La palliata

Materie:Riassunto
Categoria:Letteratura Italiana

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Testo

La palliata

Le commedie di Plauto e Terenzio fanno parte della categoria delle fabulae palliatae.
La palliata è la commedia di ambientazione greca, chiamata così per il riferimento al pallium, cioè il corto mantello greco, da distinguere dalla fabula togata (da toga, l’abito del cittadino romano), cioè la commedia di ambiente romano, dalla fabula cothurnata (da cothurnus, l’alto calzare greco), cioè la tragedia di ambientazione greca, e dalla fabula praetexta (da praetexta, la toga orlata di porpora).
L’ambientazione e i personaggi delle palliatae sono di origine greca.
Anche i nomi dei personaggi sono greci, ma non necessariamente gli stessi usati nelle commedie attiche.
Importante distinzione da fare sta nella concezione che greci e romani hanno del verbo vertere: mentre per i primi significa prevalentemente tradurre, per i latini, oltre a ciò, significa anche interpretare i testi per renderli accessibili ai gusti romani; quindi vengono imitati liberamente e perciò piegati alla sensibilità romana.
A proposito di ciò si fa riferimento alla tecnica della contaminatio, usata fin dai tempi di Livio Andronico e che riguardava l’introduzione nella commedia imitata di una o più scene ricavate da altre commedie dello stesso o di altro autore.
Ciò permetteva di dare all’azione scenica maggiore vivacità, ma, dal momento che una commedia greca non poteva essere riprodotta per convenzione più di una volta, anche il solo usarne una scena significava “bruciarla” e ridurre il repertorio di opere teatrali da poter imitare.
La contaminatio fu quindi abolita.
Inoltre, la rielaborazione da parte dei romani dei modelli greci tendeva a ridurre la fedeltà nella rappresentazione della realtà borghese di quel tempo, anche per via dell’utilizzo di mezzi espressivi alquanto lontani da quelli quotidiani.
Il sermo cotidianus, cioè il linguaggio della commedia latina, assume infatti dei toni simili a quelli dell’oratoria, cioè l’arte e la tecnica del parlare in pubblico.
In generale, le commedie di Plauto, più ricche, consistono nella successione continua di parti per lo più recitate, ma talvolta con accompagnamento musicale o cantate.
Nelle commedie di Terenzio la varietà dei metri è ridotta e le scene sono interrotte da un coro, che funge da intermezzo musicale.
Le commedie sono introdotte da prologhi, che per ogni autore ha la sua funzione.
Nel caso di Terenzio, ha la funzione di difesa contro i suoi detrattori.
Mentre a fine commedia, si ha un commiato chiamato plaudĭte (che non è altro l’imperativo del verbo latino plaudo, cioè applaudire).
Gli argumenta e le didascaliae indicano infine dati tecnici sulla commedia, ma anche informazioni sulla prima rappresentazione.

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