La solitudine del Deserto dei Tartari

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Testo

SOLITUDINE
La solitudine nel romanzo “Il deserto dei tartari” di Dino Buzzati puт essere considerata una conseguenza dell’alienazione e dell’incomunicabilitа in quanto una persona, che si isola e non riesce ad avere rapporti con gli altri, si distacca da ogni situazione, non puт avere amici ed и quindi sola: neanche essa stessa puт confortarla anche perchй fondamentalmente si rifiuta.
- pag. 8....”cosм Drogo fissava lo specchio, vedeva uno stentato sorriso sul proprio volto, che invano aveva cercato di amare.......”
Durante il viaggio verso la Fortezza il senso di solitudine si accresce nell’animo di Giovanni.
- pag. 13 ...”non c’erano lumi, neppure voci di uccelli notturni, solo di tanto in tanto arrivava suono di acque lontane. Provт a chiamare ma gli echi gli respinsero la voce con timbro nemico...”.
Nel suo cammino finalmente incontra un uomo ed egli spera di poter trovare in lui una persona amica con cui comunicare e poter spazzare via dal suo animo quel senso di solitudine che lo opprime, ma purtroppo rimane deluso.
- pag. 14 ......”Giovanni si fermт, fece portavoce con le mani e rispose con tutto il fiato. Niente! Desideravo salutarla!. Era una spiegazione stupida...Drogo se ne pentм immediatamente. In che razza di ridicolo impiccio era andato mai a cacciarsi, tutto
perchй non era capace di bastare a se stesso....”.
Alla vista della Fortezza il nostro protagonista si rende conto di non provare quella gioia in cui tanto aveva sperato, di perdere tutta la sua sicurezza e di provare solo desolazione: la Fortezza gli appare infatti come una landa disabitata.
- pag. 23 ....”E dietro, che cosa c’era? Di lа di quell’ospitale edificio, di lа dei merli, delle casermate delle polveriere, che chiudevano la vista, quale mondo si apriva? Come appariva il regno del Nord, il pietroso deserto per dove nessuno era mai passato? La carta....segnava al di lа del confine una vasta zona con pochissimi nomi, ma dall’alto della Fortezza si sarebbe visto almeno qualche paese, qualche prato, una casa, oppure soltanto la desolazione di una landa disabitata? Egli si sentм improvvisamente solo e la sua baldanza di soldato, cosм disinvolta come allora, fino a che duravano le placide esperienze di guarnigione, con la comoda casa con gli amici allegri sempre alт fianco, con le piccole avventure nei giardini notturni, tutta la sicurezza di sй gli era venuta di colpo a mancare....”.
L’ambiente della Fortezza completamente distaccata dal mondo fa si che Drogo si senta spaesato e provi un incolmabile senso di solitudine.
- pagg. 35-36 .....”molte volte egli era stato solo....smarrito per la campagna, altre volte nella cittа notturna, nelle vie abituate ai delitti, e persino la notte prima, che aveva dormito per la strada. Ma adesso era una cosa ben diversa...e lui sedeva nella sua camera, alla luce della lampada, sul bordo del letto, triste e sperduto. Adesso si
capiva sм capiva sul serio che cosa fosse solitudine... . Tutti erano stati gentili con lui....ma adesso di lui se ne infischiavano, l’avevano giа completamente dimenticato..... Nessuno per la durata dell’intera notte sarebbe entrato a salutarlo; nessuno in tutta la Fortezza pensava a lui e non solo nella Fortezza, probabilmente anche in tutto il mondo non c’era un anima che pensasse a Drogo; ciascuno ha le proprie occupazioni, ciascuno basta appena a se stesso, persino la mamma, poteva darsi, e persino lei in questo momento aveva in mente altre cose....era seduto dunque sul bordo del letto, la testa un po' piegata in avanti, la schiena curva, gli sguardi atoni e pesanti, e si sentiva solo come mai nella vita....”.
Anche da cose insignificanti Drogo si rende conto quanto gli pesa la solitudine.
