Luigi Pirandello

Materie:Tesina
Categoria:Letteratura Italiana

Voto:

1 (2)
Download:687
Data:12.02.2007
Numero di pagine:8
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
luigi-pirandello_26.zip (Dimensione: 19.96 Kb)
trucheck.it_luigi-pirandello.doc     46.5 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

La Biografia di Luigi Pirandello
“Una notte di giugno caddi come una lucciola sotto un pino solitario in una campagna d’olivi saraceni , sotto l’ardente azzurro del ciel affacciato sul mare africano …Orbene ,io fui ,quella notte come una di quelle lucciole ,non so come ne’ di dove caduto a pie’ di quel grande pino solitario … Io dunque sono figlio del CAOS ma non allegoricamente ma in giusta realtà ,perché sono nato in una campagna che trovasi presso un intricato bosco ,in forma dialettale Càvusu dagli abitanti di Girgenti …”
Casa romita in mezzo alla natià campagna ,area ,qui, su l’altipiano d’azzurre argille ,a cui sommesso invia fervore di spume;il mare aspro africano te sempre vedo ,sempre ,da lontano se penso al punto in cui la vita mia s’aprì piccola al mondo immenso e vano .Da questa casa romita ….da questo sentieruolo tra gli olivi ,di mentastro ,di salvie profumate…da qui - dico –presi la via .
Luigi Pirandello nacque il 28 Giugno del 1867 da Caterina Ricci Grammitto e da Stefano Pirandello , in una casa di campagna presso Girgenti ( odierna Agrigento ) posseduta da uno zio materno , dove la famiglia si era rifugiata per sfuggire all’epidemia di colera che in quell’anno imperversava in Sicilia. Trascorre l’infanzia tra Girgenti e Porto Empedocle; frequenta i primi due anni della Regia Scuola Tecnica a Girgenti poi assecondato dalla madre si iscrive al liceo Ginnasio “ Empedocle” del capoluogo. A soli diciassette anni scrive il breve componimento narrativo “Capannetta” pubblicato sulla “Gazzetta del Popolo della domenica” di Torino 1884. E’ di questo periodo il componimento poetico “Caro Gioja”. Nel 1882 il padre dopo aver subito un tracollo finanziario è costretto a trasferirsi a Palermo con la famiglia, dove trova lavoro nell’azienda del fratello Felice. A Palermo Luigi prosegue gli studi presso il Regio Liceo “Vittorio Emanuele ІІ” dove nel 1886 consegue la licenza liceale. I suoi studi furono ostacolati dal padre che tentò più volte di inserirlo nell’attività dell’azienda di famiglia,. Pirandello decide quindi di iscriversi alla Facoltà di Lettere e Legge dell’Università di Palermo. Durante i mesi estivi fa ritorno a Porto Empedocle e svolge il suo tirocinio presso l’azienda paterna “Banco Stefano Pirandello &c.” L’autore proietterà la personale esperienza di lavorativa in molte novelle e alcune poesie e in particolare nel romanzo: “I vecchi e i giovani”. Nella primavera del 1887 si fidanza con la cugina Rosalia (Lina),e sembra voler abbandonare gli studi, sposarsi e dedicarsi al lavoro nell’azienda del padre: ma per dedicarsi a pieno all’arte, che in quel momento sembra occupare un posto fondamentale nella sua vita, rinuncia ad un futuro nel commercio dello zolfo e lascia la cugina. Nel 1887 in occasione del matrimonio della sorella Lina, Luigi le dedica un carme, che verrà poi inserito nella raccolta “Mal Giocondo”. Pochi mesi più tardi lascia la Sicilia per proseguire gli studi all’Università di Roma. Nel 1888 scrive per il teatro “Le allegre e le popolane” che non riuscirà mai a rappresentare. Nel 1889 a causa di un contrasto con un professore dell’Università romana decide di continuare gli studi a Bonn presso la prestigiosa Rheinishe Friedrich – Wilhelms – Universitàt. A Bonn scrive la poesia Convegno
Nella quale ci lascia la descrizione di se stesso, pubblicata sulla “Rivista d’Italia” nel 1901.Nel1889 compone la raccolta poetica “Pasqua di Gea” , dove affiora la sua storia d’amore per Jenny Shulz – Lander, che pubblica nel 1891 con dedica alla ragazza amata. In Germania comincia a scrivere “il taccuino di Bonn” , in esso sono annotati frammenti delle “Elegie boreali” e di “Pasqua di Gea”, trascrizioni di versi di Dante e Petrarca e di frasi del Cellini, del Machiavelli e di altri autori. Nel 1891 ottiene la laurea in Filologia discutendo una tesi su “Suoni e sviluppo dei suoni della parlata di Girgenti”, dal titolo in tedesco “Laute und lautentwickelung