Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde

Materie:Scheda libro
Categoria:Letteratura Italiana
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Testo

LO STRANO CASO DEL DOTTOR JEKYLL E DEL SIGNOR HYDE

Sequenze
• La passeggiata di Utterson e Enfield e lo strano edificio.
• Utterson si reca dal dottor Lanyon per avere spiegazioni sullo strano documento.
• Utterson incontra Hyde.
• L’omicidio di Carew.
• L’improvvisa morte di Lanyon.
• La lettera di Lanyon.
• La strana storia del dottor Jekyll.
• Utterson trova delle lettere del dottor Jekyll.
• La confessione.

Fabula
In questo libro fabula e intreccio coincidono.

Riassunto
Il protagonista di questo libro è l’avvocato Utterson, un tipo alquanto strano che un giorno durante una passeggiata con il suo amico Enfield, nota una casa decadente e l’amico gli racconta legata a questa una brutta storia. Un giorno un signore si scontra per sbaglio con una bambina, la piccola cade a terra urlando e indifferente il signore le passa sopra calpestandola. Il signor Enfield testimone dell’accaduto decide di agire e ferma lo strano signore, il cui nome è Mr Hyde, e pretende un risarcimento per la bambina. Il signor Hyde gli consegna un assegno con la firma di un altro signore, Enfield si mostra dubbioso allora Mr Hyde lo accompagna lui stesso in banca a ritirare i soldi; ma la cosa che colpisce di più Enfield è l’aspetto di quell’uomo, deforme e inquietante. Preoccupato per il dottor Jekyll, che aveva fatto un testamento in cui lasciava tutti i suoi beni a Mr Hyde, si reca alla casa di Lanyon per avere spiegazioni sullo strano testamento ma senza ricavare alcuna informazione. L’avvocato decide così di mettersi alla ricerca di Mr Hyde e dopo giorni di attesa riesce finalmente a incontrarlo, durante il loro breve incontro Hyde si mostra molto freddo e frettoloso. Dopo questo strano incontro Utterson va a casa del dottor Jekyll per avere spiegazioni, ma il dottore si mostra tranquillo e deciso a lasciare il testamento così com’è. Qualche giorno dopo una nota persona nell’ambito politico viene assassinata e il colpevole è Hyde, la polizia lo cerca inutilmente, ogni sua traccia sembra ormai scomparsa. L’avvocato si presenta alla casa del dottor Jekyll e trova il dottor in uno stato pietoso, Utterson gli fa qualche domanda su Hyde e riceve da lui una lettera scritta da quest’ultimo. Giunto a casa chiama uno scrivano e gli fa confrontare la lettera appena ricevuta con il testamento e questo nota che la scrittura è quasi identica. L’avvocato va a casa di Lanyon per chiedergli informazioni ma quest’ultimo è molto arrabbiato nei confronti del dottor e non vuole spiegargli le ragioni di questo suo comportamento; muore dopo qualche giorno. Il signor Utterson passeggiando con Enfield discute degli avvenimenti degli ultimi giorni convinto che non rivedrà più Hyde; ma quando ritorna a casa un’amara sorpresa l’attende. Il signor Poole, maggiordomo del dottor Jekyll, chiede aiuto all’avvocato a causa dello strano comportamento del suo padrone, utterson lo segue a casa del dottore ed entrato trova tutta la servitù impaurita riunita all’entrata. L’avvocato insieme al maggiordomo sfondano la porta del laboratorio e trovano sul tavolo Hyde morto, spaventati aprono dei cassetti e in uno di questi trovano un foglietto scritto dal dottore dove chiedeva di leggere la lettera che lui aveva scritto a Lanyon. Utterson torna a casa e legge la lettera sia di Lanyon che del dottor Jekyll: in queste due lettere c’era scritto la spiegazione di tutto quello che era successo. In realtà il dottor Jekyll e Mr Hyde erano la stessa persona; in una sua ricerca il dottore aveva scoperto che l’essere umano è costituito da due identità: una malvagia e una buona. Dopo numerose ricerche il dottore aveva finalmente scoperto una pozione per separare queste due parti, ottenuto il composto lo beve e si trasforma nella sua parte maligna e la usa per andare sotto falsa identità in posti sconvenienti. Ma con il tempo la parte maligna prende il sopravvento su quella buona e il dottor Jekyll scompare definitivamente e lascia il posto a Mr Hyde.

