Catone

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Testo

Catóne, Marco Porcio, detto l'Uticense (lat. M. Porcius Cato Uticensis), uomo politico romano (? 95 - Utica 46 a.C.). Pronipote di M. Porcio Catone il Censore, si distinse presto come uno dei capi dell'ala intransigente dell'aristocrazia senatoria romana, che guardava non senza sospetti lo stesso Gneo Pompeo. Questore nel 65 a.C., tribuno della plebe nel 62, intervenne in senato per chiedere la condanna a morte dei partecipanti alla congiura di L. Sergio Catilina. Nel 59 guidò l'opposizione contro C. Giulio Cesare e fu imprigionato; l'anno successivo fu allontanato da Roma con l'incarico di supervisore a Cipro. Pretore nel 54, due anni dopo si riavvicinò a Pompeo e ne sostenne il consolato; durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo fu al comando delle forze pompeiane in Occidente. Dopo la sconfitta dei pompeiani a Tapso (46), si diede la morte ad Utica. Nutrito di principi stoici e seguace rigoroso della tradizionale moralità romana, C. divenne presto un simbolo del repubblicanesimo intransigente: esaltato da M. Tullio Cicerone (contro cui entrò invano in polemica lo stesso Cesare), la sua fama durò per tutto il Medioevo grazie alla Farsaglia di M. Anneo Lucano in cui C., in contrapposizione a Cesare, è rappresentato come il paladino della libertà e il difensore delle istituzioni repubblicane.

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