Materie: | Appunti |
Categoria: | Letteratura |
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Data: | 26.07.2001 |
Numero di pagine: | 2 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
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Testo
LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA
La tempesta è passata:
odo gli uccelli fare festa, e la gallina
tornata lungo la via,
che ripete il suo verso. Ecco che il sereno
irrompe da ovest, verso la montagna;
la campagna si libera delle nubi,
e il fiume nella valle appare chiaro.
Ogni cuore si rallegra, da ogni parte
riprende il vociare del borgo
si riprendono gli abituali lavori.
L'artigiano per guardare il cielo umido,
con l'oggetto del suo lavoro in mano, cantando
si affaccia sull'uscio; a gara
esce la fanciulla per raccogliere l'acqua
della pioggia recente;
e il venditore di ortaggi ripete
di sentiero in sentiero
il richiamo di tutti i giorni.
Ecco che ritorna il Sole, ecco che sorride
per le colline e i gruppi di case. La famiglia
apre i balconi e le terrazze:
e, dalla via maestra, odi un lontano
tintinnio di sonagli; stride il carro del
passeggero che riprende il suo cammino.
Ogni cuore si rallegra.
Quando come ora la vita è
così dolce, così gradita?
Quando l'uomo si dedica alle sue occupazioni
con tanto amore?
O torna all'opera? o intraprende una cosa nuova?
Quando si ricorda meno dei suoi mali?
Il piacere è generato dall'angoscia;
una gioia vana, che è frutto
del male cessato, a causa del quale si turbò
e temette la morte
anche chi prima ripugnava la vita;
a causa del quale in un lungo tormento,
agghiacciate, ammutoliti, pallidi
gli uomini provarono timore e turbamento, vedendo
scatenati contro di noi
fulmini, nubi e vento.
O natura generosa,
sono questi i tuoi doni,
sono queste le gioie
che tu porgi ai mortali. Sfuggire ad un dolore
è motivo di gioia per noi.
Tu spargi abbondantemente le sofferenze; il dolore
ne deriva spontaneo: e quel tanto di piacere
che per prodigio o per miracolo talvolta
nasce dall'angoscia precedente, è un gran vantaggio. Genere
umano caro agli dei! assai felice
se ti è concesso di trarre un sospiro di sollievo
dopo un dolore: beato
se la morte ti guarisce da ogni dolore.
• la descrizione si basa su elementi vaghi ed indefiniti. Dunque non è una scena oggettiva, ma è filtrata dall'immaginazione.
• il concetto centrale della seconda parte è che il piacere è "figlio dell'affanno". Ne emerge una natura nemica, e il piacere è considerato inesistente, illusorio.
• le due parti hanno un denominatore comune nel ritmo illusione/consapevolezza del vero: alle scene piene di gioia di vita subentra poi la consapevolezza della negazione agli uomini della felicità. Ciascuno dei due poli è dunque necessario.
• mentre la prima parte ha un ritmo più scorrevole, la seconda è più tesa e drammatica.
• le rime sono più frequenti nella prima parte.