il genere giallo

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Testo

Il "Romanzo poliziesco" (in Italia GIALLO1[1]) è un tipo di narrazione contraddistinto da un numero limitato di personaggi fissi: la vittima, l'investigatore e il colpevole; da un intreccio che si sviluppa su tre situazioni-cardine: il crimine, l'indagine investigativa e la soluzione del caso; il tutto raccontato senza esclusione di colpi di scena, di imprevisti, di atmosfere d'effetto, di finali a sorpresa.
Possiamo distinguere diversi filoni: i gialli d'azione, i gialli-enigma e i gialli di suspense.
1. 1. I gialli d'azione discendono dal romanzo d'avventura e pongono in primo piano le peripezie, i pericoli e i rischi corsi dal protagonista;
2. 2. I gialli-enigma , detti anche gialli di indagine, sono costruiti intorno ad un enigma (solitamente un delitto), di cui si deve scoprire il movente e il colpevole. La narrazione si svolge intorno all'indagine svolta dal protagonista. Il lettore viene messo al corrente di numerosi indizi, alcuni dei quali sono determinanti per scoprire il colpevole, altri, invece depistano2[2] l'indagine e i sospetti, creando false interpretazioni. Un bravo scrittore di gialli riesce a fornire al lettore tutti gli indizi per scoprire il colpevole, ma, nello stesso tempo, riesce a nasconderli e a confonderli così bene da depistare il lettore.
3. 3. I gialli di suspense sono racconti brevi, che devono il loro fascino all'ambientazione suggestiva, ai colpi di scena, alla creazione di tensione

La struttura narrativa (la vicenda)
Il romanzo poliziesco ha una struttura ad intreccio. L'intreccio narrativo è un vero e proprio ragionamento logico, presentata sotto forma di romanzo.
il problema : il caso
apparentemente inspiegabile
l'osservazione : l'analisi dei fatti attraverso l'indagine
la soluzione : la conclusione a cui perviene l'indagine
la dimostrazione : la spiegazione ricavabile dalle prove
Quindi un romanzo poliziesco classico (cioè basato sul mistero di un evento criminoso, sull'inchiesta condotta da un abile investigatore) inizia, normalmente dopo che un delitto è stato commesso, dopo che il colpevole ha ideato e messo in atto il suo crimine.
Da questa situazione misteriosa ed interessante parte l'indagine, che può essere svolta dalla polizia, da un investigatore privato, da un semplice personaggio convolto, suo malgrado nell'evento. L'investigatore, chiunque esso sia, percorre un cammino disseminato di indizi, informazioni e segnali che ingenerano dubbi e necessitano di chiarimenti.
Attraverso l'immaginazione, la razionalità, la determinazione dell'investigatore si giungerà a individuare il colpevole e a ricostruire l'ordine degli eventi. E' quindi chiaro che lo scrittore deve congegnare l'antefatto del delitto ancor prima di iniziare a scrivere e deve costruire un intreccio tale che l'attività investigativa possa mettere in luce.
Infatti una delle regole basilari per costruire un intreccio efficace è quella della lealtà narrativa dello scrittore. Essa consiste nel dare a chi è giunto alla lettura del capitolo conclusivo del romanzo la possibilità di ripercorrere il libro a ritroso e di convenire che in un certo senso la soluzione gli stava davanti agli occhi, perché lealmente il narratore non gli aveva tenuto nascosto alcun indizio.
Nel romanzo poliziesco lo scrittore può confondere il lettore informandolo diligentemente non solo sugli indizi "buoni" per scoprire il colpevole, ma anche su quelli "cattivi", cioè finalizzate alla creazione di false piste.
Un altro stratagemma ricorrente è quello di presentare dei dati che "alludono chiaramente" a qualcosa di cui il lettore medio, però non è al corrente. (es. in un romanzo di A.Christie si racconta che un personaggio-chiave ha l'occhio di vetro, ma questo indizio non facilita il lettore nell'individuare il colpevole, perché questo particolare è importante solo per chi sa che con una simile menomazione si guarda con l'occhio sinistro, ma si dà l'impressione di guardare con quello destro)
Lo scrittore Van Dine ha individuato alcune regole fondamentali che dovrebbero caratterizzare la struttura narrativa del poliziesco:
la presenza di almeno una vittima e di un investigatore per le indagini
un colpevole e comunque un personaggio importante nella vita della vittima, che mette in moto l'azione
nessuna casualità nell'evento criminale
un'indagine condotta privilegiando la logica e la deduzione
stesse possibilità per il lettore del romanzo e per l'investigatore del crimine di risolvere il mistero (lealtà narrativa)
soluzione evidente del mistero
nessuna storia d'amore troppo interessante, né troppe descrizioni tali da distrarre il lettore dallo sviluppo dell'intreccio

