "cricchio"...
Qui troviamo un' altra eccezionale descrizione pitrandelliana:
"...una cagnetta lupetta bassa,grassa con gli occhi appannati dalla vecchiaja..che dormiva sul tappeto...mi guardava basмta..."
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Luigi Pirandello (1867-1936)
Che cos'и il relativismo pirandelliano?
Pirandello non crede ad una veritа oggettiva, indiscutibile, valida per tutti. Ciascuno vive una "sua" veritа, anzi in se stesso scopre tante veritа, tanti atteggiamenti e stati d'animo, che lo inducono a frantumare la personalitа nella vana ricerca di un'identitа precisa. Cosм и (se vi pare), Uno, nessuno, centomila, sono titoli espressivi di alcune opere che mettono in evidenza l'indecifrabilitа della condizione umana. "Il fatto in sй и un sacco vuoto ", ciascuno lo modifica a suo modo.
Che cosa intende per umorismo?
L'umorismo, dal titolo di un famoso saggio dello scrittore siciliano, non и il comico, semplice avvertimento del contrario, dell'anomalia di una situazione, osservata nella superficie esterna: и il sentimento del contrario, poichй coglie tutta la drammaticitа di un evento, smascherandone i significati profondi, esistenziali (esempio della vecchia signora che si trucca).
Che cos'и la dialettica vita / forma?
Si trova bene espressa nella novella la Carriola. Uno stimato avvocato sente dentro di sй, nel suo io piщ profondo, che l'immagine che gli altri hanno di lui non и autentica. La societа con le sue convenzioni, con le sue ipocrisie, con i suoi falsi valori gli ha costruito una forma, un'apparenza esterna di rispettabilitа, di saggezza (cui sono connessi comportamenti conseguenti), che lo rinchiude, lo limita, lo soffoca, impedendogli di vivere un'esistenza in consonanza con le sue piщ segrete aspirazioni, con l'immagine che lui ha di se stesso: "Ho nausea, orrore, odio di questo che non sono io, che non sono mai stato io". И prigioniero, ma non puт fuggire dal suo ruolo, perchй tutto non avrebbe piщ alcun senso. Si rifugia in un gesto di libertа privato, solitario, noto solo a lui e alla "vecchia cagna lupetta". Tale tema, l'identitа ambigua e sdoppiata tra una realtа interiore ed una maschera esteriore, sociale, si ritrova anche nel Fu Mattia Pascal, in cui alla fine il protagonista rinuncia ad un'identitа precisa e definita, accettando la situazione irreale in cui vive (porta simbolicamente i fiori sulla "sua" tomba). Affine allo smarrimento esistenziale dell'uomo и il tema della follia, che l'autore ebbe anche modo di conoscere di persona per la malattia psichica della moglie. Se l'uomo и rinchiuso nella maschera, in una forma ipocrita e falsa, la follia и una specie di condizione liberatoria, in cui il conflitto interiore и reso evidente: il folle puт guardare con autenticitа alla vita
Che cosa intende per teatro nel teatro?
Pirandello ha rifiutato sia un teatro mimetico, capace di riprodurre secondo verosimiglianza la realtа comune, sia l'estetismo dannunziano. Il suo и un teatro non di fatti, di vicende, d'intrecci, ma di parole, di ragionamenti, di scandaglio della personalitа. In Sei personaggi in cerca d'autore (1921) non rappresenta una commedia (o meglio una tragedia) giа fatta, ma che si sta facendo. Toglie ogni verosimiglianza alla finzione teatrale, introducendo personaggi che, nati dalla mente di un autore, non hanno ricevuto vita scenica e che dunque chiedono ad una compagnia di attori di essere rappresentati, perchй solo cosм potranno esistere, avere un senso. Ma la vicenda и tanto complicata ed assurda che gli attori rinunciano a rappresentarla. Il teatro quindi serve a manifestare il tormento interiore ("il tragico conflitto tra la vita che di continuo si muove e la forma che la fissa, immobile"), il cavilloso dibattersi della coscienza tra possibilitа irresolubili.
Perchй ha usato l'espressione "uno stile di cose"?
Lo scrittore siciliano nel 1920 dedicт un saggio a Verga, riconoscendone il magistero stilistico, pur sentendosi lontano dai canoni veristi dell'oggettivitа e dell'impersonalitа. In tale scritto operт una distinzione tra "stile di cose" e "stile di parole". Quest'ultimo, и evidente il riferimento polemico al preziosismo dannunziano, utilizza un linguaggio raffinato, elaborato, alla ricerca di effetti estetici, ma rimane estraneo alla drammaticitа dell'esistenza. Lo stile di cose, invece, ha coscienza della tragicitа dell'esistenza e si avvale di un linguaggio essenziale, pregnante, capace di rendere la nuditа della condizione umana