Personaggi
L’avvocato Utterson: l’autore descrive questo personaggio molto dettagliatamente, sia dal punto di vista psicologico, che fisico. «Utterson, il legale, era un uomo dal volto ruvido, mai illuminato da un sorriso. Di poca e fredda, impacciata conversazione, restio ai sentimenti, era lungo, magro, grigio, accigliato, e tuttavia amabile, in qualche modo. Ai pranzi tra amici, e quando il vino era di suo gusto, qualcosa di eminentemente umano traspariva dal suo sguardo; qualcosa, certo, che non arrivava mai a tradursi in parole, ma che neppure si limitava ai muti simboli dell’appagamento conviviale, manifestandosi anzi, più spesso e apertamente, negli atti della sua vita. Era austero con se stesso: bevevo gin quando era solo, per mortificare una propensione ai vini d’annata, e benché il teatro gli piacesse, non ci metteva più piede da vent’anni. Ma era di provata tolleranza con gli altri, considerando a volte con stupore, quasi con invidia, l’alta pressione di spiriti vitali che li portava a traviarsi.
Certo per un uomo come Utterson, poco espansivo nel migliore dei casi, non doveva essere difficile comportarsi così. La stessa amicizia per lui sembrava fondarsi su un senso di generica, benevola disponibilità. Ma è proprio delle persone modeste accettare bell’e fatta, dalle mani del caso, la cerchia delle proprie amicizie; e questo appunto era il caso di Utterson. I suoi amici erano conoscenti di lunga data o persone della sua stessa famiglia; i suoi affetti crescevano col tempo, come l’edera, e non implicavano una particolare idoneità del loro oggetto». L’autore scrive anche sulle sue abitudini:«La domenica, aveva l’abitudine, terminata la cena di sedere accanto al fuoco con qualche volume trattante aridi argomenti religiosi, sinchè l’orologio della chiesa vicina non suonava la mezzanotte, ora alla quale l’avvocato se ne andava tranquillo e soddisfatto, a letto». Utterson è un personaggio piatto e statico.
Il signor Hyde: egli è la parte maligna del dottor Jekyll che piano piano si impossessa di lui, capace di uccidere le persone, mette terrore a chiunque lo incontra. L’autore descrive questo personaggio con molti particolari soprattutto per il terribile aspetto fisico. «Quello non somigliava ad un uomo, era come una creatura infernale.