- pag. 83... “che triste sbaglio, pensт Drogo, forse tutto и cosм, crediamo che attorno a noi ci siano creature simili a noi e invece non c’и che gelo, pietre che parlano una lingua straniera, stiamo per salutare l’amico ma il braccio cade inerte, il sorriso si spegne, perchй ci accorgiamo di essere completamente soli......”.
Le regole della ferrea vita militare non aiutano certamente a stabilire dei rapporti amichevoli, gli stessi turni di guardia fanno sм che i soldati rimangano in solitudine senza poter parlare con nessuno e condividere responsabilitа.
- pag. 91 ....”le sentinelle non si scorgevano perchй troppo lontane. ....per ventiquattro ore nella solitaria ridotta l’unico comandante sarebbe stato Drogo. Qualsiasi cosa fosse successo non si potevano domandare aiuti. Anche se fossero arrivati i nemici il
fortino doveva bastare a se stesso. Il Re medesimo fra quelle mura, per ventiquattro ore, contava meno di Drogo...”.
La solitudine rende le persone tristi, sconsolate e nello stesso tempo agitate, basterebbe la presenza di un amico per dissolvere tutto ciт.
- pag. 91 ...”Fosse il pensiero di essere completamente solo a comandare il fortino, fosse la vista della landa disabitata, fosse il ricordo del sogno di Augustina, Drogo sentiva ora crescergli attorno, col dilatarsi della notte, una sorda inquietudine...”.
Il senso di solitudine attanaglia sempre di piщ il nostro protagonista che non riesce a stabilire un contatto umano all’interno della Fortezza.
- pag. 96 ....”Con l’andare della notte Drogo si sentiva piccolo e solo, Tronk gli era troppo diverso per potergli servire da amico. Oh, se avesse avuto accanto i compagni, magari uno soltanto, allora sм sarebbe stato diverso, Drogo avrebbe anche trovato la voglia di scherzare e aspettare l’alba non gli avrebbe causato pena...”.
Anche l’apparizione di un semplice cavallo senza cavaliere acuisce il senso di solitudine presente in tutto il romanzo.
- pag. 99 ...”il cavallo, rimasto solo, era andato a cercare salvezza, ...”.
Ritornato in cittа, per una licenza, Drogo si sente piщ solo che mai, un uomo vuoto, che non riesce piщ ad apprezzare nй la sua infanzia, nй la sua casa.
. pagg. 159-160...”Seduto in salotto, mentre tentava di rispondere alle tante domande, sentiva mutarsi la felicitа in tristezza svogliata. La casa gli pareva vuota in confronto
ad un tempo....Tutto il mondo viveva dunque senza alcun bisogno di Giovanni Drogo....”.
Ormai Drogo si sente dimenticato da tutti e non riesce ad inserirsi nella cittа.
- pag. 160...”Straniero, girт per tutta la cittа in cerca di vecchi amici, gli seppe occupatissimi negli affari, in grandi imprese, nella carriera politica. Gli parlarono di case serie e importanti...Qualcuno lo invitт a pranzo, qualcuno si era sposato, tutti avevano preso vie diverse e in quattro anni si erano giа fatti lontani. Per quanto tentasse (ma anche lui forse non era piщ capace) non riusciva a far rinascere i discorsi di un tempo, gli scherzi, i modi di dire. Girava la cittа in cerca di vecchi amici - ed erano stati molti - ma finiva per ritrovarsi solo su un marciapiedi, con tante ore vuote davanti prima di far venire la sera....”.
Invano cerca di inserirsi nell’ambiente cittadino e famigliare.
- pag. 160 ...”riprese ad odiare la via che lo riconduceva a casa solitario, sempre uguale e deserta.....”.
- pag. 161...”Invano Drogo tentт di bere, invano rise senza senso, neanche il vino piщ gli serviva...Tramontando le stelle, rimase Drogo, fra le nere ombre vegetali, a vedere sorgere il giorno, mentre ad una ad una le carrozze dorate si allontanavano dal palazzo...”.