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Pirandello
Drammaturgo e narratore italiano nato ad Agrigento nel 1867 e morto Roma nel 1936. Si laureт a Bonn nel 1891 con una tesi di fonetica e morfologia, relativa al dialetto agrigentino, e si diede all'insegnamento, occupando dal 1897 al 1922 la cattedra di stilistica, e poi di letteratura italiana, presso l'Istituto Superiore di Magistero di Roma. In questo primo periodo della sua vita fu colpito da penose vicende familiari (contrasti d'interesse tra il padre, ex garibaldino, e il suocero, gravi rovesci finanziari del primo, perdita della ragione da parte della moglie, dominata da una forma ossessiva di gelosia), le quali concorsero a determinare la concezione pessimistica dell'esistenza che caratterizzт le opere dello scrittore. I primi interessi del Pirandello furono di natura critica e lirica. L'opera poetica, concentrata nei primi primi decenni dell'attivitа pirandelliana, occupa un posto marginale e rivela influenze varie (Carducci, Graf) . Il passaggio alla narrativa sembra sia avvenuto su suggerimento di L. Capuana. Nel gruppo dei romanzi fa spicco "Il fu Mattia Pascal" del 1904, dove Pirandello dimostra di avere superato i limiti veristici degli esordi. Ampia e ambiziosa и la struttura de "I vecchi e i giovani" del 1909, un romanzo questo,ambientato in Sicilia e a Roma all'epoca delle lotte dei Fasci siciliani e dello scandalo della Banca Romana che, caratterizzato da un profondo pessimismo storico, pone in luce il contrasto tra ideale e realtа postrisorgimentale. Da ricordare inoltre "Si gira" del 1915, ambientato nel mondo del cinema, e "Uno, nessuno e centomila" del 1925, opera rappresentativa in senso ideologico. La misura narrativa congeniale a Pirandello fu comunque quella della novella, spesso breve, talvolta ampia. Ricordiamo le "Novelle per un anno" (raccolte in 15 volumi, a iniziare dal 1922, ma la cui stesura e pubblicazione ebbe inizio fin dal 1894 e venne interrotta soltanto dalla morte dello scrittore). Al di lа del giudizio di chi antepone Pirandello novelliere a Pirandello drammaturgo, rimangono la straordinaria ricchezza e varietа di questa immensa galleria di tipi e di casi umani, in massima parte ambientati o in Sicilia o a Roma, non senza aperture sul mondo popolare, paesano, di contadini, di minatori, ma con una prevalenza di quadri del mondo borghese, da cui Pirandello proveniva e in mezzo al quale viveva. Ricordiamo ancora "Prima notte", "Ciаula scopre la luna", "La giara". L'arco produttivo delle Novelle per un anno consente di seguire l'evoluzione dell'arte pirandelliana dal verismo degli esordi all'inquietante libertа fantastica delle ultime novelle. Al teatro Pirandello si dedicт continuativamente quando era ormai cinquantenne, trovando in esso il mezzo congeniale per esprimere la sua inesauribile vena dialettica.Tra le varie interpretazioni del teatro pirandelliano, fa spicco "Maschere nude".Dal teatro borghese Pirandello prende l'ispirazione per scrivere "Liolа" e "Pensaci Giacomino" nel 1916, "Il berretto a sonagli", (scritta originariamente in dialetto dialetto come Liolа), e "Il piacere dell'onestа" nel 1917, "Il giuoco delle parti" nel 1918. Abbiamo poi "Sei personaggi in cerca d'autore" del 1921, che segna una data nella storia del teatro contemporaneo, come opera di concezione nuova, che oppone i personaggi, rivendicanti la loro autonoma esistenza, agli attori. Seguiranno "Ciascuno a suo modo" nel 1924, che che oppone personaggi della vita a personaggi della finzione scenica, e "Questa sera si recita a soggetto" nel 1930. Tra i capolavori di Pirandello va ricordato "Enrico IV" del 1922.Tra le opere di questo periodo meritano ancora rilievo "Vestire gli ignudi" del 1922 e "L'uomo dal fiore in bocca" del 1923, "Come tu mi vuoi" del 1930, "Trovarsi" del 1932, "Quando si и qualcuno" del 1933. Ebbe il premio Nobel per la letteratura nel 1934. Infine ricordiamo l'incompiuto "I Giganti della Montagna" del 1937.

Esempio



  


  1. avicii

    I diversi punti di vista dell'autore nella novella:"Ciàula scopre la luna" di Luigi Pirandello