Il barocco

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Testo

BAROCCO
Il termine di barocco come definizione di stile ebbe in origine senso negativo e sprezzante. Solo recentemente ,per opera del linguista italiano Bruno Migliorini e di studiosi francesi, si è giunti ad una precisazione definitiva del significato originario del termine. Sono cadute così le precedenti interpretazioni secondo le quali barocco deriverebbe dalla parola “baroco”, che indicava una formula sillogistica foggiata dai filosofi scolastici, oppure da “barocco” o “barocchio”, nome che un tempo definiva una specie di contratto usuraio e che nell'uso comune e dialettale divenne in seguito sinonimo di imbroglio e raggiro. Attualmente si può considerare sicura la derivazione del termine dal portoghese barroco che significa “rupe o perla di forma irregolare”e che, trasferito in Francia(baroque), assunse ben presto, specialmente nel linguaggio comune, il diverso valore di stravagante o bizzarro, e fu usato soprattutto per definire forme d’arte che erano giudicate eccentriche. L’uso del termine barocco come espressione della critica d’arte e di valutazione estetica risale alla seconda metà del ‘700 , riferito dapprima alle arti figurative (architettura, scultura) poi anche alla letteratura ed in particolare alla poesia (Giambattista Marino*) :con esso si indicavano i modi e le manifestazioni di un’arte e di un gusto, quelli del ‘600 – di cui la concordanza dei due termini barocco e seicentismo- immaginosi e raffinati, tesi a suscitare stupore e meraviglia. Colta in un’area artistico-culturale italiana e italianizzante, la nozione di barocco ben presto fu estesa, per la convergenza di taluni aspetti e la persistenza di caratteri comuni, alla cultura dell’Europa occidentale: in particolare a quella spagnola, inglese e, entro certi limiti , francese e tedesca.Il termine barocco fu adoperato per la prima volta nel secolo dell’illuminismo e del neoclassicismo in senso negativo, per definire forme artistiche oscure, vuote e inattive, tale significato polemico e screditante si mantenne, sia pure attenuandosi, nell’800, presso i romantici: soltanto sul finire del XIX sec. Iniziò una rivalutazione del barocco, ad opera soprattutto di Heinrich Wolffin, in una nuova situazione culturale che interessò tutti i settori dell’arte.L’epoca dell’impressionismo in pittura, del simbolismo in poesia, del wagnerismo in musica, del liberty in architettura riprodusse, infatti, situazioni che potevano richiamarsi all’epoca barocca . Se ci si limita a osservare del barocco il lato decorativo e bizzarro, il disprezzo per le regole, la ricerca di originalità ad ogni costo, il prevalere delle linee curve sulle rette, dell’illusionismo sulla rappresentazione fedele della realtà, l’esplorazione della psicologia umana condotta in tutti i ceti, i sentimenti, le età, e il facile abbandono ad una declamazione retorica, ci si accorge che questi aspetti non sono peculiari al mondo postrinascimentale, ma ricorrono frequentemente in tutte le civiltà (hanno avuto una grandiosa manifestazione, già nell’antichità, con l’ellenismo.Un geniale critico spagnolo, Eugenio D’Ors, partendo da questa constatazione,propose di considerare il barocco come una ricordanza storica, come un’inclinazione del gusto che si manifesta in tutte le età e in tutte le zone geografiche.Polemizzando coll’ampliamento del concetto di barocco proposto dal D’Ors,molti storici dell’arte hanno, al contrario, individuato fra Rinascimento ed il barocco un’altra grande fase stilistica,il manierismo. Il manierismo presenta infatti, pur in una comune ricerca di originalità e di licenza dalle regole, precisi elementi distintivi rispetto al barocco: una maggiore astrazione, il gusto per temi più complessi e anche di difficile interpretazione, un assai minore rispetto per la realtà e per i dati storici concreti. La distinzione fra manierismo e barocco, ormai accettata da vari decenni nella storia dell’arte, si pone ora come problema anche agli storici della letteratura: lo studioso Ernst Robert Curtius, per esempio, ha proposto di sostituire la parola manierismo a quella di barocco, intendendo, sulla scia del D’Ors, anche il manierismo come un atteggiamento ricorrente del gusto. La distinzione storica fra manierismo e barocco, si presenta tuttavia assai più difficile in letteratura che nelle arti figurative.
