la memoria:per essere nani che camminano sulle spalle di giganti

Materie:Tema
Categoria:Letteratura Italiana

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Testo

ANDOLINA GRAZIA
5^S
22 AGOSTO 2005

AMBITO: storico-politico
TIPOLOGIA: saggio breve
DESTINAZIONE: rassegna culturale
TITOLO: LA MEMORIA:PER ESSERE NANI CHE CAMMINANO SULLE SPALLE DI
GIGANTI

Senza dubbio la fine del vecchio millennio e l’inizio del nuovo,hanno impresso alla storia una svolta epocale,con avvenimenti che non solo lasciano attoniti i contemporanei,ma che spesso infondono il desiderio di cancellare il passato.
Basta ricordare le immagini del rovesciamento delle statue di Stalin,o il ripudio persino del nome dell’odiato tiranno da parte di Stalingrado,che aveva preso il nome di Volgogrado,sebbene a Stalingrado sia legata la memoria di uno dei momenti più eroici della resistenza dell’esercito e del popolo russo contro l’invasione nazista.
Ebbene,in tutti questi eventi è insito il rischio di voler immediatamente cancellare il passato,prossimo e lontano,con un colpo di spugna,”con un processo di obliterazione”(A.Giardina) che sarebbe estremamente pericoloso.
È ben comprensibile la furia iconoclastica che vuole tagliare i ponti con un passato rinnegato o rifiutato,ma,a mio avviso,si tratta di un atteggiamento irrazionale.
Infatti nulla si può costruire –o ricostruire- facendo finta di partire da una tabula rasa o nell’illusione che la storia possa fare dei salti,dimenticando che essa,invece,procede,sia pure attraverso accelerazioni e decelerazioni con una continuità che nessuno può ignorare o cancellare.
Ma dire “continuità”significa cercare nei fatti di ieri le radici di quelli di oggi,cioè avere una coscienza storica,che può aiutarci a comprendere non solo l’oggi ma anche a progettare ragionevolmente il domani.
Dunque,proprio oggi il mondo ha una drammatica necessità di storia,di memoria,e non solo della storia più vicina a noi,ma anche di quella antica e antichissima,non per ricercare in essa radici ormai calcificate o per trovare una consolatoria evasione dalla realtà,spesso tragica,che ci circonda (il che significherebbe compiere una operazione di pura erudizione),ma per trovare in essa,da una parte dei paradigmi ideologici illuminanti e,dall’altra,una accresciuta capacità di interpretazione di quegli aspetti importanti che la storia contemporanea ci offre.
Quali paradigmi ideologici la memoria storica può offrire?Gli esempi che si potrebbero citare sono innumerevoli.
Ad esempio,l’idea di libertà e di democrazia -una delle conquiste più importanti della società moderna- affonda le sue radici nella storia e nella cultura greca. Senza queste idee alla base di tutto il mondo occidentale,la storia moderna e anche contemporanea sarebbe diversa.
Quando nella Roma del I secolo a.C. entra in crisi l’equilibrio fondato sul controllo reciproco dei vari istituti politici e delle classi sociali,cominciano ad emergere personalità forti che promettono di porre fine all’anarchia in cui lo stato è precipitato.
La dinamica di questi fatti non costituisce forse la chiave di interpretazione di molti eventi della storia del nostro secolo?
La crisi della repubblica di Weimar,che approda alla presa di potere da parte di Hitler nel1933,non ha forse analogie con la fine della repubblica di Roma?
Gli esempi potrebbero continuare,ma ciò che importa rivelare è come la conoscenza della storia,la memoria del passato possa offrire strumenti per comprendere meglio il presente e,cosa ancora più utile,per tentare di intervenire su questi stessi eventi in modo razionale. La storia,remota o recente,può darci la capacità di cogliere segni,analogie,somiglianze con eventi già accaduti.
Lavorare sulla memoria significa estenderne i confini e costruire sulla storia le basi del futuro.
La maggior parte dei giovani oramai vive nel presente perpetuo,nel quale “manca ogni rapporto organico con il passato storico del tempo in cui essi vivono”(Hobsbawm,Il secolo breve).
Come direbbe Nietzsche,i giovani di oggi sono come un gregge che non sa che cosa sia ieri e nemmeno che cosa sia oggi.
Il lavoro degli storici,dunque,in questo contesto,è molto difficile:non devono essere solo cronisti e compilatori di memorie,ma devono riuscire a far capire che,cercare nel passato la spiegazione e le radici,le cause remote o vicine dell’evoluzione degli eventi di oggi,è l’unico strumento che abbiamo,forse fragile,o forse non sempre del tutto efficace,per tentare almeno di orientarci e di comprendere quello che ci circonda.
Solo così,non facendo cadere la memoria nel sonno perpetuo saremo come “nani che camminano sulle spalle dei giganti”;i giganti:le nostre storie passate;i nani:noi;che con la “vista assai debole possiamo col loro aiuto,andare al di là della memoria e dell’oblio”(Spinelli,Il sonno della memoria).

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