"la chimera" di Sebastiano Vassalli

Materie:Scheda libro
Categoria:Letteratura

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Data:03.01.2006
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Testo

Titolo: La Chimera
Autore: Sebastiano Vassalli
Anno di Pubblicazione: 1990 (Premio Strega e Premio Selezione Campiello).
Genere: romanzo storico (perché è stato tratto da un vero manoscritto che ha testimoniato il processo della strega).
Fabula ed intreccio si sviluppano quasi parallelamente; a volte però l’autore anticipa ciò che deve accadere, oppure racconta la storia passata della bassa tornando indietro di molti anni. Rievocazione
Trama
Antonia, orfanella abbandonata nei pressi del convento di S. Michele a Novara, passa l'infanzia tra le suore e numerose funzioni religiose. Nella Pia Casa la bambina crebbe con gli altri esposti in un ambiente triste e severo.
Durante la sua permanenza in convento Antonia conobbe Rosalina, una bambina costretta dalle sue condizioni di miseria a prostituirsi, la quale mise in discussione per la prima volta ad Antonia l’operato delle sorelle della Pia Casa, aprendole gli occhi alla cruda realtà.
Ogni tanto facevano visita all'edificio, in cui vivevano gli esposti, delle persone intenzionate all'adozione, i quali la maggior parte delle volte preferiva adottare bambine laboriose e brutte, per evitare le conseguenze di una gravidanza inaspettata. Per quest’Antonia, che ben presto si differenziò dalle altre esposte per la sua bellezza, aveva poche possibilità di essere adottata.
Fin quando alla Pia Casa giunsero due umili contadini di Zardino, Bartolo e Francesca Nidasio, i quali scelsero proprio Antonia.
Arrivati nel piccolo paese di Zardino, le vicine iniziarono a parlare della novità chiedendosi come mai i Nidasio avessero adottato un’esposta, considerata figlia del peccato.
Col tempo Antonia conobbe le figlie dei suoi vicini, Anna, Chiara e Teresina, con le quali passava gran parte del suo tempo.
Attirato dalla bellezza d’Antonia, Biagio "lo scemo" s’innamorò della ragazza, l'unica ad essere gentile con lui, dando spettacolo di se ed innervosendo le sue zie.
Infatti, egli era nipote delle gemelle Borghesini che, essendo in lite coi Nidasio, cominciarono ad accusare Antonia di aver rovinato Biagio con la magia.
Nel frattempo in città si susseguono importanti avvenimenti: il vescovo Carlo Bascapè viene confinato nella diocesi di Novara perché contrario alla Roma cattolica e corrotta di questi tempi. Uomo dal grande carisma e grandi ideali, il nuovo vescovo rivoluziona la vita dei fedeli e attua subito diverse riforme tra cui quella di ripulire le parrocchie dai parroci corrotti. Anche Zardino quindi si ritrova espropriata del suo Don Michele per lasciar spazio all'ambizioso giovane Don Teresio, che abitua i paesani e numerose cerimonie e offerte in denaro
Un giorno arrivarono a Zardino i Lanzi, famosi per le razzie e le violenze che compivano nei paesi in cui passavano, di conseguenza tutta la popolazione si ritirò nelle proprie case, tranne Antonia e le sue due amiche che erano andate la mattina presto nel bosco e non ne sapevano nulla.
Appena i Lanzi le videro arrivare ne furono felici ed un soldato ballò con la bell’Antonia.
I compaesani ne furono stupiti e Don Teresio, un prete particolarmente rigido e severo, la scomunicò.
Giunta ormai a diciannove anni la ragazza si innamora di un camminante (vagabondo) che riunisce squadre di risaroli ,e lui le fa grandi promesse. Questa storia d'amore la porta ad uscire di notte per incontrarsi con lui sul dosso dell'albera (collina con un castano sotto il quale si narrava si incontrassero le streghe). Antonia viene sorpresa più volte dai Fratelli Cristiani (pattuglia dell'epoca per controllare i risaroli), che la riportano a casa con la forza.
Alla fine dell'inverno cominciarono ad accadere fatti strani nel villaggio ad esempio animali che si ammalavano misteriosamente e segni demoniaci tracciati sulla neve.
Ben presto cominciò a circolare la voce che fosse tutta opera di Antonia e Don Teresio andò a denunciarla al Sant'Uffizio di Novara.
Del caso si occupò con grande fervore l'inquisitore Manini, cercò di ridare importanza al Tribunale. Manini procedette a interrogare diversi testimoni che affermano la colpevolezza della strega, gli unici che si dissociarono e raccontarono la storia d'amore sono i due coniugi Nidasio (che cercano pure di corromperlo), l'amica Teresina e il campanaro Maffiolo. Questa versione viene però scartata, la ragazza viene arrestata
Tuttavia gli inquisitori non credettero a ciò e continuarono a raccogliere accuse, considerando anche come prove delle pratiche di stregoneria: oggetti d’uso comune, come un vasetto per unguenti profumati ed una scatola contenente delle ciocche di capelli appartenenti al suo amato.
Nelle carceri del tribunale la ragazza rimase per un paio di mesi, qui fu torturata, violentata dai carcerieri. Il padre cercò in varie maniere di corrompere l’inquisitore, ma tutto ciò fu inutile, la sentenza fu emanata, condannando Antonia alla morte sul rogo formato dalla stessa legna ricavata dall'Albera.
Durante l’attesa del 20 agosto, Antonia fu trasferita nella Torre dei Paratici, dove rincontrò la sua amica Rosalina.
Il 20 agosto arrivò, molta gente proveniente dai paesi vicini venne a vedere la strega bruciare, mentre il parroco aveva indotto una processione per esorcizzare il demonio per far sì che sul novarese tornasse la pioggia.
Antonia andò incontro alla morte serenamente, quando la prima fiamma s’innalzò al cielo si sentivano già i primi applausi e urli di gioia del pubblico.

