A zacinto: commento

Materie:Altro
Categoria:Letteratura Italiana

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Testo

Commento: A Zacinto

In questo sonetto “A Zacinto” scritto da Ugo Foscolo, nel 1798, il poeta ripensa con molta nostalgia a Zante, la terra che lo ha visto nascere e maturare la sua fanciullezza.
La lirica è formata da quattro strofe e quattordici versetti qui troviamo rime alternate enjambement e allitterazione.
Il Foscolo inizia col dire che sulle rive di Zante c’era stato da fanciullo e guardando il suo mare, la sua nostalgia lo porta a pensare agli antichi miti.
Dice che da quel mare era nata Venere, la dea della bellezza e dell’amore; ella con il suo sorriso divino aveva reso fertile quella terra.
Quella nubi luminosi e trasparenti fecero pensare a Foscolo ai racconti di Omero, il cui verso famoso aveva cantato il fatale viaggio per mare, di Ulisse.
In fine il poeta conclude che egli non potrà tornare sulla sua terra come accadde per Ulisse, perché il destino gli ha riservato una morte in terre straniere, dove nessuna persona cara potrà andare a versare le loro lacrime.

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