Basilica di Sant'Ambrogio

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Testo

Basilica
di
S. Ambrogio
La Basilica di S. Ambrogio è il monumento in cui le forme ed i caratteri dell’architettura romanica lombarda dei sec. XI-XII raggiungono la pienezza e completezza di prototipo. Originariamente era di 3 navate divise da colonne ed aveva un’unica abside poco profonda. Il 5 aprile 397 vi furono celebrati i funerali del santo, il cui corpo venne posto accanto a quello dei Ss. Gervasio e Protasio.

STORIA: La basilica fu cominciata nel 379 e consacrata nel 386 da S. Ambrogio con il nome di “Basilica Martyrum”. Sorse sull’area del cimitero cristiano ad Martyres, che era fuori porta Vercellina. Nel 789, l’arcivescovo Pietro fondò un monastero benedettino accanto alla chiesa ed all’inizio del IX sec. venne eretto il Campanile dei Monaci e, forse, il quadriportico fu rifatto dall’arcivescovo Ansperto. Le nuove absidi e il presbitero furono costruite verso la metà del X sec. dopo il 1080, e nei primi decenni del sec. XII, furono erette le navate, il Campanile dei Canonici, il tiburio e l’atrio. Nel 1196 cadde la terza campata che venne immediatamente ricostruita.

DESCR.NE ESTERNA: Dalla piazza, della chiesa, poiché questa è posta ad un livello più basso, appare solamente il muro esterno, il coronamento della facciata e i due Campanili.
I Campanili si distinguono tra loro: quello di destra è detto dei “Monaci”, risalente al IX sec., è molto semplice e nudo, quello di sinistra, dei “Canonici”, invece, è di tipo longobardo, con cornici di archetti pensili e corso da lesene1, costruito nel XII sec. e completato nel 1889 della loggia2 trifora.
Passando dal portale, romanico, che è ornato da intagli nel giro dell’arco, si passa nell’atrio, costruito nella prima metà del XII sec., a pianta rettangolare e cinto, sui tre lati, da un porticato (le volte furono rifatte nei sec. XVIII, i capitelli lavorati risalgono al secolo XI, ma rifatti nel ‘600, hanno ricche decorazioni vegetali e figure mostruose di derivazione musulmana) da su pilastri i cui capitelli sorreggono archi a doppia ghiera.
In fondo c’è la facciata della basilica, costituita di due loggiati sovrapposti, il nartece3 e la loggia in alto a cinque arcate digradanti, che mette in comunicazione i matronei e dà luce alla chiesa. Sotto il nartece si aprono 3 portali: i due laterali, con architravi recanti figurazioni da bestiari e sculture ai lati, il mediano, a larghi sguanci, è
fiancheggiato da colonne riccamente ornate e con architrave, stipiti e lunetta formati dai frammenti die sec. VIII-X, ad intagli di intrecci viminei e figure mostruose. La porta di centro ha imposte lignee con scene della vita di David e di Saul dei sec. IV e VII, rifatte nel ‘700. I battenti di bronzo sono dei secoli XI-XII. Ai lati del portale ci sono frammenti di affreschi del XIII sec.. A sinistra c’è il “Sepolcro di Pier Candido Decembrio” e lapide sepolcrale in latino e greco di Uberto Decembrio, padre di P. Candido.

