Poema cavalleresco

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura Italiana

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Testo

IL POEMA CAVALLERESCO

• Il poema cavalleresco nasce nella seconda metà del ‘400, quando i poeti scrivono i cantari, cantati nelle piazze. I cantari nascono nel Medioevo dalla mescolanza tra l’epica di Carlo Magno e l’epica bretone. La tematica prevalente è l’amore.
Il cantare è breve e racconta un episodio della storia. Si svilupperà poi l’usanza di eseguire in giorni consecutivi episodi consecutivi nella piazza di un solo paese.
Circa nel 1450 per mano di Boiardo e di Pulci vengono messi per iscritto questi cantari. Cambia di conseguenza anche il 1pubblico: da popolare a quello cortigiano più elevato. Anche lo 2scopo è diverso: se nel Medioevo era utilizzato per diffondere i valori, ora ha per lo più uno scopo d diletto.
Il primo poema cavalleresco è il “Morgante” di Pulci, scritto dopo la metà del ‘400. prima edizione includeva 23 cantari, mentre nella seconda ne sono stati aggiunti 5 (dal XXIV al XXVIII). Questo testo è molto legato ai cantari ed è una divisione che Pulci mantiene; ogni cantare è un episodio con un inizio, uno sviluppo e una fine. Ciò che mette in moto tutti gli episodi è il tradimento di Gano. La materia: sfondo e di tanto in tanto guerra tra Carlo Magno e gli infedeli; dopo il X cantare predomina il tema dell’amore (prima volta l’amore nei cantari → i paladini lasciano la guerra per seguire le loro innamorate); inserimento magia, tipicamente medievale (diavoli, magia...); componente nuova e limitata a questo poema legata a Morgante e Margutte.

• Dopo il “Morgante” c’è l’”Orlando Innamorato” con il quale ci spostiamo a Ferrara. Di poco sfasato e composto in due momenti: la seconda parte, scritta tra il 1484 e il 1494, è interrotta proprio nel 1494 quando l’Italia è in crisi dopo la calata di Carlo VIII; anche la corte di Ferrara subisce una crisi.
In questo confluiscono sia il ciclo bretone che quello carolingio; a differenza del poema di Pulci, qui domina il tema amoroso mentre la guerra è solo lo sfondo delle vicende. È l’amore che muove tutto, anche i duelli. La sorte è qui presente, un tema tipico del periodo umanistico-rinascimentale. Inoltre troviamo un richiamo all’epica classica, in particolare a Virgilio: dedicatio (qui il dedicatario è Ercole d'Este) e come per l’Eneide ha lo scopo di esaltare la casata d'Este attraverso un personaggio, Ruggero, tenuto nascosto dal mago, che conosce il futuro, che lascerà Atlantide e sposerà Bradamante e darà poi origine alla dinastia d'Este → recupero dell’epica classica e medievale.
Lo scopo di questo poema è quello di dilettare il pubblico cortigiano e far rivivere i valori cortesi del medioevo. L’esordio rende espliciti i suoi intenti. Il metro utilizzato è l’ottava, cioè otto versi endecasillabi per strofa ritmati ABABABCC per tutta l’opera.
Canto XVIII libro II: presentazione del ciclo bretone che predilige le battaglie per portare all’amata la gloria (I strofa). II strofa: Carlo Magno con la sua corte che non apre le porte all’amore → predilezione per il ciclo bretone.
Predilige la materia amorosa perché l’onore, ecc. l’uomo li può avere grazie all’amore e non alla guerra. Ricorda o valori di cortesia e li porta all’epoca postera. Questi valori erano validi nella corte di’Este → il poeta sottolinea questi valori.
Ritorno al locus amoenus.
Canto I° libro II°
Paragona alla primavera i valori cortesi. Poi è arrivato l’inverno e anche questi valori sono venuti meno.
Angelica, che proviene dall’oriente, è una bella ragazza e provoca scompiglio alla corte di Carlo Magno. Chi sconfiggerà Aralia, suo fratello, può sposare la ragazza. Non succede così perché lei scappa seguita dai paladini e dai saraceni, per tutto l’Orlando innamorato e l’Orlando furioso.
1516 I edizione dell’”Orlando furioso”
1521 II edizione dell’”Orlando furioso”
1532 III edizione dell’”Orlando furioso”
Elaborazione linguistica e stilistica. Riprende la materia cavalleresca dalla conclusione dell’innamorato.
Altri punti di contatto: TEMI (militare da sfondo, più predominante l’amore). Due amori fondamentali Orlando-Angelica/Ruggero-Bradamante.
Rimane anche lo scopo encomiastico e dilettevole. È dedicato al figlio Ippolito d’Este. Ripresa la struttura della trama: i paladini che inseguono ma che non raggiungono (quiête) ciò che stanno cercando perché questa quiete è l’interpretazione della vita di Ariosto.
Accanto a questa c’è ENTRELACEMENT (= intrecciare), cioè mescolare varie storie e esce un groviglio di storie che si interrompono, continuano, si biforcano....
Ripresa di Virgilio. Tornano episodi dell’Eneide, secondo il principio di mutazione di Ariosto secondo cui i classici sono maestri di vita e bisogna imitarli.
Lega all’epica la consapevolezza che è un genere attraverso cui la comunità celebra la propria origine.
Eneide → inizio di Roma.
Iliade → inizio di Grecia.
Orlando Furioso → origine Estensi più forza, virtù di quella famiglia che secondo Ariosto poteva essere una guida che unificava le varie corti.
Differenze dall’epica classica: i valori non sono più riproponibili perché collettivi e imposti dai più potenti. I valori che ha Ariosto sono quelli di una classe sociale (i cortigiani) e non per tutti i cittadini e in tutta Italia.
La struttura non è più quella dell’epica perché ci sono regole ben precise che tutti rispettano, mentre qui uno fa una cosa e uno un’altra, ecc.

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