Gli ingredienti del romanzo poliziesco
A. A. Il luogo
Il luogo (ambientazione) in un giallo è un elemento essenziale, in quanto se non si crea l'atmosfera adatta, non è possibile catturare l'attenzione, creare la tensione.
Il luogo dove si muove il personaggio è descritto per indizi, accenni, informazioni indirette: tuuto deve lasciar supporre che qualcosa accadrà, qualcosa di insolito, di cui non si può prevedere la natura. L'ambientazione quindi deve preparare la sorpresa, il …colpo di scena.
B. B. I personaggi
Poiché l'attenzione del lettore deve essere conquistata dal meccanismo dell'intreccio (com'è accaduto? qual è il movente? chi è stato?) è prevalsa l'abitudine di costruire i personaggi in modo semplice e schematico. Dei personaggi è sufficiente tratteggiare i contorni: nome, condizione sociale, relazioni interpersonali: mentre la psicologia e i motivi reali del loro agire sono ricostruiti dall'indagine investigativa.
Una regola generale è che ogni personaggio può e deve essere sospettabile, e il colpevole deve essere il meno sospettabile.
Nella maggior parte dei casi il personaggio protagonista è l'investigatore privato, un individuo spesso eccentrico o indimenticabile per alcune stravaganze, fissazioni…Incarna le doti dell'uomo o donna geniale, con doti intellettuali eccezionali, capace di cogliere ciò che agli altri sfugge e che ha successo dove la polizia ufficiale è perdente.
La polizia può interpretare sia la parte della protagonista (es. nell'ispettore Maigret, dove la polizia dimostra di sapersi muovere per assicurare alla giustizia il colpevole) sia l'antagonista (es. nei romanzi di Doyle, dove la polizia tende a sottovalutare prove ed indizi, propone grossolane ipotesi, dimostra un volto poco rassicurante).
In conclusione i personaggi essenziali sono sostanzialmente quattro:
la vittima, che coinvolge nel sospetto tutto l'ambiente umano nel quale è vissuta e suscita in esso il senso di colpa
l'assassino o il colpevole di altro crimine, allo stesso tempo insospettabile e unico possibile colpevole
i sospettati sovente colpevoli potenziali, perché in un modo o nell'altro si trovano nella condizione di avere o il movente o l'opportunità
l'investigatore il genio esterno o la polizia ufficiale, capace di risolvere il caso con la forza dell'intelligenza e della determinazione
C. C. Le tecniche narrative
Prevalgono tecniche di coinvolgimento quali la suspence , il coinvolgimento, il colpo di scena e il finale a sorpresa.
Infatti ciò che conta in questo genere di romanzo è catturare il lettore nel gioco della deduzione e del ragionamento ed evocare passioni umane elementari: la paura, il coraggio, la volontà di potere, l’abnegazione, l’istinto di vita e di morte, l’amore. Riproducendole si porta il lettore a riviverle.
SUSPENCE – La suspence è un modo di raccontare i fatti in modo che la curiosità del lettore sia sempre stimolata, in modo che voglia andare a vedere come si risolve un certo problema, si evolve la situazione… E’, quindi, l’arte di creare nel lettore uno stato di tensione e di emozionante attesa rispetto allo sviluppo della vicenda. Le tecniche per creare suspence sono sostanzialmente due:
1. 1. il lettore viene avvertito che un fatto grave sta per accadere; egli sa di che cosa si tratta, mentre il protagonista della storia non lo sa: si crea un senso di allarme, di tensione, perché si vorrebbe poter fare qualcosa, ma non si può.
2. 2. il lettore viene tenuto con il fiato sospeso attraverso indizi, piccole tracce, atmosfere inquietanti; gli viene comunicato che accadrà qualcosa, senza dire che cosa: si produce così uno stato di ansia, di paura dell’ignoto, di trepidazione, perché non si riesce ad immaginare quale sia il pericolo.
COINVOLGIMENTO – Il fascino del romanzo d’avventura è la sua capacità di far provare paura, al lettore, sapendo che è un gioco. Il lettore finisce con l’identificarsi con il protagonista, pensa di essere lui a compiere i gesti eroici, a sconfiggere i nemici cattivi.
IL COLPO DI SCENA - il colpo di scena viene utilizzato tutte le volte che lo scrittore vuole sorprendere, stupire, emozionare il lettore. Si inserisce nel corso della narrazione come momento di inaspettata e inattesa sorpresa.
IL FINALE A SORPRESA - è una forma di colpo di scena. Lo scrittore costruisce il modo da creare una situazione normale e tranquilla, anche se il lettore sa che qualcosa dovrà accadere.

