Il Romanticismo

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ROMANTICISMO

Il R. è un movimento culturale che si diffonde in Europa tra la fine del ‘700 e la metà dell’‘800; durante questo periodo viene scoperta l’irrazionalità dell’uomo e vengono rivalutate l’immagine e la libertà creativa dell’individuo.
La parola nasce come aggettivo nel ‘600 in Inghilterra, ma romantic assume un significato negativo o critico, utilizzato per indicare le situazioni ed i personaggi assurdi dei poemi cavallereschi del Medioevo. Nel ‘700 in Francia, grazie a Rousseau, romantique acquista un significato positivo o, almeno, neutro ed indica l’emozione suscitata dai paesaggi creati dall’uomo. Alla fine del ‘700 in Germania il termine diviene un sostantivo e viene usato per riferirsi al nuovo movimento culturale, divulgato dalla rivista letteraria “Ateneum” fondata dai fratelli Schlegel; R. indica la poesia moderna (del ‘700) contrapposta a quella antica.
La poesia moderna mira al disordine e all’incompiutezza; per i tedeschi la sua nascita è da far risalire alla diffusione del Cristianesimo, che ha portato alla formazione della visione negativa della vita, caratterizzata dal senso di distacco e nostalgia (perché per il cristiano il bene è solo nell’aldilà e non nella vita terrena), presente nella poesia romantica; questo senso di mancata pienezza ed il desiderio di raggiungere la realizzazione della felicità dell’individuo sono propri della poesia romantica.
Il movimento nato in Germania e in Inghilterra alla fine del ‘700 si diffonde poi anche in Francia e in Italia. La data precisa di diffusione del R. in Italia è il 1816, anno in cui è pubblicato un articolo di una giornalista francese, Madame de Stael, letterata già nota in Europa per la sua opera intitolata “Sulla Germania”, nella quale ella divulga ed illustra la poesia tedesca contemporanea, esaltandola; nell’articolo provocatorio del 1816, “Sulla maniera e l’utilizzo delle traduzioni”, ella accusa gli italiani di essere culturalmente arretrati e di non aprirsi alla cultura straniera (tedesca ed inglese). Tra i letterati italiani si creano due schieramenti: uno a favore del consiglio di Madame de Stael (e quindi favorevole anche la R.), l’altro composto dai conservatori e contrario al R.
Gli aspetti del R. sono spesso contraddittori, ma tra tutte le forme artistiche di questi periodo si trovano temi comuni, tematiche negative. L’epoca tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’‘800 è quella della Rivoluzione francese e della Rivoluzione industriale (della quale l’Inghilterra è il fulcro), due eventi che scardinano l’assetto socio-economico dell’Europa; uno dei temi dominanti delle opere è la denuncia delle inumane condizioni di vita degli operai delle fabbriche. Questi grandi cambiamenti provocano una duplice reazione: il miglioramento della vita (benessere), ma anche lo sconcerto della popolazione (soprattutto in Francia, dove tali cambiamenti erano stati più rapidi). L’uomo è quindi disorientato e il suo smarrimento viene tradotto nell’arte e nella letteratura, che trattano perciò tematiche negative.
In Francia viene scardinato l’ordine dell’antico regime che si era mantenuto per secoli: ciò porta la libertà, ma anche una sorta di senso di colpa, dovuta all’incertezza per il futuro, verso l’uccisione del padre/leggi e della madre/natura, infatti l’ambiente naturale viene modificato e profanato dall’avvento delle industrie. Inoltre il capitalismo nascente è considerato un’organizzazione del lavoro razionale, ma in realtà non lo è molto poiché avvengono comunque crisi cicliche a causa dello squilibrio tra domanda e offerta (perché i salari sono ancora troppo bassi), quindi tale sistema economico porta solo a rovinare la natura, mentre non permette di raggiungere il necessario livello di benessere. L’industria viene considerata come un “mostro” che sfugge al controllo del suo creatore; uno dei romanzi di questo periodo, che riprende il tema del “mostro ribelle” è “Frankenstein”.
In questo quadro cambia anche la figura dell’intellettuale: prima egli viveva a corte o nelle case degli aristocratici (nei luoghi del potere) o era aristocratici egli stesso e il suo compito era quello di diffondere l’ideologia di corte e fare da mediatore tra la corte e il popolo, invece con la Rivoluzione francese l’aristocrazia viene emarginata, perciò l’intellettuale si muove in ambito borghese ed è di estrazione borghese (insegnate, giornalista, impiegato… ma non vive solo delle proprie opere, egli si dedica all’arte “a tempo perso”). Sorge però un problema perché gli intellettuali non condividono i valori borghesi (l’utile, gli interessi…) ma i valori estetici e morali, quindi essi vengono estraniati ed emarginati come individui stravaganti ed eccentrici. Aumenta anche il mercato dei libri e delle opere d’arte perché la gente può permettersi di acquistarli, quindi l’intellettuale deve considerare il gusto del pubblico, la borghesia, i cui valori sono però differenti dai suoi.
Da tutti questi fattori derivano le due principali figure di eroi romantici: la vittima (come l’Ortis di Foscolo) di una società che la delude pensando ai soldi e non agli ideali, delusione che a volte porta l’individuo al suicidio (come l’Ortis) o all’esilio (come Foscolo), e il titano, l’eroe ribelle che sfida la società. La maggior parte dei protagonisti delle opere romantiche tedesche, francesi e inglesi oscillano tra questi due poli.
Si dice che il R. nasca dalla delusione dell’Illuminismo, in quanto la luce della ragione era sfociata in guerre sanguinose (la Rivoluzione francese e le guerre napoleoniche), perciò durante il R. vengono scoperte e trattate le componenti irrazionali dell’uomo: i sentimenti, le passioni estreme e quindi pericolose per la loro irruenza e la loro natura irrefrenabile, l’istinto, i sogni (anche quelli ad occhi aperti), la follia (tema ripreso anche nel ‘900) ed altre componenti negative quali le malattie.
Vi è l’esigenza di fuggire dalla realtà, che crea solo incertezza e perturbazione, e per fuggire è necessaria la fantasia (mondo onirico). Questa fuga verso l’irrazionale è di tre tipi:
- Fuga nello spazio se il luogo in cui si vive non soddisfa, si va alla ricerca di un paradiso, anche se in realtà esso è inesistente; molti romanzi vengono infatti ambientati in luoghi esotici (esotico = tutto ciò che è lontano dal comune), selvaggi e sconosciuti, nasce quindi anche la figura del “buon selvaggio” spesso più civile degli uomini della società europea.
- Fuga nel tempo avviene verso il passato, per riscoprirlo
1. gli illuministi francesi vedevano nel passato un cumulo di pregiudizi, ingiustizie e orrori, mentre i romantici come “passato” intendono il Medioevo, un mondo oscuro e misterioso (che stimola quindi la fantasia), nel quale si pensa che la letteratura europea abbia avuto origine: nasce così il filone del romanzo storico, per esempio “Ivanhoe” dello scrittore britannico Walter Scott (dal quale Manzoni trarrà ispirazione per “I promessi sposi”)
2. mito dell’infanzia, vista come il momento in cui l’uomo è in grado di mantenere la propria innocenza ed ingenuità, in un rapporto felice con la vita.
- Fuga nell’interiorità dell’uomo v. mito dell’infanzia.
Mentre, come predicavano gli illuministi, la razionalità è uguale per tutti e fa in modo che tutti siano uguali, i sentimenti distinguono gli uomini, quindi la passionalità ci rende unici: è questa la base dell’individualismo e del soggettivismo romantico.
Con la riscoperta da parte dei romantici della storia dei singoli popoli, si rafforza l’idea di “popolo” (gruppo di persone accomunate dalla stessa storia, cultura, tradizioni, abitudini…) e di “nazione”. Con il Congresso di Vienna, seguito alla sconfitta di Napoleone, in Europa c’è la Restaurazione, finalizzata a riportare al potere i regimi oppressivi presenti in passato: sarà il R. ad aiutare i popoli a liberarsene. Soprattutto in Italia il R. ha un aspetto di carattere sociale e politico, poiché esso è intrecciato al Risorgimento italiano, al quale contribuisce.
Le caratteristiche dell’arte del R. sono opposte a quelle del Classicismo: l’artista del Classicismo doveva imitare il passato, considerato come il punto più alto raggiunto dall’umanità per quanto riguarda l’espressione artistica, invece per i romantici ogni popolo ha la propria storia e ogni momento storico ha la propria importanza. L’artista del R. non ha modelli né regole ma è originale, diventa un “genio” che segue la propria ispirazione (furor), la sua arte è fuori dal tempo e dallo spazio poiché ogni epoca è caratterizzata da un gusto diverso che l’arte deve seguire. Si diffonde quindi anche il concetto di incompiutezza di un’opera (ripreso anche nel ‘900), inconcepibile per i classici (basti pensare a Virgilio, che voleva che la sua opera, l’“Eneide”, alla sua morte fosse bruciata, perché ancora non del tutto terminata). In generale durante il R. vi è il rifiuto del passato come “modello” da imitare, pur cercando di fuggire dalla realtà verso il passato; infatti, con il R., finalmente morirà la mitologia pagana e, al massimo, gli artisti introdurranno nelle loro opere l’ideologia cristiana. Inoltre i romantici scrivono nel momento in cui la passione è accesa (per esempio, nelle “Ultime lettere di Jacopo Ortis” sono presenti pagine piene di punti di domanda, punti esclamativi, puntini di sospensione…) per coinvolgere in maniera diretta il pubblico, mentre prima, quando gli autori scrivevano raccontando i loro sentimenti, non lo facevano “a caldo”, nel momento dell’esperienza, ma dopo, per creare distacco.