Anche l’atteggiamento della mamma и cambiato nei suoi confronti e ciт gli dа la misura della sua grande solitudine ed estraneitа alla famiglia.
- pagg. 162 - 163 ...”in veritа la mamma non aveva risposto, i passi notturni del figlio piщ non la potevano destare come una volta, si erano fatti come estranei, quasi il loro suono fosse col tempo cambiato....Ma adesso dunque non piщ....Invece nessuno gli aveva risposto fuori che il rotolio della lontana carrozza...Eppure gliene restava, mentre si disponeva ad entrare nel letto, un impressione amara, quasi l’affetto di una volta si fosse appannato, come se fra loro due il tempo e la lontananza avessero lentamente disteso un velo di separazione...”.
La solitudine rende la vita invivibile, inaridisce l’uomo e gli toglie ogni speranza.
- pag. 208...”a poco a poco la fiducia si affievoliva. E’ difficile credere in una cosa quando si и soli e non se ne puт parlare con nessuno. Proprio in quel tempo Drogo si accorse come gli uomini, per quanto possano volersi bene, rimangano sempre lontani; che se uno soffre, il dolore и completamente suo, nessun altro puт prendere su di sй una minima parte; che se uno soffre, gli altri per questo non sentono male, anche se l’amore и grande, e questo provoca la solitudine della vita....”.
La solitudine perseguita Drogo per tutta la sua permanenza alla Fortezza.
- pag. 212...”la vita alla Fortezza si и fatta sempre piщ monotona e solitaria....”.
Il nostro protagonista riprende un mese di licenza ma dopo venti giorni ritorna al presidio militare in quanto in cittа si sente ancora piщ solo.
- pag. 213...”la cittа gli и ormai diventata completamente estranea, i vecchi amici hanno fatto strada...Anche la sua casa, che pure Drogo continua ad amare, gli riempie
l’animo, quando lui ci ritorna di una pena difficile a dire. La casa и quasi ogni volta deserta, la stanza della mamma и vuota per sempre, i fratelli sono perennemente in giro...nelle sale non ci sono piщ segni di vita familiare, le voci risuonano esageratamente, e aprire le finestre al sole non basta....”
L’ambiente della Fortezza diventa per Drogo sempre piщ deprimente e solitario.
- pag. 218...”vasti settori di mura erano incustoditi e di lа penetravano i pensieri del buio, la tristezza di essere soli. Come una sperduta isola era infatti il vecchio forte attorniato da territori vuoti: a destra e a sinistra le montagne, a sud la lunga valle disabitata e dall’altra parte la pianura dei tartari...”.
La malattia acuisce il senso di solitudine di Giovanni anche perchй egli si sente non solo abbandonato ma anche tradito.
- pag. 230...”si sentiva orribilmente solo, fra gente nemica...”.
- pag 234.. ” isolato da tutto, Drogo se ne stava teso ad ascoltare il proprio corpo...”.
Praticamente mandato via dalla Fortezza perchй ormai malato ed inutile, Drogo, salito in carrozza mentre si allontana riflette sulla sua vita e quindi sulla sua solitudine.
- pag. 241...”Nulla, proprio nulla restava disponibile a favore di Drogo, egli era solo al mondo, malato, e l’avevano cacciato via come un lebbroso....”.
Il nostro protagonista si compiange.
- pag. 244...”povero Drogo, si disse e capiva come ciт fosse debole, ma dopo tutto
egli era solo al mondo e fuorchй lui stesso nessun altro lo amava.....”.
La morte si avvicina e troverа Drogo da solo.
. pag. 247...”lui solo al mondo e malato, respinto dalla Fortezza come peso importuno....Tutto succederа nella stanza di una locanda ignota, al lume di una candela, nella piщ nuda solitudine...Non c’и nessuno che guardi...”.
Solo, come era vissuto, solo muore ma con il sorriso sulle labbra in quanto il vecchio soldato affronta la morte con dignitа trasformandola in una solitaria vittoria.
- pag.250...”Poi nel buio, benchй nessuno lo veda, sorride....”.

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