C’è qualcosa di non chiaro nel suo aspetto; qualcosa di sgradevole, anzi di veramente detestabile. Non avevo mai visto un uomo che mi ripugnasse tanto, e non ne so la ragione. Doveva avere qualche deformità; dava l’impressione di essere deforme, sebbene io non riesco a specificare la cosa. Aveva un aspetto anormale, eppure non so dire precisamente in quale senso». La descrizione di prima è stata fatta dal signor Enfield, mentre quella che segue dall’avvocato nel suo breve incontro con Hyde: «Hyde era pallido e molto piccolo, dava un’impressione di deformità pur senza malformazioni precise, aveva un sorriso repellente, si comportava con un misto viscido di pusillanimità e arroganza, parlava con una specie di rauco e rotto bisbiglio: tutte cose senz’altro negative, ma che, per quanto sommate, non spiegavano l’inaudita avversione, ripugnanza e paura da cui Utterson era stato colto». «Il signor Hyde aveva pochi conoscenti, persino il padrone della domestica lo aveva veduto solo due volte; la sua famiglia non potè essere rintracciata; non era mai stato fotografato; e le poche persone che avrebbero potuto descriverlo non si trovarono affatto d’accordo, come accade ad osservatori comuni. Solo su un punto convenivano tutti: e cioè su quell’impressione angosciosa di inspiegabile deformità con la quale il fuggiasco colpiva chiunque lo guardasse». Quest’altra descrizione è stata scritta da Lanyon nella sua lettera:«Era piccolo, come ho detto, e fui particolarmente colpito dalla rara associazione in lui di una grande vivacità muscolare con un’evidente deficienza di costituzione. Mi colpirono anche la sua espressione malevola e, forse più di tutto, lo straordinario senso di raccapriccio che mi dava la sua sola presenza. Questa particolare sensazione, somigliante in qualche modo a un principio di rigidità isterica e accompagnata da un notevole rallentamento del polso, l’attribuii allora a una specie di mia idiosincrasia, di mia avversione personale, e mi meravigliai solo dell’acutezza dei sintomi: ma penso adesso che la causa vada ricercata molto più a fondo nella natura dell’uomo, e in qualcosa di più nobile che non il semplice principio dell’odio. Quella persona era vestita in un modo che avrebbe senz’altro fatto ridere se si fosse trattato di una persona ordinaria. I suoi abiti infatti, benché di ottima stoffa e sobria fattura, erano smisuratamente troppo grandi per lui: i larghissimi calzoni erano ampiamente rimboccati, senza di che avrebbero strascicato per terra; e la vita della giacca gli arrivava sotto i fianchi, mentre il bavero gli pendeva tutto intorno alle spalle. Ma, curiosamente, quest’abbigliamento grottesco mi fece tutt’altro che ridere. L’essenziale anormalità e deformità dell’individuo che avevo davanti, e che suscitava la straordinaria ripugnanza che ho detto, sembrava anzi accordarsi perfettamente con quest’altra stranezza, e ne risultava rafforzata.
Quello si precipitò, poi si trattenne, e si portò una mano al cuore; potevo sentire i suoi denti scricchiolare nel movimento convulso della mascella; e la sua faccia era così spettrale a vedersi, che mi allarmai per la sua vita e la sua ragione». L’ultima descrizione è fatta da Jekyll stesso quando vede per la prima volta Hyde la sua parte maligna:«La parte malvagia della mia natura, alla quale ora io avevo dato una vigorosa efficacia, era meno robusta, e meno sviluppata della parte buona. Inoltre nel corso della mia vita, che era stata, dopotutto, per nove decimi una vita di sforzi, di virtù e di disciplina, avevo molto meno esercitato e messo alla prova quella parte cattiva. Edward Hyde era più piccolo, magro e più giovane di Henry Jekyll. Come la bontà splendeva sulla fisionomia dell’uno, la malvagità era ampiamente e chiaramente scritta in faccia all’altro. La malvagità inoltre aveva impresso in quel corpo un marchio di deformità e di decadenza. Malgrado tutto questo, mentre guardavo quell’orribile idolo nello specchio, non provai alcuna ripugnanza, anzi quasi avvertii un fremito di soddisfazione». Hyde è un tipo ma è statico.
Il dottor Jekyll: Scienziato sempre affaccendato in assurde ricerche viene descritto molto dall’autore. La prima breve descrizione viene fatta dall’avvocato Utterson:«Da giovane era una persona originale; molto tempo fa, certo; ma la legge divina non conosce cadute in prescrizione». «Il dottor Jekyll era un uomo sulla cinquantina, di ampia corporatura, ben fatto, e dal volto liscio, che rivelava, qualcosa di scaltro, forse, ma recava impressi tutti i segni dell’intelligenza e della gentilezza, si poteva vedere dal suo sguardo che nutriva per il signor Utterson un sincero e caldo affetto.
