Baudelaire

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Testo

1. INTRODUZIONE Baudelaire, Charles (Parigi 1821-1867), poeta e critico francese. Ebbe un'infanzia difficile, segnata dalla morte del padre e dall'insofferenza per il patrigno. La vocazione poetica, che si manifestò precocemente, fu avversata dai genitori i quali, per sottrarlo alla vita disordinata che conduceva, nel 1841 lo indussero a compiere un viaggio in India, dal quale il giovane Baudelaire fece ritorno ancor prima di essere giunto a destinazione. Fu durante questo viaggio che compose una delle sue poesie più famose, L'albatros.

Riprese allora la sua vita di dandy e di esteta, sperimentando i "paradisi artificiali" (questo il titolo di una sua raccolta di saggi pubblicata nel 1861) dell'hashish, dell'oppio e dell'alcol, procurandosi fama di eccentrico e immorale e dissipando ben presto il patrimonio paterno, cui aveva avuto accesso con la maggiore età. Questo periodo di libertà assoluta e di ricerca del piacere coincise con una fase creativa estremamente feconda, da cui nacquero le sue poesie più celebrate. Costretto dalle preoccupazioni finanziarie, intraprese l'attività giornalistica. Le sue prime pubblicazioni di una certa importanza furono due volumetti di critiche d'arte sui Salons (1845-46). Il riconoscimento della sua abilità di scrittore giunse nel 1848, quando furono pubblicate le traduzioni di opere di Edgar Allan Poe, scrittore con il quale Baudelaire condivideva una profonda inquietudine.

Nel giugno del 1857 Baudelaire fece pubblicare dall'editore Poulet-Malassis, suo amico, la raccolta I fiori del male, che affiancava inediti a poesie già comparse in rivista. In agosto l'opera fu sequestrata e all'autore fu intentato un processo per oltraggio alla morale pubblica. Pochi mesi prima, la stessa sorte era toccata a Madame Bovary di Gustave Flaubert, ma, al contrario di quanto avvenne per il romanzo flaubertiano, lo scandalo segnò negativamente la fortuna dei Fiori del male; benché l'élite letteraria francese si fosse schierata in sua difesa, il pubblico ministero comminò a Baudelaire una pena pecuniaria e ordinò la soppressione di sei componimenti, che furono riabilitati solo nel 1949.

Dopo lo scandalo, sempre per far fronte ai debiti, continuò a pubblicare sulle riviste testi critici e traduzioni di Poe, a cui presto si aggiunsero i "poemetti in prosa" che sarebbero stati raggruppati e pubblicati postumi in forma definitiva con il titolo Lo spleen di Parigi (1869) e con i quali l'autore riprendeva in una sensuale, musicale prosa poetica temi e motivi dei Fiori del male. Nella primavera del 1866, già malato, si trovava in Belgio per tenervi un ciclo di conferenze; in luglio, colpito da un attacco di paralisi e di afasia, dovette essere ricondotto a Parigi, dove morì il 31 agosto.
2. I FIORI DEL MALE
Capolavoro di Baudelaire, la raccolta poetica reca fin dal titolo il segno di un'estetica nuova, "moderna", in cui, grazie alla poesia, le realtà più banali o volgari della natura e della carne (il "male") possono acquistare bellezza ed elevarsi al sublime (i "fiori"). Applicando a questo materiale "basso" di ispirazione un meticoloso lavoro sul linguaggio poetico, con l'utilizzo di forme metriche tradizionali quali il sonetto e il verso alessandrino, Baudelaire rivoluzionò l'universo estetico non soltanto superando l'idea tradizionale che l'arte sia tanto più riuscita quanto più la materia è nobile, ma soprattutto realizzando una sintesi tra due scelte estetiche fino ad allora inconciliabili: il lirismo romantico e il formalismo.

Nella versione definitiva, la raccolta si compone di sei parti: Spleen e ideale, Quadri parigini, Il vino, Fiori del male, Rivolta e La morte. La prima parte, che nel titolo prosegue l'ambivalenza del titolo generale della raccolta, mette in scena lo spleen, ossia l'angoscia metafisica di cui soffre il poeta, e la sua aspirazione a un "ideale", infinito sublime dove regna la pienezza dell'essere. E la stessa tematica ambivalente alimenta l'intera raccolta, che tratta il conflitto eterno tra spirito e carne, e il tormento del poeta lacerato tra il sublime e il sordido, attratto nello stesso tempo da Dio e da Satana.

Spleen è una parola inglese che significa "milza", l'organo che, nella teoria degli umori di Ippocrate, secerne la bile nera, responsabile del carattere malinconico. Per Baudelaire, spleen si traduce nei concetti di noia e di generalizzato disgusto per la vita e il solo modo di sfuggirvi è il ricorso alla poesia, capace di generare senso e di trasmutare le realtà più umili e banali. Il sonetto Corrispondenze mostra che, per l'autore, le immagini non sono simboli convenzionali, ma rivelano un rapporto assoluto tra le cose e il loro significato, illustrando la legge dell'"analogia universale". Soltanto il poeta, grazie alla sua immaginazione capace di creare immagini e di cogliere corrispondenze tra le cose, può conferire ordine a un universo che all'uomo comune appare confuso, disgregato, indecifrabile.
3. L'OPERA CRITICA Baudelaire resta un nome importante anche nella storia della critica dell'arte per la novità del suo approccio e per la modernità dell'estetica propugnata. In particolare, innalzò a principio estetico generale l'idea dell'eccesso e dell'esagerazione, procedimenti usati in modo sistematico nella caricatura. I saggi di critica d'arte, costituiti essenzialmente dai resoconti dei Salons degli anni 1845, 1846 e 1859, furono riuniti e pubblicati nel 1868 con il titolo Curiosità estetiche: vi si trovano acute recensioni delle opere di artisti suoi contemporanei come Honoré Daumier, Edouard Manet ed Eugène Delacroix, il resoconto dell'Esposizione universale del 1855, oltre a saggi sui caricaturisti non soltanto francesi e a un testo sulla comicità nell'arte.
L'Arte romantica (raccolta postuma, 1869) raggruppa i saggi che Baudelaire dedicò alla letteratura del suo tempo e ai grandi autori ai quali si sentiva più vicino. I testi più importanti sono consacrati a Poe, Théophile Gautier, a Madame Bovary di Flaubert e a I miserabili di Victor Hugo.

Esempio



  


  1. maria

    analisi di "paesaggio" poesia di baudelaire