LETTERATURA.La letteratura barocca è l’espressione di una situazione profonda di crisi e di inquietudine determinatasi, con l’esaurirsi della problematica e della poetica umanistiche del Rinascimento, nella cultura e nel gusto europei sul finire del XVI sec.: fenomeno che perdura nei suoi diversi aspetti fino alle soglie del XVIII sec., sino, cioè, all’affermarsi delle correnti del neoclassicismo e dell’illuminismo. Individuato inizialmente come tendenza di gusto nella cultura italiana agli inizi del’600, il barocco rivela i suoi intimi legami con il secolo precedente; esso non rappresenta una rottura con l’umanesimo, ne è piuttosto, nel tentativo di conciliarne le latenti antimonie, l’estrema involuzione. Sul piano estetico la disputa aristotelica del tardo Rinascimento tra i fautori di un’arte pedagogica ( Benedetto Varchi,Giulio Cesare Scaligero,Alessandro Piccolomini) e i fautori di un’arte edonistica (Ludovico Castelvetro,Battista Guarini,Antonio Riccoboni) anticipa i termini entro cui si dibatte, nel tentativo di superarli in una compiuta sintesi, la poetica del barocco. Il barocco conosce in realtà un’arte edonistica e un’arte pedagogica condotte agli estremi ed entrambe ambivalenti ed esprime, proprio in questa sua posizione, un’insofferenza agli schemi della scolastica medievale, contro i quali Giordano Bruno, Bernardino Telesio, Tommaso Campanella avevano intrapreso una serrata critica. Alle regole codificate della tradizione rinascimentale-quali la regolarità, la composizione, l’equilibrio, la misura, la sobrietà-la letteratura barocca impone la libera invenzione fantastica, la ricerca del meraviglioso e del nuovo, sottintendendo, in fondo, un mondo di opinioni e di idee in parte in disfacimento,in parte non ancora costituite. Le forme mitologiche e pastorali, attraverso le quali si esprime il suo gusto delle metamorfosi, dei travestimenti, degli effetti illusionistici ,le variazioni sui temi della incostanza degli animi e della precarietà delle apparenze, rivelano da un lato l’esigenza di approfondire il mondo fantastico come specchio del vero e dell’inverosimile, dall’altro l’affiorare di una realtà mondana che non riesce ad acquistare ancora un significato profondo di costume. La letteratura barocca testimonia una civiltà che, se nelle sue più vistose apparenze si configura come essenzialmente stilistica, nelle più intime e molteplici ragioni si pone invece come una disposizione spirituale di ricerca filosofica e religiosa. Nell’atto medesimo in cui la ricerca scientifica amplia i confini geografici ed astronomici del mondo e scopre nella natura nuovi principi biologici e meccanici, l’equilibrio rinascimentale tra uomo e universo si sposta.La civiltà del barocco sottintende l’acquisizione di un’acuta coscienza della precarietà del reale, delle sembianze ingannevoli, della relatività dei rapporti fra le cose. Nelle espressioni letterarie del barocco tale condizione non appare sempre nei suoi aspetti drammatici o inquieti: così la “meraviglia”che la poesia barocca pone come canone estetico può a sua volta essere mero esercizio artificioso oppure tradursi veramente in uno stato d’animo sofferto, capace di tradurre un’autentica emozione lirica. La metafora, ampiamente usata dagli scrittori del barocco, rappresenta un mezzo ideale per esprimere una realtà dove gli oggetti hanno perso la loro definitiva natura e si presentano continuamente sotto diverse, ingannevoli apparenze . Emanuele Tesauro-insieme con Matteo Pellegrini, uno dei maggiori trattatisti italiani