Il dottore aveva acquistato la casa dagli eredi di un celebre chirurgo; e, poiché il suo interesse andava più alla chimica che alla anatomia, aveva cambiato la funzione dell’edificio in fondo al giardino». «Egli uscì dalla sua reclusione, rinnovò i legami con gli amici, e diventò ancora una volta il loro ospite familiare. Mentre era sempre stato famoso per la generosità, ora non lo fu di meno per la religiosità. Era attivo, stava sempre all’aria aperta, e faceva del bene; la sua faccia pareva aprirsi e illuminarsi, come per un intima coscienza dei servigi che rendeva; e per più di due mesi il dottore visse in pace». «Il dottore, apparentemente, ora più che mai restava confinato nel suo gabinetto sopra il laboratorio, dove talvolta dormiva persino; era depresso, era diventato silenzioso, e non leggeva; pareva che avesse qualcosa nell’animo. Utterson si abituò tanto all’invariabile carattere di questi rapporti, che a poco a poco diradò la frequenza delle visite». In questa descrizione il dottore descrive se stesso: «Sono nato nell’anno 18…, notevolmente ricco, e dotato inoltre di eccellenti qualità, incline per natura all’operosità, pieno di rispetto per i miei maggiori e ben disposto verso i miei simili; perciò, come si poteva supporre, avevo ogni garanzia di un avvenire onorevole e brillante. In verità, il peggiore dei miei difetti era quella certa impaziente vivacità, che ha fatto la fortuna di molti, ma che io trovai sempre difficile conciliare con il mio imperioso desiderio di portare la testa alta e di presentare al pubblico un contegno più grave del normale. Di conseguenza avvenne che io nascondessi i miei piaceri, e quando raggiunsi l’età della riflessione e cominciai a guardarmi intorno e a considerare il mio progresso la mia situazione nel mondo, mi trovai già impegnato in una profonda duplicità di vita. Più di una persona avrebbe anche vantato le irregolarità delle quali io ero colpevole; ma, dato le alte vedute che avevo, io le consideravo e le celavo con un senso di vergogna quasi morboso. Fu perciò la natura prepotente delle mie aspirazioni più che qualsiasi particolare degradazione dei miei errori a rendermi quello che fui, e, con un abisso più profondo che nella moltitudine degli uomini, separò in me il dominio del bene dal dominio del male, che dividono e compongono la natura dualistica dell’uomo». E’ un tipo ma è un personaggio statico.
Il signor Enfield: E’ un lontano parente di Utterson e con lui fa delle lunghe passeggiate; fu lui per primo a parlargli di Hyde. Benché l’autore lo nomini un paio di volte non fornisce su di lui alcuna descrizione.
Il dottor Lanyon: Amico di infanzia di Utterson e del dottor Jekyll, era un gentiluomo ma cambia stato d’animo dopo aver scoperto il segreto del dottor Jekyll:«Canyon era un gentiluomo d’aspetto gioviale e dalla rossa faccia piena di salute, basso e robusto, con un ciuffo di capelli precocemente bianchi e modi rumorosamente vivaci. (…) A un osservatore, la cordialità di quell’uomo rischiava di apparire un poco teatrale, ma era fondata su un sentimento sincero». Il dottor Jekyll lo descrive mentre parla con Utterson:«Oh, lo so, è una brava persona non arrabbiatevi, una persona eccellente, e io ho sempre l’intenzione di avvicinarlo di più; ma non per questo è meno pedante; un pedante ignorante e rumoroso. Da nessun uomo fui mai tanto deluso». L’ultima descrizione lo descrive in uno stato pietoso, sconvolto dopo aver scoperto il segreto del dottor Jekyll:«Quell’uomo dal colore solitamente roseo, appariva pallido, magro, era visibilmente più calvo e più vecchio; eppure non furono, tanto questi segni di decadimento fisico a suscitare la meraviglia dell’avvocato, quanto un certo sguardo e un modo di agire del dottor che sembravano rivelare un terrore profondamente radicato nell’anima. Non era possibile che il dottore temesse la morte; eppure Utterson era indotto a sospettare proprio questo». Personaggio piatto e statico.
