La concezione della donna nel Decameron

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Categoria:Letteratura Italiana
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Testo

Saggio breve

Destinazione: A “La repubblica”

Titolo: Boccaccio e le sue donne

Chi, se non la donna, ha subito più di tutti la Storia con i suoi continui e repentini cambi di rotta. Fin dai primordi del genere umano la figura femminile ha sofferto le decisioni di una società prettamente maschilista, sono stati necessari millenni prima che la mentalità comune aprisse gli occhi, e nonostante ciò, nel XXI secolo, l’emancipazione femminile è sembra essere, talvolta, un’apparenza formale. Giovanni Boccaccio, poeta toscano del 1300, riconosce un valore particolare alla donna, a cui dedica, infatti, la sua opera più grandiosa: il Decameron.
All’interno di un contesto sociale in cui le donne erano subordinazione del genere maschile, escluse dall’educazione e dalla cultura, Boccaccio le eleva a protagoniste indiscusse delle sue novelle. Egli ha intenzione di svelare le virtù e le qualità del genere femminile a lungo sopite o propriamente rinchiuse nei ginecei greci o nelle “domi” latine. Nel Decameron la donna acquista dignità di personaggio: non è più oggetto dipendente dall’uomo, ma diviene soggetto autonomo che può provare desiderio e non ha timore di esprimere i propri sentimenti. Questa rivalutazione del gentil sesso si riveste di singolare rilievo in quanto quello di Boccaccio è stato probabilmente il primo tentativo di assegnare importanza alle donne nella storia della letteratura.
Dunque, non c’è da meravigliarsi se uno dei temi fondamentali dell’opera boccaccesca è l’amore, emblema della figura femminile. Il poeta toscano, come rivoluziona l’idea di donna, ribalta anche la concezione del motivo amoroso, aprendo la strada ad un amore laico, analizzato in tutte le sue sfumature, da quelle nobili a quelle più licenziose; sfumature diverse che si riflettono, poi, sulle molteplici personalità della donna di Boccaccio. L’amore è considerato è una vera e propria forza della natura, qualcosa di primordiale e intrinseco nella realtà, che anima inevitabilmente i comportamenti dell’uomo, incapace di resistervi. Esso è qualcosa di positivo e sopprimerlo significa opporsi al corso naturale degli eventi, cosa che può portare a conseguenze estreme, come anche la morte. Questo succede, ad esempio, nella novella di Lisabetta da Messina, sciagurata fanciulla che vive un amore ostacolato dai fratelli, i quali arrivano a uccidere il suo amato e a sotterrarlo per timore che il rapporto dei due giovani possa danneggiare il nome della famiglia e compromettere le loro attività commerciali. Così facendo provocano alla ragazza un dolore talmente forte che essa non riuscirà a sopportarlo, e morirà. Si tratta, come individua Mario Baratto, dello scontro tra due forze opposte, l’amore e la “ragion di mercatura”. Tuttavia è l’amore a vincere, impossibile da contrastare: la morte di Lisabetta distrugge il nucleo familiare che i fratelli avevano fatto di tutto per preservare e li costringe a fuggire da Messina. L’amore prevale sulla logica mercantile, la forza naturale sulle convenzioni sociali: questo è uno degli esempi più evidenti della rivoluzione morale del Boccaccio, verso una dimensione laica dell’osservazione della realtà, dove la donna ottiene forme ben demarcate e perde quel ritratto stilizzato che l’aveva rivestita nella poesia stilnovistica.
Tale concezione realistica della donna e dell’éros trova un significativo esempio nelle novelle di Madonna Filippa e di Ghismunda, dove Boccaccio non sfugge dal parlare di argomenti licenziosi e passionali, che solo qualche decennio prima sarebbero costati al poeta la condanna per eresia. A dispetto delle critiche moralistiche che spesso sono state assegnate lui, non vi è alcunché di osceno nella rappresentazione di tali situazioni, o tanto meno una forma di compiacimento per la dimensione erotica, bensì una razionale descrizione del molteplice, priva di malizia, al fine di presentare una narrazione quanto più realistica possibile. Nella novella di Tancredi e Ghismunda, Boccaccio ci presenta una donna determinata, cosciente della sua forza e dei suoi diritti naturali (come la legittima soddisfazione dei piaceri mondani), bandiera dell’emancipazione femminile in contrasto con il padre, Tancredi, emblema dei pregiudizi sociali nei confronti del genere femminile. Questa presa di coscienza della donna parte dal capovolgimento degli schemi cortesi-cavallereschi in cui l’uomo si innamorava della donna ed era artefice del rapporto, al contrario nella novella è Ghismunda la protagonista che sceglie l’uomo e regola gli incontri architettando un ingegnoso piano (vedi industria dell’intelletto umano, altro tema particolarmente caro al Boccaccio). Completamente diversa è la donna presentata da Boccaccio nella novella di Calandrino e l’elitropia, vittima indifesa dei pregiudizi infondati del marito violento che vede in lei una portatrice di sventura. Calandrino simboleggia, dunque, l’idea prettamente medievale della donna come causa dei mali dell’uomo, concezione che, seppur non direttamente, è condannata dal poeta. A conclusione del Decameron, Boccaccio pone la novella che vede protagonista Griselda, forse la più significativa delle “sue donne”. Griselda è proprio quella donna-eroina che assimila i valori nobili di un codice cortese in cui si trova scaraventata, tra cui l’umiltà e l’obbedienza al marito, mantenendo le qualità vincenti della classe sociale di appartenenza, l’ingegno e la determinazione che le permettono di superare con successo le avversità della Fortuna. Essa è il simbolo della mediazione possibile tra le due sfere sociali.
Al termine di quest’analisi è evidente quanto sia stato importante l’apporto di Boccaccio all’interno di una società in cambiamento come lo era quella del Trecento; egli può essere considerato uno dei quei letterati, tra cui spicca il nome di Francesco Petrarca, che gettarono le basi per lo sviluppo culturale e sociale necessario ad uscire dalla sterile mentalità medievale. Grazie al Decameron, si poté finalmente aprire un varco per la concezione di una donna non più ombra e riflesso della passione dell'uomo, ma vera e propria protagonista, che affronta e soffre la vicenda amorosa in prima persona e gode di pari diritti e pari opportunità.

Esempio



  


  1. Marti

    un saggio breve sul Decameron come specchio della società del Trecento

  2. Ilenia

    Esempi di figure femminili ritratte da Boccaccio

  3. Ilenia

    Esempi di figure femminili ritratte da Boccaccio

  4. Gabriele

    Un saggio breve sul Decameron come specchio della società del Trecento

  5. rossella

    Sto cercando gli appunti delle novelle del decameron di Boccaccio. Devo sostenere l'esame di letteratura italiana II Università della Calabria