Il ciclo bretone

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Testo

La narrativa Cortese e il Ciclo Bretone
Nel XII secolo nella Francia settentrionale incominciarono ad essere scritte nelle grandi corti opere che prendevano spunto da quelle opere che mettevano in evidenza la cortesia e lo spirito cavalleresco; questi elementi furono rielaborati e diedero come frutto un nuovo genere letterario fondato sull’amore e sull’avventura.
Le prime opere furono i Roman i quali costituirono il cosiddetto ciclo dei cavalieri:
• Roman d’Eneas (rielaborava l’Eneide);
• Roman de Thèbes (ispirato alla Tebaide di Stazio);
• Roman de Troie (riuprendeva il mito di Troia);
• Roman d’Alexander (che rielaborava le gesta del macedone Alessandro)
In questa nuova letteratura trovò le origini anche il “Ciclo Bretone” (XI-XII secolo) che aveva come protagonisti persone delle antiche genti Germaniche (Inghilterra e Irlanda) e si diffuse in Bretagna e in Normandia.
Il tema di questi cicli lo si poteva trovare ad esempio in “Tristano e Isotta”, una storia d’amore drammatica. Quest’opera non ci è arrivata tutta per intero e si pensa fosse stata redatta da un poeta Normanno Thomas tra il 1160-1170; tuttavia siamo in grado di ricostruirla grazie ai successivi rifacimenti ad essa da altre persone.
Nella Francia del Nord nacque contemporaneamente la romanzesca “Historia regum britanniae” scritta da Goffredo Monmouth che creò la legenda di re Artù e di Merlino. In seguito a Chretiène de Troye si fanno risalire altri cicli come “La ricerca del Santo Graal”, le avventure di sir Lancillotto e così via.
Da ciò Chrètien e i suoi continuatori furono il nucleo del “Ciclo Bretone”.
Mentre il “Ciclo carolingio” si apprestava a tutte le classi sociali, quello Bretone era invece stato redatto per le classi più agiate e aristocratiche.

La narrativa realistica: il poema didattico – allegorico
In Francia esistettero anche altri due settori della Letteratura: quello della narrativa realistica e satirica e quello della poesia didattica-allegorica.
La poesia didattica allegorica era quella poesia dove i vari animali ,come in Esopo, avevano un carattere simbolico e personalizzavano i vari vizi (assumendo così un carattere satirico e allegorico). Un esempio era “Roman de Renard” (in cui Renard era la volpe). Questo carattere allegorico e satirico lo aveva anche i fabliaux in cui erano descritte la vita di persone borghesi, spesso in situazioni buffe.
Invece i “Lais” avevano un carattere più aristocratico e si richiamavano al mondo della narrativa cortese.
Infine fu scritto anche il “Roman de la Rose” che sotto la funzione di un racconto era una sorta di Enciclopedia della vita morale del Medioevo.

Esempio