der mundart von Girgenti”. Nel 1891 torna in Italia ed entra in contatto con vari artisti, quali: Ugo Fleres, Giuseppe Mantica, Giustino Ferri, Nino Martoglio, e Luigi Capuana. Sarà quest’ultimo ad incoraggiarlo a dedicarsi alla prosa e che lo introdurrà negli ambienti letterari. Con questi artisti fonda il settimanale letterario “ARIEL” ,tale attività avrà breve vita . Il 27 gennaio del 1894 ,si unisce in matrimonio con Maria Antonia Portolano , da questa donna ebbe tre figli: Stefano, Lia, Caterina . Dopo il matrimonio si trasferisce a Roma . Nel 1895 pubblica le “Elegie renane” . Nel 1896 con un sonetto introduttivo dedicato all’amico Ugo Fleres escono le “Elegie Romane” , venti liriche del Goethe tradotte da Pirandello. Nel 1898 ottiene l’incarico presso l’istituto superiore di magistero di Roma. Sul finire del 1901 pubblica il romanzo “L’Esclusa”. Nel 1903 le zolfare del padre subiscono un dissesto finanziario, ciò determinerà l’aggravamento delle condizioni mentali della moglie Antonietta già sofferente di grave crisi di nervi . Nel 1904 scrive il romanzo “Il Fu Mattia Pascal” che pubblica sulla rivista “ Nuova Antologia” e poi raccolto in volume nella “ Biblioteca della nuova antologia”. Il romanzo viene subito tradotto in varie lingue ed ottiene un successo che gli procura fama internazionale e gli apre le porte dell’importante casa editrice “Treves” di Torino . Lo stesso anno pubblica i saggi “L’umorismo” . Sulla rivista popolare di politica, lettere e scienze sociali ,nel 1909 viene pubblicata il saggio sul Teatro Siciliano . In seguito appaiono il romanzo “I vecchi e i giovani” . Con la morte del suocero si accentuano le difficoltà e i problemi economici . Compaiono in quell’anno tre novelle sul “Corriere della sera”: “Mondo di carta”, “La giara” , “Il lume dell’altra casa”. Inizia con queste uscite la lunga collaborazione con il corriere, successivamente gli viene offerta la possibilità di rappresentare le sue opere drammatiche. Nel 1910 vengono rappresentate al “Teatro Metastasio” di Roma dalla compagnia del teatro minimo : “Lumiè di Sicilia” . Quello stesso anno viene pubblicata la raccolta di novelle: “La vita nuda”. Nel 1911 lo scrittore porta a termine il romanzo “Suo marito”, che sarà ripubblicato postumo nel 1941 con il nuovo titolo “Giustino Roncella nato a Boggiolò” a cura del figlio Stefano . Nel 1912 esce “Il Dovere del medico”. Nel 1913 Luigi Pirandello pubblica l’atto unico “Cècè” in due volumi. L’anno dopo escono le novelle “Le Due Maschere” ed è pure pubblicato l’atto unico “L’imbecille”. Pur avendo ormai raggiunto una vasta e cospiqua notorietà come scrittore e drammaturgo dalla quale trae solidi proventi economici, la necessità di denaro lo spinge ad entrare in contatto con il mondo del cinema. Intanto le condizioni psichiche della moglie si aggravano ed il 1915 rappresenterà per lo scrittore un anno tragico: muore la madre mentre lui si trovava a Roma, ed il figlio Stefano trovandosi sul fronte viene fatto prigioniero dagli austriaci. Nonostante le avversità familiari riesce a portare avanti con successo le attività letterarie. Nel 1916 Pirandello comincia a scrivere per il teatro, è l’anno che pubblicherà la commedia “Il nibbio” (che diventerà “Se non così”), “La ragione degli altri”, ed il poemetto “Laòmache”. Spinto da varie sollecitazioni comincia a scrivere anche opere teatrali in dialetto siciliano: “A birritta cu’ i ciancianeddi” (il berretto a sonagli), “A giarra” (La giara), “A patenti” (La patente), “A vilanza” (La bilancia) e “Cappiddazu paga tutto” (Capellaccio paga tutto). La fama di Pirandello spinge l’industria cinematografica ad interessarsi alla trasposizione filmica di soggetti tratti dalle sue opere. Nel 1919 viene girato il film “Il crollo” seguendo la versione della novella omonima. Nel 1922 viene rappresentato “Enrico IV” al teatro Manzoni di Milano. Nello stesso anno si reca in America dove è accolto con i meritati onori, e nel 1924 insieme al figlio Stefano fonda il “tetro d’arte a Roma”. Nel 1926 vengono pubblicate le raccolte di novelle, e l’anno seguente esce il romanzo “Uno, nessuno e centomila”, e dedicato a Marta Abba “Una e unica”. Nel 1934 riceve il premio Nobel per la letteratura a Stoccolma; l’anno dopo durante un soggiorno