dell’età barocca-nella sua opera Il cannocchiale aristotelico (1654) definisce la metafora una significazione ingegnosa nella quale è racchiuso l’acume di ogni poesia. Essa è lo strumento dell’”ingegno”, questa particolare facoltà dell’intelletto cui è dato penetrare nell’intima realtà mutevole delle cose e scoprirne, attraverso l’accostamento delle circostanze più nascoste, le ragioni non superficiali, ma durevoli. Dalle stesse premesse nascono, come facoltà corrispondenti della conoscenza poetica del barocco, l’”argutezza” del trattatista spagnolo Baltasar Grancian, sorta di apprendimento veloce per sintesi dei diversi fatti e il wit dei secentisti inglesi, elocuzione allusiva di sottile intelligenza. La letteratura del barocco, nella sua particolare e limitata accezione di movimenti e scuole poetiche, si suole designare anche, per il gusto diffuso dei concetti, con il termine di “concettismo”, inteso sul piano edonistico come godimento formale dell’imprevisto, piacere della meraviglia, compiacimento della sottigliezza. Tale tendenza è espressa in Italia dal “marinismo”(dal poeta Giambattista Marino);in Spagna dal “gongorismo”(da Luis de Argote y Gongora, grande, autentico lirico) o “culteranismo” (poesia per los cultos,per le persone colte); in Francia dal “preziosismo”(dal francese préciosité) di Théophile de Viau, Vincet Voiture, Jean Chapelain; in Gran Bretagna dall’”eufuismo”, per lo stile tutto allitterazioni e antitesi messo di moda dal romanzoEuphues di John Lyli e dalla poesia “metafisica”(cosi’ definita retrospettivamente da John Dryden)della scuola di John Donne. Circa la genesi e l’interdipendenza delle varie tendenze, non si può parlare in modo assoluto di influssi determinanti, trattandosi nei vari casi di movimenti nati da una disposizione culturale e spirituale comune per molti aspetti a tutta l’Europa occidentale. Solo in Francia il ”preziosismo” si può considerare in larga parte d’importazione ispano-italiano. Cosi’ l’origine del fenomeno letterario europeo del barocco deve essere circoscritta soltanto alla fortuna della poetica della meraviglia di Giambattista Marino, che trovò numerosi seguaci in vari Paesi. D’altra parte occorre notare che, per esempio,l’”eufuismo” inglese precede nel tempo le corrispondenti forme del concettismo europeo(il romanzo di Lyly è del 1579): Questi movimenti, che rappresentano nelle loro enunciazioni teoriche e nei loro risultati di scuola il tentativo di dare una soluzione facile e artificiosa, ancorché iperbolica, della crisi dell’umanesimo, esprimono soltanto uno degli aspetti della problematica letteraria del barocco: la tendenza, cioè, di sfuggire, attraverso un’arte fastosa, ricca di sinuosità, di volute,ad uno stato di insoddisfazione ed insieme il bisogno di abbandono, di oblìo, di evasione verso forme illusorie.L’altro aspetto,quello vitale e positivo, consiste, invece, proprio nella permanenza di uno stato di tensione spirituale determinato dalla continua ricerca di una sfuggente dimensione della realtà. In tal modo il barocco si presenta come idillico e drammatico insieme.Nella sua accezione più completa pertanto, il barocco è ben lontano dall’esaurirsi nel solo genere propriamente concettista ed estetizzante, anche se ricca ne è stata la fioritura: esso piuttosto si rivela, nelle sue ragioni più intime, come contrastato atteggiamento spirituale, capace di produrre intense emozioni liriche nei grandi rappresentanti che ha avuto nelle letterature europee.

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