Intellettuali e pubblico dal Medioevo al Barocco

Materie:Tema
Categoria:Letteratura Italiana

Voto:

2.5 (2)
Download:1034
Data:23.01.2006
Numero di pagine:4
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
intellettuali-pubblico-medioevo-barocco_1.zip (Dimensione: 5.58 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_intellettuali-e-pubblico-dal-medioevo-al-barocco.doc     30 Kb


Testo

Intellettuali e pubblico dal Medioevo al Barocco

Nel corso dei secoli le mansioni che hanno svolto gli intellettuali e il pubblico sono state quelle di maggiore rilevanza,in quanto sono proprio coloro che hanno dato vera importanza alla letteratura o più generalmente all’arte. Sono,però, dei ruoli dinamici e non statici,cioè che subiscono un’evoluzione,un cambiamento a seconda dei periodi. Delle nette mutazioni si hanno nello spazio di tempo che va dal Medioevo al Barocco.
Nel Medioevo ,ad esempio,si definiva intellettuale colui che aveva il compito di produrre e di diffondere la cultura. Questa figura si identifica con il chierico, il quale era un uomo che abitava in un monastero,molto istruito,ma egli era semplicemente un propagatore del sapere. Quello del chierico era ancora un ruolo che non dava importanza all’originalità del testo:infatti ciò che interessava era una certa costanza nel tramandare. Il chierico,quindi,era una figura molto tradizionalista,quasi impersonale e che non aveva quello spirito di soggettività da intellettuale.
Per quanto riguarda,invece, il pubblico del Medioevo,al quale i chierici si rivolgevano era decisamente elitario. La cultura,infatti,era riservata a una cerchia strettissima di gente. Il lavoro dell’intellettuale era rivolto a degli individui di alto rango o ,logicamente, ad altri chierici. Un grandissimo fattore limitante per la diffusione negli altri ceti era il linguaggio usato negli scritti,cioè il latino. Nella massa popolare la lingua che più si parlava era una sorta di “mediolatino”.
In età comunale la situazione cambiò. Mentre i chierici continuavano a svolgere un ruolo importante,parallelamente si affermava un altro tipo di intellettuale:l’intellettuale-cittadino. Quest’ultimo partecipava attivamente alla vita politica della sua città ,quindi prendeva parte anche ai suoi conflitti e percepiva le varie tensioni che si venivano a creare. L’intellettuale-cittadino operava elle corti non facendo,come i chierici,della scrittura il loro lavoro ma le affiancavano alle varie professioni che avevano. Questo,dunque, era il momento d’affermazione dell’intellettuale laico. Il primo gruppo di colti “atipici” sono stati i cosiddetti “poeti siciliani” ,i quali erano alla corte di Federico II.
Questa è ,però, la fase in cui si forma un pubblico di lettori più vasto. Ciò era dovuto all’alfabetizzazione e alla diffusione delle scuole. Gran parte dei lettori era formata dagli appartenenti al ceto mercantile,i quali potevano permettersi l’acquisto dei libri e la frequentazione degli edifici scolastici. La lettura era,in quell’ambito,accessibile addirittura anche alle donne. Ciò accadde ,più o meno, fino al ‘400.
In età umanistica,mentre nella Firenze repubblicana persisteva l’intellettuale comunale,nel resto d’Italia la figura dominante era quella dell’intellettuale cortigiano. Quest’ultimo,a differenza di quello che caratterizzava l’età comunale,non traeva sostentamento da altre professioni, ma faceva della conoscenza il proprio mestiere. Questo intellettuale era alle dipendenze di un signore,un mecenate,il quale lo proteggeva in cambio dei suoi servizi. L’aspetto negativo di questa situazione era che l’artista perdeva ogni autonomia a causa di questa sorta di sottomissione;quello positivo era che egli poteva dedicarsi completamente alla sua attività grazie al mantenimento dato dal signore. Chi,invece, non voleva entrare a far parte di una corte ma comunque era sua intenzione occuparsi solamente del lavoro di intellettuale l’unica alternativa era la condizione clericale. Questa consisteva nel semplice usufrutto dei beni ecclesiastici senza,però, l’obbligo della cura delle anime.
Per quanto riguarda il pubblico del primo ‘400 questi ritornò ad essere un gruppo elitario. Questo perché, mentre nel ‘200 e ‘300 la traduzione dei testi e la loro divulgazione si affermarono,nell’Umanesimo tornò ad essere determinate l’uso di un latino raffinato e modellato in base alle opere classiche. Dunque la produzione umanistica era a circuito chiuso. Anche se successivamente c’era stato un ritorno al volgare ,si trattava,di nuovo,di una creazione elitaria rivolta a dei colti dai modi aristocratici. Inoltre, nonostante l’invenzione della stampa da parte di Gutenberg,il libro continuava ad essere un oggetto per pochi. Gli unici testi che circolavano tra la popolazione erano gli almanacchi e qualche opera devozionale.
Nel Rinascimento,comprendendo anche il momento manierista,l’intellettuale cittadino era in netto declino. Continuava,invece, ad affermarsi con decisione il fenomeno del Mecenatismo. L’intellettuale,quindi, si identificava maggiormente in quello cortigiano. La richiesta incessante degli artisti nelle corti era il motivo del loro spostamento continuo,poiché davano lustro al proprio signore. Verso la fine del ‘400,però, le corti persero potere a causa della debolezza politica degli Stati italiani,a danno anche degli intellettuali stessi. Essi, non trovando più una determinata identità, cercarono altre forme d’aggregazione,come le accademie. Come era accaduto nell’Umanesimo,anche nel Rinascimento molti studiosi intrapresero la carriera religiosa. Gli intellettuali di questo periodo ,però, sono i primi ad avere una certa ribellione nei confronti di tutti quei precetti che , invece, rendevano orgogliosi chi li seguiva. Gli appartenenti a questa sorta di opposizione facevano parte di quella corrente detta Manierismo.
Comunque anche il pubblico rinascimentale,come quello che aveva caratterizzato l’Umanesimo, era formato da una cerchia ristretta di individui. Solamente le rappresentazioni teatrali erano momenti di partecipazione collettiva del popolo, caratterizzato da un altissimo tasso di analfabetismo.
L’era barocca è stata una fase in cui gli intellettuali focalizzarono la loro attenzione sulla generale decadenza economica,sociale e politica in Italia,la quale era soggetta da un lato all’egemonia spagnola e dall’altro soggetta all’affermazione della Controriforma cattolica. Gli intellettuali sul piano artistico ,preferiscono l’effetto al gusto,la forma al contenuto. Il Barocco, dunque, rappresenta un grandissimo cambiamento rispetto alle precedenti correnti. Gli intellettuali tendevano a rifiutare il culto dell’autorità dei modelli classici e la loro rivendicazione di autonomia,di autorità letteraria contro la precettistica si traduceva in una ricerca continua di meraviglia e di stupore.
In questo periodo agli intellettuali si poneva il problema di un pubblico nuovo,assai più ampio di quello delle corti rinascimentali(ormai in profonda decadenza);ma la letteratura che gli intellettuali offrivano era spesso evasiva,per un pubblico molto più arretrato culturalmente.

Esempio