D. D. La lingua
Il linguaggio del giallo è sostanzialmente semplice e diretto. Tuttavia nelle fasi in cui l'investigatore "spiega" , dipana l'enigma, spesso fa ricorso a linguaggi specifici, quale quello medico. Nei momenti dedicati all’azione, le frasi sono brevi e spesso vengono usati i punti esclamativi. Il dialogo fra i personaggi, fra l'investigatore e il suo assistente viene usato spesso come strumento per riportare riflessioni circa gli indizi.

E. E. Il ritmo della narrazione
Il ritmo della narrazione è un elemento importante: a momenti emozionanti e coinvolgenti, ne susseguono altri in cui prevalgono dialoghi, riflessioni, osservazioni, interrotti nuovamente da colpi di scena

Origine e storia del romanzo poliziesco
Il romanzo poliziesco trova le condizioni per affermarsi e svilupparsi solo nel 1800, perché in tale epoca in campo letterario vi fu l'affermazione del romanzo come genere autonomo; in campo filosofico si afferma la tendenza a fondare la conoscenza sui fatti osservati e ad affermare il primato del metodo scientifico.
Ma l'affermazione del genere è da collegarsi soprattutto ai cambiamenti sociali legati alla rivoluzione industriale: lo spopolamento delle campagne, i drammi delle periferie urbane sovraffollate, la ricchezza come meta, l'aumento della criminalità e della violenza trovano nel genere poliziesco il genere letterario capace di rappresentare il degrado, ma di creare, contemporaneamente figure rassicuranti, capaci di risolvere enigmi intricati e di ristabilire l'ordine infranto con il crimine.
Due sono i filoni principali:
1. 1. il poliziesco classico di stile inglese -
la cui data di nascita ufficiale è il 1841, anno della pubblicazione del racconto I delitti della Rue Morgue di Edgar Allan Poe, che realizza il modello del "romanzo enigma", dove l'iniziale equilibrio mantenuto dalla legge viene infranto dal crimine e l'indagine che ne consegue è finalizzata alla scoperta del colpevole e al ristabilimento dell'ordine. Mezzo secolo dopo Arthur C.Doyle, realizza con il suo Sherlock Holmes, campione di razionalità, l'investigatore simbolo di questo filone.
2. 2. il poliziesco di scuola americana -
si regge soprattutto sulla suspense e del prevalere dell'azione e dell'intreccio sensazionale. Tra i padri fondatore del romanzo di suspense si colloca William W. Collins, che nel suo romanzo La pietra Lunare, concentra il suo interesse più sull'intreccio sensazionale, che sull'indagine, convolgendo il lettore in un alternarsi di aspettative, timori e angosce.