Il signor Poole: E il maggiordomo del dottor Jekyll, che preoccupato per la sua salute va a chiamare l’avvocato. L’unica breve descrizione che l’autore fa su di lui è quando va appunto a chiamare spaventato Utterson:«L’aspetto dell’uomo confermava ampiamente le parole; le sue maniere erano penosamente mutate; e, tranne nel momento in cui aveva per la prima volta rivelato il suo terrore, non aveva ancora guardato in faccia l’avvocato».
Guest: E’ lo scrivano che Utterson chiama per confrontare la calligrafia di Jekyll con quella di Hyde:«Lo scrivano era anche un uomo saggio; e non avrebbe potuto leggere un così strano documento senza pronunciare un’osservazione; su quell’osservazione il signor utterson avrebbe potuto regolare le sue mosse future».

Spazio
L’intero racconto si svolge nella città di Londra e più precisamente: nella casa del dottor Jekyll, in quella dell’avvocato Utterson, in quella di Lanyon, in quella di Hyde e nel laboratorio del dottor Jekyll. Sono solo questi, apparte qualche strada di Londra, i luoghi che l’autore nomina e descrive. La prima descrizione descrive una strada di Londra di mattina presto e sembra riflettere lo stato d’animo dei personaggi, come loro sono tranquilli anche la via avvolta nell’aria mattutina lo è:«La via era piccola e quel che si dice tranquilla, ma nei giorni feriali era piena di gente affaccendata. I suoi abitanti erano tutti gente agiata, a quanto pareva, e tutti speravano con emulazione di poter stare meglio, e spendevano il sovrappiù dei loro guadagni in cose futili; perciò le vetrine dei negozi si allineavano lungo la via con aria invitante, come una fila di sorridenti venditrici. Anche la domenica, quando la strada velava la maggior parte dei suoi fascini, ed era relativamente vuota e quieta, splendeva pur sempre come un fuoco in mezzo alla foresta, a paragone con gli squallidi dintorni; e, con le sue persiane dipinte di fresco, gli ottoni ben lucidati, la sua pulizia generale e la sua vivacità di colori, colpiva subito e ammaliava l’occhio del passante. A due porte dell’angolo, sul lato sinistro della strada procedendo verso est, la linea era spezzata dall’interno di un cortile, e, proprio in quel punto, sorgeva sulla via un sinistro fabbricato. Era alto due piani; non presentava finestre, solo una porta al piano inferiore, e una facciata cieca con il muro scolorito al piano superiore; recava in tutto i segni di una prolungata e sordida negligenza. La porta, senza campanello, né battaglio, era sudicia e screpolata. I vagabondi sonnecchiavano sul vano, e accendevano i fiammiferi sui battenti; i bimbi giocavano sui gradini, e gli scolari avevano provato il loro temperino sul legno; e per quasi una generazione nessuno era mai apparso a cacciar via gli inopportuni visitatori né a riparare le loro malefatte». Quest’altra descrizione è stata fatta da Enfield e parla proprio del sinistro edificio nominato nella descrizione:«Ci sono tre finestre che guardano sul cortile, al primo piano; sotto, non ve ne sono; le finestre sono sempre chiuse; ma sono pulite. E poi c’è un camino che di solito fuma; perciò qualcuno deve abitare lì dentro. Tuttavia non è certo; perché gli edifici sono tanto stretti intorno a quel cortile, che è difficile stabilire ove uno cominci e l’altro finisca». L’autore descrive la stessa strada di Londra descritta prima ma nell’aria si avverte una certa solitudine e ansia, riflettendo lo stesso stato d’animo in cui si trova Utterson mentre aspetta Hyde:«Era una bella notte asciutta; gelo nell’aria, le strade pulite come il pavimento di una sala da ballo; i lampioni, non scossi dal vento, gettavano a intervalli