Materie: | Appunti |
Categoria: | Letteratura |
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Numero di pagine: | 3 |
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Testo
IL CONVIVIO
II titolo
Dante vuole offrire ai convitati (partecipanti, uomini e donne al banchetto D convivio) le vivande (canzoni) e il pane (commento alle canzoni).
Datazione e destinatari
Durante i primi anni dell’esilio Dante scrisse due trattati dottrinali rimasti incompiuti. Il convivio (1304-1307 circa) è un’opera in volgare destinata al ceto politico e sociale emergente nei comuni del tempo, scritta per la formazione di una classe dirigente che fosse adeguata ai compiti di giustizia e di alta moralità doveva essere una vera e propria enciclopedia, ispirata ai modelli medievali.
La lingua
Il convivio è scritto in volgare: infatti esso si rivolge a quanti non possano, per i loro impegni civili, formarsi una cultura alta in lingua latina e pure sono animati da una grande passione per l’apprendimento della verità (la stessa passione che anima quest’opera di Dante e che ne illumina la materia in sé un po’ arida e teorica dottrinaria). La scelta del volgare per un trattato era una cosa sconosciuta e funzionale alle finalità e ai destinatari dell’opera;Dante è consapevole della novità della sua posizione e capisce che deve essere motivata.
Egli è un intellettuale e proprio per questo deve diffondere le sue conoscenze per fare un’opera sociale; è stato esiliato e così rivaluta la sua posizione e riconosce ciò che deve fare: deve distribuire il cibo della sapienza.
La struttura
Il convivio doveva essere composto di 15 trattati (uno introduttivo e gli altri 14 a commento ad altrettante canzoni) ma furono portati a termine solo i primi 4 trattati, che avviarono la prosa filosofica in volgare.
RIASSUNTO DELL’OPERA
- trattato 1-la difesa del volgare:
In questo trattato, che ha una funzione introduttiva (proemio), Dante spiega qual’è lo scopo dell’opera e ne giustifica il titolo. Si coglie la scelta di un pubblico nuovo (vedi sopra) e l’adozione del volgare, utilizzato per tre motivi:
1) siccome le canzoni sono in volgare Dante non può commentarle in latino (commento: canzoni = servo: signore)
2) generosità di Dante per coloro che non conoscono il latino ma che intendo usufruire dell’opera
3) affetto verso la sua lingua naturale che è il volgare (il latino veniva studiato a scuola, ma il volgare veniva parlato).
- trattato 2,3 tl’esaltazione della filosofia:
Dante loda la filosofia stessa, intesa come donna gentile.
- trattato 4 tdiscussione intorno alla nobiltà
LA MONARCHIA
Datazione e lingua
Incerte sono le date della composizione di un terzo trattato, di tipo politico, questa volta completo e in latino (è la lingua degli intellettuali e Dante si vuole rivolgere a loro), intitolato “la Monarchia” : siamo probabilmente tra il 1312 e il 1313, al tempo della discesa dell’imperatore Arrigo VII in Italia. L’opera è divisa in tre libri, ognuno dei quali si occupa di aspetti diversi del tema politico; qui Dante, che prima era un difensore estremo dell’autonomia dei comuni [prima dell’esilio], ora considera la possibilità di un’organizzazione politica che riguarda tutta l’umanità [dopo l’esilio].
Posizione di Dante
Nel dibattito tra papa e imperatore, Dante assume una posizione abbastanza originale: in questo trattato afferma decisamente la superiorità (anche religiosa) del principio imperiale su tutti gli altri poteri politici terreni, sulla base dell’argomentazione che solo un sovrano che tutto possieda e nulla debba desiderare, può essere in grado di amministrare rettamente la giustizia e di assicurare la pace. Egli risolve inoltre il problema spinosissimo dei rapporti fra Impero e Chiesa, sostenendo che si tratta di due autorità direttamente derivanti da Dio e quindi indipendenti sostanzialmente fra loro, anche se volte al medesimo fine, che è quello di assicurare, così nel dominio temporale come in quello religioso, le migliori condizioni per la salvezza dell’anima umana.
RIASSUNTO DELL’OPERA
- libro 1- necessità della monarchia universale:
Nel primo libro Dante sostiene la necessità dell’impero:il fine principale dell’uomo è la conoscenza a cui si arriva apprendendo; ma per giungere a ciò devono regnare nel mondo pace e giustizia che devono essere garantite da un unico imperatore. Perché gli uomini non siano invasi da cupidigia l’imperatore deve possedere tutto. Non a caso Cristo è nato durante l’impero di Augusto, cioè mentre nel mondo regnava la pace.
- libro 2 - significato storico dell’impero romano:
L’impero romano, secondo Dante, è stato un impero di diritto, poichè Dio ha permesso che suo figlio fosse crocifisso per mano di quelle autorità predilette da Dio; il popolo romano era più nobile di altri popoli quindi aveva il diritto di imporsi su di loro.
- libro 3 - Impero e Chiesa:
Dante indica qui la necessità tra i due poteri: l’imperatore e il Papa sono chiamati a servire Dio, realizzandone la volontà. Entrambi devono garantire all’uomo i suoi due fini principali:
- la felicità terrenal che spetta all’imperatore
- la beatitudine eternal la cui responsabilità ricade invece sul papa.