Macchiavelli

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Testo

NICCOLO’ MACCHIAVELLI (1469-1527)

Nasce da nobile ed antica famiglia fiorentina. Non sappiamo nulla sulla sua giovinezza almeno
fino al 1498, anno in cui scrisse una lettera che conteneva una critica serrata all'azione politica
del Savonarola. Nello stesso anno fu nominato segretario della cancelleria fiorentina, ottiene
presto incarichi diplomatici fuori di Firenze. Gli incarichi più importanti li ottenne però nel
1506, quando la calma della situazione italiana fu sconvolta dal pontefice Giulio n e dal rè di
Francia Luigi XE. Nello stesso anno fu inviato presso il Papa, nel 1507 , in Germania,
dall'imperatore e nel 1509 a Pisa dove l'esercito fiorentino era riuscito a sconfiggere i pisani
dopo anni di assedio. Il Macchiavelli nono si limitava ad osservare le mosse della diplomazia ,
ma dava anche consigli al governo di Firenze che si trovava coinvolta nella crisi degli stati
italiani. Questi consigli furono messi per scritto fra il 1502 e il 1503 :

Discorso sulla provvisione del danaio
Del modo di trattare i popoli della Valdichiana ribellati
Descrizione del modo tenuto dal duca Valentino nello ammazzare Vitellozzo Vitelli
Ritratto delle cose di Francia
Ritratto delle cose della Magna(Germania)

Cambia intanto la situazione a Firenze : viene restaurata la dominazione medicea e Machhiavelli
nel 1512 è in esilio a S. Casolano. Durante questo forzato riposo scrisse le sue opere più
importanti :

Discorso sopra la prima decade di Tifo Livio
II Principe

Con queste due opere il Macchiavelli fondava una scienza autonoma : la politica. Grazie a lui
questa materia fu definitivamente separata dalla morale e dalla religione.
Dedicò il Principe, sua opera maggiore a Giuliano de Medici nell'estremo tentativo di rientrare
a Firenze, ma non ci riuscì. Egli continuò a scrivere e a meditare in solitudine. Compose quindi :

Dialoghi sopra l'arte della guerra
Discorso sopra il riformare lo stato di Firenze
Istorie fiorentine

Intanto i medici cominciarono a servirsi di lui per storie di modesta portata.
Scrisse anche opere di carattere più letterario :

L'asino d'oro
Andria
Clizia
Mandragola

Questultima fu una delle più belle commefiV-e dgLCinquecento.
Gli ultimi anni della sua vita furono scossi da tragici avvenimenti politici legati alla discesa in
Italia di Carlo V e al sacco di Roma del 1527.

IL PRINCIPE

Fu scritto di getto tra l'agosto e il dicembre del 1513, segno quindi di una politica militante e
non ricerca speculativa come troviamo nei discorsi. L'opera tratta di che cosa è un principato, di
come si fa ad acquistarlo e di come si può perdere, m realtà Macchiavelli è interessato solo ai
mezzi per creare un nuovo principato e ai mezzi per mantenerlo che in realtà sono solo due : la
prudenza e le armi cioè la forza, dato che la vita degli stati si regge su reciproci rapporti di forza.
I capitoli contengono i seguenti argomenti :

I-IV forme di potere
V-VII mezzi per organizzare un nuovo principato
XII-XIV utilità nell'avere proprie milizie
XV-XXII mezzi per mantenere e difendere un principato
XXIV come i principi italiani hanno perduto il loro stato
XXV virtù e fortuna del Principe
XXVI esorta il principe Lorenzo, a cui solo successivamente dedica l'opera, a liberare lo
stato dallo straniero e a fondare uno stato unitario.
Importante è il concetto che Macchiavelli ha della fortuna :
è per lui un fattore imponderabile, determinato dalle circostanze e a cui l'uomo può opporre solo
la sua virtù.
Macchiavelli fu un grande scrittore e pensatore : il suo stile era rapido e conciso.

NICOLAUS MACLA VELLUS
ad MA GNIFICUM LA URENTIUM MEDICEM

Sogliono el più delle volte coloro che desiderano acquistare grazia appresso uno principe, farseli
incontro con quelle cose che infra le loro abbino più care o delle quali vegghino lui dilettarsi ;
donde si vede molte volte essere loro presentati cavalli arme, drappi d'oro, prete preziose e
simili ornamenti, degni della grandezza di quelli. Desiderando io adunque offrirmi alla vostra
Magnificenzia con qualche testimone della servitù mia verso di quella, non ho trovato intra la
mia suppellettile cosa, quale io abbia più cara o tanto esistimi, quanto la cognizione delle azioni
delli uomini grandi, imparata con una lunga esperienza delle cose moderne et una contyinua
lezione delle antique[...].
Pigli adunque vostra Magnificenzia questo piccolo dono con quello animo che io lo mando ; il
quale se da quella fia diligentemente considerato e letto, vi conoscerà drento uno estremo mio
desiderio, che lei pervenga a quella grandezza che la fortuna e le altre sue qualità li
promettano^..].

CAP.I

Tutti li stati, tutti e' domimi che hanno avuto et hanno imperio sopra li uomini, sono stati e sono
repubbliche o principati. E ' principati sono ereditarii, de quali el sangue del loro signore ne sia
suto lungo tempo principe, o e' sono nuovi. E' nuovi, o sono nuovi tutti, come fu Milano a
Francesco Sforza, o sono come mèmbri aggiunti allo stato ereditario del Principe che li acquista,
come è el regno di Napoli al rè di Spagnai..].

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