regolari luce e ombra. Alle dieci di sera, con i negozi chiusi, la strada era molto solitaria, e, nonostante il brusio continuo che veniva dai dintorni di Londra, era molto silenziosa. Si udivano così anche i più piccoli suoni; rumori domestici che provenivano dalle case, da una parte e dall’altra della strada; e l’avvicinarsi di un passante si preannunciava molto prima del suo apparire». Questa descrizione riguarda invece l’esterno della casa del dottor Jekyll:«Voltato l’angolo della strada, si apriva una piazza circondata da belle case antiche, ora per la maggior parte decadute dall’antica gloria, e affittate come appartamenti o camere a gente di ogni sorta e condizione: disegnatori, architetti, oscuri avvocati e agenti di losche imprese. Una di quelle case, però, la seconda dopo l’angolo, era ancora occupata tutta intera; e alla porta di questa casa, che aveva un’apparenza di ricchezza e di decoro, benché fosse ancora immersa nell’oscurità, il signor Utterson si fermò a bussare». In una tranquilla strada di Londra si svolge l’atroce omicidio di Carew, l’autore descrive con una sola frase questa via:«Sebbene nelle ore piccole la nebbia avvolgesse la città, la prima parte della notte era stata limpida, e il veicolo sul quale si affacciava la finestra della donna era chiaro e illuminato dalla luna piena». L’autore descrive invece molto dettagliatamente il quartiere di Soho dove abita Mr Hyde, anche qui lo scrittore fa riflettere i sentimenti dell’avvocato sull’ambiente che lo circonda, infatti, come il cielo sembra inquieto e sinistro così si sente Utterson preoccupato per l’assassinio e spaventato all’idea di vedere Hyde:«Erano circa le nove di mattina, e c’era la prima nebbia della stagione. Un gran mantello color cioccolato si stendeva nel cielo, ma il vento spazzava continuamente via quel cumulo di vapori; perciò mentre la carrozza avanzava per le vie, il signor Utterson poteva contemplare le varie sfumature e gradazioni di luce che in certi punti era nero come al calar della notte, in altri era denso, sporco, marrone come luci di una strana conflagrazione; in altri ancora, per un attimo la nebbia si lacerava completamente e un pallido raggio di luce ammiccava attraverso i vapori inquieti. Il cupo quartiere di Soho, visto sotto quei riflessi mutevoli, con le umide vie e i passanti sudici, i lampioni, che non erano mai stati sudici, o che erano stati accesi di nuovo per combattere la nuova tetra invasione di oscurità, pareva all’avvocato il ghetto di una città d’incubo. (….) Quando la carrozza si arrestò davanti alla porta indicata, la nebbia si sollevò un poco e lasciò vedere una strada lurida, una taverna, una trattoria francese d’infimo ordine, un negozio di vendita al minuto di erbaggi, molti bimbi cenciosi radunati sulle soglie, e molte donne di varie nazionalità che passavano con la loro chiave in mano, per andare a bere un cicchetto mattutino; poi la nebbia calò di nuovo, coloro dell’ombra, e lo isolò da quel volgare scenario». L’autore descrive con molti particolari la casa di Hyde, che non sembra somigliare proprio all’idea della casa di un assassino, così arredata bene:«Di tutta la casa, abitata solo dalla vecchia, il signor Hyde usava unicamente due stanze; ma queste erano ammobiliate con lusso e buon gusto. Uno stanzino era pieno di vini; i piatti erano d’argento e le tovaglie eleganti; un bel quadro era appeso alla parete, dono, come Utterson suppose, del dottor Jekyll, che era un buon intenditore; i tappeti erano pregiati e di colori gradevoli. In quel momento però le stanze rivelavano d’essere state messe sottosopra, da poco, e in fretta: a terra giacevano