Letteratura dal mondo feudale alla nascita della lirica

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Testo

CAPITOLO 1

1. Dal mondo feudale al mondo dei Comuni: la nascita della cultura volgare
Intorno all’anno 1000 le città sono in decadenza e i castelli diventano i nuovi centri politici.
La lingua usata è il latino: la conoscono i letterati e sono quasi solo clerici.
Si affermano i diversi volgari nella penisola spagnola, in Francia e in Italia.
Alla fine del XI sec. nasce in Francia, in Spagna e in Germania la letteratura volgare.
Nuovi generi: la lirica, il romanzo e l’epica cristiana.
I primi testi letterari in volgare in Italia arrivano nel XIII sec.

2. Il tempo e luoghi
In Francia, nelle Fiandre, in Germania, in Italia i comuni cominciano ad affermarsi attorno al 1100.
In Italia c’è una situazione diversa rispetto agli altri paesi: si arriva a un compromesso tra famiglie feudali e ceto mercantile che fa sì che i comuni italiani divengano vere e proprie città stato.
Rimane estraneo al movimento tutto il meridione.
I comuni se sono ghibellini appoggiano l’impero; se sono guelfi appoggiano il papato.

3. Urbanizzazione e nascita della borghesia mercantile
A partire dal 1000 si assiste a una ripresa della vita nelle città.
Si crea in vaste zone dell’Italia centro-settentrionale un sistema economico unitario città-campagna.
Da questo momento i contadini cessano di essere servi della gleba e diventano affittuari del loro terreno (mezzadria).
Oppure fuggivano dai campi e si rifugiavano nelle città dove si trasformavano in operai e salariati.
Compare fra la classe dei nobili e quella dei servi della gleba una nuova classe, quella dei mercanti.
Il Mar Mediterraneo è ormai completamente dominato dalle Repubbliche Marinare (Amalfi, Pisa, Genova, Venezia).
Dai consoli al Podestà.
Popolo grasso = mercanti e uomini d’affari più ricchi.

4. L’organizzazione della cultura nella città comunale: l’università
Il processo di urbanizzazione porta allo sviluppo di centri di insegnamento legati a ordini religiosi.
Nascono poi le Università autonome dalla chiesa in cui i professori possono essere retribuiti direttamente dagli studenti.
Le università possono rilasciare titoli.
Si assiste a una laicizzazione della cultura.
Nel sud le prime università si sviluppano per iniziativa di Federico II di Svevia.

Le università possono avere quattro facoltà: Arti - trivio – grammatica quadrivio-aritmetica
Retorica geografia
Dialettica musica
Medicina astronomia
Diritto
Teologia

6. I nuovi intellettuali
Gli intellettuali erano i chierici raramente trovatori e giullari.
Nel ‘200 esibiscono competenze specifiche come dettare e l’arte di divulgare.

7. L’uso del volgare in pubblico, la scrittura e il libro
I nuovi intellettuali si rivolgono al nuovo pubblico formato dal ceto mercantile e dalle élite politico-amministrativa cittadina.
Un settore di pubblico è costituito anche da donne.

9. La letteratura, le poetiche, gli stili
La teoria degli stili:
• stile tragico (Eneide di Virgilio)
• stile comico (Georgiche di Virgilio) latino
• stile elegiaco (Bucoliche di Virgilio)

CAPITOLO 2

1. I movimenti religiosi nel XIII secolo
Nel XIII secolo la produzione letteraria di argomento religioso trae alimento dal dibattito sulla necessità di un rinnovamento della chiesa e dalla nascita di movimenti evangelici e pauperistici.
Essi si rifanno direttamente allo spirito e alla lettera dei Vangeli e al modello di vita.
Nel secolo XI ci fu un movimento popolare.
Nel secolo successivo numerose eresie.
Seconda metà del XII nasce il movimento dei Valdesi.
Corpo dottrinale della chiesa attaccato: è il caso dei Catari.
Sfiorava l’eresia anche il Gioacchinismo ispirato a una visione escatologica e millenaristica.
La reazione della chiesa e la repressione, successivamente incoraggiò una reazione ideologica attraverso la diffusione dei frati predicatori e l’assunzione di movimenti pauperistici. Il Giubileo segnò la sconfitta della rivolta eretica.