CLASSICISMO
ROMANTICISMO
pubblico erudito (élite)
pubblico “popolare” (borghesia)
concetto di bello eterno
concetto di bello storico (che cambia secondo l’epoca)
imitazione
originalità
rispetto delle regole
rifiuto di regole e modelli
lettura di opere di autori latini e greci
lettura di opere di autori moderni e stranieri
temi mitologici
temi cristiani e attuali
lingua aulica (alta e dotta)
lingua comune e popolare
no dialetto (ad eccezione di Goldoni)
uso del dialetto
Il R. ha in sé due “anime”, una realista e l’altra fantastica (irrazionale), che restano fuse tra loro fino alla fine del R. (metà ‘800); la prima, alla fine dell’‘800, darà origine al Verismo, la seconda, nei primi decenni del ‘900, darà origine al Decadentismo. Delle due anime, inizialmente in Italia viene accolta solo quella realista, basata sulla rivalutazione della storia di un popolo e della nazione, poiché in Italia sono vivi i moti del Risorgimento, infatti gli intellettuali romantici italiani scrivono testi che incitano alla lotta: qui sta la differenza tra l’intellettuale italiano e quello nordico (tedesco o inglese), in quanto l’italiano condivide con il resto della società gli stessi valori e ideali di indipendenza e libertà; vengono così tralasciate le tematiche fantastiche e irrazionali, come si può notare dal realismo del romanzo storico del Manzoni. Nella seconda metà dell’‘800, quando l’Italia acquista l’indipendenza (1860-1861), viene introdotta anche l’altra tendenza del R., nel momento in cui però il R. si sta ormai spegnendo.

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