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Categoria: | Letteratura |
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Beccarмa, Cйsare
giurista ed economista (Milano 1738-1794). Rigidamente educato dai gesuiti nel collegio
farnesiano di Parma, dopo aver conseguito il dottorato in diritto a Pavia (1758), entrт in contatto
con l'Accademia dei Pugni e con Pietro Verri, per esortazione del quale scrisse il libro Dei delitti e
delle pene, che di colpo lo portт ai vertici della notorietа. Stesa di getto fra il marzo 1763 e
l'inizio del 1764, l'opera rivelт subito il suo carattere inconfondibile di capolavoro: tutta la
violenza troppo a lungo contenuta si riversava in quel tremendo atto d'accusa contro le atrocitа
giudiziarie (le denunce segrete, la tortura, la procedura penale, il criterio punitivo, la pena di
morte) ma soprattutto contro le strutture sociali che ne erano la causa prima. Il vecchio mondo e il
suo sistema erano investiti in pieno e ne uscivano frantumati. Unanime fu in Europa il
riconoscimento e specialmente la Francia, patria dell'Illuminismo, vide esaltati nell'opera di B. i
concetti migliori della sua lunga battaglia intellettuale. A B. non mancarono gli attacchi degli
spiriti piщ retrivi, ma Verri e gli amici del Caffи lo aiutarono a respingerli. Sono di questo periodo il
Tentativo analitico su i contrabbandi, il Frammento sullo stile e il Frammento sugli odori.Intanto
naufragava il progetto di Caterina II per avere in Russia B., che rifiutт l'invito provocando il
risentimento di Verri, che da allora mutт l'amicizia in una critica non sempre serena. A salvare B.
da una pericolosa inattivitа venne propizia l'offerta del governo austriaco a occupare la carica di
professore di scienze camerali nelle scuole palatine (1768). Iniziт allora un periodo operoso e
tranquillo per B., che nel 1770 pubblicava le Ricerche intorno alla natura dello stile, un prezioso
frammento sulla storia della civiltа umana. Pagine di eccezionale profonditа e luciditа furono
anche gli Elementi di economia pubblica, uno dei libri fondamentali e piщ originali del pensiero
economico italiano nel sec. XVIII. Consigliere nel Supremo consiglio d'economia (1771), B. nel
1778 venne nominato magistrato provinciale per la zecca e membro della legazione incaricata
della riforma delle monete. A queste nuove mansioni egli assolse con immutato interesse, con
dignitа e umana partecipazione. Al tramonto della sua vita B. poteva vedere il suo libro alla base
delle numerose riforme effettuate, dalla giovane America alla Russia zarista, mentre cadevano in
pezzi, sotto i colpi della Rivoluzione francese, le strutture di quel mondo a cui aveva inferto un
potente scossone con il suo atto d'accusa.BibliografiaR. Mondolfo, Cesare Beccaria, Milano, 1960; F. Venturi, Dei delitti e delle pene, Torino, 1965;
Autori Vari, Cesare Beccaria tra Milano e l'Europa, Bari, 1991.