Somnium Scipionis

Materie:Traduzione
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Testo

M. T. Cicero: Somnium Scipionis, lib. V
Quae cum intuerer stupens, ut me recepi: Quid? Hic, inquam, quis est, qui complet aures meas
tantus et tam dulcis sonus? Hic est, inquit, ille, qui intervallis disiunctus imparibus, sed tamen pro rata partium ratione distinctis, impulse et motu ipsorum orbium efficitur, et acuta cum gravibus temperans varios aequabiliter concentus efficit: nec enim silentio tanti motus incitari possunt, et natura fert, ut extrema ex altera parte graviter, ex altera autem acute sonent. Quam ob causam summus ille caeli stelifer cursus, cuius conversio est concitatior, acuto et excitatio movetur sono, gravissimo autem hic lunaris atque infimus. Nam terra, nona immobilis manens, una sede semper haeret, complexa medium mundi locum. Illi autem octo cursus, in quibus eadem vis est duorum, semptem efficiunt distinctos intervallis sonos, qui numerus rerum omnium fere nodus est; quod docti homines nervis imitati atque cantibus aperuerunt sibi reditum in hunc locum, sicut alii, qui praestantibus ingeniis in vita humana duvina studia coluerunt. Hoc sonitu oppletae aures hominum obsurduerunt; nec est ullus hebetior senses in vobis, sicut, ubi Nilus ad illa, quae Catadupa nominatur, praecipitat ex altissimis montibus, ea gens, quae illum locum accolit, propter magnitudinem sonitus sensu audiendi caret. Hic vero tantus est totius mundi incitatissima coversione sonitus, ut eum aures hominum capere non possint, sicut intueri solem adversum nequitis, eiusque radiis acies vestra sensusque vincitur. Haec ego admirans, referebam tamen oculos ad terram identidem.

M. T. Cicerone: Il sogno di Scipione, cap 5
Appena mi riebbi mentre contemplavo stupefatto quella (meraviglie) chiesi: Che è ciò? Che cosa è questo così grande e dolce suono che riempie le mie orecchie? Questo è ,disse, quel (suono) che distaccato da intervalli diseguali ma tuttavia distinti con determinata quantità di parti si forma per l’impulso e movimento delle stesse sfere e (che) temperando gli acuti con i gravi produce concenti armonicamente variati; né infatti così grandi movimenti possono compiersi in silenzio e la natura esige che le (sfere) estreme producano toni gravi da una parte, e dall’altra (producano) toni acuti. Perciò quella sfera stellifera del cielo che è la più alta, la cui rivoluzione e più celere, si muove con un suono acuto e vibrante, mentre quella più bassa (cielo) lunare (si muove) con suono più grave. Infatti la terra che occupa il nono posto mantenendosi immobile sempre rimane in uno stesso posto, occupando il centro dell’universo. Ma quelle otto stelle, tra le quali due hanno medesima velocità, producono sette suoni distinti da intervalli, il qual numero è quasi il nodo di tutte le cose; gli uomini dotti imitando questo con le corde e con il canto si aprirono il ritorno in questo luogo, come gli altri, i quali per acutezza di ingegno si applicarono alle scienze divine nella vita terrena. Le orecchie umane riempite da questo suono divennero sorde;né vi è alcun senso più ottuso in voi, come quella gente che abita quel luogo presso quella (località) che è chiamata Catadupa, dove il Nilo precipita da altissime montagne, (quella gente) ha perduto il senso dell’udito per la grandezza del suono. In verità così grande è questo suono per il velocissimo movimento di tutto l’universo, che le orecchie umane non lo possono percepire, così come non potete guardare in faccia il sole, e la vostra forza del senso è vinta dai suoi raggi. Io (pur) ammirando queste cose, tuuta via ogni tanto riportavo gli occhi alla terra.

M. T. Cicero: Somnium Scipionis, lib. V
Quae cum intuerer stupens, ut me recepi: Quid? Hic, inquam, quis est, qui complet aures meas
Appena mi riebbi mentre contemplavo stupefatto quella (meraviglie) chiesi: Che è ciò? Che cosa è questo così grande e
tantus et tam dulcis sonus? Hic est, inquit, ille, qui intervallis disiunctus imparibus, sed tamen pro
dolce suono che riempie le mie orecchie? Questo è ,disse, quel (suono) che distaccato da intervalli diseguali ma tuttavia
rata partium ratione distinctis, impulse et motu ipsorum orbium efficitur, et acuta cum gravibus
distinti con determinata quantità di parti si forma per l’impulso e movimento delle stesse sfere e (che) temperando gli
temperans varios aequabiliter concentus efficit: nec enim silentio tanti motus incitari possunt, et
acuti con i gravi produce concenti armonicamente variati; né infatti così grandi movimenti possono compiersi in
natura fert, ut extrema ex altera parte graviter, ex altera autem acute sonent. Quam ob causam
silenzio e la natura esige che le (sfere) estreme producano toni gravi da una parte, e dall’altra (producano) toni acuti.
summus ille caeli stelifer cursus, cuius conversio est concitatior, acuto et excitatio movetur sono,
Perciò quella sfera stellifera del cielo che è la più alta, la cui rivoluzione e più celere, si muove con un suono acuto e
gravissimo autem hic lunaris atque infimus. Nam terra, nona immobilis manens, una sede semper
vibrante, mentre quella più bassa (cielo) lunare (si muove) con suono più grave. Infatti la terra che occupa il nono posto
haeret, complexa medium mundi locum. Illi autem octo cursus, in quibus eadem vis est duorum,
mantenendosi immobile sempre rimane in uno stesso posto, occupando il centro dell’universo. Ma quelle otto stelle, tra
semptem efficiunt distinctos intervallis sonos, qui numerus rerum omnium fere nodus est; quod
le quali due hanno medesima velocità, producono sette suoni distinti da intervalli, il qual numero è quasi il nodo di tutte
docti homines nervis imitati atque cantibus aperuerunt sibi reditum in hunc locum, sicut alii, qui
le cose; gli uomini dotti imitando questo con le corde e con il canto si aprirono il ritorno in questo luogo, come gli altri,
praestantibus ingeniis in vita humana duvina studia coluerunt. Hoc sonitu oppletae aures hominum
i quali per acutezza di ingegno si applicarono alle scienze divine nella vita terrena. Le orecchie umane riempite da
obsurduerunt; nec est ullus hebetior senses in vobis, sicut, ubi Nilus ad illa, quae Catadupa
questo suono divennero sorde;né vi è alcun senso più ottuso in voi, come quella gente che abita quel luogo presso quella
nominatur, praecipitat ex altissimis montibus, ea gens, quae illum locum accolit, propter
(località) che è chiamata Catadupa, dove il Nilo precipita da altissime montagne, (quella gente) ha perduto il senso
magnitudinem sonitus sensu audiendi caret. Hic vero tantus est totius mundi incitatissima
dell’udito per la grandezza del suono. In verità così grande è questo suono per il velocissimo movimento di tutto
coversione sonitus, ut eum aures hominum capere non possint, sicut intueri solem adversum
l’universo, che le orecchie umane non lo possono percepire, così come non potete guardare in faccia il sole, e la vostra
nequitis, eiusque radiis acies vestra sensusque vincitur. Haec ego admirans, referebam tamen
forza del senso è vinta dai suoi raggi. Io (pur) ammirando queste cose, tutta via ogni tanto riportavo gli occhi alla terra.
oculos ad terram identidem.

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