I Promessi sposi

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Testo

I PROMESSI SPOSI
VITTIME
OPPRESSORE
Renzo e
Lucia
Don
Rodrigo
AIUTANTI DELLE VITTIME
AIUTANTI DELL’ OPPRESSORE
Padre
Cristoforo
Agnese
Perpetua
Gervaso
Innominato
Conte zio
Cugino Attilio
Bravi
“ parassiti”
( Azzecca- garbugli)
Dovendomi sforzare di dare un’ interpretazione più intima al romanzo capolavoro di Alessandro Manzoni, passerei ad analizzare innanzitutto lo schema che regola i rapporti fra i vari personaggi e che è il medesimo di quello consolidato nel romanzo storico e nel romanzo d’ avventura: accanto all’ EROE ( Renzo) compare l’ ANTAGONISTA ( don Rodrigo) e l’ OGGETTO DEL DESIDERIO ( Lucia). Ecco poi una folta schiera di sostenitori, dell’ una o dell’ altra parte, i “ buoni” e i “ cattivi”; tuttavia, la capacità di introspezione psicologica del Manzoni impedisce ai personaggi di assumere connotazioni nette: nessuno, infatti, tranne forse don Rodrigo, è completamente cattivo, e allo stesso modo, la condotta dei personaggi cosiddetti positivi, come Renzo, non è immune da errori e da ambiguità. Potremmo comunque raggruppare i personaggi secondo il seguente schema:

