Il Barocco

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura

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Testo

Il Barocco
Il termine Barocco con cui si indica, nel suo complesso, la cultura del ‘600, fu usato per la prima volta in senso dispregiativo dagli storici del ‘700 per indicare le arti figurative del secolo precedente; soprattutto l’architettura che a loro appariva –come era in effetti- del tutto diversa da quella del Rinascimento, di ispirazione classica dominata dalla linearità e dall’equilibrio. Oggi non si usa più il termine barocco in senso dispregiativo, ma solo in senso storico e culturale per disegnare, nel suo complesso, la cultura del ‘600. Più importanti, invece, sono gli altri aspetti del Barocco specialmente filosofico e scientifico: in un’età di assolutismo oppressivo e repressivo e di generale conformismo politico e religioso, in opposizione alla cultura ufficiale. Sul Secentismo e la civiltà barocca in generale ha pesato il giudizio negativo di De Sanctis, che definì il ‘600 un secolo “corrotto e vuoto” dandone la responsabilità alla controriforma cattolica e alla dominazione spagnola in Italia. La Controriforma cattolica, con l’Indice dei libri proibiti esercitò sulle coscienze una specie di terrorismo psicologico determinando un’osservanza della dottrina religiosa. E non meno negativa della Controriforma fu la dominazione spagnola, che privò gli spiriti di ogni libertà e li abituò all’ipocrisia e all’adulazione. È stato tuttavia osservato che il formalismo letterario era già in atto ancor prima che si avessero gli effetti negativi della Controriforma cattolica e della dominazione spagnola: se ne avverte la presenza nel manierismo del tardo Rinascimento, caratterizzato da una meccanica ed abitudinaria ripetizione di forme eleganti, perfette ma oramai prive di profondi interessi e sentimenti umani. Già nella seconda metà del ‘500 l’ideale classicistico della bellezza e della perfezione formale diviene fine a se stesso, a mano a mano che si esaurisce lo spirito creativo del Rinascimento; di conseguenza, la poesia si riduce a pura tecnica, obbligata a sottostare a complicate norme di lingua e di stile fissate dai retori per ogni genere letterario. Le prime tracce di questo formalismo arido si avvertono già nel Tasso, tanto che, per essere stato un ingegnoso inventore di artifici retorici, è considerato il precursore del Secentismo. L’originalità formale che nel Tasso fa solo le prime, significative apparizioni, diviene nel ‘600 un fenomeno generale a mano a mano che si manifesta l’insofferenza. Vi fu la nuova visione del mondo e dell’uomo determinata dalle scoperte scientifiche che, aveva messo definitivamente in crisi l’antropocentrismo rinascimentale. La convinzione della superiorità dei moderni sugli antichi portò poeti e scrittori al rifiuto delle regole imposte dai retori. Non bisogna dimenticare tuttavia che, riconoscendo tale superiorità, gli intellettuali seicenteschi non solo intuirono il valore evolutivo della storia, ma acquisirono anche il concetto della cultura come divenire e quello della storicità del sapere.

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