Il diavolo e la signorina Prym

Materie:Riassunto
Categoria:Letteratura
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Data:06.10.2006
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Testo

“ Il diavolo e la signorina Prym ”
Paulo Coelho

Il libro in questione tratta, in generale, il tema della lotta tra il Bene e il Male. Nell’uomo sono presenti entrambi gli elementi. Ma, in particolare, è narrata la vita di un uomo posseduto dal Male, contrapposta a quella di una giovane donna posseduta dal Bene, nella quale, però, in seguito alla conoscenza di quest’uomo, s’insidia lentamente il Male.
Uno straniero giunge a Viscos, un tranquillo paesino di montagna, immerso nella natura, che conta duecentoottantuno abitanti, tra i quali vi sono pochi giovani, molti vecchi e nessun bambino. Lo straniero trova alloggio nell’unico albergo e prenota per una settimana. Poche ore dopo, si addentrò nella foresta con uno zainetto, contenente undici lingotti d’oro e ne nascose dieci in un posto e il rimanente in un altro lì vicino. Tornando, incontra una giovane donna, Chantal Prym, alla quale decide di mostrare i lingotti e raccontare la sua storia. Così lei scopre che il nome fornito alla padrona dell’albergo non è quello vero. Poi l’uomo le rivelò che aveva un piano in mente e lei doveva fare da tramite tra lui e il suo paese. Si trattava di compiere un delitto entro una settimana e in cambio gli abitanti avrebbero ricevuto una ricompensa di dieci lingotti d’oro, oppure lei poteva non dire niente e scappare con il lingotto rimasto, ma in quel caso l’uomo stesso avrebbe rivelato la storia agli abitanti del paese. L’intento dell’uomo era di cercare una certa verità, la vera natura dell’uomo. Se si fosse ucciso qualcuno, la conclusione sarebbe stata che esistono solo persone cattive, se la donna avesse preso il suo lingotto e avesse taciuto, allora si sarebbe reso conto dell’esistenza di persone sia buone sia cattive. Chantal, mentre l’uomo parlava, era sconvolta e piangeva, cercando di domandare delle spiegazioni. La donna non riuscì a dormire per tre notti. Non riusciva più a convivere con quel segreto e pian piano il Male dentro di lei cominciava ad insediarsi, finché non ebbe un altro incontro con lo straniero, dove volle metterlo alla prova chiedendogli di ucciderla, ma lui non lo fece. Le raccontò poi la sua brutta storia, capitatagli anni prima, quando perse la moglie e le sue due figlie. Così Chantal decise di liberarsi di quel peso la sera stessa, rivelando il segreto agli abitanti del paese. Più tardi, Chantal e lo straniero stipularono un nuovo accordo: gli abitanti avrebbero ottenuto i dieci lingotti anche se non avessero commesso il delitto a testimonianza della loro bontà e un lingotto spettava alla donna per aver compiuto il suo lavoro e non aver detto niente del nuovo patto. Il giorno seguente, cioè sabato, Chantal comprese dal silenzio degli abitanti che avevano pensato seriamente alla proposta dello straniero. Il Male era di nuovo riaffiorato nella sua anima, rendendosi concreto nel forte odio che in quel momento provava verso quegli abitanti così ingenui; avrebbe voluto prendere quel lingotto e fuggire lontano. Perciò si addentrò nella foresta per recuperare il lingotto, ma sul punto di prenderlo si trovò a dover lottare con un lupo. Provvidenziale fu l’arrivo dello straniero che riuscì a distrarre la belva e ad arrampicarsi su un albero; anche la donna fece lo stesso. Poi Chantal fece accendere all’uomo un fuoco e così l’animale fuggì. In seguito ebbero un breve dialogo; l’uomo se ne andò e lei non ebbe il coraggio di prendere il lingotto. Intanto, una riunione in paese aveva stabilito che la vittima doveva essere la vecchia Berta, ormai vedova e nostalgica del marito, la persona ideale al sacrificio per salvare