DIVINA COMMEDIA: canto I dell'Inferno

Materie:Riassunto
Categoria:Letteratura Italiana
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Testo


1-12 DANTE SI SMARRISCE IN UNA SELVA OSCURA
Dante si ritrova, metà del cammino della vita, in una selva oscura. L’orrore di essa, selvaggia, ira, intricata di pruni, rinnova il timore al solo pensarvi. Né il poeta si è accorto di esservi entrato, perché il suo animo era assonnato e intorpidito.

13-30 IL COLLE ILLUMINATO DAL SOLE
Il poeta, giunge al limite della selva, scorge un colle, la cui cima è illuminata dal sole. Come il naufrago che, uscito dal pericolo, si volge al mare da cui è riuscito a salvarsi, Dante volge lo sguardo verso la selva rimasta alle sue spalle e, dopo un breve riposo per rinfrancare le forze, riprende il cammino verso l’erta del colle.

31-60 APPARIZIONE DI TRE FIERE: DANTE RETROCEDE VERSO LA SELVA.
Proprio mentre il poeta inizia la salita gli si para dinanzi una lonza leggera e veloce che gli sbarra il cammino. Il momento favorevole dell’ora e della stagione (la mattina dell’equinozio di primavera) sembra ridare momentaneamente al poeta la speranza di raggiungere la sommità del colle, speranza che svanisce del tutto all’apparizione di un leone che avanza minacciosamente ruggendo e di una lupa magra e affannata. Questa anzi, movendo contro Dante, lo ricaccia a poco a poco nella selva oscura

61-99 APPARIZIONE DI VIRGILIO
Mentre retrocede verso la selva, Dante vede una figura umana e a quella si rivolge chiedendo aiuto, anche se non sa distinguere se si tratta di ombra o di uomo vivo. L’ombra risponde di essere già stata un uomo un tempo e, rivelandosi per Virgilio, invita il poeta a salire il dilettoso monte, principio di ogni completa felicità. All’udir ciò, Dante risponde con umiltà esaltando Virgilio come onore e lume degli altri poeti, come autore e maestro suo, e in nome della sua fedeltà di discepolo prega di aiutarlo e di liberarlo dal pericolo della lupa. Il pianto accompagna la disperata richiesta e Virgilio, rincuorandolo, esorta Dante ad incamminarsi per una via diversa perché la lupa è così pericolosa da impedire non solo il cammino, ma da uccidere anche chi si trova sulla sua strada.

100-111 LA PROFEZIA DEL VELTRO
Proseguendo nel suo discorso, Virgilio dichiara che l’opera nefasta della lupa continuerà ancora sulla terra finchè non giungerà un veltro (cioè un salvatore) a liberare il mondo dalla sua presenza. Con un linguaggio oscuro come si addice alla profezia, il veltro è designato per mezzo di alcune caratteristiche: non si ciberà né di terra né di peltro, ma sarà nutrito solo di sapienza, di amore e di virtù, e la sua nascita avverrà tra feltro e feltro. Sarà salvezza dell’Italia, per la quale sono morti i primi eroi cantati da Virgilio, e caccerà finalmente nell’inferno la lupa, che da quello era uscita.

112-136 L’UNICA VIA DI SALVEZZA: IL VIAGGIO NELL?OLTRETOMBA
Virgilio spiega a Dante come unica via di salvezza sia il viaggio attraverso l’Inferno e il Purgatorio, e si offre di guidarlo. Se poi vorrà salire al regno dei beati, egli lo lascerà ad un’anima più degna, perché Dio non ne concede a lui, pagano, l’entrata. Dante accetta la proposta, dichiarandosi pronto a seguirlo per i regni dell’Oltretomba: dopo di che i due poeti si incamminano.

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