Versione dal latino - Cicerone: "Sulla natura delle lettere"

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Testo


Cicerone
"Sulla natura delle lettere"
P. 103 n.16

Sai bene che esistono molti tipi di lettere; ma è sicurissima la causa per la quale questo oggetto sia stato inventato, (e cioè) al fine di informare gli assenti, se ci fosse qualcosa che sia importante, per noi o per loro stessi, che essi conoscano. Non aspettarti da me, partito, lettere di questo genere: infatti (per) dei tuoi affari hai sotto di te i domestici e i segretari e i messi; nei miei affari invece non c'è assolutamente niente di nuovo. Ci sono altri due generi di lettere, che mi dilettano molto: uno cordiale e scherzoso, l'altro serio e grave. Quale dei due mi convenga utilizzare meno, non lo so. Forse potrei scherzare con te attraverso le lettere? Per Ercole non penso di essere un cittadino che possa ridere in questi tempi (di questi tempi). O forse dovrei scrivere qualcosa di più serio? Cosa c'è che possa essere scritto seriamente da Cicerone a Curione, se non riguardo allo Stato? Quindi né oso scrivere le cose che penso, né voglio scrivere quelle che non penso. Per cui, poiché non mi è rimasto nessun argomento di scrittura, esorto te all'impegno verso l'azione più elevata (le azioni più elevate); non faccio questo per infiammare te, ma per dimostrare il mio amore.

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