Personaggi
Antonia. Figlia illegittima, appena nata viene deposta sul torno della Casa di Carità di San Michele fuori le mura a Novara. Antonia era una bambina dai capelli neri, così come scuri erano anche i suoi occhi. Alla Pia Casa le venne posto nome Antonia Renata Giuditta Spagnolini e in questa visse per alcuni anni, finché i coniugi Nidasio la scelsero e ottennero il suo affidamento. Essa presenta sin da bambina caratteristiche fisiche e psicologiche che la fanno emergere dal gruppo.Antonia ci mostra le sue caratteristiche più autentiche e più vive, d’ingenuità, di fierezza, di determinazione.
I coniugi Nidasio. Bartolo Nidasio era un uomo di circa cinquant’anni con la barba grigia. Francesca Nidasio era una donna dal viso rotondo, senza età, con due occhi azzurri che mettevano allegria solo a guardarli. Il suo corpo era invece enorme e sproporzionato, con un sedere così grosso che le ragazze della Pia Casa la chiamarono “la culona” non appena la videro. I coniugi Nidasio erano comprensivi, onesti, e meno soggetti alle credenze popolari e al potere occulto della chiesa.
Gasparo Bosi era uno tra i più noti camminanti della bassa ed era conosciuto con il soprannome di Tosetto. Era di statura piuttosto bassa, biondiccio, con gli occhi grigi tra le fessure delle palpebre e una faccia rotonda da briccone senza barba ne baffi. Era stato un camminate dalla nascita; sua madre l’aveva tenuto con se fino a dieci anni per poi affidarlo al padre. Prima di essere abbandonato dal padre era stato educato al disprezzo del lavoro . Quest’uomo abbordò per la prima volta Antonia alla fonte e da subito scoppiò la passione, per la quale Antonia perderà la vita.
Don Teresio In seguito alle riforme introdotte dal vescovo Bascapè alla diocesi di Novara arrivò a Zardino sostituendo il quistone don Michele. Egli cercò di riportare l’autorità ecclesiastica in un luogo in cui la sua assenza aveva reso gli abitanti intolleranti verso le imposizioni della chiesa. Arriva a Zardino con la “pretesa” di scacciare il diavolo che riteneva essere presente in ogni persona.
Don Michele era un ometto vispo e bene in carne, di un’età indefinibile, ma certamente superiore ai sesant’anni, capelli bianchi corti, guance rasate e occhi così chiari da sembrare quasi gialli. Era un prete di un genere particolare, un prete mago. Sapeva a mala pena leggere e scrivere. Nella diocesi di Novara, i falsi preti come don Michele erano chiamati quistoni .
spazio Zardino e la bassa, Novara
tempo Il romanzo si colloca tra il XVI e il XVII secolo, in piena dominazione spagnola.
focalizzazione è esterna Il narratore è esterno alla vicenda.
Commento:
Il libro mi ha veramente annoiato per i primi capitoli, in cui la narrazione non ha avuto grandi impulsi e il racconto delle vicende dell’epoca non era abbastanza stimolante; quando Antonia ha iniziato a crescere mi sono appassionato di più perché anche le pause descrittive e riferimenti storici erano più interessanti che all’inizio.
La religione è tema dominante, anche se nella Chimera è vista come strumento di potere e arricchimento dei parroci.
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