il paese. Si tenne un raduno per i soli uomini e si decise di caricare alcuni fucili a salve e alcuni con pallottole vere, in modo che la colpa dell’uccisione non ricadesse solo su una persona. La vecchia Berta, quando intuì ciò che le sarebbe successo, non si oppose e se ne fece una ragione; prese il sonnifero datole dal parroco e si addormentò. Dopo mezz’ora di cammino, la processione di persone giunse nel luogo stabilito per il delitto. Al momento dell’esecuzione, la moglie del sindaco fermò il marito e chiese allo straniero di mostrare a tutti i lingotti. Lui acconsentì; Chantal prese poi la parola, togliendola con prepotenza al sindaco, e con in mano un lingotto cercò di far ragionare la gente, dicendo che era solo una trappola, perché sarebbe stato difficile scambiare l’oro in denaro. Alla fine le persone si convinsero, scaricarono i fucili e fecero ritorno a casa. Rimasero soltanto lo straniero, Chantal e Berta, che venne liberata. Poi lo straniero consegnò l’oro a Chantal e le disse che grazie a lui era stata costretta a smettere di lamentarsi e prendere una posizione. La ragazza replicò dicendogli che avrebbe potuto parlargli della natura dell’essere umano fin dal primo incontro, ma l’uomo non aveva bisogno della risposta perché era una questione di controllo e di scelta, come narrava la leggenda del fondatore di Viscos. Quindi si recò in città con lo straniero, scambiò tutti i lingotti in denaro, che fece depositare su un suo conto corrente. Tornò a Viscos, ma solo per salutare Berta e, stanca di quella vita che offriva molto poco, se ne andò per sempre.
Le pagine di questo libro che più mi hanno colpito sono state quelle in cui lo straniero descrive il dolore che ha dovuto passare e che è stato la causa del suo arrivo a Viscos.
Viveva una vita felice con la moglie e le sue due figlie. Aveva un lavoro stabile e ben retribuito: era un industriale e la sua fabbrica produceva armi. Voleva che tutto fosse regolare nel suo lavoro: era un uomo onesto. Finché un giorno non gli arrivò una telefonata in ufficio. Una voce femminile diceva che il suo gruppo terroristico aveva rapito la sua famiglia, in cambio volevano armi e il suo silenzio. Ma da onesto cittadino, chiamò la polizia e da quando arrivò, si sentì un uomo impotente, perché non era più padrone delle sue decisioni. Più tardi, gli agenti fecero irruzione nel luogo del sequestro e uccisero i terroristi. Ma, purtroppo, solo qualche istante prima avevano ucciso gli ostaggi. L’uomo, nel rivelare tutto questo, era serio e commosso e si capiva che diceva la verità dal suo sguardo. In lui si è imposto il demonio, che voleva vendetta. L’uomo voleva capire cosa fosse passato nella testa dei sequestratori in quell’attimo, tanto da dare loro la forza di uccidere degli uomini a sangue freddo. Voleva convincersi che l’animo umano era per tutti posseduto dal demonio (in questo caso si sarebbe messo il cuore in pace), ma sperava di non trovare conferma in ciò che pensava e che quel terribile episodio fosse stato solo un caso che il crudele destino gli aveva riservato. Avendo bisogno di una prova, decise di architettare tutto quel piano per far provare anche agli altri il male che aveva provato lui con la perdita della sua famiglia. Ed è arrivato al culmine della sua rabbia dicendo che se Dio aveva fatto questo a lui, lui poteva fare la stessa cosa agli altri. In quell’occasione, anche il demonio insediato nella sua anima fu spaventato da quelle parole, cariche di odio. L’uomo disse di non aver scelto quel paese e Chantal per qualche motivo ben preciso, anche se sapeva che i suoi compaesani erano persone buone e miti, quindi voleva metterli alla prova, ma perché diceva che la storia di un uomo è la storia di tutta l’umanità.

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