A partire dal novecento, con il crescere delle tensioni sociali e politiche sfociate poi nelle guerre mondiali, e venendo meno la fiducia nella scienza e nel progresso come garanzia di benessere e di tranquillità, emerge nel poliziesco l'esigenza di un rinnovamento stilistico.
Con Edgar Wallace i procedimenti del "romanzo enigma" vengono stravolti e fusi con quelli del "romanzo suspense" inserendo fra il crimine e la punizione del colpevole tutta una serie di avventure complicate e commoventi.
Elementi fondamentali e innovativi vengono introdotti nei romanzi di Agatha Cristie nei quali, nonostante la struttura esterna dell'enigma, gli investigatori conducono la loro indagine ponendo più attenzione agli indizi psicologici che alle tracce lasciate dai criminali.
Secondo linee analoghe si muovono le storie di Georges Simenon, povere nell'intreccio e poco cariche di suspense, ma attente ai caratteri dell'ambiente e dei personaggi.
Un nuovo capitolo è inaugurato da Ellery Queen , nome fittizio sotto cui si celano i due autori (i cugini Frederic Dannay e Manfred B.Lee) e il protagonista. Con lui il racconto si smaterializza e diventa puro problema logico elaborato sul piano dei fatti accaduti.

Durante la grande Depressione americana degli anni Trenta, la violenza e la corruzione, la guerra fra le gang rivali… hanno dato il via ad un poliziesco costruito sugli ingredienti realistici del ricatto, della sopraffazione, con un linguaggio crudo, ricco di espressioni gergali. In questo filone l'azione prevale sul crimine, non ci troviamo davanti a detective che considerano 'investigazione una sorta di scienza esatta, ma uomini comuni, magari coraggiosi ed onesti, che spesso utilizzano la violenza per combattere la violenza.
Gli autori più significativi sono Dashiell Hammet e Raymond Chandler.
In anni più recenti si assiste ad una produzione narrativa che punta sulla pratica della violenza come lotta per combattere la criminalità organizzata.

Il giallo nella letteratura italiana
In Italia in romanzo poliziesco è noto come "romanzo giallo". A partire dal 1929, l'editoria italiana, che secondo le leggi fasciste doveva riservare almeno il 20% dello spazio di ogni collana alle opere di autori italiani, iniziò a pubblicare accanto ai più prestigiosi autori stranieri di poliziesco alcuni testi di autori italiani, che si ispiravano alle regole inglesi.
Fra questi emergono Augusto De Angelis ed Ezio D'Errico, che inventarono personaggi quali il commissario De Vincenzi e l'ispettore Richard.
Nel 1941 il regime fascista ordina il sequestro di tutti i gialli sul mercato e la cessazione della collana in quanto "antieducativa e deteriore".
La ripresa avviene nel dopoguerra con autori quali Carlo Fruttero e Franco Lucentini, ma la nostra produzione nel settore non ha mai dato vita ad una particolare scuola.
Nel 1961 Leonardo Sciascia con Il giorno della civetta inaugura un nuovo tipo di giallo, in cui il lettore può indovinare la soluzione, ma dove non si arriva mai né alla punizione del colpevole, né alla restaurazione dell'ordine infranto, in quanto il criminale è protetto dal potere, dall'omertà, dalla paura, dalla mafia.
Tra gli scrittori moderni che , pur adottando la struttura del giallo, l' hanno arricchita e valorizzata, non può non essere citato Umberto Eco, con Il nome della rosa.



ROMANZO GIALLO - In Italia il romanzo poliziesco è meglio noto come "romanzo giallo", termine derivato dal colore scelto dall'editore Mondadori, nel 1929, per le copertine della prima collana specializzata nel settore










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