Jacques-Louis David

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Testo

DAVID

Jacques-Louis David, vissuto fra il 1748 e il 1825, si inserisce in un contesto storico ricco di contrasti e battaglie. L’Età Giacobina e Napoleonica, infatti, vide la progressiva ascesa di Napoleone Bonaparte: questi iniziò nel 1796 la sua avanzata in Italia, fonte di grandi cambiamenti che vide tutti gli stati italiani coalizzarsi in un fronte antifrancese, per assumere nel 1805, anno successivo alla sua incoronazione in qualità di imperatore, il titolo di Re d’Italia, che lo vedeva a capo del Regno Italico. Il nostro artista, però, è anche partecipe del movimento che, come risposta all’Illuminismo, si sviluppò in quel periodo, interessando le varie forme d’arte e le correnti culturali e di pensiero: il Neoclassicismo. Questo movimento era orientato verso la tradizione classica, l’eleganza, il decoro, il recupero dei valori patriottici e della cultura nazionale; fra i suoi maggiori esponenti vediamo Winckelmann, che definì i canoni da rispettare allo scopo di poter definire neoclassica la produzione artistica: contorni ben definiti, importanza del drappeggio, rappresentazione del soggetto libero dalle passioni, con lineamenti quieti e tranquilli, raffigurando il momento precedente o successivo ad un’azione o emozione. Il modello d’equilibrio e perfezione è, secondo i neoclassici, l’Ellade, vista come terra privilegiata, lo scopo del Neoclassicismo, comunque, era quello di conferire un quid di antichità al mondo presente e non quello di conciliare passato e presente mediante il recupero del messaggio dei classici.
Jacques-Louis David nacque nel 1748 a Parigi da una famiglia della piccola borghesia; grazie alla vittoria, nel 1775, del Prix de Rome, ebbe la possibilità di andare a Roma, dove poté arricchire il suo stile di elementi neoclassici grazie al contatto diretto con le originali produzioni antiche e con le imitazioni romane di opere greche. Il quadro che diede fama universale al pittore fu “Il Giuramento degli Orazi”, espressione dell’ideale etico dell’epoca: l’uomo-eroe che si impegna a liberare la sua patria, seppur mettendo a rischio la propria vita. Questo dipinto rappresenta il momento che precede la partenza dei tre fratelli Orazi per andare a combattere contro i Curiazi: il momento è quello immediatamente successivo alla richiesta da parte del padre, rappresentato con le labbra ancora dischiuse, di proferire il giuramento “Vincere o morire”. Gli uomini sono qui rappresentati attraverso diversi tipi di linee (rette, triangolari, parallele o intersecanti) e il contrasto fra il fondo scuro e le vesti fa risaltare i corpi; la disposizione obliqua e le linee curve con cui sono rappresentate le donne accentuano il loro dolore. La luce proveniente dai lati conferisce statuarietà ai corpi degli uomini, colpisce il forte viso del padre per scivolare, infine, sui languidi corpi delle donne. David, giacobino, cercò con la rapidità del disegno di documentare fatti storici e con la pittura di eternare i grandi ideali della Rivoluzione. Frutto di queste qualità è “A Marat”, dipinto che, presentando le conseguenze di un atto omicida, invita ad una riflessione sul sacrificio di chi è stato fino alla morte uomo superiore. Marat, riverso nella vasca da bagno dove passava gran parte della giornata per curare una grave affezione cutanea, tiene nella mano destra la penna, nella sinistra la supplica dell’omicida di potersi presentare; il foglio è macchiato di sangue, così come il drappo dentro la vasca. L’opera presenta una composizione molto semplice, che contiene solo gli elementi essenziali. Del delitto rimangono solamente il sangue, la ferita e il coltello utilizzato dall’assassina, assente, con la pena, quindi, di non essere ricordata. La luce sottolinea i contenuti; lo spazio sovrastante, vuoto e scuro, conferisce all’opera un senso di tragicità. “Le Sabine”, opera dipinta durante la prigionia dell’artista in seguito alla caduta di Robespierre, rappresenta l’amore che prevale sul conflitto. Tazio e Romolo, i due condottieri delle rispettive parti, i cui nudi statuari spiccano così come lo studio dei modelli antichi e la traduzione del linguaggio scultoreo in quello pittorico, vengono bloccati dall’imminente duello dall’interposizione fra di loro delle donne e i bambini: la luce illumina uniformemente la scena e la linea e definisce i contorni delle figure, quasi volesse liberare e purificare l’autore dalle passioni molto violente che avevano condotto lui e molti altri alla guerra civile. “L’Incoronazione di Napoleone e Giuseppina” spicca fra i dipinti che, fra il 1802 e il 1807, David creò per glorificare le imprese di Napoleone, di cui era divenuto il pittore ufficiale: si nota in quest’opera il rigore compositivo evidente grazie alla divisione della scena in verticale, all’inserimento di alcune colonne di marmo sullo sfondo e in orizzontale attraverso la disposizione dei personaggi, volti verso Napoleone; i personaggi ivi rappresentati sono messi in risalto: particolare rilievo hanno i sentimenti e gli stati d’animo di costoro, rappresentati con particolari tratti del viso; gli abiti e le acconciature richiamano la pittura olandese secentesca.
David, inoltre, durante la Rivoluzione Francese, propose, nel ruolo di artista, oltre che in ambito pittorico, nuove soluzioni anche per la formazione delle nuove generazioni di artisti e per il senso ed il ruolo che l’arte doveva acquistare in una società così fortemente mutata: c’era in lui la volontà di mettere in atto le idee che proponeva. Fu così che, nel 1793, vide luce la creazione di un museo pubblico nei locali del Louvre: questo fu il luogo in cui venne conservato un inestimabile patrimonio artistico, questo il luogo in cui vennero raccolti non solo innumerevoli oggetti di lusso, ma anche una selezione di opere d’arte di scuole e secoli differenti che manifestasse l’arte prodotta dal genio e non quella concepita per compiacere i potenti.

Esempio



  


  1. Francesco

    Quale giudizio complessivo si può dare sulle vicende dell'italia napoleonica