2. Gli ordini mendicanti: domenicani e francescani
L’ordine domenicano fu fondato dallo spagnolo Domenico di Calaruega, egli era convinto che solo l’arma della persuasione e della battaglia teorico-religiosa poteva sconfiggere i movimenti di protesta.
I domenicani erano difensori dell’ortodossia, essi si integrarono facilmente nelle strutture ecclesiastiche dominanti.
I francescani si ispiravano alla vita di Cristo e cercavano di imitarla. Francesco sosteneva che i membri della comunità dovevano vivere del proprio lavoro senza possedere beni materiali.
Nel democraticismo francescano è avvertibile un’istanza antiborghese.
La regola di san Francesco dovette subire trasformazioni per essere accettata dalla Chiesa, il che avvenne nel 1223 con Onorio III.
Dopo la morte di san Francesco i suoi seguaci si divisero:
• gli spirituali, che rimanevano fedeli alla Regola originaria
• i conventuali, che accettavano le attenuazioni della Regola, avvicinandosi alle strutture già consolidate della Chiesa.

3. I generi e le aree geografiche
Nel medioevo tutta la produzione letteraria tende a essere religiosa; oltre a san Francesco ne sono protagonisti anche: Jacopone da Todi e Giacomino da Verona (francescani) e Bonvesin da la Riva (laico).
Spesso la produzione letteraria religiosa era scritta in latino.
Si possono distinguere due generi poetici prevalenti:
• il poemetto narrativo e didattico
• la lauda

5. La lauda
Lauda = lode
Si tratta si lodi alla Madonna e poi anche a Cristo e ai Santi. Compare nell’anno dell’Alleluja (1233), secondo la testimonianza lasciataci nella sua vivacissima Cronica in latino da Salimbene de Adam.
All’inizio erano litanie e lamentazioni, poi divennero canzone a ballo (o ballata).
Nascono confraternite dei laudesi, che cantano le lodi della Vergine.
La lauda raggiunge il massimo della sua diffusione orale nell’anno 1260.
Le compagnie che le cantano si diffondono ad Arezzo, Gubbio, Assisi, Cortona, Fabriano, Urbino, Siena e poi anche a Firenze e a Roma.
Nella lauda si ha l’alternanza fra la voce del solista e il coro dei fedeli.

6. Francesco d’Assisi: un mondo e una poesia nuovi
Francesco nasce ad Assisi il 26 settembre del 1182 (o 1181).
Nel 1207 Francesco rinuncia formalmente all’eredità, con rifiuto radicale della proprietà privata. Inizia così a mendicare e la cura dei malati.
Nel 1219 conduce un viaggio pacifico in Terra Santa.
Poco prima della morte (3 ottobre 1226) Francesco compose una lauda in volgare umbro: le Laudes creaturarum o Cantico di frate sole.
L’ “estremismo” di Francesco si accompagna all’ottimismo nei confronti dell’individuo.
Il Cantico di frate sole venne considerato strumento di propaganda religiosa con destinazione di massa e scelse il volgare. La funzione ideologica della lauda è doppia:
• opporsi al pessimismo apocalittico medievale
• contrastare l’eresia catara
In nome dello stesso bisogno di mettere in relazione cielo e terra, valori e fenomeni, da tale letteratura sarebbe nato il capolavoro della Commedia.