Potremmo, inoltre, suddividere ulteriormente i personaggi suddetti in base alla loro caratteristica di non modificare la propria personalità nel corso della narrazione, e quindi in base alla staticità, oppure in rapporto alla caratteristica opposta, quella cioè dell’ evolversi e del cambiare nel corso della narrazione, e quindi in rapporto alla dinamicità.
Avremo perciò:
1. PERSONAGGI STATICI
• Don Abbondio, definito “ eroe della paura” che, proprio perché non si comporta come si dovrebbe comportare un normale parroco, non solo diverte il lettore, che sorride alle sue eccessive paure, alle sue ansie per la propria tranquillità, alle meschinità messe in atto per non compiere scomodi doveri, ma anche riflette sulle proprie “ piccinerie”: in fondo don Abbondio è il personaggio nel quale meglio si riflettono i difetti degli uomini e, soprattutto, le paure e gli egoismi dei mediocri.
• Lucia è un altro personaggio che rimane fedele a se stessa: fin dalle prime pagine ella assume, infatti, il ruolo della santa, di una donna molto sensibile e con un gran senso del pudore. Forte d’ animo e coerente, Lucia possiede una grande forza di volontà ed una personalità eroica. La Provvidenza e la religiosità che coronano tutto il romanzo sono impersonificate in lei: Lucia, infatti, con la sua umiltà sembra il veicolo della luce della Grazia Divina.
• Anche don Rodrigo è un personaggio statico: egli raffigura quello che ai suoi tempi era il tipico nobiluomo di provincia, vittima della sua ricchezza e della sua posizione sociale. In questo senso lo potremmo definire come il simbolo della staticità del male nella sua essenza.
2. PERSONAGGI DINAMICI
• Renzo è un personaggio dinamico perché attraverso la sua persona, l’ azione narrativa stessa acquista dinamismo: è legittimo, infatti, definire una vera odissea, quella del giovane che si viene a trovare al centro di fatti più grandi di lui. Tuttavia, i viaggi di Renzo non sono soltanto un espediente per dare movimento all’ azione, ma, al contrario, hanno un significato più profondo, perché questo personaggio è davvero una guida per il lettore: in sua compagnia subisce l’ ingiustizia di don Rodrigo e del dottor Azzecca- garbugli, si cala nei tumulti di Milano e vi partecipa come testimone oculare……………
Renzo nella sua essenza è l’ uomo semplice e vero, l’ onesto lavoratore che vive alla giornata fuori dalla politica ma che la politica va a disturbare nel suo angolo privato.
Un’ importanza rilevante assumono anche i
PERSONAGGI STORICI
• La Monaca di Monza era Mariana De Leyva, figlia di don Martino, costretta alla monacazione con il nome di suor Virginia. Di lei il Manzoni privilegia la descrizione dei risvolti psicologici, delle sue segrete speranze,dei timori,delle pressioni interiori, del disagio esistenziale,del bisogno d’ amore, di bontà, di chiarezza nella vita, di dialogo aperto, lo sforzo di non lasciarsi sopraffare dalla prepotenza altrui.
• Il gran cancelliere Antonio Ferrer, protagonista di una delle più vivaci sequenze durante i tumulti di Milano, viene presentato con le sue caratteristiche storiche ma anche nelle sue connotazioni psicologiche: operando con la fantasia, infatti, l’ autore immagina il suo atteggiamento umile e cortese di fronte alla folla in rivolta.
Emerge così, dunque, la continua tendenza dell’ autore ad intervenire con il tocco della sua penna “ romanzante” anche negli elementi puramente storici e oggettivi. E’ per questo motivo, inoltre, che, a mio parere, il realismo manzoniano si limiti esclusivamente alla narrazione/ descrizione degli avvenimenti e delle vicende effettivamente storici.
Un particolare curioso: il vero protagonista del romanzo è tutto un secolo: il SEICENTO, illustrato nel suo carattere di epoca piena di contraddizione, dove i nobili ostentano sfarzo ma anche sudiciume, dove i sentimenti più umani e profondi cedono all’ orgoglio, dove possono avvenire le più incredibili prevaricazioni, nonostante le lessi parlino chiaro, dove un giovane onesto che vuol difendere un suo diritto viene cacciato dall’ avvocato abituato a difendere solo malfattori. Questa rappresentazione del Seicento voleva forse essere un invito agli intellettuali dell’ Ottocento a riflettere sulla necessità di un ricambio di classe al potere: la borghesia, infatti, doveva sembrare la più idonea a superare la crisi, a promuovere una nuova realtà, nella quale i diritti civili fossero rispettati e le energie popolari potessero esplicarsi in maniera proficua, senza soprusi, violenze o stupidi privilegi.
Per quanto riguarda l’ uso del paesaggio nei Promessi Sposi, esso rappresenta un elemento tecnico determinante che porta alla soluzione di un problema molto importante: come far capire in profondità al lettore l’ anima dei personaggi
dando nel contempo una collocazione spaziale. In questo senso, esso rappresenta spesso il commento alle vicende e lo specchio dello stato d’ animo dei personaggi: molte, infatti, sono le indicazioni di paesaggio che sembrano configurare aspetti della vita degli uomini ( per esempio, le scene di villaggio, la descrizione dell’ interno delle case,di quel “ brulichio” che riempie le strade,…).
Numerose sono le tematiche del romanzo:
1. IL TEMA DEL RAPPORTO FRA LIBERTA’ E CONDIZIONAMENTO
in cui si innestano i motivi dell’ amore, della prevaricazione, della paura, che concorrono a sviluppare quello unificante del matrimonio mancato. La libertà è il valore su cui si basa la morale cristiana, ma viene cancellata da disvalori; primo fra tutti il conformismo.
2. IL TEMA DEL CONTRASTO FRA IDEALE E REALE
ossia, fra come dovrebbe essere la società e come, invece, di fatto è. Ecco allora comparire i motivi del privilegio che tocca solo ad una piccola categoria di persone, dell’ ingiustizia che colpisce tutti coloro che patiscono l’ oppressione dei privilegi altrui, della violenza in campo sociale, ma anche morale, e della mancanza di moralità che nasce dal mancato rispetto per le più elementari norme evangeliche.
A questo punto il pessimismo del Manzoni si allenta nel tono bonario dell’
3. IRONIA
Che può assumere diverse connotazioni:
È un’ ironia bonaria nei punti in cui smaschera le piccole astuzie degli umili
Si colora di amarezza quando denuncia le ipocrisie dei politici
Diviene denuncia aspra quando constata come anche i valori più sacri, quali la paternità, siano inquinati dall’ orgoglio, che porta alla menzogna, allo stravolgimento dei valori della famiglia e della società
Il tema più significativo, però, si riferisce alla visione religiosa della vita, ossia l’ opera della Provvidenza di Dio nella storia e nelle umane vicende. Il pessimismo manzoniano emerge nella constatazione della presenza del male, dell’ irrazionalità
dell’ agire umano, della forza dell’egoismo, ed è proprio in questo ambito che deve agire Dio con la sua mano mitizzante.
Quindi:
4. IL TEMA RELIGIOSO
insieme con la scelta di porre gli umili come protagonisti della storia, rappresenta l’ elemento di grande novità del romanzo.
Certo è che i personaggi e i diversi elementi che caratterizzano la vicenda risultano sorprendentemente attuali: pensiamo ai vari spunti tematici ispirati al romanzo e cerchiamo di trovarne i paralleli nella realtà:
La Monaca di Monza:giovane priva di volontà e di scopi chiari, che non sa tendere ad essi con sicurezza ed animo intrepido, viene caricata di grandi colpe.Ella è l’ interprete di una società fatta di falso prestigio e di ricerca esclusiva dell’ interesse; è una vittima carica di responsabilità,contraddittoria e agitata da propositi contrastanti.
La tendenza attuale ad incolpare genericamente la società per giustificare gli errori degli uomini, e in particolare dei giovani, con il rischio di togliere all’ individuo la responsabilità delle proprie azioni.
L’ Azzecca- garbugli: vero e proprio “ parassita” della società del Seicento reincarna il malfunzionamento degli apparati giudiziari, la falsità e l’ ambiguità dei funzionari statali, la corruzione dilagante.
Nonostante i progressi fatti dal XVII secolo fino ad oggi nel campo dell’ amministrazione giudiziaria, si sentono ancora con una certa frequenza casi di persone perseguite dalla Giustizia e riconosciute innocenti solo a distanza di anni.
Don Abbondio: è “ un vaso di terracotta al quale viene imposto di viaggiare coi vasi di ferro”; gretto e vile, egli pretende di sottrarsi ai rapporti con gli altri per mezzo della sua veste da prete.
La “ filosofia” di don Abbondio, che implica la rinuncia e la fuga dalle responsabilità, è oggi molto diffusa. Spesso, infatti, si cerca di ignorare i problemi degli altri, di disimpegnarsi dal rapporto con il prossimo in difficoltà.
Sono questi, a mio modesto parere, gli aspetti più importanti e significativi del romanzo che era opportuno focalizzare e determinare meglio al fine di una più completa comprensione.

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