indumenti, con le tasche rivoltate; i cassetti erano aperti, e sul focolare era un mucchio di cenere grigia, come se molte carte fossero state bruciate». Il laboratorio del dottor Jekyll ha un’aria sinistra come i misteriosi esperimenti compiuti dal dottore:«Era la prima volta che l’avvocato veniva ammesso in quella parte dell’abitazione dell’amico; osservò con curiosità quella curiosità quella struttura cupa e senza finestre, e avvertì uno sgradevole senso di disagio mentre attraversava la sala, un tempo affollata di alacri studenti, e ora abbandonata, vuota e silenziosa, con i tavoli carichi di apparecchi chimici, il pavimento cosparso di canestri e paglia da imballaggio, la luce offuscata dalla cupola nebbiosa. A una estremità era una scala: saliva sino a una porta coperta di panno rosso; attraverso questa, il signor Utterson, venne infine ricevuto nel gabinetto del dottore. Era un ampio locale, pieno di armadi a vetri, e arredato, fra l’altro, con una grande specchiera e una scrivania: tre polverose finestre a inferriata guardavano nel cortile. La fiamma ardeva nel focolare, sulla mensola del quale era accesa una lampada, perché la nebbia cominciava a penetrare anche nelle case; l’, vicino al fuoco, sedeva il dottor Jekyll, con un aspetto mortalmente affranto». Dopo la morte di Carew l’autore descrive il paesaggio di Londra come se anch’egli fosse in lutto, un’atmosfera cupa e fredda:«La nebbia indugiava ancora sulla città sommersa, dove i lampioni ardevano come carbonchi: e, attraverso quelle soffici nuvole basse, i ritmo della vita cittadina continuava nella grandi arterie, con un rumore di forte vento. La stanza era rallegrata dalla vampa del focolare. Nella bottiglia gli acidi s’erano da molto tempo disciolti; il colore imperiale s’era smorzato con il tempo, come si trasforma il colore delle vetrate a piombo; e lo splendore dei caldi pomeriggi autunnali nei vigneti sulle colline, era pronto a librarsi per disperdere le nebbie londinesi». Un’aria sinistra si aggira nel cortile interno, dove si affaccia il laboratorio del dottor Jekyll:«Il cortile era molto freddo e un poco umido, pieno di prematura oscurità, sebbene il cielo, fuori, fosse ancora chiaro alla luce del tramonto. La finestra centrale, delle tre, era aperta per metà; seduto proprio davanti a essa, respirando l’aria con infinita tristezza, come un prigioniero sconsolato, Utterson vide il dottor Jekyll». Un’altra volta l’autore descrive una strada di Londra rispecchiando il lugubre stato d’animo del maggiordomo Poole e di Utterson:«Era una brutta, fredda e ventosa notte di marzo, con una pallida luna, che se ne stava coricata come se il vento l’avesse inclinata, e con una fuga di nubi leggere e trasparenti. Il vento rendeva difficile parlare, e faceva affiorare il sangue in faccia. Pareva aver spazzato le strade, insolitamente vuote di passanti. (….) La piazza, quando vi giunsero, era tutta piena di vento e di polvere, e i sottili alberi nel giardino si piegavano lungo l’inferriata». Descrive anche molto brevemente l’ingresso della scala del dottore:«L’ingresso, quando entrarono, era chiaramente illuminato; il fuoco ardeva con una bella fiamma; intorno al focolare tutta la servitù, uomini e donne, se ne stava raggruppata come un gregge». Mentre Poole e Utterson si preparano a sfondare la porta del laboratorio come sempre Londra riflette i loro sentimenti, le loro paure:«Le nubi avevano coperto la luna, e ora faceva buio. Il vento, che giungeva solo a folate, e penetrava in quella fitta massa di caseggiati, agitò la fiamma della candela davanti ai loro passi, sinché non giunsero al riparo della sala anatomica dove