Il vecchio e il mare

Materie:Scheda libro
Categoria:Letteratura Italiana
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Data:13.11.2006
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Testo

IL VECCHIO E IL MARE

Sequenze
• Il ragazzo e il vecchio
• Il vecchio parte con la barca
• La lotta con il pesce
• La sconfitta dai pescecani

Fabula
La fabula coincide con l’intreccio.

Riassunto
Il vecchio, di nome Santiago, è un pescatore cubano sfortunato che da molti giorni non riesce a pescare più un pesce. A causa di questa pesca infruttuosa un ragazzo, di nome Manolin, a cui lui aveva insegnato molte tecniche di pesca e gli era affezionato è costretto dai genitori ad abbandonarlo. Un giorno Santiago va a pescare da solo e al largo alla sua lenza abbocca un grosso pescecane, ma la lotta per prenderlo è molto dura e si protrae per tre giorni e tre notti. Alla fine però il vecchio riesce a spuntarla e lega il grosso pesce dietro la sua barca; durante il viaggio viene attaccato da molti pescecani attirati dalla sua preda e nonostante Santiago cercasse in tutti i modi di difendere la sua preda i pescecani hanno la meglio. Tornato al porto della preda non resta più nulla tranne lo scheletro e la testa, stanco Santiago torna a casa e si addormenta. Al mattino i pescatori ammirano lo scheletro del grosso pesce e Manolin torna dal vecchio e gli porta da mangiare e decide di non abbandonarlo mai più. Santiago si riaddormenta sereno.

Personaggi
In questo libro non compaiono molti personaggi. I più importanti sono Santiago e Manolin, ne vengono citati altri ma l’autore dice solo poche parole su di loro.
Santiago: L’autore chiama questo personaggio per lo più vecchio e solo poche volte usa il suo vero nome; ma anche definendolo vecchio questo personaggio ha una grande vitalità e testardaggine difatti non rinuncia mai al pesce catturato nonostante questo lo porti a una dura battaglia. Santiago è il protagonista del libro, ha avuto una vita piena di avventure, non parla molto con gli abitanti del villaggio ma solo con Manolin un ragazzo a cui è molto affezionato e al quale ha trasmesso tutta la sua esperienza. Segue molto il baseball, tifa per gli Yankees ed è un ammiratore di Joe Di Maggio. Ama molto il mare e nonostante uccida i pesci ha un grande rispetto e ammirazione loro, questo sentimento viene confermato nella sua lotta con il pescecane in cui lui dice al pesce molte parole di ammirazione per la sua resistenza e bellezza. Santiago è uno strano vecchio perché quando si ritrova a largo nel mare si mette a pensare a voce alta e lui stesso per questo si definisce matto; ma la sua voce serve anche a farlo sentire meno, solo molte volte, infatti, desidera che con lui ci fosse il ragazzo ad aiutarlo e a fargli compagnia. L’autore fa su di lui breve ma molte descrizioni ma principalmente sull’aspetto fisico :«Il vecchio era magro e scarno e aveva rughe profonde alla nuca. Sulle guance aveva le chiazze del cancro della pelle, provocato dai riflessi del sole sul mare tropicale. Le chiazze scendevano lungo i due lati del viso e le mani avevano cicatrici profonde che gli erano profonde che gli erano venute trattenendo con le lenze pesci pesanti. Ma nessuna di queste cicatrici era fresca. Erano tutte antiche come erosioni di un deserto senza pesci. Tutto in lui era vecchio tranne gli occhi che avevano lo stesso colore del mare ed erano allegri ed indomiti.». «Era troppo semplice per chiedersi quando avesse raggiunto l’umiltà. Ma sapeva di averla raggiunta e sapeva che questo non era indecoroso e non comportava la perdita del vero orgoglio.» «Erano spalle strane, ancora forti per quanto molto vecchie, e anche il collo era ancora robusto e le rughe non erano molto visibili quando il vecchio dormiva e aveva la testa piegata in avanti. La camicia era stata rattoppata tante volte che pareva la vela e le toppe erano state sbiadite dal sole in numerose gradazioni. Però la testa del vecchio era molto vecchia e quando aveva gli occhi chiusi il viso era senza vita.» «I pesci volanti gli piacevano molto ed erano i suoi migliori amici, sull’oceano.» «Al vecchio piaceva vederle mangiare dalle tartarughe e gli piaceva camminarvi sopra sulla riva dopo le tempeste e udirle esplodere quando le schiacciava con le piante incallite dei piedi. Gli piacevano le testuggini verdi e le tartarughe embricate con la loro eleganza e velocità e il loro grande valore e provava un cordiale disprezzo per le enormi carrette stupide.» «In passato quando era solo cantava, e a volte cantava la notte quando era solo al timone.Probabilmente aveva incominciato a parlar forte da solo quando il ragazzo lo aveva lasciato.». Anche il nome Santiago è molto significativo perché è il nome di una città portuale cubana, probabilmente il suo villaggio. Il vecchio è povero, tanto che il suo mantenimento è a carico del ragazzo che gli compra sempre da mangiare. Santiago è un personaggio tutto tondo.
Manolin: L'autore anche se nomina molte volte questo personaggio, chiamandolo ragazzo, non offre nessuna sua descrizione né di tipo fisico né di tipo psicologico. Personaggio secondario è molto affezionato a Santiago e anche il vecchio a lui, è sensibile e si preoccupa sempre della sua salute provvedendo sempre ai suoi bisogni. Dopo aver conosciuto tutte le tecniche di pesca da Santiago viene allontanato dai genitori dal vecchio e per questo soffre molto, ma alla fine del racconto decide di non lasciarlo più. Manolin è un personaggio statico.

