Eroi a confronto

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Testo

EROI A CONFRONTO NEI LORO DUELLI.

ACHILLE VS ENEA
Achille è presentato sempre orgoglioso, in cerca di gloria e in preda all’ira quindi dopo la sua presentazione non sconvolge la sua collera alla vista delle armi del suo amico Patroclo indossate dal suo uccisore Ettore. È strano, invece, vedere un Enea così adirato e feroce con Turno, dopo che per lunghi tratti nel poema aveva rappresentato la pietà e aveva dato vita alla definizione di Enea “Pio”.
Nel duello fra l’eroe troiano e Turno osserviamo, quindi, una trasformazione di Enea che da Pio diventa un guerriero che segue il codice eroico tipico dei protagonisti dei poemi omerici.

ETTORE VS TURNO
Ettore scappa da Achille finchè non conosce il verdetto degli dei, quindi, una volta appresa la sua fine per volontà di Zeus decide di fermarsi e accettando coraggiosamente il suo destino affronta Achille e viene ucciso.
La fuga di Turno e il suo timore sono simili a quelli di Ettore, come anche la stessa sorte dovuta all’intervento divino che toglie tutte le forze all’eroe latino, lasciandolo inerme privo anche della spada. La consapevolezza di Turno del proprio destino di morte è la causa della sua disperazione e il suo stato psicologico è analizzato dal poeta che si sofferma maggiormente sul perdente.

ACHILLE
Achille è presentato subito simile a Enialo epiteto di Ares, dio della guerra (significa bellicoso) poi compare l’epiteto dei piedi veloci e, quindi, le similitudini “come il nibbio sui monti, che tra gli uccelli è il più rapido, facilmente insegue una tremante colomba, e quella gli fugge di sotto ma il nibbio stridendole addosso vola fitto, il cuore lo sprona a ghermirla; cosi Achille volava, furioso” e “come un cane sui monti insegue un nato di cerva per valli e per gole dopo averlo snidato: e se quello s’appiatta smarrito sotto un cespuglio, corre pur sempre cercando le tracce finchè lo trova; così non sfuggiva Ettore al piede rapido Achille”.

ENEA
La presentazione di Enea comincia con una similitudine che sottolinea l’impotenza di Turno come in una scena di caccia “Enea l’insegue e incalza con ardore toccando quasi quasi col piede il piede del fuggiasco. Così un cane da caccia che s’imbatta in un cervo la cui corsa è bloccata da un fiume o dalle penne rosse in calza latrando l’animale: spaventato dall’alta ripa o da quelle penne il cervo corre avanti e indietro dappertutto cercando una via di scampo, ma il cane vivacemente gli sta addosso già già sta per prenderlo e, certo di azzannarlo, dà a vuoto un gran colpo di denti mordendo solo l’aria” segue lo stato psicologico dell’eroe greco: con animo feroce prima del combattimento, fiero e pensieroso quasi a farsi perdonare dalla pietà che gli suscita Dauno padre di Turno dopo aver colpito l’eroe latino e, infine, acceso dall’ira e in preda a un dolore terribile alla vista della cintura di Pallante che acceca il sentimento di pietà travolto da quello di vendetta.

ETTORE VS TURNO
Le reazioni immediate dei due eroe sono la paura e lo spavento alla vista dei loro avversari, seguite dalla fuga con cui cercano di sfuggire al destino prestabilito dagli dei ai quali nessuno può scampare e, infine, la presa di coscienza dovuta anche a inequivocabili segni mandati dal cielo e quindi il duello che in entrambi dura pochi minuti crudeli e feroci per i familiari che guardano inermi la fine dei loro eroi.

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