L'indagine psicologica del conflitto morale umano.

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Testo

Petrarca: l’indagine psicologica del conflitto morale umano.

Nei 366 testi del Canzoniere, Petrarca, al di là d’alcuni componimenti di carattere politico e religioso, tratta prevalentemente il tema dell’amore nutrito per una donna chiamata Laura, nobilissima creatura terrena che lo allontana dal dovuto amore per Dio. La quale figura, oltre ad essere costantemente in primo piano, rappresenta le passioni terrene preferita dal poeta vale a dire l’amore e la gloria (Laura ----- L’Auro.)
Proprio da questo tema dominante sarà scoperto un personaggio ancora più importante della lirica petrarchesca: l’io poetico, l’indagine autoriflessiva psicologica dell’autore stesso.
L’amore per Laura diventa così la condizione necessaria a consentire la verifica della personalità del poeta. È un reagente che provoca nel soggetto uno stato d’autenticità psicologica.
Ma è un io distanziato riflesso visto dal poeta come se fosse qualcosa di diverso da se, modello universale. Ecco che il suo mondo intimo, questo io non emittente di uno sfogo emotivo, ma un io che parla e si analizza, prende il posto di in ruolo sociale di guida o di riferimento etico.
Infatti, al centro dell’esperienza morale ed intellettuale del Petrarca c’è la coscienza di una crisi dettata dallo scontro umano, tra due opposte visioni del mondo: tra paganesimo e cristianesimo, tra rinuncia e appagamento dei sensi. In una nascente civiltà umanistica, l’attività artistica, culturale è ritenuta superiore rispetto all’impegno politico, vi è sia una perdita di valori ma anche un’espulsione dal potere reale e una disintegrazione della personalità intellettuale ormai capace di far fronte alla totalità della vicenda sociale.
La sensibilità del Petrarca riuscirà nel Canzoniere a rilanciare la funzione della poesia al di fuori dei coinvolgimenti sociali che avevano caratterizzato la storia fino allo Stilnuovo e oltre proprio grazie alla coscienza dell’io.
La sua sensibilità lo allontana dal Medioevo comunale e lo avvicina alla coscienza moderna; egli è in un certo senso già l’uomo sradicato, in un rapporto problematico, per il suo individualismo con ogni tipo d’istituzione; la sua patria non è in nessun posto; oppure è ovunque si discuta e si rifletta liberamente sull’uomo in quanto uomo (n.b. Rinascimento- Europa -) Ma il dissidio interiore del Petrarca nasce da un malessere intimo sull’impossibilità di rinunciare, data un’opposizione tra due desideri, ad uno dei due a favore dell’altro. La novità della lirica petrarchesca è proprio in questo conflitto interiore.
L’amore e, non solo nello Stilnovo, si configurava come complemento della religiosità, invece in Petrarca l’amore acquista anche i tratti del desiderio, anche in chiave erotica. Come nella lirica Boccaccesca per la prima volta accanto all’amore occupa posto il peccato, la trasgressione cattolica.
Il desiderio si figura come una forza insieme liberatoria e minacciosa che afferma le possibilità di realizzazione del soggetto e al tempo stesso ne minaccia l’integrità, che era a fondamento di gran parte della cultura classica e della cultura medioevale.
Ma quel che soprattutto conta nella contrapposizione petrarchesca è la presenza di ciascuno dei due termini all’interno del medesimo mondo affettivo e psicologico.
Di lui si dirà essere l’uomo nel mezzo, “Se non ha, si distrugge di non avere; se ha, teme di perdere…Non sa rinunciare a nulla perché desidera tutto”
Ma questo suo, impossibile nella realtà, rapporto con Laura si costruisce nell’assenza, colmata attraverso una valorizzazione della memoria: memoria di ciò che è lontano nel tempo (del passato) e memoria di ciò che è distante nello spazio.
La figura femminile assume spessore e prende concretezza anche fisica grazie al ricordo in una dimensione a metà via tra verità obbiettiva e proiezione fantastica.
Infatti, la memoria come il desiderio costituisce una forza non del tutto sottoponibile al controllo della ragione e dell’ideologia. Tanto più che la memoria si viene configurando come la traccia del conflitto doloroso, permanente tra desiderio e volontà.
Ma doloroso e permanente è anche lo scontro tra memoria e presente. Il passato è una forma d’attrito con il presente. Non è un caso che il libro sia costruito attorno ad un dato clamoroso, la morte dell’amata, che ne spezza temporalmente in due la narrazione, offrendo una visione del tempo francamente tragica.
La seconda parte del Canzoniere, in morte di Laura, fa del ricordo di Laura il ricordo di una morta, dando a lui il significato stabilito dall’evoluzione successiva dei fatti.
Il personaggio di Laura perde, dopo la sua morte, i tratti in qualche modo ambigui e complessi che ne hanno caratterizzano il comportamento da viva, presentandosi come la portatrice di un valore definitivo, capace di dare un nuovo significato alle scelte del poeta sulla Terra: la ripresa del cammino sulla strada che porta a Dio.
Questa trasformazione è affidata per la prima volta ad interventi espliciti della donna che consola il poeta e lo incoraggi a superare la limitata passione che lo ha legato fino a lei per raggiungere la salvezza (veggio et odo et intendo ch’ancor viva di sì lontano a sospirar mei risponde - pag. 292-)

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