L’autore non descrive altri personaggi ma li cita soltanto senza dare informazioni più precise.

Spazio
Sullo spazio ci sono poche e brevi descrizioni riguardanti per lo più il mare e la capanna di Santiago. La prima riguarda appunto la capanna un locale piccolo, angusto, che riflette la sua condizione sociale; l’unico ricordo della sua vita è una foto della moglie ormai morta che però tiene nascosta sentendosi troppo solo nel guardarla: «L’albero era lungo quasi quanto l’unica stanza che costituiva la capanna. La capanna era costruita con scaglie dure di palma reale, quelle che chiamano guano, e dentro vi era un letto, una tavola, una sedia e una zona sul pavimento di terriccio dove cucinare con la carbonella. Sulle pareti brune fatte con le foglie piatte, sovrapposte, del guano resistente e fibroso, vi era una fotografia a colori del Sacro Cuore di Gesù e un’altra della Vergine di Cobra. Erano ricordi della moglie. Una volta sulla parete c’era la fotografia sbiadita della moglie, ma il vecchio l’aveva tolta perché si sentiva troppo solo a vederla, e l’aveva messa su un angolo della mensola sotto la camicia pulita.». In quest’altra descrizione nostalgica narra dei bei paesaggi dell’Africa che lui vede in sogno quasi tutte le notti, paese che lui aveva visitato quando era giovane: «…..sognò l’Africa quand’era ragazzo e le lunghe spiagge dorate e le spiagge bianche, cos’ bianche da far male agli occhi, e i promontori alti e le grandi montagne brune. Ora viveva tutte le notti lungo quella costa e nel sogno udiva il fragore dei frangenti e vedeva le barche indigene che li fendevano. Mentre dormiva sentiva l’odore del catrame e della stoppa del ponte e sentiva l’odore dell’Africa recato al mattino dal vento di terra.(….) Ma stanotte l’odore del vento di terra giunse molto presto e nel sogno capì che era troppo presto e continuò a sognare per vedere i picchi bianchi delle isole che sorgevano dal mare e poi sognò i porti e le rade delle Isole Canarie.». La seconda descrizione riguarda invece il mare con i suoi colori di primo mattino, descrizione breve non molto ricca di aggettivi ma affascinante: «Il vecchio intendeva dirigersi al largo e si lasciò l’odor della terra alle spalle e remò nel fresco odor dell’oceano del primo mattino. Vide la fosforescenza delle alghe del Golfo nell’acqua mentre remava in quella parte dell’oceano che i pescatori chiamavano il gran pozzo perché vi era un salto improvviso di più di mille metri in cui si adunavano pesci di ogni genere a causa del mulinello creato dalla corrente contro le pareti ripide del fondo dell’oceano. (….) Nell’oscurità il vecchio sentì giungere il mattino e mentre remava udì il suono tremolante dei pesci volanti che uscivano dall’acqua e il sibilo fatto dalle rigide ali tese mentre si allontanavano librate nel buio.». Un’ altra descrizione sul mare e sul cielo che si specchia su di esso, usa molti aggettivi sui colori: «Ora le nuvole a terra si alzavano come montagne e la costa non era che una lunga linea verde davanti alle colline grigio-azzurre. L’acqua era di un