negli Stati Uniti, incontra Albent Einstein. Nel 1936 il dramma “Sogno (ma forse no)” viene sceneggiato radiofonicamente dall’EIAR, una prima assoluta per questo genere di spettacoli. Il 15 agosto 1936 viene nominato presidente della giuria per l’assegnazione del “Premio Letterario Viareggio”. Ammalatosi di broncopolmonite durante le riprese del film “Il fu Mattia Pascal” di Chenal. Luigi Pirandello muore il 10 dicembre 1936 nella sua casa romana, ora sede di un museo dove sono custoditi i libri che lo hanno accompagnato durante tutto cammino della sua vita. Le sue ceneri sono oggi custoditi nella sua casa natale, nella campagna tra Girgenti e Porto Empedocle. La Casa Natale nel dicembre del 1949 è dichiarata monumento nazionale, e nel 1987 Museo della Regione Siciliana e costituisce un unico Istituto con la biblioteca Luigi Pirandello di Agrigento. In essa sono raccolti quadri, documenti, lettere, fotografie che illustrano momenti significativi della persona e dell’opera dello scrittore.
Pirandello e la poetica
L’ideologia di Pirandello è caratterizzata dalla convinzione che l’uomo non percepisce la realtà così com’è ma solo come appare ai nostri occhi. Secondo Pirandello non esisto non valori morali certi: l’idea del dovere, del bene ecc... Sono soltanto semplici credenze che lo scrittore poi chiamerà “forme”. Uno dei temi fondamentali è costituito dal contrasto vita forma, una sorta di maschera imposta all’individuo dalla società. L’identità umana è bloccata dal giudizio sociale fissata in un’etichetta. Pirandello si convince che la personalità dell’uomo non è una ma molteplice, i suoi personaggi infatti si sdoppiano sono allo stesso tempo “uno, nessuno, centomila”. L’autore si presenta come uno scrittore umorista, l’umorismo per Pirandello consiste nel “sentimento del contrario” contrapponendolo al comico, che non è che il semplice avvertimento del contrario. Un punto fondamentale nella poetica dell’umorismo sta nel ruolo della riflessione, da quest’ultima si attiva il sentimento del contrario. Egli stesso parla in uno scritto intitolato “L’umorismo” dicendo che l’umorismo non solo ci fa vedere tutti i contrasti del mondo, ma ci fa vedere pure l’aspetto tragico, non solo per ridere come fa il comico. Pirandello paragona il suo umorismo e sorriso amaro alla lumaca che gettata nel fuoco produce un rumore che somiglia a una risata invece sta per morire. La letteratura umorista non ha paura del disordine, ma rifiuta di seguire le regole perché ha bisogno del più libero e spensierato movimento della lingua; per tale motivo Pirandello utilizzerà il dialetto.
La crisi del positivismo
La fiducia nel progresso guidata dalla ragione scientifica, entrò in crisi nella seconda metà dell’800. Le ragioni sono molteplici. La grave crisi economica che colpì i paesi con l’economia industriale più avanzata incrinò la fiducia in un progresso storico, lineare e inarrestabile, poiché dimostrava che lo sviluppo materiale poteva arrestarsi e in alcuni casi addirittura retrocedere.
Tra pessimismo e ottimismo
All’interno della concessione positivistica convivevano posizioni ottimistiche e posizioni pessimistiche. Il Positivismo fu attaccato da nuove concezioni: la ragione umana appare limitata, incapace di dar conto delle complessità del reale e dell’interiorità dell’individuo. Negli ultimi decenni del Novecento la società borghese europea conosce una profonda crisi in cui vengono meno gli ideali , l’individuo più cosciente non si riconosceva più, cresceva in lui il senso di alienazione. Gli artisti e gli intellettuali abbandonano il ruolo di guida della società e la rifiutano. Il termine decadente fu usato in Francia intorno al 1880 in senso dispregiativo per designare gli atteggiamenti eccentrici e anticonformisti dei simbolisti. Il decadentismo rappresenta l’arte di un periodo di trasformazione della società. L’elemento dominante della letteratura decadente consiste nel considerare l’uomo per ciò che è realmente da ogni legame con la società nella quale non si riconosce e non si realizza. L’artista si sente diverso dal mondo che lo circonda, affermando idee, gusti e valori opposti a quelli dominanti. E’ un atteggiamento di ricerca dell’evasione verso realtà diverse e lontane.
L’anima e il personaggio

1

Esempio