7. L’estremismo ideologico ed espressivo di Jacopone da Todi
Nasce a Todi nel 1236 (forse) .
Jacopone non vive il rapporto fiducioso e ottimistico con la natura, ma la sua lotta è tragica e sfiduciata.
Costruisce un sistema fatto di eccessi, di disarmonie, di negazioni, di contrasti, di paradossi, senza che si giunga mai a scoprire un orizzonte rasserenante e positivo.
La vita di Jacopone appare segnata da una contrapposizione violenta e radicale ruotante attorno la conversione avvenuta nel 1268.
La morte improvvisa e tragica della moglie e il ritrovamento di un cilicio sulle carni di lei, lo avrebbero spinto alla conversione. La seconda parte della vita è segnata dal rifiuto di tutti i valori mondani, compresa la cultura. Dopo dieci anni riuscì a farsi accogliere nell’ordine francescano come frate laico (1278).
Dopo aver invitato Celestino V ad affrontare coraggiosamente la riforma della chiesa, si trovò, in seguito all’abdicazione di questi, schierato contro il successore Bonifacio VIII.
Si unì ai cardinali di Colonna e firmò (1297) il manifesto che dichiarava nulla l’elezione di Bonifacio. Fu travolto dalla reazione papale subendo la scomunica e l’arresto. Dal carcere, Jacopone inviò fiere epistole a Bonifacio, predicendogli la dannazione eterna e supplicandolo, al tempo stesso, di liberarlo dalla scomunica. Venne liberato e gli fu revocata la scomunica nel 1303.
A testimonianza della sua cultura stanno alcune opere latine, tra cui la celebre sequenza dello Stabt mater.
I temi di Jacopone si rivelano profondamente rinnovati rispetto alle laudi delle confraternite laiche.
Jacopone invoca malattie e sofferenze, anche per questo è aggredito nelle sue pretese intellettuali.
La scelta “politica” del dialetto umbro popolare non esclude il ricorso a termini e forme dalla più varia provenienza: il latino ecclesiastico, il gergo giuridico, la lirica d’amore.

CAPITOLO 3

1. La nascita della lirica. Una poesia di corte: l’eredità provenzale
La poesia lirica nasce in Italia alla corte siciliana di Federico II di Svevia, per poi diffondersi soprattutto in Toscana. La letteratura francese inizia già nel XI secolo. Nel Nord della Francia si parla e si scrive la lingua d’oil (dal modo di dire sì), nel Sud, e in particolare in Provenza, si parla invece la lingua d’oc e il genere prevalente è quello lirico.
La letteratura provenzale inizia tra il XI e il XII secolo e finisce nel 1208-1209 dalla crociata contro gli Albigesi. Il suo centro è la corte, che è un’istituzione politica e sociale del sistema feudale. In essa ha sede il signore, che ha giurato fedeltà come vassallo al suo re; con lui ci sono i cavalieri, le donne di palazzo, pochi religiosi …
L’aspetto sociale si lega e reale si lega profondamente a quello culturale e simbolico.
L’amore è l’argomento principale della lirica, del romanzo, ma anche del trattato; in particolare Andrea Cappellano nel De Amore, scritto fra il 1174 e il 1204.
La lirica provenzale è prodotta soprattutto dalla piccola nobiltà dei cavalieri poveri o addirittura dai menestrelli.
Il poeta provenzale è il trovatore, cioè colui che inventa dei tropi o melodie. Il teso scritto è un supporto per la diffusione orale, spesso affidata ai giullari.
La poesia trobadorica si basa su un alto grado di stilizzazione e di ritualità, essa propone un numero piuttosto limitato di temi e situazioni ricorrenti. Il nome dell’amata è sostituito spesso con un nome falso (senhal).
I trovatori furono numerosissimi. Fra i più noti vanno ricordati Raimbaut d’Aurenga e Bernart de Ventadorn (attivi tra il 1150 e il 1180); Bertran de Born, poeta guerriero, e Guirat de Bornhel, della generazine successiva. Il primo fu Guglielmo IX vissuto tra il 1071 e il 1126.

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