INTERNO: L’interno presenta tre navate con presbiterio sormontato da tiburio e tre absidi.
Le 3 navate sono divise da pilastri alternati di forma e grandezza, in modo che ad ogni campata4della nave maggiore, corrispondono due nelle navatelle, i cui pilastri minori sorreggono gli archi e le volte a crociera. I matronei, che si aprono verso l’interno con grandi
arcate , sono sopra le navate minori.
Nella nave mediana, dai pilastri si voltano gli archi trasversi e i costoloni5 a sezione quadrata delle volte. I capitelli sono di grande valore artistico e di importanza iconografica, particolarmente quelli dei pilastri minori, che mostrano remote ascendenze longobarde o, come
altri credono, una raffinata cultura di derivazione musulmana. A destra c’è la statua di Pio IX, a sinistra, al terzo pilastro, ci sono 3 affreschi sovrapposti del ‘200: “il devoto committente Bonamico Taverna”, “S. Ambrogio”, “Madonna con bambino”. Sempre a sinistra c’è una colonna isolata che porta un Serpente in bronzo del X sec.. A destra c’è un’altra colonna isolata che porta una croce moderna. Tra la Colonna del Serpente è in vista il plinto (A) di una colonna della basilica del sec. IV, scoperto nel corso di recenti lavori.
Al 5° pilastro sinistro sorge su arcatelle, riccamente decorate, portate da colonnine il Pergamo6 (B), ricomposto nel 1200 con parti più antiche, che poggia sopra un sarcofago paleocristiano di due coniugi ( forse seconda metà IV sec.). Sul parapetto, nel lato verso la navatella, si nota l’”Ultima Cena” risalente alla fine del sec. XI e all’inizio dello stesso secolo vengono assegnate la rozza figura di “evangelista” e la bella “Aquila”, in rame, del leggio sulla fronte.
I rilievi rappresentati sul sarcofago paleocristiano sono opera di due lapicidi milanesi. I rilievi rappresentano: sul lato anteriore “Gesù fra gli Apostoli” e, ai lati del coperchio monolitico, “Adamo ed Eva e gli Apostoli”, in basso l’”Adorazione dei magi” e “I tre fanciulli ebrei”; sul fianco destro, in alto, il “Bambino Gesù tra l’asino e il bue”, ed “Elia sul carro nell’atto di lasciare il pallio ad Eliseo”, “Noè” e “Mosè”, in basso due piccole figure acefale di “Adamo ed Eva”; sul lato posteriore, di nuovo, “Cristo fra gli Apostoli”; sul fianco sinistro, in alto c’è il “Sacrificio d’Abramo”, in basso gli “Apostoli”.
Nella Navata destra si notano 7 cappelle. La Prima cappella (E) presenta un affresco molto scolorito di Della Cerva rappresentante la “Deposizione”, “Santi” e “Angeli”. La Seconda (F) ha la “Madonna”, “S. Bartolomeo e il Battista”. La Terza (G), rifatta in forme neoclassiche, ha il “Sarcofago di S.ta Marcellina”, con la statuetta della “Santa orante”. La Quarta (H) ha a sinistra dell’altare un frammento musivo del IX-X sec. rappresentante S. Martino, mentre alle pareti ci sono tele secentesche. La Quinta (I) è barocca: alle pareti ha due tele settecentesche, la “Morte di S. Benedetto”, sotto le quali ci sono due frammenti di affreschi, “Gesù nell’orto” e “Ingresso di Gesù a Gerusalemme”. La Sesta (L) ha all’altare la “Madonna col Bambino e S. Giovannino”, e alle pareti ha affreschi sulle “Storie di S. Giorgio”, alle finestre ai lati dell’altare ci sono vetrate del ‘500 con “L’Angelo” e “L’Annunziata”. La Settima (M) è ornata di “Nature morte” e “Putti” del 1769, all’altare c’è “S. Ambrogio agonizzante”. Di qui a sinistra, attraverso un cancello in ferro battuto, si entra nella “Cappella di S. Satiro”, affrescata nel 1738 e nella volta si nota la “Gloria di S. Vittore” del 1763.
Si passa poi nel “Sacello di S. Vittore in ciel d’oro” (N), del IV sec., che sorse nell’area del cimitero “ad Martyres” e ospitò le relique dei Santi Vittore e Satiro. Questo posto consta di un’aula quadrata ed absidata, coperta da una cupola in tubi di terracotta. In questa, in una grande corona trionfale, c’è un mosaico su fondo d’oro col busto di S. Vittore. Nelle pareti in alto ci sono altri mosaici coevi su fondo azzurro: a sinistra “S. Ambrogio tra i Ss. Gervasio e Protasio”, a destra i “Ss. Felice, Materno e Naborre”. Nella cripta sottostante, spartita da colonnette del ‘200, c’è un sarcofago del V sec. riadoperato per ospitare le reliquie di martiri.
A sinistra si apre la “Sagrestia delle Messe” (O), che ha perduto a causa delle bombe un affresco di Tiepolo con “La Gloria di S. Bernardo”. Alle pareti ci sono due affreschi staccati: “Martirio di S. Vittore” e il “Naufragio di S. Satiro”. Sulla parete di destra si notano avanzi architettonici antichi e un frammento di affresco risalente forse al sec. IX.
In fondo alla navata (P) c’è un altare con paliotto costituito dalla fronte di un sarcofago paleocristiano del IV sec..