essi sedettero in silenzio ad aspettare. Londra mormorava solennemente tutt’intorno; ma lì vicino, il silenzio era rotto soltanto dal rumore dei passi che andavano su e giù sul pavimento del gabinetto privato». In questa dettagliata e lunga descrizione l’autore parla del laboratorio del dottor Jekyll:«Davanti ai loro occhi era il gabinetto, alla tranquilla luce della lampada, e un bel fuoco brillava e scoppiettava nel camino, mentre il pentolino del tè canterellava la sua sottile canzone, uno o due cassetti erano aperti, le carte bene ordinate sulla scrivania, e, vicino al fuoco, il servizio per il tè era già apparecchiato: la stanza più tranquilla di Londra, si sarebbe detto, e, non fosse stato per le vetrine piene di apparecchi chimici, la più comune quella sera. Proprio nel mezzo della stanza giaceva il corpo di un uomo dolorosamente contorto e ancora palpitante. (….) La maggior parte della casa era occupata dalla sala anatomica, che prendeva quasi l’intero pianterreno ed era illuminata dall’alto, e dal gabinetto, che formava un piano superiore, da una parte, e che dava sul cortile. Un corridoio collegava la sala con la porta che usciva sulla strada secondaria: e il gabinetto comunicava separatamente con questa per mezzo di una seconda rampa di scale. C’erano inoltre alcuni ripostigli scuri e una spaziosa cantina. I due ora esaminarono tutti questi locali accuratamente. Per ogni ripostiglio non occorreva più di un’occhiata, perché erano tutti vuoti, e tutti, a giudicare dalla polvere che cadeva dagli sportelli, non erano stati evidentemente aperti da tempo. La cantina, poi, era piena di arnesi inutili e antiquati, per la maggior parte risalenti all’epoca del chirurgo predecessore del dottor Jekyll; ma, quando i due aprirono la porta, capirono subito l’inutilità di ulteriori ricerche, per la caduta di una fitta ragnatela che per anni era stata attaccata all’entrata».

Tempo
L’autore non fa alcun riferimento agli anni in cui si svolge la storia ma nella lettera che il dottor Jekyll scrive menziona il secolo diciannovesimo, senza però specificare l’anno. I piani del tempo non coincidono e il tempo della storia è più lungo di quello del racconto. Sono presenti molti sommari, un’ellissi, quando dice all’inizio di un capitolo “quindi giorni dopo il dottor….”, pause nelle descrizioni.

Tecniche narrative e stilistiche
Il narratore è esterno ma sa quanto il personaggio che segue, cioè l’avvocato Utterson. Usa molto il discorso diretto e lo stile prevalente è quello ipotattico ma è presente anche quello paratattico. Il testo ha una punteggiatura abbondante e il livello è alto-formale. Nelle descrizioni inoltre usa un’aggettivazione abbondante e oggettiva, dandoci un’immagine chiara della realtà.

Dalla parte del lettore
In questo libro l’autore nonostante le sue descrizioni non è riuscito a rendermi partecipe della vicenda, mi ha raccontato una strana storia senza però riuscire a coinvolgermi. Azzeccata, secondo me la spiegazione di come il dottor Jekyll e Mr Hyde siano la stessa persona, l’esistenza di due identità all’interno di una persona sembra quasi una giustificazione possibile. Molto belle le descrizioni che danno un’immagine molto veritiera della realtà e mi è piaciuto anche il modo in cui in ogni descrizione l’autore fa riflettere in essa gli stati d’animo dei personaggi. Anche il mancato lieto fine mi è piaciuto rendendo la storia ancora più insolita e dando una lezione al dottor Jekyll che aveva voluto scoprire la sua parte malvagia.

Esempio



  


  1. maria

    mi serve il riassunto del secondo capitolo del libro: lo strano caso del dottor jekill e del signor hyde