azzurro scuro, adesso, così scuro che pareva violetto. Guardandovi dentro il vecchio vide il plancton rosso sparso nell’acqua scura e la strana luce prodotta ora dal sole. (….) Ma la fregata ormai era quasi invisibile e nulla si mostrava sulla superficie dell’acqua tranne qualche chiazza gialla di sargassi sbiaditi dal sole e la bolla violetta, stilizzata, iridescente, di una caravella che seguiva da vicino la barca.» «Non vedeva più il verde della riva, ormai, ma soltanto le cime delle colline azzurre che si stendevano bianche come se fossero incappucciate di neve, e le nuvole, che sopra di esse parevano alte montagne nevose. Il mare era molto scuro e la luce creava prismi nell’acqua. Le chiazze innumerevoli di plancton erano ora cancellate dal sole alto ed erano soltanto i grandi prismi profondi nell’acqua azzurra che il vecchio vedeva ora con le lenze diritte nell’acqua profonda un miglio.». Questa descrizione invece riguarda il nare che il vecchio osserva quando si trova solo in mare come in cerca di un po’ di compagnia: «Le nuvole ora si stavano formando sotto l’aliseo e guardando davanti a sé vide un branco di anatre selvatiche stagliarsi nel cielo sull’acqua, poi appannarsi, poi stagliarsi di nuovo, e capì che nessuno era mai solo sul mare. (….) Guardò il cielo e vide il cumulo bianco che pareva fatto di mucchietti cordiali di gelato e più in alto vi erano le piume delicate dei cirri sull’alto cielo di settembre.» C’è una breve descrizione su una piccola isola: «Poco prima che scendesse il buio, mentre oltrepassavano una grande isola di sargassi che si gonfiava e muoveva nel mare chiaro come se l’oceano facesse all’amore sotto una coperta gialla, alla lenza piccola abboccò un delfino.».
Tempo
Non fa nessun riferimento agli anni i cui si svolge il racconto; ma da alcuni elementi si capisce che non si tratta di molto tempo fa. Il racconto ha un ritmo abbastanza veloce.
Sono presenti molti sommari, ellissi nelle descrizioni e anche qualche adagio mentre Santiago cattura il pesce, in quel momento il narratore descrive i suoi pensieri e il suo stato d’animo. I piani del tempo non coincidono infatti il narratore usa i tempi passati.

Tecniche narrative e stilistiche
Il narratore è esterno e la focalizzazione è zero. Predilige lo stile paratattico ma è presente anche lo stile ipotattico, molto presente è la punteggiatura infatti lo scrittore scrive periodi brevi molto spesso interrotti da punti e virgole. Il livello è medio-basso e sono presenti moltissime parole riguardanti la pesca e i pesci, molto spesso non comprensibili al lettore, ci sono anche alcune parole in cubano come “el mar”. L’aggettivazione è abbondante solo nelle descrizioni ed è di tipo oggettivo.

Commento
La parte del libro che mi è piaciuta di più sono state le descrizioni riguardanti il mare e il linguaggio molto semplice che usa. Ma l’uso di molte parole riguardanti la pesca mi ha reso difficile la lettura, inoltre la fine non mi è piaciuta avrei preferito che il vecchio sarebbe riuscito a portare il pesce sano e salvo nel porto.

Esempio