Nella Navata sinistra, nella prima campata c’è una porta (Q)sul cui architrave sono raffigurati “Putti vendemmiatori”. Nella Prima cappella (R), c’è “Cristo risorto fra due Angeli”, vi si trova poi un moderno fonte battesimale con rilievi e coperchio in argento sbalzato, nella volta è raffigurato “Il Paradiso”. La Terza cappella (S) ha sull’altare una “Madonna”, tondo di Luini, gli stucchi e gli affreschi sono del 1689.
In fondo alla navata, presso la porta di accesso (T) alla canonica, c’è l’iscrizione sepolcrale di Pipino, che insieme ad altri re Carolingi trovò sepoltura in S. Ambrogio.
Nella navata sinistra si apre la porta d’accesso al “Portico della Canonica”, la cui costruzione iniziò nel 1492, fu sospesa nel 1499 per la caduta di Ludovico il Moro, rimanendo così eretto solo il lato aderente alla basilica. Il portico, devastato dalle bombe nel 1943 e ora ricomposto, consta di ampie arcate su 12 colonne, di cui alcune a tronco arboreo sfrondato; sulle chiavi degli archi, bellissimi “putti” di Biagio da Vairone (fine del 400). A metà del portico si volta su pilastri un altro e ampio arcone, nella cui parete di fondo, sopra un portale barocco, sono 2 busti a mezzo rilievo di “Ludovico il Moro e di Beatrice d’Este” coevi all’opera del Bramante.
In fondo al portico della Canonica è l’accesso al “Museo di S. Ambrogio”, istituito nel 1949, che raccoglie cimeli preziosi della basilica.
Il Presbiterio è sormontato da un vasto “Tiburio”, ricostruito nel 200, che poggia sopra un tamburo7 che dalla base quadrata passa, a mezzo di 4 trombe ad archi concentrici, a quella ottagonale.
Al centro del presbiterio sorge il “Ciborio” (C), ricomposto dopo la rovina del 1196. Poggia su quattro colonne di porfido romane, su basi tardoantiche e con capitelli del sec. IX. Il baldacchino è ornato di stucchi colorati e dorati lombardo-bizzantini, della metà del XII secolo, rappresentanti: nella fronte, il “Redentore da le chiavi a San Pietroe il libro della Sapienza a San Paolo”, a destra “Sant’Ambrogio fra due devoti”, verso l’abside “Sant’Ambrogio fra i Ss. Gervasio e Protasio e due benedettini con il modello del ciborio nuovo”, a sinistra ”Santa Tecla ( o Santa Scolastica) fra due devote”.
Sotto il ciborio c’è il famoso “Paliotto o Altare d’oro”pregiatissimo lavoro di oreficeria della prima metà del sec. IX improntato di caratteri dell’arte carolingia. Nella facciata anteriore è composto di lamine d’oro e in quella posteriore di argento dorato lavorate a cesello, divise in riquadri da fasce di smalti con gemme. Nella fronte c’è il “Redentore fra i simboli degli Evangelisti e gli Apostoli” e all’intorno “Storie della vita di Cristo”, sui fianchi “Angeli e Santi” che adorano la croce incrostata di gemme, perle e smalti; nel tergo “Storie della vita di Sant’Ambrogio”. Ai lati del ciborio due armadi e il “Trono abbaziale”.
L’Abside (D) è sopraelevata sulla cripta. Tutto in giro sono state ricollocate le parti superstiti del magnifico Coro intagliato riguardo alle “Scene della vita di Sant’Ambrogio”, a due ordini di stalli con ornati goticizzanti. Al centro dell’abside si nota una “Cattedra vescovile marmorea” del sec. IX. Nella conca absidale si trova un grande mosaico, in parte ricostruito dopo essere stato crollato sotto le bombe. Era composto con parti più antiche nel decimo secolo e largamente rifatto nel 1200. Al centro si nota il “Redentore in trono benedicente fra i santi Gervasio e Protasio”, sotto il trono, in medaglioni, i busti “Dei Santi Marcellina, Satiro e Candida”, ai lati 2 rappresentazioni della visione che Sant’Ambrogio ebbe dei “Funerali di San Martino a Tours”.
La Cripta ha l’entrata ai alti del presbiterio e comprende 2 ambienti: il primo, settecentesco, è a 5 navate, sostenute da colonnine in marmo rosso. Il secondo custodisce “L’Arca dei Santi Patroni” che racchiude i corpi dei Santi Ambrogio Gervaso e Protaso, opera in argento e cristalli adorna di “Cori di Angeli” e statue delle “Virtù teologali” e dei Santi “Agostino Satiro e Marcellina, Valeria e Vitale, Vittore, Sotere e Santa Candida”. L’Epigrafe fu dettata da Leone XIII. Sul retro c’è un tronco di colonna trecentesca, con un rilievo della “Pietà” e iscrizione che indicava il luogo del martirio dei Santi Gervaso e Protaso. All’intorno, entro nicchie, antichi avelli.

1 Semipilastro, o semicolonna, addossata ad una parete, a volte liscia e a volte ornata con funzione decorativa.
2 Struttura architettonica aperta in arcate poggiante su colonne o pilastri.
3 Nartece o atrio
4 spazio posto tra quattro pilastri che sorreggono una volta a crociera.
5 Elemento tipico romanico, che scarica il peso sui capitelli dei pilastri sottostanti.
6 Pergamo o pulpito.
7 Organismo a forma cilindrica che raccorda gli appoggi dell’edificio sottostante con la cupola.
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Esempio



  


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